TREMEC

La Città Dorata
Oasi delle Terre Selvagge

Scorcio dell’Oasi di Tremec sul finir del giorno

La città di Tremec sorge nel cuore delle Terre Selvagge, circondata dal deserto, in una zona dove la terra è resa fertile ed il clima più accettabile dall’unica fonte nel raggio di miglia e miglia, il lago Tremanraya, o semplicemente Raya, in antico Tremecciano. La nascita dell’Oasi stessa è considerata un dono divino dai Tremecciani, che ritengono la città sacra.
A Nord, poche miglia di dune la separano dalle praterie abitate da orchi e giganti, mentre a Sud, superato il deserto, una fitta foresta segna il confine ideale con la giungla di Qwaylar, territorio Jumba. A Sud-est, sulla costa, sorge il Porto, di recente costruzione.

A dispetto di quello che sembra a prima vista, il deserto è ricco di vita, forgiata dal clima e dalle costrizioni che un simile ambiente comporta; ogni specie è coinvolta in una guerra perenne per la sopravvivenza e questa feroce evoluzione si rivela spesso mortale per chi si addentra nel deserto senza un’adeguata preparazione. La vegetazione, caratterizzata per lo più da piante che resistono alla siccità ed al Kamshin, il vento del deserto che soffia tutto l’anno da Sud ed in alcuni periodi causa disagi alla popolazione, comprende palme da cocco e da dattero, banani e alcune varietà di piante lacustri, oltre ai piccoli arbusti e cespugli. La fauna del deserto è caratterizzata da un gran numero di bestie pericolose e creature ostili, piccoli predatori come linci e sciacalli, lama e ostard.

Dall’architettura stessa di Tremec si evincono caratteristiche tipiche del popolo del Deserto. L’Oasi è circondata da imponenti mura di granito, mentre le abitazioni al suo interno sono per lo più tende. La costruzione più imponente è senz’altro il Palazzo Sultanale, dove lusso e sfarzo sfrenati si contrappongono alle condizioni medie di vita degli altri abitanti dell’Oasi. Esiste infatti un detto popolare secondo cui solo il Sultano avrebbe il diritto di abitare in una dimora di pietra, per simboleggiare il suo potere.
Altro edificio maestoso, che si erge dalle acque stesse del lago sacro, è il Tempio in onore della principale divinità tremecciana, Akkron, che testimonia quanto siano radicate la devozione e la gratitudine del popolo verso il proprio dio.
Non mancano luoghi di notevole interesse culturale, come la Biblioteca, che raccoglie numerosi scritti e testi sacri, dove la storia si mischia alla magia, o l’Arena dei Duelli dedicata a Rashed il Saggio, che durante i giorni di festa rappresenta un notevole punto di aggregazione per la popolazione sia autoctona che straniera per via dei tornei di Jan, la lotta tipica.

Sebbene l’economia di Tremec si basi principalmente sul commercio di prodotti locali derivati dall’allevamento, dalla caccia e da un’agricoltura di sussistenza che sfrutta prevalentemente le varietà vegetali spontanee, grazie alla sua posizione geografica vantaggiosa, il suo Bazar è un vero cuore pulsante, un turbinio di colori, aromi, sensazioni, dove si trovano le merci più incredibili e si incontrano genti di ogni parte di Ardania in cerca di buoni affari.
Generosa è l’ospitalità di Tremec verso lo straniero, un’accogliente locanda e un lussuoso bordello sono di conforto e ristoro per il lungo viaggio intrapreso.

Tratto dai resti di antiche pergamene dell’archivio sultanale.

Tremec e Territori Circostanti

El-Raya è il nostro lago, Raya significa “speranza” ed esso è il nome universalmente accettato, anche se, forse per rispetto, non si pronuncia spesso il suo nom… *illeggibile* …anche se alcuni antichi tomi ne vergano il nome come el-Tremanraya ossia la “speranza di Treman” quindi la speranza di Tremec… *illeggibile*
A Nord il deserto incontra le montagne, la catena del Kamikush (per elisione da Kamshin kushun “il giaciglio del Kamshin” ossia dove il Kamshin termina la sua corsa e riposa, spirando come tutti sanno da Sud a Nord) dette anche le Zanne del Drago… *illeggibile*
…una leggenda vuole che le anime dei Perfetti ascendano alla Tenda dell’Unico risalendo il sentiero che porta alla sommità di el-Aliman Kalued, ovvero della “Montagna di fuoco”…*illeggibile* Il Tikri è il grande fiume che separa Tremec dalle Terre del popolo inostacolato… *illeggibile* …da qui il guado per il traghetto verso il continente delle Lunghe Orecchie… *illeggibile*
…il deserto risulta diviso in tre grandi regioni: Sarissa, Surtur, Jumbandia. Sarissa è la zona più settentrionale a ridosso delle Zanne del Drago, prende questo nome poiché antico dominio Ofidiano… *illeggibile* Surtur, che è la zona orientale, prende il nome dallo spettrale abitante che lo ha soggiogato… *illeggibile* nel Budello di Surtur vi è la strada che giunge sino al Tempio dei Dervisci Neri… *illeggibile* …Jumbandia ha ovvie… *illeggibile* …ed è la parte meridionale… *illeggibile*
Due grandi passi regolano l’accesso al deserto… *illeggibile* …la Breccia di Ywul (el-Ywul Kmal), che conduce sino al guado sul Tikri… *illeggibile* …pare che di qui passarono gli Assid quando fu fondata Tremec… *illeggibile* … il passo degli Argenti (el-Gulda Kmal), una stretta gola tra le Zanne del Drago, deve il suo nome ad Abdul Xo’Hlar, un mercante ed esploratore appartenente alla Tenda di Xo’Hlar…*illeggibile*
…delle Terre settentrionali, esse sono chiamate tutte e generalmente i Boschi Assid, cioè le terre di Ywul,le terre dei pagani e dei politeisti…*illeggibile*
…la “Città dei Re” (el-Malik Kumaa) è l’epiteto che si usa per quella che gli stranieri chiamano Hammerheim, Amon è invece la “Città Rossa” (el-Rutu Kumaa) mentre le terre del nord vengono identificate come il “Deserto Freddo”.
Gli Elfi sono chiamati da i più vecchi con il nome di el-Alamyn ossia “gli appuntiti” generalmente i Tremecciani hanno meno difficoltà con il dare il nome ai popoli che alle città, così Ondolinde diviene la “città del banano bianco” e Rotiniel come Amon per il continente umano diviene el-Azu Kumaa, la città blu.

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