JUKA

“L’aria era densa di elettricità , alcune piccole scintille, come spiritelli impazziti, sfrigolavano attorno alle grandi colonne di alabastro rendendo tutto molto asfissiante. L’aria, il cielo buio e la scia di luce che investiva il cancello di cristallo, ci erano insopportabili, così nel loro perfetto quadretto. Il Supremo si avvicinò e fece un solo cenno, impedendo così a tutti di parlare, aldilà  delle nostre volontà . Poi fu un’immensa onda di rumori e suoni, delizia e fastidio, finché ogni cosa perse consistenza.
Quando riaprimmo gli occhi e ripresero forza le nostre coscienze, il popolo degli schiavi era riuscito, grazie all’energia, a varcare quel cancello e perdersi su un altro piano ora raggiungibile.

Il Supremo sembrò infastidito da questo e inviò due divisioni di recupero, la divisione Gemmanova e la divisione Libernum con al seguito le loro creature evocate. Ma qualcosa non andò bene e la missione cambiò. Il piano che trovammo era spoglio, primitivo, alcuni tra i Supremi cercavano di renderlo migliore, con i loro poteri, ma mancavano le gemme matrice, le energie adatte, anche noi eravamo parzialmente disarmati e il ritorno indietro non sarebbe stato semplice. Dannati umani, inutili, stupidi, inferiori!
Ci dividemmo, io ero tra i Gemmanova e finimmo su un’isoletta che gli autoctoni chiamano Zar Vagor. I Libernum ci comunicarono, tramite i cristalli di collegamento, di essere prima finiti su un piccolo pianeta argentato e poi di aver scorto una caverna adatta ai macchinari di ricostruzione, per tornare a casa.

Il lavoro non sarebbe stato immediato, né semplice, avremmo dovuto ricostruire prima i piani energetici, poi i portali, nel mentre le sentinelle ci assicuravano protezione e avremmo dovuto trovare un’alleanza con demoni, le uniche razze utili in questo assurdo posto dimenticato oramai anche dai Supremi.
E’ passato molto tempo, troppo. Ci auguriamo solo che il Sommo Yiunegal ci attenda e ci protegga perché la matrice ultima si sta spegnendo e non siamo ancora in grado di tornare a casa.”

Dalle memorie di un esploratore della divisione Gemmanova, scritto in lingua Yuya.

Origine
Gli Juka sono una razza umanoide molto antica, proveniente da un altro piano rispetto ad Ardania. Abbiamo il loro sopraggiungere nelle terre ardane a seguito di un evento particolare, l’apertura di un cancello planare, da parte degli Antichi, che permise ad alcuni loro schiavi, di scappare, verso un ignoto futuro.

Le guide politiche e spirituali, i Supremi, ordinarono a due divisioni militari, di raggiungere gli schiavi e riportarli indietro, prima che si spargesse la conoscenza degli Juka e i loro segreti. Ma durante l’inseguimento le due divisioni Gemmanova e Libernum, si accorsero che il nuovo piano mancava di quegli elementi che rendevano i poteri Juka, e le conoscenze, così forti, relegandoli quindi a minor potere su Ardania stessa. Smarriti e disorientati, questa potente e organizzatissima razza, si rintanò in due luoghi lontani e disabitati, per poter ricostruire le condizioni adatte al rientro nel loro piano.

Organizzazione sociale
Gli Juka sul loro piano sono divisi in caste, ognuna specializzata in una pratica di tipo magico, tecnologico o militare. A capo delle caste ci sono i Supremi, esseri avvolti nel mistero, le cui forme sono in continua mutazione, e che hanno vita praticamente eterna. La guida di tutti, considerata divinità  e padre di ogni Supremo, è l’essere di nome Yunegal, né maschio e né femmina, che nessuno ha mai visto ma che tutti percepiscono. Si dice che egli controlli il potere di ogni gemma matrice, di qualsiasi piano.

Da Yunegal deriva il nome del linguaggio usato dagli Juka, lo Yuya, dal suffisso Yu e dal termine ya che significa “di tutti”. Juka invece deriva dal suffisso Ju che significa “figli dello Yu(negal) e dal termine ka che significa “popolo” e quindi “il popolo dei figli di Yu”.

