[Lame Silenti] La Maledizione delle Lame Silenti

“Parte 1 – Sacrilegio!”

Erano passate diverse settimane dall’insediamento al nuovo Covo.. In quella serata Vipera si era espressa manifestando la sua volontà di trasferire la salma di Oskatat nella cripta.

Nessuno dei Fratelli si era dimenticato di quel proposito ma, tra nuovi Aspiranti da formare e altro lavoro sottotraccia, i giorni erano passati veloci..

Da qualche giorno Solo non si faceva vivo e pensò di passare per la Foresta sperando di incontrare qualcuno.

Passando sotto le fronde degli alberi secolari notò qualcosa di sconcertante nei pressi della Lapide del Primo Silente..

La bara era stata disseppellita ed i resti al suo interno scomparsi.. Un turbinio di emozioni quali, rabbia, stupore e confusione riempirono la mente dell’uomo che restò immobile a fissare quel doloroso spettacolo.

Dopo essersi ripreso dal trauma cercò di capire chi poteva essere stato e soprattutto se ci fossero tracce o indizi utili..

“Ci sono orme fresche in direzione nord ovest”.

Pensò tra se e se mentre studiava il terreno circostante..

Il sospettato aveva sicuramente agito sfruttando la notte appena trascorsa e di conseguenza era in vantaggio di almeno mezza giornata.

“Non c’è un istante da perdere, devo avvisare i Fratelli”.

Solo salì in sella al suo cavallo e si diresse in fretta e furia al Covo..

“Parte 2 – La ricerca”

I Fratelli si erano riuniti là dove per anni avevano riposato le spoglie del loro Padre, Oskatat.. Nei pressi della bara trafugata erano stati trovati diversi reagenti, un brandello di un indumento e delle orme di piedi piccoli orientate in direzione nord ovest.

Fecero annusare il lembo di stoffa ai loro fedeli lupi sperando che li aiutassero a circoscrivere il percorso intrapreso dalla figura misteriosa che si era macchiata del più grave dei sacrilegi.

Seguendo i due animali giunsero fino ad Hammerheim, all’inizio sembrava che le tracce finissero nel nulla di una città troppo grande e piena di gente ed odori diversi e la ricerca si complicò non poco.

Uno dei Fratelli lesse con attenzione ogni annuncio lasciato in bacheca, sperando di trovare qualcosa di anomalo.

I suoi occhi si fermarono leggendo di una certa donna che chiedeva con insistenza e fretta una stanza in locanda..

Il gruppo si diresse dunque verso la Locanda della Sirena Stonata e sulla strada intercettarono una signora che sembrava essere piuttosto in la con gli anni e dall’aspetto molto trasandato..

Vipera le andò a parlare, notò immediatamente che sulla cappa della vecchia c’era un rattoppo e che il pezzo di stoffa in loro possesso era dello stesso ed identico colore di quello indossato dalla donna.

Ella non si fece incalzare dalle domande e se ne andò dirigendosi verso la locanda, i Fratelli la lasciarono apparentemente andare per poi seguirla tra le ombre.

Giunta nella sua camera si sentiva tranquilla ma in un attimo capì che aveva commesso un errore di valutazione.

Un laccio stringeva la sua gola ed erano le mani della Vipera purpurea a tenerlo ben stretto..

Che ne hai fatto della salma di Oskatat??”.

Chiedeva la mezz’elfa con occhi iniettati di sangue.

La donna iniziò a raccontare partendo da molto lontano.. Lei era la moglie di un Ufficiale della Marina di Hammerheim caduto in disgrazia dopo essere stato sconfitto da Oskatat e le sue Lame.

Dietro le sembianze di una innocua vecchietta si celava invece una maga astuta e potente che sosteneva di aver gettato una maledizione su tutto il gruppo per vendicare il suo amato e defunto marito.

Esalò l’ultimo respiro senza però confessare cosa ne avesse fatto delle spoglie del Primo Silente, nel suo zaino fu ritrovato un diario.

Leggendo le sue parole sembrava che ucciderla fosse stato un errore ma in quel momento nessuno prese per buone le farneticazioni di quella che poteva essere benissimo una pazza mitomane.

