[Doriath] Cerimonia dei Sogni e Scontro Arcano

Nel 285, secondo la conta degli umani, nel Doriath viene celebrata ancora una volta

la Valie dei Sogni, Morrigan, regina delle Stelle e della Magia.

Nel Doriath, sul finire di orifoglia, la stirpe degli Elfi ha vissuto una notte più intensa delle altre, nei boschi le fiere innalzavano i loro canti e richiami, così come il vento, agitato e corposo, fischiava più forte, e le fioche candele, oltre le finestre, si spegnevano per lasciare che solo le dilette stelle illuminassero il trascorrere del tempo.

Colme di Elfi, di fedeli che giungevano anche dai villaggi, dagli avamposti di frontiera e dai lontani viaggi, le città di Valinor e Rotiniel si preparavano per omaggiare i sogni che la dea Morrigan instilla nelle mente sopite dei suoi figli, sogni premonitori, sogni ricchi di simboli, che andavano ancora una volta interpretati.

Sotto lo sguardo sereno dell’Ammiraglio Yoridyon, Guidati dal loro Aran Orophin, del casato antico e reale Luinlin, gli elfi del Delfino, i Teleri uniti dall’effige del Tridente, si schieravano attendendo le delegazioni religiose, le influenti Elfe del Tempio avrebbero condotto la cerimonia dei Sogni, ricalcato una tradizione così antica, da dimenticarne i natali.

E lievi erano le parole della guida azzurra, nell’inneggiare lo scopo religioso della città, i Marilla come un faro nel culto di Elentari, e fieri erano gli elfi che avevano il privilegio di ascoltare il nobile membro delle Onde Dorate, il loro Re.

Piazza di Rotiniel

L’acqua, che immota lambiva i confini della Perla del Doriath, sembrava quella sera più luminosa, accoglieva il riverbero di astri lucenti, specchiava nelle proprie onde l’eleganza di chi camminava verso la propria meta al centro del Doriath, lì dove su di un’altura insieme la Collettività elfica aveva edificato il Tempio delle Sfere e del Puma, il Tempio delle Stelle e delle Ombre, l’inno a Morrigan.

Guado per Ilkorin

Valinor allora giungeva, coi i suoi arani uniti in abbraccio, Makindur, sapiente guerriero quenya, diletto della dea delle Stelle, regnante del casato Eldamar, insieme alla sua sposa, Beriannen la Bereth sindar, dei Nimbreth stirpe di Arabella, e la giovane nata dal loro amore, protetta da Beltaine, Annarien.

E così si univano ancora una volta le casate Elfiche, dalla Valle, dai Boschi, dal Mare, per accogliere qualche amico, fortunati invitati, in quella porzione di bosco che era già teatro di un evento importante.

La Delegazione del Buon Risveglio, il clero antico, mistico ed arcano di Morrigan, attendeva, immoti i celebranti con le loro maschere rituali fissavano i presenti, senza un solo suono, senza un movimento, al seguito del Vertice, Tingilya Palantir, che proteggeva e favoriva l’evento.

Scalinata del Tempio di Morrigan

Il Primo Astro Isil Herenvarn, seguito dalla Amil en’Morrigan Midne Merwen, benediva e guidava i fedeli, accogliendo con passi lenti la notte che scendeva, conducendo tutti fino al tempio quadrato, equilibrio di sfere arcane, ove introdurre il cerimoniale.

Le celebranti, affiancate da Helendyeen della stirpe quenya di Valinor, ricordavano il senso e la profonda fede, inneggiando ai Valar, i signori eterni degli Elfi, e preannunciando lo scopo ultimo: interpretare i sogni dei reali presenti. Come unico popolo, insieme rotinrim e valinrim, si preparavano in animo e corpo per ascoltare e percepire qualcosa, forse del loro futuro.

E poi, come se il sogno stesso fosse ora il presente di ogni convenuto, guidati dal Vertice Tilgilya, tutti vennero invitati sulla sommità del tempio, dove la grande vasca, costruita attorno alla statua di Morrigan, crea l’effetto di un buio abbraccio di onde e luci stellari. Proprio lì, infatti, un passaggio magico conduceva i presenti in una dimensione altra, l’onirico palcoscenico voluto dalla Delegazione del Buon Risveglio, dove tutto poteva essere custodito, come in uno scrigno prezioso.

La sommità del Tempio di Morrigan

Preceduti da suoni e riverberi arcani, i presenti si trovavano quindi in uno spazio senza dimensione, troneggiava il pentacolo arcano con quattro vie: Aria, Fuoco, Terra, Acqua. Fluttuavano le rappresentazioni artistiche, oniriche visioni dei 4 elementi, impressi su tela dall’artista Lure Hyalmanar. E poi, quando l’occhio di ognuno si abituò al movimento onirico e alla dimensione arcana, le celebranti Isil e Midne iniziarono a salmodiare. Chiamavano Morrigan, il suo potere, che scendesse sulle menti di chi ascolta ed interpreta, che proteggesse il suo popolo, che scacciasse da lì la corruzione, e quando furono pronte, piene del potere mistico del sogno morriganita, le sacerdotesse ascoltarono le parole, i ricordi, i sogni dell’Aran Orophin e della prole reale Annarien.

La Sala Onirica

Le immagini che i due narranti evocavano nel loro racconto sapevano di passato, di cose già vissute, ma anche di un futuro tracciato, come un disegno che andava solo incorniciato e rimirato, eppure nelle parole delle due sacerdotesse, si celavano significati ben più profondi, qualcosa che avrebbero poi rivelato nell’anno avvenire, quando sarebbe stato giusto o gradito alla Dea.

Per rendere omaggio al Dono di Morrigan è tradizione far scontrare Istari, in un duello arcano, ma quella notte i presenti avevano scelto di essere il veicolo dello scontro delle 4 Sfere naturali, presentandosi sui pentacoli arcani con maschere e senza insegne, con la seguito solo illusioni arcane e il potere di un elemento.

Introdotti dal melodioso canto di Feah, la sindar di Valinor, gli Istari diventavano anche attori di una narrazione che promuoveva l’accortezza nell’uso del Dono, il suo nobile impiego per la Collettività e l’immensa forza che doveva essere saputa controllare.

Gli Istari sui Pentacoli Arcani

Così Alatar, Hithrandil, Satras e Lure si ritrovavano sul pentacolo delle Sfere arcane naturali, alzando il potere fino allo scontro degli elementi, plasmati con l’Ingol in forme elementali, per poi cadere sfiniti nei loro rifugi arcani, mentre si levava l’inno alla Dea Morrigan dalle voci possenti, o cristalline, o flebili, dei presenti. Un solo coro a chiudere una notte di celebrazione per colei che ha dato il Dono arcano agli Elfi, il potere della veggenza, la luce notturna degli Astri, la dualità come perfezione eterna.

l’Aria
il Fuoco
la Terra
l’Acqua
L’inno a Morrigan

An Elentari Morrigan

An Doriath

Lure Hyalmanar con il contributo video di Fhyldren Gaerys

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