- Thu Nov 28, 2019 1:47 pm
#4773
15º Orifoglia A.I. 281
Darius aveva appena finito di lavarsi il sudore di dosso e la vasca lo chiamava come una voluttuosa amante.
Lui pure bramava l'abbraccio sensuale di quell'acqua profumata, tanto calda quasi da scottarlo.
Tuttavia sapeva bene quanto avrebbe aiutato il calore a sciogliere ogni tensione delle spalle,
a lavare via ogni dolore dalle articolazioni. Mentre si immergeva nell'acqua rovente,
una fitta fece riaffiorare i ricordi che affollarono la sua mente alla velocità del pensiero.
Era in prima linea di fronte all'armata di quelle creature di luce e pura bellezza.
E nonostante questo ogni esitazione fu spazzata via come da tempesta al primo movimento di carica verso di loro.
Strinse salda nelle mani la flamberga, abbassando la guardia passò dalla posta di donna a quella di coda lunga,
preparandosi al poderoso montante, il terreno cedeva dolcemente al suo peso in armatura completa e alla tensione delle gambe.
Cessò ogni pensiero razionale, divenne tutto istinto forgiato da infiniti allenamenti, un turbinio di armi.
Restavano solo alcuni momenti, attimi, in cui nessun pericolo imminente gli permetteva di fissare il presente nella sua memoria razionale.
Molte erano state le ritirate e le cariche, come onde di mare in burrasca sulla spiaggia.
L'acqua ondeggiava teneramente mentre vi si calava ancor più a fondo.
Sdraiato tra quelle calde braccia che lo carezzavano pienamente,
sollevò il suo piede osservandolo fumare nell'autunnale aria frizzante,
e ritornò lì, come in un lucido sogno, o forse un'incubo.
Un corpo fumante steso a terra. Il suo respiro pesante,
la flamberga che fendeva le luminose carni con maligna gioia.
Creature tanto belle e luminose, come potevano serbare simili oscuri intenti?
Eppure il loro comandante e generale non aveva lasciato spazio ad equivoci.
Sottomissione o morte.
Nessun compromesso.
Nessuna scelta, non questa volta.
Aveva vissuto gli ultimi anni da servitore ignorando del tutto questi avvenimenti,
eppure ripensandoci i segni erano stati chiari. Ora era uno scudo del Regno,
avrebbe per sempre difeso i suoi compagni d'arme e concittadini da qualsiasi minaccia o sarebbe perito nel tentativo.
Dopo molti giorni finalmente sembrarono sparire i dolori, grazie anche al duro lavoro e la vita di tutti i giorni che erano riusciti quasi a cancellarli totalmente.
Ma ora doveva riposare.
Le costellazioni create dai riflessi del fuoco sull'acqua lo avevano trattenuto troppo a lungo nei suoi pensieri
e domani sarebbe stata una giornata che non avrebbe mai dimenticato, ne era sicuro.
Si lisciò i lungi capelli con olii profumati prima di avvolgerli in un involto di seta e appoggiarlo oltre il cuscino,
coricandosi nell'amorevole abbraccio delle soffici coltri.
Darius aveva appena finito di lavarsi il sudore di dosso e la vasca lo chiamava come una voluttuosa amante.
Lui pure bramava l'abbraccio sensuale di quell'acqua profumata, tanto calda quasi da scottarlo.
Tuttavia sapeva bene quanto avrebbe aiutato il calore a sciogliere ogni tensione delle spalle,
a lavare via ogni dolore dalle articolazioni. Mentre si immergeva nell'acqua rovente,
una fitta fece riaffiorare i ricordi che affollarono la sua mente alla velocità del pensiero.
Era in prima linea di fronte all'armata di quelle creature di luce e pura bellezza.
E nonostante questo ogni esitazione fu spazzata via come da tempesta al primo movimento di carica verso di loro.
Strinse salda nelle mani la flamberga, abbassando la guardia passò dalla posta di donna a quella di coda lunga,
preparandosi al poderoso montante, il terreno cedeva dolcemente al suo peso in armatura completa e alla tensione delle gambe.
Cessò ogni pensiero razionale, divenne tutto istinto forgiato da infiniti allenamenti, un turbinio di armi.
Restavano solo alcuni momenti, attimi, in cui nessun pericolo imminente gli permetteva di fissare il presente nella sua memoria razionale.
Molte erano state le ritirate e le cariche, come onde di mare in burrasca sulla spiaggia.
L'acqua ondeggiava teneramente mentre vi si calava ancor più a fondo.
Sdraiato tra quelle calde braccia che lo carezzavano pienamente,
sollevò il suo piede osservandolo fumare nell'autunnale aria frizzante,
e ritornò lì, come in un lucido sogno, o forse un'incubo.
Un corpo fumante steso a terra. Il suo respiro pesante,
la flamberga che fendeva le luminose carni con maligna gioia.
Creature tanto belle e luminose, come potevano serbare simili oscuri intenti?
Eppure il loro comandante e generale non aveva lasciato spazio ad equivoci.
Sottomissione o morte.
Nessun compromesso.
Nessuna scelta, non questa volta.
Aveva vissuto gli ultimi anni da servitore ignorando del tutto questi avvenimenti,
eppure ripensandoci i segni erano stati chiari. Ora era uno scudo del Regno,
avrebbe per sempre difeso i suoi compagni d'arme e concittadini da qualsiasi minaccia o sarebbe perito nel tentativo.
Dopo molti giorni finalmente sembrarono sparire i dolori, grazie anche al duro lavoro e la vita di tutti i giorni che erano riusciti quasi a cancellarli totalmente.
Ma ora doveva riposare.
Le costellazioni create dai riflessi del fuoco sull'acqua lo avevano trattenuto troppo a lungo nei suoi pensieri
e domani sarebbe stata una giornata che non avrebbe mai dimenticato, ne era sicuro.
Si lisciò i lungi capelli con olii profumati prima di avvolgerli in un involto di seta e appoggiarlo oltre il cuscino,
coricandosi nell'amorevole abbraccio delle soffici coltri.
Darius Aetides
Scudo delle Genti dei Guardiani del Tempio
Discord: DarioZ#4078
Scudo delle Genti dei Guardiani del Tempio
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