Tra l’altro sembrava che il diario contenesse indizi sul luogo dove erano stati occultati i resti di Oskatat perciò appariva lì per lì che le cose si mettessero ugualmente bene..

Tornati al covo fecero una breve riunione, cercando di carpire ogni segreto del diario e convincendosi che ci fossero scritte solo follie .

All’improvviso l’aria diventò quasi irrespirabile al punto da costringere i Fratelli ad uscire ma mentre abbandonavano il Covo notarono che Scorpione si era rimpicciolito.

Falco era diventato un gigante e Artiglio non riusciva più a parlare.. La vecchia diceva il vero!

Uscendo finalmente poterono respirare a pieni polmoni e prima di separarsi si accordarono per scrivere l’indomani mattina ai Qwaylar, sperando che nonostante la morte della Strega ci fosse il modo di annullare la sua maledizione..

“Parte 3 – Vittoria?!”

I Fratelli ancora scossi dopo i recenti avvenimenti, cercavano di mantenere sangue freddo e ragionare sul da farsi.. Scorpione leggeva e rileggeva il diario della vecchia Megera in cerca di indizi.

“Il corpo, o quel che ne rimane dopo la potenza dell’Athami, è in un luogo sicuro dell’isola che tanto lustro diede al mio amato”.

Questo appunto fece pensare che c’erano buone possibilità di ritrovare la salma del Primo Silente sull’Isola Vittoria.

In fretta e furia fu indetta una spedizione esplorativa; Scorpione, Becchino, Cobra e Solo salparono in direzione dell’isola.

Il gruppo si imbattè in una grotta, ma l’entrata era bloccata da qualche sortilegio..

Con i dovuti accorgimenti i quattro riuscirono a penetrare all’interno e davanti ai loro occhi trovarono i resti di Oskatat.

Increduli ed emozionati per il ritrovamento del loro mentore non si resero conto della sospetta statua di Golem che giaceva subito dietro l’altare con la bara.

Difatti Sabra aveva preso più di una precauzione e prima che essi potessero accorgersene la statua si animò e li attaccò ferocemente.

La creatura si rivelò un osso molto duro ma alla fine i quattro prevalsero e poterono dare un’occhiata in giro con più calma ed attenzione.

In quella grotta furono ritrovati un insolito pugnale ed un diario..

Solo provò a sollevare l’arma ma inspiegabilmente ella non si mosse di un centimentro.

Sfogliando il diario il gruppo fece una scoperta inaspettata..

Erano le memorie di un certo Sir Claud Vistraus che raccontavano per filo e per segno alcuni procedimenti sulla creazione di un Athami.

Il manoscritto, purtroppo, confermava anche che solo un Athami può sconfiggere e spezzare la maledizione inferta con un altro Athami..

Dunque i Fratelli rischiavano grosso, avendo ucciso la Strega senza l’utilizzo dell’arma adatta.

Così facendo l’avevano si mandata a miglior vita però non avevano sciolto la maledizione, oramai il danno era fatto, non si poteva tornare indietro..

Cercando di pensare comunque positivo, i loschi figuri raccolsero i resti di Oskatat ed uscirono da quella grotta infausta.

Non appena misero il naso fuori, quasi a voler ribadire la beffa, un altro incantesimo si accanì su di loro trasformandoli momentaneamente in maiali..

Era un ulteriore, ennesima conferma che la maledizione non era affatto sciolta..

Tornati alle loro sembianze si diressero nel silenzio più totale al Covo per sistemare le ossa del loro Padre.

I quattro si congedarono, ognuno assorto dallo stesso dannatissimo pensiero..

“Eppure ci deve essere un altro modo per spezzare il sortilegio..”.

“Parte 4 – Caccia al tesoro??”

Nei giorni successivi i Fratelli erano andati avanti con le loro attività e tra le altre cose avevano dato il benvenuto a due nuovi membri; Troll e Viscida.

