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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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#43941
15 Solfeggiante 285


L'antico Rifugio Druidico delle Terre Selvagge sorgeva sulle sponde di un quieto laghetto poco distante da una grande palude, a ridosso delle acque i Fuochi Perenni riscaldavano ed illuminavano la notte, mentre il vento faceva vibrare ritmicamente l'accampamento eretto dall'Accademia.

Quella sera vi si radunarono un ridotto manipolo di Drudjah assieme ad alcuni loro amici, con l'intento di organizzare una piccola spedizione.
Ma quella che era iniziata come una normale serata ben presto si rivelò per essere qualcosa di ben diverso.

Il gruppo stava concordando gli ultimi dettagli prima di avviarsi quando Loghain uno dei Drudjah a custodia della Baita si rivolse al Sommo Gerofante, lo informava che vi erano stati movimenti strani nella palude a sud del lago, movimenti che lasciavano presagire una grande minaccia.
Loghain suggerì di evacuare rapidamente la Baita e il campo.

Tuttavia prima che potessero organizzarsi... la terra tremò violentemente e ripetutamente... subito dopo un esiguo branco di Uomini Lucertola si scagliò contro il rifugio venendo sbaragliato senza fatica dai presenti.

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Compresa la situazione si spartirono i ruoli rapidamente e si disposero a difesa del Rifugio.
Aislin con l'aiuto di Vasilj si concentrarono sul recupero dei materiali rilevanti dalle tende Accademiche, Haramiel e Kelthor supportarono l'evacuazione dei custodi del Rifugio e portarono la Forgia Arcana al sicuro, Isiris si avviò rapidamente verso i Raminghi per informarli degli eventi, per finire Dan, Eredrik e Jacob si disposero all'accesso dello spiazzo per rallentare l'avanzata degli Uomini Lucertola.

Le scosse e le vibrazioni del terreno presagirono l'arrivo di diversi branchi sempre più numerosi di aberrazioni.

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La situazione volse rapidamente ed inesorabilmente verso il peggio, tutti i presenti si precipitarono nel tentativo di arginare l'assalto.

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Le orde di Uomini Lucertola iniziarono ad annoverare tra le loro file sempre più Campioni della loro specie, più forti e più massicci del normale.
Persino i giovani draghi giunti a supporto dei Drudjah iniziarono a non riuscire a trattenerli.

Dan si guardò attorno, i presenti davano segni di affaticamento e qualcuno aveva riportato qualche ferita, si rese conto che la situazione ormai non era più gestibile, spostò lo sguardo rapidamente tra il Rifugio e i suoi invasori... dopo di che ordinò ai presenti di ripiegare verso Nord-Est.

Raggiunta la sponda opposta del lago non poterono fare altro che osservare inermi la scena che si parava dinnanzi a loro...
Il rifugio venne assalito violentemente e brutalmente dagli abomini verdi.

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Sotto lo sguardo attonito e furente dei presenti, il Rifugio, luogo di ristoro di molti viandanti, dimora di molteplici riti e ritrovo dei Drudjah da generazioni... veniva lentamente fatto a pezzi dalle orde di Uomini Lucertola, ormai così numerose e feroci da rendere impossibile contarne il numero.
Poi dal Rifugio iniziarono a sollevarsi un denso fumo nero e le fiamme divamparono ovunque...

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Con un'organizzazione e una perizia mai vista in quelle creature, iniziarono ad erigere barricate e palizzate attorno alla zona, rapidamente e con attenzione, rendendo quel luogo praticamente impenetrabile senza la dovuta preparazione e un gruppo adeguato.

Ma la notte non era ancora terminata quando gli sventurati presenti si resero conto che le stranezze di quella giornata dovevano ancora avere fine...
Le acque del lago iniziarono ad agitarsi... vibrarono e si incresparono violentemente...

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Il lago iniziò a ribollire e l'acqua ad essere scagliata verso l'alto.
Qualcosa si agitò nelle sue profondità... diretta verso la superficie...

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I presenti accorsero verso il lago per osservare e comprendere di cosa si trattasse, ma qualunque cosa fosse era indefinita e inaspettatamente come era apparsa svanì nelle profondità di quel lago... quello stesso lago sul quale si accorsero... di sapere sin troppo poco...


Tutto ciò che rimase era...

