Era una sera come le altre nella Capitale del Regno di Valinor, i ruscelli nella città della pietra cantante scorrevano come sempre indisturbati tra gli alberi e le case della cittadella. Ondolinde aveva ormai assunto un aspetto del tutto nuovo e più in sintonia con gli abitanti della perduta Tiond la Verde, da quando infatti gli Spiriti dei Faerin en Rim si erano riavvicinati agli Elda e soprattutto ai silvani, la città di Ondolinde era mutata, acquistando un aspetto più adatto ad entrambe le razze, adesso unite in un solo Regno, l’Imperituro Regno di Valinor.
Era stata la benevolenza degli spiriti del Lupo, del Granito e della Quercia a permettere che la Città mutasse di aspetto, quale segno di riconoscimento verso gli elfi che ricordando le loro radici ancestrali, cercarono di ritrovare quella unione con gli spiriti guida, un tempo assai forte.
Quella sera nell’anno 285 della conta atana, qualcosa fece infuriare i minotauri presenti nella pianura vicino il villaggio elfico di Ikorin, tanto da farli avvicinare fino ai bianchi cancelli di Ondolinde. Le guardie poste a vedetta nella strettoia tra le montagne diedero l’allarme e l’esercito elfico colto di sorpresa cercò di respingere l’attacco di quelle bestie. Furono mandati di tutta fretta messi per avvisare anche gli alleati della Perla del grave pericolo che incombeva sulla Silala, i quali non si tirarono indietro e vennero in soccorso dei valinrim. Anche gli eretici Guardiani del Sangue, preoccupati per una egemonia dei minotauri nel Doriath prestarono soccorso agli elfi di Valinor.
La battaglia infuriava cruenta e proprio quando sembrava che ogni speranza fosse perduta, una di quelle orrende creature diede un colpo assai forte alla parete rocciosa che si trova ai lati dell’ingresso della Città, quel colpo rivelò qualcosa di antico, di celato, di magico, d’un tratto le rocce si frantumarono facendo emergere due STELI di un colore conosciuto, sembrava quasi lo stesso colore dei marmi di Falmalonde. Vi fu un momento di grande stupore tra gli eserciti, quasi come se tutta quella battaglia non fosse più lì ma solo nelle menti degli Elda che la combattevano, il silenzio la fece da padrone, per un attimo tutto cessò, sembrava che anche il gorgoglio delle cascate si fosse estinto.
D’improvviso un suono e poi una luce, quelle steli attivarono una barriera, luminosa e potente che non permise a quelle orrende creature di procedere oltre ed accedere alla Valle, dove avrebbero certamente distrutto chiunque si fosse presentato dinanzi a loro. Era come se Ondolinde stessa volesse proteggere i suoi abitanti. La Città era salva, salva grazie a quella Barriera che non aveva permesso ai minotauri di procedere oltre nel loro intento distruttore. Così i minotauri dovettero ritirarsi, merito degli eserciti elfici che nel frattempo, grazie alla Barriera poterono organizzarsi al meglio e respingere l’onta nemica.
Quando in Città tornò la calma, fu il momento di capirne di più circa quella Barriera, e il suo passato. Tante erano le domande che affliggevano gli accademici, in particolare l’Accademia della Stregoneria e del Sapere di Valinor, la quale si riunì davanti la barriera per cercare di studiarne gli effetti, la composizione, la natura e soprattutto la funzione. Furono condotti vari esperimenti, si cercò di capire quale elemento ad esempio danneggiava di più la Barriera, o quale incanto gli procurava più danni, così come chi poteva attraversarla e perché, e verso chi invece resisteva…
Alla fine tutti gli studi furono analizzati e messi per iscritto, tuttavia i maghi di Valinor non riuscivano a capirne la storia e la composizione, dunque volendo capirne qualcosa di più inviarono una missiva al Saggio Hisie en’ Yevia, il Saggio di Winyandor.
Il Saggio Hisie ricevette la delegazione valinrim, giunta fin lì per cercare lumi circa quella Barriera che li aveva salvati da morte certa. Il Saggio, volendo capirne qualcosa in più anche lui, propose alla delegazione di spostarsi direttamente a Ondolinde per vedere più da vicino la magica Barriera e le sue steli. Fu un fatto storico, era da molto che il Saggio Hisie non varcava il territorio del Lestanore, tutti gli abitanti della Silala si stupirono nel rivederlo davanti ai bianchi cancelli, che lo accolse osannante come si fa per un figlio del Doriath che ha dato molto al suo popolo.
Hisie dopo aver analizzato accuratamente la Barriera e le sue steli disse che certamente la Barriera era da considerarsi molto antica, azzardò dicendo che era un artefatto risalente ai tempi degli Yiu, era certamente di origine arcana, impregnata di Ingol ma che però quest’ultima era incompleta, ovvero la Barriera non stava sfruttando a pieno il suo potenziale, e per farlo bisognava creare un altro pezzo che avrebbe controllato e stabilizzato la stessa. Lo stesso Hisie si propose di forgiare quel pezzo, ma per farlo bisognava rendere per qualche momento la Barriera instabile e prelevare un pezzo marmo da una stele per analizzare il materiale e forgiare il pezzo mancante del materiale pressoché identico alle steli.
L’Accademia chiese al Concilio delle Due Stirpi e alla Famiglia Reale l’autorizzazione per tale rituale, che avrebbe potuto danneggiare seriamente la Barriera, vista anche la presenza del Saggio Hisie en’Yevia, gli Arani acconsentirono a tale esperimento, confidando nella benevolenza e nell’aiuto della Dea Morrigan, a cui l’Accademia si era votata per la buona riuscita del rituale e nella conoscenza sconfinata dell’anziano Istar.
La sera benedetta dalle eleni e da Morrigan era giunta, Hisie arrivò portando con sé dei lingotti azzurri, forgiati con il materiale che aveva prelevato qualche luna addietro dalle steli; i maghi recitarono insieme parole magiche potenti, piene di storia e di Ingol, per forgiare quel pezzo mancante che avrebbe permesso alla Barriera di funzionare pienamente.
Il rituale riuscì sotto lo sguardo dei Valar, i maghi, protetti dall’esercito elfico posizionarono quella piccola stele nella parete rocciosa dell’ingresso della Valle. Vi fu grande festa quella sera e nessuno andò a dormire al calar del disco luminoso, tutto era compiuto, ancora una volta l’unione aveva trionfato.
L’Accademia decise inoltre di ascrivere la Barriera Arcana o Ardamírë Nulaturma, tra le Reliquie del Regno di Valinor, da adesso considerata sacra, reliquia che tutto il popolo Elda doveva proteggere e custodire.