Nel frattempo avevano fissato un incontro con i Qwaylar di Timata Ora ma, in attesa che giungesse quel momento, erano alla ricerca quasi disperata di tracce su Sabra nella capitale.

Purtroppo sembrava proprio che gli Dei non avessero voluto concederle un’altra opportunità.

Solo, aveva notato che si erano radunate diverse guardie nei pressi della locanda de “L’aquila dei mari”.

Questo destò in lui qualche sospetto e allo stesso tempo speranza.

Approfittando di un attimo di confusione riuscì ad arrivare al primo piano dove ci sono le stanze e si accorse che una camera in particolare era tenuta d’occhio da un martello dorato.

Resosi conto che in quel momento fosse praticamente impossibile riuscire ad entrare, rinunciò.

Tornò poi al Covo dove trovò Becchino e lo informò di quello che aveva visto.

Becchino sfruttò le sue conoscenze per imbastire un incontro con un hammin che poteva vendere qualche informazione a riguardo..

L’uomo, dopo aver piegato con cura il suo assegno, vuotò il sacco e spiegò che in quella camera stavano proteggendo la figlia della Megera!

Il suo nome era Angelica e l’esercito riteneva saggio proteggerla fin quando non fossero terminate le indagini sull’omicidio della madre. Il giorno seguente ci fu l’incontro con la tribù di Timata.

Dopo dei brevi convenevoli i Fratelli spiegarono agli ospiti cosa era successo e perchè avevano bisogno del loro aiuto..

Nonostante ancora non fosse chiaro come avrebbero potuto utilizzare l’Athami per spezzare il sortilegio, essendo la diretta interessata defunta, decisero comunque di informare Spire Nere e compagni delle loro intenzioni e necessità a riguardo.

I Qwaylar si congedarono prendendosi qualche giorno di tempo per riflettere, avevano una decisione importante da trarre.. Aiutare quegli uomini, per lo più sconosciuti, o ignorarli?

La mattina seguente Scorpione si recò in foresta molto presto, presi tutti dagli eventi non era stata ancora risistemata quella che era ormai l’ex tomba di Oskatat.

Mentre dava una rassettata trovò, sotto una tavola rotta della vecchia bara predata, una mappa sulla quale sembrava essere contrassegnato un posizione geografica.

Mostrò la mappa a Viscida, abile cartografa, che individuò il luogo.

La X indicava un punto nei pressi della jungla di Waka Nui.

C’era la possibilità che portasse a qualche scoperta utile alla causa perciò Scorpione chiamò a raccolta gli altri e nel frattempo scrisse missiva ai Qwaylar di Timata al fine di chiedere un supporto per la spedizione.

Si incontrarono con i manti verdi sulle spiagge a sud della jungla e insieme a loro si addentrarono nell’entroterra seguendo la mappa.

Arrivati a destinazione scorsero tra la fitta vegetazione una abitazione dove poi incontrarono un uomo dai lineamenti comuni accompagnato da una donna di origine Qwaylar..

L’uomo disse di chiamarsi Claud Vistrauss, era proprio lui l’autore del libro sull’athami! Di conseguenza gli vennero poste domande riguardanti Sabra e sul pugnale stesso.

Raccontò che la Megera aveva minacciato la sua compagna e a causa di ciò era stato costretto a soddisfare le sue richieste.

I Fratelli chiesero all’antropologo se e come fosse possibile spezzare la maledizione anche se colei che l’aveva inferta era morta.

Vistrauss spiegò loro che era possibile utilizzare l’athami contro un discendente di chi aveva scagliato il sortilegio e che c’era anche un’altro fattore da tenere bene a mente..

“L’athami può spezzare l’incantesimo di un altro athami solo se chi lo impugna è legato da un forte sentimento di rivalsa o vendetta nei confronti della persona che inizialmente ha inferto il tutto”.

Le informazioni del vecchio erano risultate preziosissime e dopo essersi messi d’accordo con il popolo della jungla per i successivi passi, presero il largo per fare ritorno al Covo.

Vipera mentre scrutava l’orizzonte pensava:

“Non vedo l’ora di trafiggere con le mie mani la figlia di quella Strega”.