Il riflesso infranto delle rovine in fiamme...

sulle acque agitate del lago.
#44530
Il sonno di Haramiel era turbato da un pensiero assillante: quello che si era intravisto nelle acque a ridosso del rifugio drudjah nelle Terre Selvagge.
Sapeva bene che l’edificio era ormai perduto e con rammarico poteva solo accettare il fatto che non sarebbe stato semplice avere un luogo dove celebrare con tutte le genti di Arda il susseguirsi naturale del Ciclo, eppure quel tarlo si faceva strada nella sua mente.
In molti avevano potuto osservare come gli Illithid fossero in grado di controllare le menti e sfogliarle come libri, lei stessa aveva visto la Mente Illithid ad Hammerheim e la manipolazione di una mente semplice come quella delle lucertole bipedi poteva essere qualcosa di altrettanto fattibile.
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Mandò una missiva ad Hammerheim, a Jeremy Notch, colui che da Arcimago fu uno dei pilastri a difesa della Capitale dalla piaga Illithid. Il 19 solfeggiante si incontrarono, ma da questo incontro Haramiel fortunatamente non ricevette conferma ai suoi timori.
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Sebbene il comportamento violento e al contempo organizzato unito ad abilità di fortificazione fosse nuovo da parte delle aberrazioni che infestavano la palude, i tentacoli che si manifestarono dall’acqua attorno al castello di Hammerheim, non erano altro che emanazioni della Grande Mente stessa e che non fecero né smuovere né ribollire l’acqua, senza dare l’impressione di qualcosa che vivesse li immerso.
Parlarono di molto altro congedandosi con saluti ancora formali, la Quenya poi proseguì per un viaggio verso le Terre Selvagge.
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Decise di continuare qualche ricerca in quella zona e, osservando da lontano le rovine del rifugio circondate da schiere di Campioni aberranti, si diresse verso il rifugio Ramjalar proseguendo poi in direzione Sud.
La zona era stranamente silenziosa e tranquilla, non vi erano giganti o altre creature che stridevano nell’Equilibrio. Camminava nella nebbia, affondando i piedi leggeri nella terra umida fino a trovarsi davanti al cerchio di pietre dove venne abbattuta una piaga che afflisse tutta Arda.
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Osservava quel luogo ove i regni di Arda si erano adunati per combattere insieme una piaga che aveva lacerto l’Essenza di Arda forzando ogni fibra della sua mente alla ricerca di un collegamento a qualsiasi cosa che potesse spiegare il perché proprio quel rifugio, meta di viandanti e qualche celebrazione drudjah l’anno.
Da sola non ne sarebbe venuta a capo: serviva cercare attorno al rifugio qualche indizio che potesse portare ad una risposta.
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#44588
Il 22 solfeggiante A.I. 285 cadeva la festa del Vino di Amon, celebrata a colle Lao.
I drudjah erano presenti, mantenendo il sorriso nonostante i fatti che li avevano visti coinvolti e accettarono con piacere di augurare fecondità e ricchezza alle viti della Guerriera, per questo raccolto e quello che sarebbe venuto.
In quella stessa giornata, dei messaggeri avevano portato notizia di un’esplorazione all’indomani presso le paludi Vortigen e dove non vi erano missive, vi erano stati flebili sussurri celati da calici di vino.
La Calequendi si preoccupò di specificare che si trattava di un’esplorazione che non doveva dare troppo nell’occhio vista la totale mancanza di indizi fino a quella sera.
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Nessuno tra Ramjalar, Cavalieri, Accademici e Drudjah avrebbe mai potuto prevedere quello che sarebbe emerso questa sera: tra un corpo e l’altro di lucertole bipedi l’aria si fece sempre più densa e pesante guidandoli dal limitare della palude verso il rifugio Ramjalar fino al lato ovest delle Vortigen dove videro una tenda barricata che mostrava alti i totem tipici delle trubù Qwaylar.
E fu lì che incontrarono Jubal’bas, un Qwaylar che si definì servo rinnegato del suo maestro Ikangu da cui cercava nuove attenzioni. Davanti a questa tenda non si potevano che sentire gorgoglii e tintinnii vari.
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L’uomo si parve subito un folle e fanatico alle orecchie e alla vista di tutti i presenti e, sottoposto a diverse domande, prese a scattare in volto e a smuovere la spalla tra una parola e l’altra come dei tic.
I drudjah ricordavano bene Ikangu che, insieme a dei Qwaylar, avevano fermato più di due anni prima: un essere pericoloso e portatore di corruzione che non doveva tornare e, questa specie di apprendista, stava perfezionando uno strano intruglio, somministrato alle lucertole bipedi, che non pare possa anche ristabilire il suo maestro. Tuttavia, la discussione era molto confusa e al limite della pazzia da parte dello sciamano.
Per qualche assurdo motivo scelse il rifugio dei drudjah posando lo sguardo anche su quello Ramjalar come inizio: Jubal'bas intendeva conquistare più edifici per riacquistare la fiducia di Ikangu.
La follia era palese nelle sue intenzioni ed era chiaro che dovesse essere fermato: Krundal, silente e tra le ombre, lo fece svenire qualche istante dopo che egli richiamò a sé più lucertoloidi possibile, dandogli occasione di riprendersi e lanciarsi con qualche incanto in direzione nord-est, verso il rifugio dei drudjah.
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La battaglia fu difficoltosa e il piccolo gruppo rischiava di disperdersi; tuttavia, la situazione venne placata e la tenda rimaneva libera circondata solo da cadaveri.
Il gruppo si divise qui: una parte esaminava la tenda e un'altra cercava il folle qwaylar.
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Alcuni drudjah con Aislin e Elwing prelevarono dalla tenda un cristallo, un tomo con disegnati i piani ormai conclusi e venne preso un campione dell’intruglio che Jubal’bas stava sperimentando mentre fuori si iniziava ad appiccare il fuoco ad uno dei totem che ben presto divenne cenere e poi l’intera tenda seguì quel meritato destino.
Haramiel stava recuperando le forze, esausta come molti dei presenti mentre osservavano le fiamme divorare tutto velocemente quando vennero trovate le tracce di Jubal’bas nel terreno paludoso: era insieme alle sue lucertole barricato in quelle rovine che restavano del rifugio drudjah.
#44628
Haramiel non poteva che seguire il gruppo sulle tracce del Qwaylar folle fino a ritrovarsi con tutti loro a qualche decina di passi da dove sorgeva il rifugio drudjah.
Quello che si scagliò sul gruppo di esplorazione erano schiere di Campioni senza eguali, tutti alla difesa del rifugio ove Jubal’bas ormai era barricato.
Su diversi fronti la battaglia fu impervia, sfiorando anche il lato ovest del lago verso gli edifici del Ramjalar e concludendosi malamente fino al lato est dove il gruppo di esplorazione era continuamente bloccato e respinto dalle lucertole bipedi.
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L’acqua del lago prese nuovamente a smuoversi e ribollire anticipando un evento unico che nessuno poteva aspettarsi: agli occhi di tutti, al lato ovest del lago, una creatura emergeva.
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Sembrava spaventata e tentò di stabilire un contatto con la creatura più in sintonia con Ella presente in quel luogo: il Gerofante, volere della natura stessa.
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Haramiel vide attonita la scena distraendosi come il resto del gruppo che distolse lo sguardo dai rimasugli del rifugio divenuto campo di battaglia e, in quel momento, fuoco e roccia caddero colpendo la creatura turchese prima che potesse comunicare.
Jubal’bas aveva obbligato la creatura a rifugiarsi nelle acque del lago e di lì a poco costrinse anche il gruppo di esplorazione a ritrarsi verso ovest dove vennero erette palizzate a difesa del rifugio Ramjalar, luogo adocchiato dal fanatico Qwaylar perché più grande e, a suo dire, più di interesse per conquistare il favore di Ikangu.
#44659

