Juka

“In un bosco così rigoglioso, tra specie di piante ed arbusti davvero singolari, lontano ed al sicuro da creature paludose e mefitici miasmi, lasciandosi dietro qualche nemico che vaga dalla costa, si raggiunge una piccola montagna brulla e lì sei certo di poter finalmente riposare. Ma non è così.

Oramai gli ardani lo sanno, che se accosti l’orecchio verso quella larga apertura sulla parete rocciosa, puoi sentire rumori metallici, ingranaggi, spifferi gelidi con fischi striduli ed insopportabili. Ma moltissimo tempo fa questo luogo non era così conosciuto.
I miei nonni mi raccontavano che solo i più coraggiosi varcavano quell’apertura, impreparati per lo più, pochi uscivano e quelli che lo facevano erano di corsa e pallidi.

“Alieni!” Urlavano, in preda ad un panico inarrestabile.
“Mostruosi ed assurdi!” Blateravano altri, per poi chiudersi in un lungo silenzio e smettere di parlarne.

Ma gli anni passavano e coraggiosi avventurieri si preparavano in gruppi per affrontare quel nemico, e così cosa ci fosse lì sotto iniziò ad essere meno misterioso.

Amici miei ci credete che da lì si possa vedere Ardania intera? Dall’alto sì! Non bisogna avere paura però, delle creature aliene, o dei portali, di nulla, perché lì sotto perfino i libri sono aggressivi e chi li custodisce riesce a sentire i tuoi passi anche se ti sforzerai a non fare alcun rumore!

È molto buio, ci sono corridoi e ponti, e ti senti osservato, ma è chiaro che non tutti i presenti lì sotto sono stati felici di esserci. Ci sono gabbie, catene e moltissimi disegni. Pare che siano mappe, camuffate da opere che il tuo occhio gradirà osservare. Ma attento, perché mentre lo farai qualcosa di metallico potrebbe assalirti!

Non fatemi dire altro, prendete con voi lo spirito d’avventura, raccomandatevi agli Dei, ai Valar, alla Triade, a chi desiderate, e siate pronti al peggio, senza farvi ingannare da tecnologie così sconosciute e da gemme brillanti. Lì sotto non c’è la felicità!

Poi, se uscirete, venitemelo a dire, io rimarrò qui, su questa isola poco frequentata, perché oramai l’unica cosa che voglio sono le storie dei viaggiatori, e questa bellissima terra che mi nutre e mi permette di vivere.

Come dici? Se io ci sono stato?

Ero giovane sai, pieno di belle speranze, e volevo conquistare le dame più esigenti.

Desideravo essere un eroe, di quelli di cui cantano i bardi, ma ero sciocco… però ne sono uscito, anche se non tutto intero. Vedi questa gamba di legno? Mi duole perfino se è bel tempo!
Ora andate, io vi aspetterò ancora qui.”

Così raccontò il vecchio contadino, trascinandosi stancamente fino al suo aratro. Sul tavolino di legno un piccolo diario, qualche pagina si apre scossa dal vento, ci sono dei bellissimi disegni. Sono creature di diverse fattezze, sembrano leggere dei libri e giocare con delle teste umanoidi nei pressi di un portale.

Categories:

Dungeons