Ma nello stesso momento Solo pose una domanda corale:

“Secondo voi è giusto che i peccati dei genitori ricadano sui loro figli?”.

In quel momento però tutti quanti volevano tornare alla normalità, a qualunque costo.

Nella mente di Solo cominciarono ad insinuarsi strani pensieri..

“Oskatat che farebbe? sacrificherebbe un innocente per una causa?”.

Passò il resto del viaggio in silenzio, rimuginandoci su.

Questo fatto sembrava aver riaperto in lui antiche ferite..

“Parte 5 – Il cuore di Sabra”

Solo aveva passato la notte in bianco, attanagliato dai pensieri che la sua coscienza faceva affiorare..

“Non posso farlo.. ma allo stesso tempo DOBBIAMO farlo..”.

Continuava a tormentarsi all’infinito senza trovare pace. Lui sapeva bene cosa significava pagare per i peccati dei propri genitori.. E proprio per questo era così combattuto.

“Noi ci definiamo i giusti, i combattenti dei corrotti, coloro che si schierano dalla parte degli oppressi..

Tradiremmo i nostri ideali se ci rifacessimo su Angelica?

Oskatat lo approverebbe?

Con che cuore potremmo mai perpetrare una simile colpa per poi conviverci?”.

In quell’istante balzò in piedi.

“Il cuore!!! IL CUORE!!”.

Un tenue sorriso sembrava essere apparso sul suo volto, provato da questo lungo periodo di sventure.

Aprì nervosamente ogni cassetto di casa in cerca di qualcosa..

“ECCOLO!”.

Tirò cautamente fuori uno scrigno, aprendolo poi con altrettanta attenzione.

Esso conteneva il cuore di Sabra, reciso dal suo cadavere quella maledetta sera nella locanda della Sirena Stonata.

Quel giorno non sapeva per quale motivo aveva deciso di conservarlo, ma ora c’era una possibilità di sfruttarlo a “fin di bene”.

Aveva tutto chiaro in mente, come se fosse ogni cosa fosse incisa sulla pietra.

Si recò dunque nella capitale delle Westlands, in gran segreto, alla ricerca di Angelica.

Tra la folla scrutò i movimenti della locanda dell’Aquila dei mari e dopo qualche ora vide sedersi tra i tavoli una giovane ragazza dalla bionda chioma.

La descrizione calzava con quella fornita dall’informatore a Becchino, perciò provò a stabilire un contatto.

Era lei! Dopo un primo approccio molto spigoloso la giovane sembrava essersi un po’ sciolta.

“Ero giunta qui per ricongiungermi con mia madre, purtroppo non ho fatto in tempo.. mi è stata portata via e non ne conosco i motivi. Ora sono sola al mondo..”.

Copiose lacrime scendevano sul volto di Angelica, visibilmente sconvolta e ancora confusa da questa vicenda.

Il Silente sapeva che aveva i minuti contati e proprio in quegli attimi doveva riuscire ad allontanarsi dalla città insieme alla ragazza.

Approfittando del momento di debolezza della giovane, Solo la convinse a fare un giro in barca per alleggerire un po’ l’atmosfera..

Tra la folla non fu difficile dileguarsi senza essere notati.

Una volta salpati l’uomo pensò che la parte più difficile fosse ormai alle spalle e fece rotta verso le isole Augak.

Appena preso il largo rivelò ad Angelica le proprie intenzioni e le motivazioni a riguardo..

“Ragazza sei in pericolo, non posso spiegarti molto ma la verità è che tua madre era una Megera molto potente ed ha scagliato un sortilegio sulle persone sbagliate.. In questa storia non ci sono buoni o cattivi ma solo due fazioni opposte.. Per una serie di circostanze legate alle azioni di tua madre, rischi seriamente la vita ma io voglio aiutarti. Non ritengo giusto che paghi per qualcosa che non hai compiuto direttamente. Perciò, al fine di proteggerti, ti porterò in un luogo sicuro finchè tutti non potremo metterci questa brutta storia alle spalle”.

Inizialmente la ragazza rimase stupefatta ed incredula alle parole dell’uomo ma poi sembrò convincersi.