E’ il 30 solfeggiante e diversi incontri si erano tenuti i giorni precedenti con protagonisti l’Ordine della Quercia e l’Accademia di Arti Arcane.
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Insieme avevano creato qualcosa senza precedenti, gettando un seme che avrebbe potuto crescere ramificando in modi inimmaginabili.
Le parole del Sommo Gerofante Dan Von Kazer toccano le orecchie dei presenti:


“Fuoco, terra, acqua e vento, sono gli essenziali elementi dal quale ogni cosa si genera. Il loro potere scorre potente in ogni cosa ed arriva a noi, umili sentinelle dell’eterno ciclo, sottoforma di essenza. Chiudete gli occhi, svuotate la mente e riconciliatevi con ciò che vi circonda. Lasciate che ognuno di noi diventi un recipiente vuoto, che l’essenza colmerà fino a straripare potente ed inarrestabile. Sentite la dolcezza del vento che vi accarezza la pelle e lasciate che la vostra essenza diventi un tutt’uno con esso!”

Il rituale ha inizio: i druidi richiamano gli elementi garantendo necessario il contributo della Natura all’opera, come in un unico grande flusso:

Aradun Dedrios, Varganos Aerie, Vahr Geas Onuir

La natura si manifesta facendo vorticare le foglie attorno, smuovendo le fronde degli alberi che alimentano il canto delle parole, parole che, pronunciate dall’Accademia di Arti Arcane, guidano l'enorme forza degli elementi messi in gioco.

