GUERRIERI DEL SANGUE

STORIA MACHTAR

 

Quello dei guerrieri del Sangue è un gruppo di elfi seguaci del Perfetto e devoti alla difesa del Doriath. Così come Luugh ha scelto di perpetrare l'esilio e il sacrificio in vista della futura sconfitta degli incestuosi Suldanas e Beltaine, così i Machtar Yaren hanno vissuto a Ondolinde, sacrificandosi e mettendo a tacere i propri dogmi in attesa della giusta opportunità, fortificandosi come individui e come gruppo nel nome della salvezza della razza elfica.

Il primo nucleo dei Machtar Yaren si è formato nell'AI 280 quando alcuni quenya gravitanti attorno all'antica famiglia degli Ithylrae decisero di andare alla ricerca di altri seguaci del Perfetto, inizialmente determinati a scalare i vertici della gerarchia della Splendente per favorire la diffusione del Verbo e ostacolare dall'interno le velleità dei valariti. Ben presto però, agli occhi di quegli elfi si palesarono le gravi conseguenze degli eventi che in quegli anni stavano coinvolgendo il Doriath. Con il ritorno di Makindur degli Eldamar e a seguito dell'abbandono di Tiond da parte degli elfi Sindar, Ondolinde venne interessata da profondi cambiamenti che destarono una terribile inquietudine nei seguaci del Perfetto minando il loro senso di appartenenza al nuovo reame di Valinor. Nacquero così forti contrasti con gli allora coinciliari Velya Loteluin e Annunor, Beriardir della Splendente.

Agli occhi dei futuri Machtar appariva palese quanto la natura decadentista portata dai sindar avesse condotto la stessa Tiond a perire e stesse pericolosamente contaminando la Splendente e il suo popolo. Oltremodo a nulla appariva utile il perseguimento del cosiddetto imperialismo del cielo, vacua ricerca di una presunta superiorità culturale e tecnica. Agli occhi di quegli elfi esisteva un unico imperialismo possibile ed un unico destino per le stirpi elfiche: imporre la propria supremazia sugli altri popoli, donandogli prosperità e armonia così come progettato da Aredhel.
La visione distorta dei conciliari e di molti tra i valinrim continuò ad acuire il distacco con i seguaci del Perfetto. Fu quello il momento più difficile per i futuri Machtar che, colti dal più cupo sconforto e privi di ogni speranza di redenzione per un popolo ormai allo sbando decisero di lasciare le Bianche Mura per stabilirsi sull'isola di Winyandor, cercando di entrare in contatto con il saggio Ysie. Tuttavia quello fu un periodo di forte riflessione e catarsi e l'allontanamendo da Valinor costituì in realtà un nuovo inizio. La fiamma della determinazione fu ravvivata dalla consapevolezza di essere gli unici a poter salvare le sorti del Doriath e delle stirpi elfiche: fuggire da quella situazione equivaleva in realtà ad un atto di codardia e di distacco dai dogmi del Perfetto, poiché egli stesso incarna il sacrificio.

L'occasione propizia per il ritorno a Valinor fu concessa dall'abbandono della loro carica da parte degli elfi che avevano generato i più aperti contrasti con i Machtar. Velya e Annunor andicarono dalle loro cariche e dopo un breve e inconcludente interregno affidato a Velidas vennero sostituiti dai sindar Sustzam e Airina. Durante questo periodo i seguaci del Perfetto si stabilirono ufficialmente a Ilkorin dando vita al gruppo armato dei Machtar Yararon, ufficialmente difensori di Ilkorin e della piana dai pericoli più concreti che incombevano, come le creature che avevano distrutto Tiond. L'insediamento presso Ilkorin fu reso possibile dal nuovo Beriardir, Keldhar degli Ithylrae che riuscì, grazie alle sue doti di capo e valente guerriero a guadagnarsi la fiducia dell'Aran.

I Machtar ebbero così modo di provare il loro valore quando gli atani di Loknar palesarono la loro ostilità nei confronti delle stirpi elfiche. Senza il loro aiuto Valinor avrebbe subito dolorosissime sconfitte.