Arrivati alle Augak, Solo attraccò al molo della Locanda dello Juggernaut e mostrò velocemente alla fanciulla la zona circostante per poi congedarsi da lei con una promessa..

Riprese il largo, con la testa ricolma di mille pensieri ma anche di speranze.

“I Fratelli, capiranno? Se c’è qualcuno che potrebbe appoggiare la mia folle idea è Fiamma, chi meglio di lei?!”.

La seconda parte del piano era iniziata, non restava che fare visita ad uno dei membri più anziani e saggi della Famiglia.

Arrivato a destinazione fu accolto al meglio dall’esperta Lama che domandò a cosa doveva la piacevole ma inaspettata visita.

Solo vuotò il sacco, spiegando per filo e per segno cosa aveva in mente sperando di trovare un riscontro positivo nel parere e nelle conoscenze di Fiamma.

“Ho conservato il cuore di Sabra e mi chiedevo se fosse possibile richiamarla dalla morte al fine di ucciderla nuovamente.. ma questa volta attraverso l’unica arma in grado di spezzare la maledizione, l’Athami! Così facendo infliggeremo la nostra vendetta sulla persona giusta e lasceremo in pace una povera ed ignara innocente”.

La Sorella in tutta risposta svelò che c’erano buone possibilità di mettere in pratica questa idea e che avrebbe sostenuto questa causa con gli altri Fratelli.

“Mi metterò subito all’opera ed imbastirò la prima bozza del rituale, a presto Solo”.

I due si salutarono e l’uomo fece ritorno verso casa.

Una volta giunto a destinazione, si sdraiò a letto pensoso:

“Dannata Strega, forse anche tu vorresti che le cose andassero così piuttosto che ricongiungerti con tua figlia da morta.. sto facendo un favore a tutti, persino a te..”.

L’uomo finalmente cadde in un sonno profondo, non era ancora finita ma le cose sembravano cominciare a mettersi bene per i Fratelli tutti.

“Parte 6 – Epilogo”

Solo con il supporto di Fiamma, a colloquio con i Fratelli, aveva spiegato la sua idea. Se fosse andata male avrebbero comunque potuto recuperare Angelica e in un modo o nell’altro la Maledizione sarebbe cessata..

Vipera e Scorpione diedero il loro benestare così fu deciso di procedere in questa direzione.

Venne stabilito come giorno il 5 di Lithe.

In quella data sarebbe stato forgiato l’Athami ed evocata di nuovo tra i vivi Sabra.

Giunto il momento tanto aspettato i Fratelli si radunarono lì dove tutto era iniziato.

Partirono quindi diretti verso il confine tra il deserto di Tremec e la Jungla di Waka Nui.

Lì incontrarono i Qwaylar che avrebbero svolto il rituale necessario alla creazione dell’Athami.

I Selvaggi scortarono i Fratelli nel luogo adibito al rituale e spiegarono loro di disporsi formando un cerchio attorno al grande fuoco.

Il procedimento venne iniziato a ritmo di musica tribale, dopo qualche attimo il fuoco generò dei fumi che iniziarono a stordire i Fratelli.

Nel frattempo gli artefici del rituale presero dei mazzetti di fiori e cosparsero con essi tutti gli uomini bianchi che erano sempre più in trance.

Parallelamente a questo, Spire Nere si stava occupando dell’Athami..

Ai Fratelli, sempre più intontiti, fu consigliato di sdraiarsi e rapidamente caddero in una sorta di sogno lucido..

Si ritrovarono di fronte a due spiriti di Luce che venivano in contro a loro.

Questi spiriti fecero delle domande riguardo l’Athami ed al motivo per il quale le Lame avevano la necessità di accedere al suo sconfinato potere.

Scorpione con il supporto di Solo spiegò in maniera sincera tutta la storia, agli Spiriti di Luce non si poteva mentire essendo loro in grado di scrutare gli animi di chiunque..