Sanct Rel Hur Ylem

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Lo strato di resina lavorato dai druidi viene gonfiato formando una sfera di resina e vento in continuo movimento attorno ad ogni singolo membro del gruppo: Drudjah, Accademiche, Ramjalar, Cavalieri ed Eracliani che senza indugio, e fiduciosi nell’operato di tutti, si tuffano nelle acque del lago, calando dolcemente fino al fondo di questo, un luogo estremamente silenzioso, quasi fermo nel tempo nonostante il rumore ovattato proveniente dalla superficie ormai invasa.

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Strane creature e alghe intralciano i passi dei visitatori che avanzavano nella poca luminosità fino ad incontrare lei: la creatura ferita da Jubal’bas.

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La Creatura Sconosciuta è visibilmente ferita dalle scottature causate dalle meteore di fuoco, ora spente in acqua che si presentano come rocce prive di alghe: segno della loro recente comparsa in quelle acque.
Sotto gli sguardi attoniti di tutti i presenti, la Creatura comunica con i Drudjah senza distogliere le iridi rosse dal volere della natura stessa: il Sommo Gerofante.
Alle orecchie dei presenti, i drudjah sembrano parlare da soli, passando da toni calmi a preoccupati fino al punto in cui lo strato di resina prende ad assottigliarsi trattenendo l’aria a fatica.
La concentrazione dell’Accademia è palpabile mentre controllano le energie libere e naturali richiamate dai druidi: non solo guidano le sfere nel viaggio, ma ponderano anche le loro capacità per garantire il ritorno di tutti. Tuttavia, il tempo è agli sgoccioli ed i ritmi diventano frettolosi.

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Istintivamente i Drudjah, e con loro Inverno, riescono a lenire la sua sofferenza senza, tuttavia, rimarginare completamente la sua carne: serve percorrere un'altra via, e possono solo congedarsi da quel luogo con una promessa verso la Creatura Sconosciuta.
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Quel che la creatura ha detto ai Drudjah della Quercia resterà un segreto, come resterà un segreto per quasi tutti quella presenza sul fondo del lago minacciato dal fanatico di Ikangu.
Non è il momento di discutere ora: un’ondata di Lucertoloidi si sta dirigendo verso il rifugio Ramjalar e tutti corrono in quella direzione, mentre i residui di resina sembrano sbriciolarsi e cadere come polvere al vento.
#44997
Il rifugio druidico nelle terre selvagge era ormai stato invaso da parecchio tempo. Grosse e violente lucertole ne avevano fatto la loro casa e, della vecchia baita, rimaneva solo legno marcio e rovine.
I piani di Jubal'bas erano solo iniziati, ma le cose non stavano andando come sperato: Ikangu non si era ancora reso conto del suo potere.

Nonostante il successo sulla creatura che tanto temeva, la sua conquista procedeva a rilento. Uomini ed elfi si erano opposti a lui, ed erano addirittura riusciti ad evitare l'invasione del villaggio Ramjalar.
Ma Jubal'bas era impaziente. Iniziò così a cancellare alcuni uomini dal mantello colorato, da uno dei suoi disegni.


"Se omini colorati no capisce potere di Jubal, Jubal deve cancella capi tribù".

*Un ghigno apparve sulla faccia di Jubal, mentre cancellava gli uomini dal suo disegno*
#45206
18 Orifoglia A.I. 285

Aveva trascorso quel giorno rilassandosi e godendosi la giornata, proprio come avrebbe potuto fare in passato, prima di divenire chi era ora, prima di avere molte delle responsabilità che lo tenevano sovente sveglio la notte, prima che determinate minacce mettessero a rischio l'intero equilibrio di Arda.
Il tempo giungeva rapidamente al termine e presto avrebbero dovuto fronteggiare quello Stregone che aveva seminato Distruzione e Corruzione in un luogo che per loro da tempo immemorabile era considerato casa.
Quella sera presso il Monastero prese parte alla riunione atta a determinare la strategia che si sarebbe applicata contro Jubal'Bas.
Assieme ai Drudjah nella grande sala si riunirono le guide dei Ramjalar, del Monastero, dell'Accademia delle Arti Arcane, della Guerriera e di Valinor, dopo alcune ore finalmente il piano era stato definito, non restava altro che attendere... attendere che giungesse il giorno per attuarlo.



19 Orifoglia A.I. 285

Sembrava essere un giorno come tanti eppure allo stesso tempo aveva un qualcosa che lo rendeva inquietantemente singolare.
Era un periodo alquanto confuso, gli eventi del pomeriggio precedente erano sembrati decisamente troppo lieti e surreali che a stento sembravano accaduti davvero...

Quel giorno Dan era tormentato dal pensiero dello scontro che sarebbe avvenuto di lì a pochi giorni, molte persone avrebbero rischiato la vita, un rischio necessario per preservare l'Equilibrio, ciò nonostante non riusciva a scrollarsi di dosso l'idea che forse le cose si sarebbero potute risolvere diversamente...