Fu in questo periodo che grazie al valore dimostrato sul campo i Machtar poterono raccogliere il favore di molti degli elfi della Splendente, che cominciarono ad aprire gli occhi verso la visione di un Doriath dominatore delle altre razze. Il progetto di un imperialismo attivo cominciava a concretizzarsi, ma ad esso si opponeva un ostacolo più grande: quello degli arani Makindur e Beriannen. Nonostante l'influenza dei Machtar su molti elfi di Valinor, la rigidità della visione degli arani ed il loro attaccamento ai nuovi disvalori di Valinor rappresentavano un ostacolo troppo grande per il definitivo risveglio delle coscienze degli elfi della Splendente.

Così i Machtar cominciarono a progettare il loro distacco definitivo da Valinor e, grazie all'aiuto di altri eldar devoti al Perfetto poterono compiere potenti rituali che rinvigorirono ancora di più la loro fede e rafforzarono la loro determinazione. Così grazie al potere accumulato da Kel'dhar come Beriardir, venne disposta la costruzione delle mura che attualmente difendono Ilkorin. Parte delle risorse stanziate da Valinor tuttavia vennero segretamente utilizzate per la costruzione del villaggio di Nolwe, fin'ora sede dei Machtar Yaren.

In breve tempo grazie anche alla mano d'opera acquistata al mercato di Tremec sorse l'attuale villaggio. Nel frattempo Sustzam era stato sostituito da Hatanien come conciliare. Quella nomina agli occhi dei Machtar rappresentava la dimostrazione di quanto alcuni elfi a partire dagli arani fossero ormai irrimediabilmente corrotti dalla decadenza.

Fu così che i Machtar decisero di abbandonare definitivamente Valinor, determinati a difendere il Doriath da qualunque nemico, siano essi atani, naucor o decadentisti.

SCOPI MACHTAR

 

Noi Machtar Yaren incarniamo quell'insieme di valori che in passato a Ondolinde venivano raccolti nel concetto di

imperialismo opponendosi totalmente al decadentismo e divenuto negli ultimi anni quasi un disvalore agli occhi degli abitanti della nuova nazione elfica di Valinor, evidentemente contaminata dall'indole dei profughi sindar fuggiti dalla verde Tiond.

Gli scopi che perseguiamo sono tanto nobili quanto difficili, essi lastricano un cammino irto di difficoltà e tutti dovremo dimostrarci degni di compiere il volere del Perfetto.

Di concerto alla profonda crisi che da anni attanaglia le stirpi elfiche innumerevoli minacce gravano sulla debolezza dei popoli elfici e l'intero Doriath soffre per questo.

Le nostre terre sono state attaccate dalle peggiori risme di atani e finanche dai naucor, così dalla debolezza causata è emerso prepotente il pericolo decadentista, massima espressione del nichilismo degenerato che è frutto dell'indebolimento dei popoli elfici.

In quanto portatori degli antichi valori perpetrati dalla regina Aredhel noi Machtar Yaren abbiamo come scopo la difesa del Doriath da qualsiasi minaccia, sia essa proveniente dall'esterno o dall'interno, e il rafforzamento dei popoli elfici attraverso l'eliminazione di tutte le componenti razziali che ne minano la purezza, come quella atana e mezz'elfa.

Contemporaneamente al rafforzamento del sangue elfico noi Machtar intendiamo affinare l'utilizzo e la ricerca nell'ambito dello studio del flux e dello sfruttamento della sua sconfinata energia.

Intendiamo quindi catalizzare concretamente quell'imperialismo del cielo tanto sostenuto a Gondolin e applicarlo per imporre la nostra supremazia sui popoli inferiori.

Tuttavia la nostra missione principale, essendo essa viatico ineluttabile per la sconfitta della decadenza è la diffusione del credo di Luugh e Kelthra tra gli eldar. Tutti i Machtar hanno il sacro compito di aiutare tutti gli elfi a dischiudere i loro occhi e ad essere indirizzati verso la Verità.

Questo comporta la ricerca del dialogo con tutti quegli elfi che si dimostrano ancora tanto puri da non aver ceduto definitivamente, nel profondo del loro animo, alle menzogne dei Gemelli incestuosi.

