Caverna Trogloditi

[…] Dopo che avrai superato radici, ragni, piante affamate, draghetti verdi, lupi mannari e un nugolo di frecce avvelenate, finalmente, potrai buttare il sacco a terra, ringraziare gli Dei per essere ancora vivo e gridare a quella boscaglia maledetta: “ti ho sconfitta!”

A quel punto, orgoglioso ed esausto, ti accascerai sotto un grande albero e ti riempirai i polmoni dell’aria che filtra in mezzo a quell’inferno verde. A grandi boccate gusterai la vittora… ma, ti domanderai: “cos’è ‘sto fetore?”

E allora i controllerai i piedi. Per quanto orribile possa essere l’odore che avranno, e ce l’avranno dopo ore di cammino, non saranno quelli.
Poi ti controllerai le ascelle. E anche quelle… sì, non sarai presentabile neanche all’ultima delle meretrici di Tortuga, ma buoni Dei! Quella puzza è davvero troppo!
Comincerai a credere di essertela fatta sotto. Calerai le braghe nel profondo della foresta, alla ricerca del prodotto dei tuoi intestini o della tua vescica.

“Ma no, è impossibile!” Dirai. “Non posso essere diventato come mio zio Ullrick. Sono troppo giovane!” E, in tutta confidenza, tuo zio Ullrick si sarebbe dovuto tirare di sotto da una scogliera tanti anni fa. Con rispetto eh, ma è una palla al piede per tutto il clan.

Comunque: comincerai a girare su te stesso, gioielli privati in bella vista, cercando col naso la direzione da cui viene quel fetore di sterco misto piscio e morte che ti si è attaccato addosso.

Ti faccio una rivelazione: non serve un cane da caccia per trovare quello schifo. Dopo un paio di giri col deretano al vento, noterai una grossa spelonca addossata sul fianco di una montagna.

“Hey! Ma c’è un fuoco là!” Esclamerai con la faccia da ebete che ti ritrovi. E come una falena, andrai verso il fuoco.
“Miei Dei! Qua la puzza è ancora peggio!” Penserai. Ti turerai il naso con la mano. Ma, che c’è là? Un facocero scuoiato? Un mazzo di uccelli spennati? Un cesto di frutta commestibile?!

“Per tutti i mari, è una benedizione!” Ti scaraventerai sul banchetto che pareva disposto solo per il tuo arrivo. La puzza sarà forte, ma chi se ne frega! Per ore sei stato tu il cibo di mezza foresta! Ora ti riempirai la pancia, alla salute di chi ti vuole morto.

Ti faccio notare, che sarai ancora a braghe calate… e proprio nel mezzo del tuo pranzo sibaritico, un grugnito gutturale ti fermerà dall’addentare il tanto desiderato cosciotto di facocero. A quel punto, la puzza sarà davvero insopportabile. Un’ombra lunga e storta, alle tue spalle, sembrerà indicarti il contenuto borbottante di quel grosso paiolo di ferro, che finora non avevi notato. E tra quelle bolle, vedrai affiorare una testa.

Controllerai le tue braghe calate, e sì: te la sarai fatta addosso.

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