Attorno alla Ventunesima ora si recò presso il lago del Rifugio delle Terre Selvagge, con l'intento di controllare la situazione, da principio sembrava che tutto fosse tristemente come nei giorni trascorsi... ma poi gli eventi presero una piega man mano più drammatica.

Quando Dan volse lo sguardo al cielo notò numerose creature mai viste prima, sembravano lucertole gigantesche che tuttavia erano in grado di volare, volteggiavano sul lago a grande altezza ma non sembravano curarsi di lui ne di niente altro.
Con circospezione costeggiò il lago continuando ad osservare il cielo e il lago, avanzando fino ad imbattersi in qualcosa che non si aspettava... Jubal'Bas intento a riversare nelle acque alcune misture ignote ma dall'aspetto inquietante.

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Dopo un rapido scambio di sguardi Dan comprese, al punto in cui era non gli sarebbe stato possibile tirarsi indietro, non gli restava che cogliere l'occasione e verificare se fosse o meno possibile risolvere il tutto pacificamente...
La discussione non durò molto ma fu presto evidente che le speranze del Sommo Gerofante erano vane, Jubal'Bas rigettò ogni possibilità di raggiungere un accordo che evitasse inutili spargimenti di sangue.
Ma lo stregone aveva un piano diverso, disse a Dan che vi avrebbe preso parte ma in seguito alla riluttanza di quest'ultimo optò per mostrare cosa aveva in serbo... gli mostrò il risultato dei suoi "Esperimenti"...

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Un'enorme lucertola alata atterò pesantemente alle spalle di Dan bloccandogli la via, non aveva mai visto una creatura simile ed ebbe un ulteriore sorpresa quando la bestia sputò un getto acido davanti a se corrodendo l'erba della radura.

Jubal'Bas lo guardò, mormorò qualcosa e attorno al Gerofante la corruzione iniziò violentemente e inesorabilmente a pervadere gli alberi e le piante, di lì a poco la vegetazione si sollevò sottoforma di creature oscure e corrotte lo accerchiarono rumorosamente.
Lo Stregone sicuro della sua superiorità intimò al Drudjah di non provare a fuggire o la morte lo avrebbe raggiunto immediatamente e di seguirlo al centro della penisola nel lago per ascoltare quanto aveva da dire.

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Non avendo scelta Dan si incamminò seguendo il percorso tracciato da Jubal'Bas, un cammino di morte... ovunque egli camminasse la sua corruzione faceva appassire la vegetazione uccidendola inesorabilmente.

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Raggiunto il centro del lago non rimaneva molto che si potesse fare se non ascoltare le parole dell'Allievo di Ikangu.
Riconobbe che coloro che si erano mobilitati per riconquistare il lago erano forti ma non abbastanza per sconfiggerlo, poi disse che Dan lo avrebbe servito e che avrebbe tradito i suoi amici portandoli alla morte, ma lui si rifiutò.

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Gli occhi di Jubal'Bas balenarono fissando Dan ed in un istante si senti come schiacciare da una forza oscura mai percepita prima.

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Percepì dentro di se la corruzione dello Stregone che si faceva strada nella sua mente, il Sommo Gerofante fece appello a tutta la sua forza di volontà, che tanta era stata messa a dura prova negli ultimi anni.
Si concentro sul suo compito, sul suo ruolo, su ciò a cui teneva e riuscì con fatica a respingere le tenebre dalla sua mente, uscendone quasi stremato.

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Furente lo Stregone riferì al Drudjah che aveva quanto gli bastava e che avrebbe dato vita ad un'Ombra che si sarebbe spacciata per lui e avrebbe ingannato tutti i suoi amici, conducendoli alla morte.

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Mentre l'Ombra prendeva forma, Dan veniva strattonato verso la statua di Ikangu.

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Alle minacce dello Stregone la risposta che ricevette dal Gerofante fu molto chiara:

"A prescindere da qualunque cosa tu decida di fare sarai fermato"
#45601

Il concilio di guerra, tenutosi presso il Monastero la sera del 18 Orifoglia, ha messo gli arcanisti dell’Accademia delle Arti Arcane e dell’Accademia di Stregoneria di Valinor in una posizione impossibile: ideare un rituale capace di supportare le truppe nella lotta contro Jubal'bas in meno di due giorni.

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La ritualistica complessa necessita, già di per sé, di esperienza, precisione e risorse: la preparazione di un simile progetto normalmente richiede tempo, dedizione, esperimenti ed è intimamente subordinata ad una profonda intesa tra gli officianti.
Quest’ultima ragione aggiunge un’ulteriore livello di complessità all’impresa: sono estremamente rari i rituali in cui arcanisti di razze e credi diversi sono riusciti a coordinare le loro capacità.