Solo uniti come fratelli nel sangue e nella purezza della razza, gli elfi potranno salvarsi dall'annientamento e solo nella Verità del Perfetto potranno farsi portavoce di un nuovo glorioso futuro.

An Luugh, An Kelthra.

Serce ar Sangwa.

by Fingon Narquelie.

 

I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA FEDE

LUUGH
In esso esprime il concetto dell'unità dell'essere, dell'essenza, sostanza ed energia divina, esso è origine e fine ed incarna il caos dominato, dal quale è emerso lo stesso Tulip e quindi con esso ne condivide la natura. La sua stessa natura incarna la lotta per soggiogare ed equilibrare il caos.
In Luugh leggiamo chiara l'idea di completezza, di unicità e quindi, di perfezione.
Il suo ritorno, infatti, preannuncerà la fine delle divisioni nel creato, la purificazione e la redenzione di tutto il male (portatore di caos) e la restituzione dell'equilibrio ancestrale.
“E' il primo frutto di Tulip ed emblema stesso di quella forza equilibratrice opposta al caos dal quale è germogliato l'Albero cosmico. La perfezione della sua natura gli conferisce le qualità di chi è prescelto per preservare e portare l'armonia.

Saggezza, pazienza e lungimiranza sono doti che da Luugh traggono origine.

La natura stessa della perfezione si fonda su un paradigma fondamentale: Luugh, come Tulip custodisce e incarna le forze stesse del caos domate però da equilibrio e armonia. Ciò che vorticava in un miscuglio indistinto è cristallizzato in Luugh.”

KELTHRA
Kelthra è figlia del rancore dell'Unico e in quanto derivante da un sentimento negativo in essa porta un germoglio del caos che Luugh stesso combatte. Essa diviene uno strumento necessario per la lotta contro gli Incestuosi ma la sua natura appare comunque subordinata a quella del Padre. Per questo motivo quando l'equilibrio verrà ripristinato un processo simile alla redenzione che coinvolgerà Suldanas e Beltaine, ma che potremmo definire di purificazione dal rancore patito, trasformerà Kelthra in una dea luminosa, custode della memoria e dei suoi insegnamenti. Per questo motivo anche le creature sacre (i theratan) sperimenteranno tale cambiamento.”

I THERATAN
Sono creature sacre, figlie di Kelthra e frutto del suo rancore (questo spiega le loro fattezze mostruose e l'uso del veleno). Essi custodiscono l'essenza stessa della dea e per questo vengono considerati sacri dagli eletti. Quando avranno portato a compimento il loro scopo anche in essi l'ira e la ferocia scompariranno e riveleranno la loro unica e vera essenza, trasformandosi in elda luminosi.

L'ODIO E L'IRA
Origine
: L'odio e l'ira, così come l'invidia nascono per mano degli Incestuosi di fronte all'imperfezione della loro creazione. Essi, di fronte alle creazioni di Luugh, sentirono il bisogno di emularlo ma tutto ciò che furono in grado di generare furono aberrazione e mostruosità.
Che valore hanno per gli eletti e come vanno utilizzati: Odio e ira possono fungere da strumento di catarsi e purificazione se utilizzati coscientemente. Abbandonarsi all'odio equivale ad accogliere nel proprio spirito una fiamma divoratrice che non porterà ad altro che alla corruzione. Odio e ira sono forze da controllare e da utilizzare unicamente contro i nemici della fede e dei popoli eldarim.
“Odio e dolore devono investire unicamente chi minaccia l'armonia del creato, così come venne concepito dall'Unico, e pur essendo utilizzati come strumento di annientamento e giustizia essi conosceranno la purificazione. Tutto l'odio provato e il dolore inferto e ricevuto troveranno nella vittoria finale redenzione e nuova pace poiché, non dimentichiamolo, l'intento ultimo del Perfetto non è quello di regnare incontrastato, ma quello di ristabilire equilibrio, armonia e pace così come concepito nell'era della Creazione.”