“Siamo qui per porre fine ad una maledizione che affligge tutti noi, nata dal rancore di una vecchia megera avvelenata dal suo stesso odio. Un odio che l’ha portata a compiere atti reprorevoli, come disseppellire la salma di un uomo che riposava in pace.. Il bene ed il male alle volte sono soggettivi, questa Strega ha certamente sofferto ma in realtà non ha compreso che combatteva per una causa sbagliata. Il suo rimpianto marito si immolò per un regno corrotto sopperendo di fronte l’astuzia di Oskatat e dei suoi figli..”.

Gli spiriti chiesero loro se in questa brutta storia fossero le vittime o i carnefici. La risposta che i Fratelli diedero aveva valore sia nel caso specifico ma anche in senso assoluto come loro credo:

“Noi ci definiamo i carnefici dei carnefici..”.

Finito il colloquio gli Spiriti sentenziarono che il loro animo fosse sincero e che gli veniva concesso di utilizzare l’Athami.

Riaperti gli occhi i Fratelli si ritrovarono nel luogo precedente, con Kinyesi e compagni che avevano sia vegliato il loro sonno ma anche portato avanti i preparativi per la consacrazione del pugnale.

Scorpione, colui che si sarebbe consacrato all’Athami per diventare una cosa sola con esso, si posizionò nel punto indicatogli.

Gli fu consegnato un pugnale ed una scodella ricavata da un guscio di noce per infliggersi un taglio e raccogliere il sangue nel recipiente al fine di utilizzarlo poi per scrivere il suo nome sull’elsa dell’Athami.

Il primo rituale era giunto a termine.

Ognuno dei presenti poteva percepire l’energia mistica sprigionata dall’Athami.

Ringraziato il gruppo di Qwaylar che li aveva preziosamente assistiti, era giunto il momento di far assolvere all’Athami il compito per il quale era stato destinato: Buio aprì un varco arcano e tutti i Fratelli raggiunsero così la Foresta.

Da lì, cauti al galoppo, si recarono sulle rive del Sareen e attraversarono gli oscuri cunicoli per raggiungere l’antica Cattedrale consacrata al Dio delle Tenebre.

Fiamma e Vipera sapevano dove raggiungere gli altri e solo esse avrebbero potuto varcare la barriera arcana che i loro fratelli stregoni stavano innalzando per proteggerli da occhi indiscreti.

Raggiunti gli altri, quella delle due che conosceva i rudimenti dell’evocazione diede agli altri le indicazioni necessarie affinché il sommo rito si svolgesse in modo opportuno.

Fiamma aveva spiegato come il Sangue fosse un elemento necessario affinché la sua preghiera destasse gli effetti desiderati e spiegò come recuperarne, quali metodi usare per custodirlo mantenendone intatto il valore mistico.

Con tocchi delicati e decisi s’intinse le dita di sangue e tracciò sulla pietra un sigillo ampio, racchiuso da uno spesso cerchio dai contorni precisi.

Dinanzi al sigillo imbastì l’altare: la reliquia, le candele oscure, il Libro dell’Evocazione che ella stessa aveva redatto per l’occasione.

Si radunarono attorno al sigillo, sino a circondarlo e raggiungere ordinatamente ognuna delle punte che da esso si protendevano verso l’esterno.

Tra i Fratelli non v’erano scettici né timorosi, il loro legame presupponeva una vera fiducia l’un l’altro, e quella era senz’altro la manifestazione di una fiducia reciproca che superava le paure e le inibizioni della morale comune.

Mentre Fiamma curava la disposizione dell’Urna Nera, nella quale aveva conservato a lungo la salma, spiegò ai presenti cosa avrebbero affrontato.

Il rituale sarebbe stato sicuro fin tanto che la sua connessione con lo spettro non fosse stata intaccata.

La sua preghiera rivolta al Signore dei Neri Cancelli, se opportunamente eseguita, avrebbe compiaciuto la divinità che le avrebbe accordato il controllo sulla coscienza del Non Morto.

Al momento propizio, avrebbe dato segnale a Scorpione di colpire…

I presenti si unirono in preghiera e Fiamma li accompagnò pronunciando le parole cardine e compiendo i gesti rituali che riuscirono a propiziare una congiunzione con l’Abisso.