Durante il concilio si è discusso ampiamente del posizionamento degli eserciti e sulle strategie da adottare. Fortunatamente è stato possibile anche esporre i risultati emersi dall’analisi alchemica del filtro che Jubal ha utilizzato per corrompere le lucertole e formare il suo esercito.

Lo studio è stato coordinato dalla Tetrarca dell’Alba Dankerwald che, il 12 Orifoglia, ha accolto presso Hammerheim una delegazione dell’Ordine della Quercia e dell’Accademia di Valinor. Guidati dall’esperienza delle maestre alchimiste, Aislin e Sirve, gli studiosi sono riusciti a dimostrare che il liquido corrotto ha anche una componente sciamanica e si dimostra sensibile ad alcuni incantesimi e preparati alchemici.

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Questo sarà lo spunto che consentirà a Indil Seleven di cominciare ad ideare il complesso rituale che ha come obiettivo quello di spezzare il legame tra le creature e Jubal, indebolirle e dissolvere l’effetto della corruzione diffusasi nei territori intorno alle macerie della Baita.

Le Tetrarche e la Kuru Raen trascorrono l’intera giornata del 19 Orifoglia a mettere a punto i dettagli del cerimoniale: le tre daranno prova di grande pragmatismo e riusciranno ad apportare le modifiche necessarie a rendere il rituale fruibile da entrambe le accademie, rimandando a malincuore le profonde discussioni filosofiche e teologiche che, naturalmente, sarebbero state necessarie per prepararsi adeguatamente ad una tale impresa. I partecipanti al rito vengono selezionati per meriti ed esperienza in maniera tale da minimizzare al massimo errori e difficoltà.

In tarda serata Aislin raggiunge Elwing portando notizie preoccupanti: la giovane arcanista è convinta che il Gerofante non sia più in sé. Ad insospettirla numerosi dettagli: Dan sembrerebbe averla trattata con gran distacco, quasi non la conoscesse; non sarebbe intervenuto durante una discussione per la quale, normalmente, si sarebbe fatto avanti e, soprattutto, alla Festa della Birra celebratasi al Monastero, avrebbe alzato il gomito (cosa sospetta, dal momento che il Gerofante è notoriamente astemio). Ascoltando ulteriori dettagli, Elwing si convince del fatto che Dan possa essere stato compromesso e scrive prontamente a Kelthor: consiglia al Gran Druido di discutere con i membri dell’Ordine della possibilità di confinare Dan e impedirgli di partecipare all’attacco il giorno seguente. Se i sospetti di Aislin si rivelassero fondati, significherebbe che il nemico ha avuto accesso a tutte le tattiche previste.

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La missiva, sfortunatamente, non riesce ad arrivare in tempo ma, mentre gli eserciti di Amon, Valinor e dei Cavalieri dell’Alba vengono accolti da Rubina i suoi Prahla presso il Rifugio Ramjalar, la sera del 20 Orifoglia, Elwing riesce nel suo intento di avvisare i druidi che si ritirano a confabulare mentre Dan discute con gli alleati. Vengono modificati alcuni dettagli delle tattiche e degli schieramenti mantenendo all’oscuro il Gerofante: il dubbio ormai serpeggia tra i presenti.

Mentre gli eserciti si schierano, pronti a partire, un profumo irresistibile pervade l’aria. Sono in molti a sospettare che si tratti dell’ennesimo trucco di Jubal ma, qualche istante più tardi, la misteriosa fragranza sembra tranquillizzare tutti i presenti mentre un gruppo di sinuose driadi emerge dai boschi.
Le loro parole sembrano confermare i timori ormai tristemente noti: “Io e le mie sorelle abbiamo percepito la corruzione che pervade questo luogo: qui, oggi, l’Equilibrio potrebbe essere spezzato. Siamo qui per aiutarvi ad impedirlo.”

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Le creature silvane manifestano il desiderio di collaborare alla disfatta del selvaggio ed entrano in comunione con i druidi dell’Ordine. Il Gerofante, curiosamente, si tiene in disparte mentre i drudjah accolgono le Driadi tra le fila dell’esercito che oramai avanza verso il covo di Jubal.
L’apprendista di Ikangu non si fa attendere e va incontro agli eserciti schierati chiedendone beffardamente la resa. I suoi piani diventano finalmente chiari quando il Gerofante si rivolge agli alleati consigliando di accettare la sua richiesta per evitare altri spargimenti di sangue: è ormai chiaro che la persona davanti a loro sia collusa con Jubal.
I Druidi non si lasciano cogliere impreparati e circondano il Gerofante nel tentativo di neutralizzarlo prima che la trappola possa scattare. Messo alle strette però, Dan scatta verso una delle Driadi ed indietreggia verso Jubal strattonandola: la creatura inizia a avvizzire contorcendosi mentre quello che sembra essere il Gerofante, la uccide drenandola della sua stessa essenza.