IL DOLORE E RANCORE
Origine:
Dolore e rancore nascono dal rammarico di Luugh di fronte al sovvertimento degli antichi equilibri perpetrato dall'operato dei Gemelli Incestuosi e soprattutto dal tradimento ordito che ha poi confinato lo stesso Luugh nelle profondità degli abissi. Inoltre la sofferenza dell'Unico è altresì acuita dalle divisioni e dai conflitti che gli inganni dei Gemelli hanno provocato nei popoli eldarim.
Che valore hanno per gli eletti e come vanno utilizzati: Dolore e rancore sono strumenti e catalizzatori di energie. Sono stille di caos utilizzate contro il caos stesso e per questo gli eletti devono trovare la forza e la saggezza per assoggettarli al desiderio di giustizia e non permettergli di degenerare nel desiderio di vendetta.
Il dolore è uno strumento delicato e deve essere adoperato con grande saggezza, può essere inteso come un implacabile strumento di giustizia, utilizzato dagli eletti per annichilire tutto ciò che minaccia concretamente ciò che l'Unico ha creato. Il dolore è anche inteso come strumento di catarsi ed elevazione dello spirito attraverso la mortificazione di sé. Tuttavia esso va utilizzato tenendo ben presente la sua natura di mero strumento: uno dei tasselli che porteranno gli eletti alla vittoria finale. Gli eletti peccheranno quindi, se utilizzeranno il dolore come strumento di piacere e, peggio ancora, se considereranno il dolore come strumento di compiacimento dell'Unico.
La sofferenza non è altro che un male necessario.
“Luugh soffre, ma non per essere stato offeso, bensì perché i Gemelli, con le loro azioni portano nuovamente caos nel creato, laddove saggezza e armonia avevano regnato. Per questo Luugh prova profondo e infinito rammarico nel vedere gli elfi combattersi l'un l'altro acuendo il declino delle loro stirpi in quanto dolore e saggezza scaturiscono dal disordine che regna nel Doriath.

Tuttavia dolore e rancore fungono anche da strumenti di catarsi, se accolti come viatico per giungere ad una piena consapevolezza e non come meri strumenti di compiacimento.”

IL SACRIFICIO
Sacrificio non è martirio o mera sottomissione ma è rinuncia ad una parte di sé e della propria essenza in nome di un fine superiore. Gli eletti riterranno preziosa la vita e la consacreranno sempre al raggiungimento della vittoria finale, quindi sacrificare la propria esistenza pensando unicamente di compiacere Luugh costituirebbe un grave errore.
Nel concreto una degna espressione del concetto di sacrificio risiede nel rinunciare temporaneamente a parte dei valori degni di un vero elda quando questo rappresenti un vantaggio lungo il cammino che l'Unico ha prefissato per noi. Per questo motivo, ad esempio, gli eletti hanno trovato in un regno atano un valido alleato.

LA VERITA'
Concetto da intendersi sia come fine ultimo della nostra missione il cui obbiettivo è quello di risvegliare le coscienze degli eldar ancora irretiti dalle false credenze e sia come insieme di dogmi e valori che gli eletti perseguono. Ad essa vanno consacrati tutti i pensieri e tutte le azioni degli eletti.

SANGUE E VELENO
Sangue e veleno sono simboli rispettivamente del sacrificio e del rancore. Il sangue incarna a pieno il concetto di sacrificio e poiché esso sgorga dalle ferite, rappresenta la vita stessa degli eletti ed è connesso alla consapevolezza da parte loro della rinuncia nel nome della Verità e della vittoria finale. Tuttavia il sangue è legato anche al concetto di stirpe: sangue puro è quello degli eldar e, tra essi, quello dei quenya, designati come portatori di pace e giustizia su Ardania.
Il veleno rappresenta il nettare stesso del rancore generato dalla Figlia. Per gli eletti è uno strumento di catarsi (che si manifesta attraverso il dolore) e quindi di purificazione attraverso il sacrificio e la rinuncia di una parte di sé. Il veleno porta al dolore e il dolore alla consapevolezza, esso è viatico imprescindibile per chi persevera nella ricerca della Verità.
Inoltre esso rappresenta un mezzo per infliggere dolore e portare giustizia nei confronti di chi incarna il caos e la malvagità.