Fuochi oscuri ed un miasma opprimente si levò dalle viscere della terra, avvolgendoli fin quasi accecandoli.

Il buio li sovrastava, ma potevamo avvertire la ferma sicurezza di Fiamma, che non batté ciglio.

Capirono che potevamo rimanere concentrati e mantennero la calma tutti, attenti su quel momento così singolare.

Il sigillo ribollì e al centro di esso emerse una vorticante sfera di miasma oscuro, la connessione con l’Abisso stabilita aveva trascinato fra i presenti Sabra il cui spettro, mediante la reliquia, riacquisì corpo.

Era decadente e malvagia, appariva ancor più corrotta dell’ultima notte in cui la videro.

Indignazione e stupore, odio e furia… un vorticare di sentimenti riempiva il cuore dei Fratelli alla vista della megera.

La strega, completamente soggiogata dalla Necromante si avvicinò verso di lei.

Ella l’intrattenne impartendole delle parole, ma il tono era quasi impercettibile per noi.

In un istante, sollevò lo sguardo su Scorpione, lo scrutò attenta e gli rivolse un cenno d’assenso deciso.

Scorpione era calmo e silente, imperturbabile dinanzi alle figure.

Osservò sua sorella e annuì, con passo svelto e brandendo l’Athami affondò un colpo solo ma carico di tutto il potere del pugnale e assieme ad esso la rabbia di ogni Fratello ne accrebbe la letalità.

Una volta affondato il pugnale, Scorpione vide davanti a sé tutto quanto avevano passato e vi si perse, solo un momento.

Riposò lo sguardo su Sabra, di cui non rimanevano che spoglie cineree e poi su Fiamma, sulla quale aleggiava un vago sorriso liberatorio.

Scorpione e i Fratelli tutti sentirono l’oscurità della maledizione abbandonarli, il sortilegio era sciolto per sempre.

Ancora una volta, erano liberi.

Dopo qualche attimo gli effetti del sortilegio cessarono di affliggere i Fratelli.

Si diressero poi al covo, per brindare alla conclusione positiva della vicenda.

Anche lì l’aria non era più soffocante, questa volta era finita sul serio!

Scorpione posò poi l’Athami, oramai completamente scarico del suo potere e una volta terminati i festeggiamenti i Fratelli si congedarono per un meritato riposo.

Solo li vide andare a riposare uno ad uno, ma lui aveva ancora un ultimo atto da compiere.

Vipera si era espressa positivamente nei confronti di Angelica e aveva proposto di farla venire a stare da loro, per evitare che anche lei potesse in futuro venire avvelenata dagli ideali corrotti dei regni.

Conseguentemente l’uomo salpò in direzione dello Juggernaut.

Il suo animo era sereno, la maledizione era sciolta e allo stesso tempo la ragazza era salva.. non avrebbe dovuto espiare colpe non sue. Il viaggio filò liscio e una volta ormeggiato al piccolo molto, entrò in locanda.

Angelica era seduta al bancone, Solo la riconobbe subito perchè indossava la tunica che gli aveva donato lui stesso l’ultima volta che si erano visti.

Spiegò alla fanciulla che tutto era finito e che non c’era più nulla da temere. Insieme valutarono quale fosse la cosa migliore da fare e Angelica decise di farsi ospitare al Covo a tempo indeterminato.

Lì, consultando la biblioteca e con l’aiuto di Buio e Viscida avrebbe potuto studiare ed imparare a dominare il Flux, suo desiderio derivato a sua volta dalla madre.

Salutati e ringraziati i gestori della locanda i due salparono per fare ritorno nel continente e successivamente al Covo..

Solo mostrò velocemente ad Angelica la sua nuova casa e le diede la buona notte.

Prima di andare a riposare, passò nella cripta dirigendosi verso la tomba di Oskatat.

Vi poggiò una mano sopra bisbigliando:

Ogni cosa è compiuta Padre, ora puoi tornare a riposare”.

Era giunto il tempo di godersi la pace fintanto che sarebbe durata..

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