La battaglia è cominciata.

Una densa coltre inizia ad avvolgere gli alberi della zona che iniziano ad appassire. La corruzione è tale che la stessa foresta inizia a prendere vita rivoltandosi contro gli eserciti schierati. Quella che ormai è solo l’Ombra del Gerofante si scaglia contro i suoi vecchi alleati mentre Jubal si ritira nelle retrovie.
Gli eserciti, colti alla sprovvista, sembrano disperdersi per un momento. Gli amoniani, riguadagnano rapidamente la loro formazione ed avanzano insieme ai Cavalieri dell’Alba e alla Confraternita Ramjalar come preventivato. L’esercito di Valinor si divide: parte resta a difesa degli arcanisti che dovrebbero occuparsi del rituale, gli altri avanzano nel tentativo di accerchiare Jubal.
Ogni qual volta i ranghi sembrano serrarsi, l’ombra del Gerofante è sempre pronta a scompaginarli seminando corruzione e morte. Gli alberi, ormai ammorbati, estendono le loro nodose radici nel terreno nel tentativo di intrappolare i combattenti.

Le soprese di Jubal non sono finite: dal cielo atterrano delle aberrazioni maestose, enormi lucertole alate dal soffio corrosivo e dallo sputo acido. I compagni draconici dei druidi spiccano il volo per proteggere gli eserciti: lo scontro si combatte ora anche nei cieli.

Mentre la battaglia infuria sembra impossibile anche solo pensare di poter eseguire un rito arcano: il gruppo dell’Accademia delle Arti Arcane protetto da Benn, Isiris e Kelthor riesce a ricongiungersi con gli Istari di Valinor. Grazie al supporto dei druidi e di una ridotta squadra di valinrim, il piccolo contingente riesce a farsi strada verso la zona ovest dal lago della baita, luogo designato per il rituale.

I preparativi sono più difficili del previsto: gli arcanisti vengono interrotti dagli attacchi dell’Ombra e dalle creature corrotte di Jubal. Fortunatamente la pressione degli eserciti inizia a farsi sentire e ciò consente agli arcanisti di mettere in essere loro ambizioso piano.

Scende in campo per prima Accademia delle Arti Arcane. La Somma Tetrarca Elwing ha il compito di officiare il rituale: controllati i reagenti, attende che la Tetrarca Aislin e la loro allieva prendano posizione mentre, con voce ferma, impartisce gli ultimi ordini a coloro che saranno garanti della loro incolumità.

Le accademiche sembrano estraniarsi da ciò che le circonda, il loro respiro si fa flebile e regolare mentre l’energia arcana inizia a scorrere tra di loro come se fossero un corpo solo, un solo arcanista. I loro movimenti sono eleganti e precisi, i mantra intonati con voci ferme e cristalline. Una volta pronunciate le parole del potere, la loro unione diventa manifesta a tutti: sembra che le arcaniste siano connesse da una trama intessuta di fili di luce.

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La Kuru Raen Indil fa un cenno di intesa verso gli Istari: Sirve, Satrars ed Elanor seguono le sue direttive disponendosi a formare un quadrato intorno alle accademiche. I secoli trascorsi nello studio delle Arti Arcane si traducono in una sincronia ed una raffinatezza difficili da eguagliare. Pronunciati i mantra, anche gli Istari sembrano legati da una trama di luce la cui energia viene percepita anche dai profani.

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Non appena i circoli si stabilizzano è necessario creare un’armonia tra le due forme: Elwing si volge appena verso l’elfa alle sue spalle e la invita, con lo sguardo, a formare il polo arcano necessario a ricevere l’energia imbrigliata dagli arcanisti. Sirve avanza e prende posto vicino alla mezz’elfa mentre gli officianti iniziano a salmodiare: gli incantesimi sono ritmati, la lingua degli umani e degli elfi viene scandita a turno dagli arcanisti fino a raggiungere le due maghe che, dopo un cenno di profonda intesa, intonano contemporaneamente un potente mantra.

Mentre le voci di Elwing e Sirve si intrecciano in un’armoniosa dissonanza, l’energia modulata dagli altri officianti sembra accumularsi intorno alle due: raggiunto il picco, le arcaniste cercano di concentrare le forze arcane dando loro una forma stabile.
Ai loro piedi si forma un cristallo di grandi dimensioni, pulsante di energia arcana.