LE ALTRE DIVINITA'
L'esistenza delle altre divnità del pantheon elfico viene accettata dagli eletti e trova una precisa collcazione nella cosmogonia luughita pur non essendo oggetto di culto.
Suldanas e Beltaine rappresentano gli opposti e, nonostante siano germogliati direttamente (come Luugh) dai rami di Tulip, essi non sono in grado di eguagliare il suo potere.
Luugh incarna la perfezione e l'armonia del tutto mentre i Gemelli rappresentano un limite al potere scaturente dalla divisione. Per questo la loro unione non è benedetta da Tulip. L'incesto rappresenta un impuro atto di creazione: ciò che è stato diviso non può unirsi nuovamente. Per questo motivo tutto ciò che è stato creato dai Gemelli appare limitato e fuori posto, come note stonate in una melodia perfetta.
“Il concetto di dualismo implica l’esistenza di due principi fondamentali (Suldanas e Beltaine; il bene e il male, la luce e l’ombra, mente e corpo) in relazione reciproca di complementarità o di opposizione ovvero cospiranti o contrastanti. Già dalla sua definizione è chiaro come questa visione delle cose conduca ad una separazione che è quindi imperfezione e debolezza.

Il dualismo infatti influisce in modo distruttivo quando si è alla ricerca della verità non solo nel mondo, ma e soprattutto di noi stessi.

Per i valinrim ogni concezione del mondo sembra essere fondata su un’essenziale dualità dei principi. Il dualismo non riuscirebbe a spiegare e giustificare la perfezione elfica.”Essendo frutto dell'incesto, anche le altre divinità sono emblema dei limiti della creazione attraverso gli opposti. Per questo motivo anche Earlann e Morrigan, quando giungerà l'ultima era, sperimenteranno un percorso di purificazione che contemplerà anche la redenzione.

L'ALDA MORN
E' un frammento di Tulip, probabilmente proveniente dallo stesso albero sacro custodito a Ondolinde e ad esso ancora saldamente connesso. E' cresciuto all'interno della Valle di Kelthra, nei pressi dei vecchi accessi al sottosuolo drow e sorge, infatti, nel loro territorio, quindi non è facile da raggiungere neanche per gli eletti.

Esso è molto importante per i Machtar Yaren ed è stato da loro protetto attraverso un imponente rituale che ha permesso ai loro spiriti di entrare in comunione con l'essenza stessa del sacro albero e con altri spiriti che dimorano al suo interno.

SCOPI A MEDIO E LUNGO TERMINE

  1. Diffondere la Verità: Scopo dei Machtar Yaren in quanto eletti del Perfetto è quello di diffondere il credo e aprire gli occhi degli elfi ottenebrati dalle menzogne degli Incestuosi. La diffusione del culto e dei dogmi dell'Unico si lega indissolubilmente al concetto di sacrificio: gli eletti saranno disposti a sacrificare parte della propria visione nel nome della vittoria finale.
    “Dunque morte sarà per quegli elfi fatalmente ottenebrati dalle menzogne dei Gemelli, che dimostreranno di non essere in grado accettare la Verità. Esilio e schiavitù per chi, pur gravemente corrotto, dimostra di poter ancora essere purificato. Redenzione e glorificazione invece, per quegli elda che accettano di inchinarsi al volere dell'Unico.”
  2. Proteggere il Doriath: da qualunque minaccia, in quanto da esso partirà la conquista di tutte le terre ardane affinché giustizia e armonia pervadano il creato, così come Luugh farà nei cieli.
  3. Rafforzare le stirpi elfiche: affinché siano pronte ad accogliere a pieno la Verità e si facciano portavoce anch'essi della sacra missione che i Machtar portano avanti.
  4. Abbattere le forze del Caos: Tutto quello che rappresenta la corruzione e che per propria natura minaccia gli equilibri del mondo originario va perseguitato e distrutto nel nome dell'Unico.
    “Noi seguaci del Perfetto abbiamo il dovere di sconfiggere queste creature, personificazioni di un destino infausto, brandendo l'arma del sacrificio e facendoci scudo con la fede più incrollabile.”