Scopi
Gli Juka che sono perduti su Ardania hanno un solo scopo: sfruttare il potere delle gemme e dei cristalli matrice che sono rimasti ancora attivi per poter costruire una tecnologia di spostamento adatta a riportarli sul loro piano. Non hanno più interesse per gli umani, razza inferiore e stupida, che dopo così tanto tempo di libertà  di pensiero risulterebbero meno utili al processo di schiavitù.

Divisi tra la caverna nelle terre selvagge e Zar Vagor, conducono i loro esperimenti su gemme e tomi magici, soggiogando creature o creandone di nuove coi poteri che padroneggiano.

Aspetto e caratteristiche fisiche
Sono umanoidi che ricordano per alcune caratteristiche i rettili ma si dissociano totalmente dalle razze rettiloidi di Ardania. Hanno una forte sensibilità  sulla pelle, tanto da riuscire a percepire molto più di quanto possa fare un umano, in termini climatici o in di suono o onde magiche. Camminano spostandosi a scatti, il loro linguaggio lo Yuya è foneticamente inqualificabile, perché è fatto di fischi acuti e a volte di vibrazioni non percepibili dagli umani ma udibili perfettamente dagli elfi o da alcune specie animali.

Altre caratteristiche>
Hanno tutti poteri telepatici che usano per comunicare, ma alcuni di loro ne hanno di straordinari e riescono a leggere facilmente i pensieri di molte razze senzienti, tra cui quelle umane. Avendo velocissime e profonde capacità di apprendimento, durante la loro sosta qui su Ardania, hanno imparato tutti i linguaggi di ogni popolo e sanno riprodurlo parzialmente. La comunicazione a distanza però avviene tramite i poteri dei cristalli o delle gemme matrice.

Religione e Cultura
Apparentemente non ci sono tracce della loro fede in realtà  considerano gli Antichi come una sorta di divinità , di cui probabilmente Yunegal stesso ne farebbe parte. Col passare degli anni qui su Ardania hanno dimenticato però molto del loro culto, seppure alcune pratiche magiche degli elfi ricordano loro i poteri di Yunegal e questo li incuriosisce.

Tra gli Juka dispersi su Ardania, vi sono quelli più spirituali e colti, votati alla conservazione della cultura Juka, che negli anni si sono dedicati a tracciare disegni, apparentemente primitivi, su grotte e caverne, tracciati però che nascondono, nell’insieme delle linee, codici di comunicazione per scambio di informazioni tra Juka stessi.

La raffigurazione di una sorta di natività  in alcune celle, ove tengono prigionieri forme aliene trovate su Nut, raffigura la nascita dei primi figli di Yunegal e ricorda agli Juka, in codici, come aprire portali verso casa, di modo che ritrovata la giusta energia i discendenti Juka sopravvissuti possano farlo anche leggendo quei codici.

Si trovano anche spesso forme aracnoidi raffigurate nelle caverne Juka, di cui però non se ne conosce il simbolismo.

Tecnologia e Magia
La scienza Yuka è lontana da qualsiasi scienza che si possa pensare qui su Ardania. I loro poteri derivano dalle pietre matrici, dalle capacità  che hanno alcuni di controllarle e dall’eredità  di sangue di tali capacità . Le caste poi servono a individuare i più dotati, per lignaggio.

Confrontando le arti degli Juka con quelle delle altre razze si possono fare alcuni paragoni. Esiste una lontana similitudine tra la magia elfica e quella Yuka, si veda ad esempio la forte unione di magia elfica con cristalli o elementi naturali, mentre invece la tecnologia nanica per gli Juka è particolarmente rozza seppur promettente. La magia umana invece, per gli Juka, è una pessima, e parziale, imitazione della magia elfica e dunque non è interessante.

La Magia Juka su Ardania ha dovuto trovare nuove forme di azione, mescolando sapere arcani e tecnologia, ma con l’uso questa volta di metalli, nei quali hanno ritrovato particelle fondanti delle gemme originali degli Juka. Perciò gli Juka di Ardania raffinano questi metalli, con processi magici, per isolare le particella adatte a generare nuove matrici.

Riassumendo oggi il Potere Juka può essere considerato diviso in tre parti:
– La magia come potere metafisico
– La tecnologia come potere materiale
– La telepatia (psionismo) come potere energetico

Che uniti insieme generano quel Potere Juka legato alle Matrici e non comprensibile totalmente dagli autoctoni ardani.

Categories:

Bestiario