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Gli arcanisti sono ormai provati dalla complessità dei rito ma non demordono: Sirve raccoglie con cura il cristallo e, scortata dal druido Kelthor, si avvia verso il campo di battaglia dove il manufatto sprigionerà la sua potenza.

Per tutti gli altri il rituale non è finito.

Per consentire al cristallo di esprimere il suo massimo potenziale è necessario un ultimo mantra ma il tempo a loro disposizione sembra essere agli sgoccioli: l’Ombra del Gerofante raggiunge il gruppo ed intima loro di arrendersi mentre l’oscurità si fa sempre più densa. Stremati, ma non fiaccati nell’animo e nel coraggio Benn, Isiris ed i Druidi della Quercia si battono duramente per consentire ai maghi di completare il rituale.

Guidati da Elwing e Indil, i maghi ritrovano la concentrazione e convogliano le energie residue in direzione del conflitto: mentre l’Ombra di Dan urla vuote minacce, il coro dei maghi si solleva stentoreo ed implacabile mentre una pioggia di fulmini sembra abbattersi sul campo di battaglia.

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La porta verso la vittoria sembra ormai aperta. Gli eserciti uniti saranno in grado di spalancarla e mettere fine allo scempio iterato da Jubal?
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La battaglia era stata sanguinosa, ma il Gerofante era stato tratto in salvo e l’Ombra che portava le sue fattezze abbattuta così come Jubal’bas. In molti avevano dato il loro contributo sacrificandosi tra cui alcune Driadi schierate al fianco dei drudjah.
Nei giorni seguenti, l’Ordine della Quercia stabilì cosa fare per purificare le acque del lago e curare la creatura: il Sommo Gerofante guidò il rituale in seguito alle discussioni ed i confronti che avevano coinvolto ogni Drudjah nelle settimane precedenti.
La sera del 23 Nembonume 285, l’intero Ordine della Quercia si è riunito attorno al falò delle Terre Selvagge richiamando l’Essenza negli elementi, amplificandola e convogliandola nel Lago.


Sommo Gerofante: “Fuoco, terra, acqua e vento, sono gli essenziali elementi dal quale ogni cosa si genera. Il loro potere scorre potente in ogni cosa ed arriva a noi, umili sentinelle dell’eterno ciclo, sottoforma di essenza. Chiudete gli occhi, svuotate la mente e riconciliatevi con ciò che vi circonda. Lasciate che ognuno di noi diventi un recipiente vuoto, che l’essenza colmerà fino a straripare potente ed inarrestabile. Convoglieremo l’essenza della natura nelle acque del lago, in modo che pulsi come il battito di un cuore forte e incorruttibile”

Diverse litanie si susseguirono: prima venne invocata l’aria, che dissipò le nebbie attorno al rifugio in costruzione, poi la terra, che ha abbracciato i piedi dei drudjah dd infine il fuoco che forte e potente si è innalzato in una pura colonna divampante, ravvivando anche il falò che da sempre caratterizza il luogo.
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L’intera area era ora straripante dell’Essenza della Natura più incontaminata ed era giunto il momento di riversare tutto nel lago, purificandone le acque e curando la creatura che vi dimora.
“Spesso l’acqua è una semplificazione utilizzata per spiegare cosa è l’Essenza: ciò che permea ogni cosa. Lasciate che le energie richiamate questa sera fluiscano nelle acque di questo lago, che le ristorino e curino le creature che vi dimorano. Siate gli argini che convogliano le energie naturali come un torrente nutre un fiume, un lago, un mare.”
Tutti insieme i drudjah, chinandosi sull’erba, rilasciarono l’Essenza libera di scorrere come acqua.

Arang Xorus
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L’Essenza trascinò con sé i drudjah verso le acque del lago, acque dove come energia verde aleggiava ormai in superficie illuminando un’ombra che stava affiorando: era al creatura.
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Dopo un breve confronto con i drudjah, che la chiamarono Eidothea, poggiò il muso su una riva del lago da dove sgorgò una sorgente dalle proprietà uniche.
Il luogo era ormai riparo sicuro dalle aberrazioni, rifugio meritato per ogni viandante che ne avrebbe avuto bisogno, metà al di fuori di ogni astio e attrito di razza, fede o politica.

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Pochi giorni dopo, Eidothea si palesò anche durante la celebrazione di Samhain davanti a tutti i presenti: Samhain 285, il ciclo che continua e persevera per tutte le genti Ardane, chiunque esse siano.
Ad Editohea è dedicata la locanda: Sorgente di Eidothea, ed una stele commemora le gesta di tutti coloro che si sono opposti al Qwaylar Corrotto.
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