GERARCHIA MACHTAR

I Macthar hanno superato molteplici ostacoli assieme, questo ha permesso loro di accrescere sempre più la loro affinità al punto da formare un gruppo coeso. Il tempo ha permesso che i compiti venissero distribuiti naturalmente e in base alle capacità di ciascuno.
In base a questa evoluzione naturale nasce la gerarchia dei Macthar che, pur assegnando loro dei ruoli e dei compiti specifici, accresce il loro rispetto reciproco e il legame di sangue (oramai valori ben saldi) che li unisce come un'unica entità.

La gerarchia dei Guerrieri del sangue si suddivide quindi in due vertici principali.

VERTICE DELLA GUERRA e VERTICE DEL VERBO

Il VERTICE DELLA GUERRA

è suddiviso a sua volta in due rami: quello dell'armata e quello dell'occulto. Tuttavia chi veste il manto viene istruito affinché possa poi scegliere a quale ramo affiliarsi.

    • Machtar
      Viene introdotto al vertice della guerra, imparerà a fare della disciplina e dell’obbedienza i suoi due valori cardinali, dovrà dedicarsi con profonda abnegazione agli allenamenti e impegnarsi nell’apprendimento delle arti a lui peculiari, dimostrando capacità di iniziativa e scaltrezza ma anche umiltà nel saper comprendere quando chiedere ausilio ai suoi superiori. Al termine del suo percorso, qualora lo volesse, potrà scegliere se dedicarsi interamente all’armata diventando un Vendicatore, oppure dedicarsi al ramo dell’occulto divenendo uno Spettro.

ARMATA

  • Vendicatore
    Rappresenta il nerbo dell’esercito, il Machtar che ha saputo temprare la lama del proprio spirito inabissandola nel sangue. Il vendicatore padroneggia con maestria le sue arti e le pone al servizio dei Machtar Yaren e della causa che servono. Pronto a sacrificarsi per il bene del Doriath e per la glorificazione delle stirpi eldarim.
  • Primo Vendicatore
    Chi primeggia tra i Machtar Yaren assume la responsabilità di guidare in battaglia i propri fratelli.
    Ogni primo vendicatore riceve al proprio comando un drappello di armati ed è suo il compito di gestirne morale e tenuta fisica, occupandosi di monitorarne gli allenamenti e di controllare lo stato del loro equipaggiamento. Ogni primo vendicatore funge da collegamento tra la strategia di più ampia portata e il furore concreto della battaglia. Si occupa di fare in modo che i piani di battaglia elaborati dal Generale, dallo Yaren Loki e dall'Esarca oscuro vengano messi in atto concretamente.
  • Generale
    Il Generale rappresenta l’apice della catena di comando all’interno del braccio armato, assegna le missioni più importanti agli ufficiali e tiene consiglio con lo Yaren Loki per quanto riguarda le questioni di più ampio respiro. Compito del Generale è anche quello di giudicare l’operato dei suoi sottoposti e, con il consiglio degli ufficiali, gestirne ricompense e punizioni.
    Assieme allo Yaren Loki e all'Esarca oscuro elabora i piani di azione che l’intero corpo di armata, comprendente anche gli istari deve svolgere in battaglia e incarica gli ufficiali superiori di trasmettere gli ordini di comando più rilevanti.
Redatto da Fingon Narquelie - Generale Cremisi

OCCULTO

Il ramo dell'Occulto nei Machtar Yaren è una branca del vertice della guerra che incorpora insieme diverse tipologie di eldar con un'attitudine specifica al sotterfugio e alla raccolta d'informazioni. Questo ramo ha infatti obiettivi ben specifici prefissati dall'Esarca oscuro e ancor prima dallo Yaren Loki. Pur essendo vero che l'obiettivo principale del ramo dell'Occulto è agire nell'ombra, essi sono sempre al fianco dell'armata in tempi di guerra e ogni singolo elemento è addestrato al combattimento.
I tipici soggetti che entrano a far parte del ramo dell'occulto sono assassini dell'ombra, arcieri e stregoni, anche se chiunque può farne parte purché dimostri di possedere le abilità necessarie. Gli incantatori vengono invece addestrati a tecniche specifiche illusorie ed elusive, per camminare tra le file nemiche senza destare il più lontano dei sospetti, per raccogliere informazioni e rientrare in sicurezza.
Ogni Machtar e Spettro viene addestrato e abituato a usare l'astuzia per gestire qualsiasi inaspettata situazione di pericolo e a trarre vantaggio da ogni abilità personale per infiltrarsi tra le file nemiche e colpire dove fa più male. Tuttavia la il ramo dell'occulto trae vantaggio dell'esperienza e dalla dedizione al combattimento dal ramo dell'armata per eseguire allenamenti fisici ed affinare le tecniche combattive. Gli stregoni verranno invece addestrati direttamente dall'Esarca affinchè essi siano il fuoco che divampa sulla lama di un Vendicatore o la luce che acceca i nemici in una perversa battaglia.
Il ramo dell'occulto farà tutto ciò che è in suo potere per aumentare le possibilità di vittoria in ogni tipologia di scontro grazie alle potenti doti di chi ne fa parte, e sarà sua premura terminare uno scontro ancor prima che scoppi grazie alla raccolta di decisive informazioni, rapimenti, agguati e altro.
Questo ramo è anche specializzato in tecniche di sotterfugio non convenzionali tra le quali incantesimi di travestimento dell'aspetto, cambio di forma in altre creature e incanti di scomparsa della propria forma. Grazie a queste abilità ogni Spettro Incantatore dovrà essere in grado di eludere le proprie vittime o inseguitori, e dovrà essere in grado di partecipare a missioni di spionaggio, raccolta informazioni e agguati.

  • Spettro
    Lo Spettro è colui che ha superato egregiamente il suo periodo di apprendistato durante la sua fase da semplice Machtar ed è ora pronto a prendere parte al 100% a tutte le attività legate al ramo dell'Occulto. E' una figura che sa usare molte tipologie di sotterfugio, sa confondere e disperdere un inseguitore e sa come non farsi notare. E' in grado di comprendere rapidamente gli obiettivi prefissati e sa bene quando vale la pena rischiare o ritirarsi. Lo Spettro è inoltre ormai in grado di seguire al meglio il piano e sa come reagire e improvvisare se qualcosa non va come preventivato.In caso lo Spettro sia uno stregone, egli dev'essere in grado di utilizzare incantesimi non convenzionali tra i quali incantesimi di travestimento dell'aspetto, cambio di forma illusorie e incanti di scomparsa della propria forma.Sa essere umile quando si tratta di imparare nuove abilità ed è sempre curioso di accrescere le sue conoscenze.
  • Primo Spettro
    Il Primo Spettro è colui che cordina e supervisiona l'operato degli Spettri. Si assicura che tutti i suoi sottoposti proseguano sul giusto percorso e che portino a compimento i propri obiettivi. E' una carica che solitamente ha alle spalle decine e decine di battaglie ed esperienza diretta sul campo e ha avuto modo di partecipare a multiple missioni nell'ombra ponendosi al centro del pericolo.
    Il Primo Spettro ha anche un ruolo di insegnante per i suoi subalterni, sottoponendoli ad allenamenti fisici e mentali per assicurarsi che siano sempre al massimo del loro potenziale.
    La figura del Primo Spettro è a capo delle attività operative che necessitano discrezione, lì dove  non presieda all’operazione l’Esarca Oscuro. Pertanto se i Machtar Yaren dovranno raccogliere informazioni, eseguire missioni di spionaggio, preparare imboscate o semplicemente andare in avanscoperta prima dell'armata, il Primo Spettro si occuperà di gestire l'operazione seguendo le direttive e le indicazioni dell’Esarca Oscuro.
  • Esarca Cremisi
    L’esarca Oscuro è il vertice del ramo dell’occulto. E’ colui che muove i fili di ogni operazione, che discute con i vertici dei Machtar per decidere e influire direttamente sugli obiettivi a breve e lungo termine e predispone il Primo Spettro con i suoi sottoposti per scendere sul campo e agire nell'ombra.
    L’esarca Oscuro è a conoscenza, e anzi è fondamentale nell'ideazione di ogni piano e sotterfugio e  ha l’ultima parola su tutte le azioni di spionaggio e raccolta informazioni, guidando direttamente e indirettamente la maggior parte delle azioni.
    In assenza del Generale Cremisi e dello Yaren Loki, l’Esarca Oscuro può prendere il comando di delicate operazioni militari se necessario e si impegna affinché il Primo Spettro sia a conoscenza e in linea dei principali obiettivi da raggiungere, cosìcchè egli possa organizzare l’azione e portarla a compimento con l’aiuto degli Spettri.
Redatto da Pharen Valacirca - Primo Stregone

Il VERTICE DEL VERBO

I Machtar Yarèn hanno radici profonde nella loro fede verso la Verità e verso i veri Valar, Luugh e Kelthra, per questo il ramo clericale per loro è fondamentale e rappresenta il pilastro fondatore su cui poggia qualsiasi azione intrapresa dentro e fuori l’Hildoriath. Detentore della Verità assoluta il clero di Luugh ambisce a diventare l’unica vera guida per tutti gli Eldar degni di questo nome, riportando l’Hildoriath al suo antico splendore e scacciando gli impuri che ne infestano le terre.

 

  • Penitente
    Colui che è appena stato associato al ramo clericale. Svolge le mansioni più umili che gli vengono assegnate dal suo responsabile. E’ invitato a partecipare a tutte le cerimonie, ma non può organizzarne né assumere ruoli di rilievo. Deve imparare la preghiera e la devozione verso Luugh e la Figlia e prima di essere accettato tra gli Inquisitori deve compiere un rito di purificazione per il passaggio.
  • Inquisitore
    E’ il primo membro ufficiale della gerarchia clericale. Può aiutare nelle celebrazioni e ne può proporre di nuove se ne sente la necessità, ma devono comunque essere approvate dai superiori.
    Può altresì aiutare ed essere preso a riferimento come voce di Luugh o della Figlia da altri tòronin eventualmente bisognosi di una guida o di un consiglio.
  • Primo Inquisitore
    E’ l’ufficiale rappresentante degli altri Inquisitori presso il consiglio al quale prende parte insieme agli altri Primi. Ha la responsabilità diretta di tutti gli Inquisitori di cui deve essere solida guida. Gli Inquisitori si rivolgono a lui per richiedere l’approvazione di riti o per sbrogliare questioni che richiedono l’attenzione del consiglio. E’ l’esecutore attivo della maggior parte dei riti religiosi a parte quelli principali che vengono presieduti direttamente dal Sommo.
    E’ il responsabile diretto di tutti i Penitenti, delle loro mansioni e dei loro riti di passaggio.
  • Sommo Cremisi/Niveo
    Il Sommo è a capo di tutta la gerarchia religiosa ed è la Voce di Luugh e di Kelthra. Il Sommo riceve il titolo di Cremisi oppure Niveo sulla base di quale Vala è la sua principale Voce. Prende parte al consiglio insieme al Generale e all'Esarca oscuro oltre allo YarenLoki. Presiede direttamente ai riti religiosi più importanti e a quelli a cui non ha delegato funzione al Primo Inquisitore. Come Voce principale dell’Unico è colui il quale può cercare direttamente un contatto con Luugh ed è l’unico che può rivelare quello che l’Unico o la Figlia hanno detto o comandato. Se qualsiasi altro membro del clero avesse un contatto tramite qualsiasi mezzo con l’Unico o la Figlia egli deve esserne immediatamente informato e starà a lui interpretare quello che il contatto può significare.
Redatti da Darcassan Liara - Primo Inquisitore

 

LO YAREN LOKI

Il Drago di Sangue incarna la volontà di tutti gli elda che hanno dato vita al gruppo dei Machtar Yaren. Più di una semplice carica, esso è un titolo solenne che investe l'artefice del primissimo gruppo di Eletti che si è dato la sacra missione che ora svolge. E' allo stesso tempo coordinatore, guida, ispirazione e arbitro delle contese che possono nascere all'interno dei Machtar. Guerriero temprato da innumerevoli battaglie, presiede il Consiglio e, incarnando il principio di fratellanza e del legame di sangue che unisce tutti i Machtar, si avvale delle sue capacità per essere guida del popolo di Nolwe.

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