[FdE] Il Giuramento

23esimo giorno di Solfeggiante dell’A.I. 283, secondo conta umana – 26 esimo giorno di Yavanniè o Ivanneth VI Parte della XXII Fioritura di Tulip, secondo conta elfica.

La Montagna di Eldor era vicina.
Il nutrito gruppo di Mezz’elfi costeggiava le rive del Darukhal, nel cuore delle Terre Selvagge in direzione delle pendici dell’Orquirian, ove un tempo sorgeva il loro Regno ormai in rovina.

Era una notte buia. Più di molte altre. Un ammasso di nuvole sorvolava i cieli Ardani dirette ad Est, eclissando la luce guida di Nùt e delle sorelle Belenìll come a voler preannunciare al mondo intero un oscuro proposito.

Questo però non fermò il cammino dei Mezz’elfi, che sotto la guida dei Tre Midian, Earon en’Deryon, Aegon Athelas e Gerath en’Eldor procedevano a passo lento verso le antiche porte ormai in rovina. La notte del Giuramento era ormai giunta e niente avrebbe placato il loro cammino.

Dinanzi alle antiche Rovine i nuovi Mezz’elfi avrebbero prestato un giuramento di fedeltà che li avrebbe legati alla causa dei Figli di Eldor. Combattendo e lottando per il bene della propria Stirpe.

Vivere e morire per i propri fratelli. Sacrificarsi per il bene della propria Stirpe.
Lottare e Prosperare insieme per la propria casa. Per la propria Famiglia.
Mai più il popolo dei Pereldar sarebbe stato diviso.

All’arrivo dinanzi a quello che per i Figli di Eldor era il luogo più sacro, la Compagnia venne assalita da enormi Grimlock che si fecero strada attraverso le sale di Eldor, sbucando dalle rovine e dalle tombe dei loro Padri. I Giganti si scagliarono contro i Mezz’elfi con ferocia immonda, come se fossero sorpresi di vedere dinanzi alle Porte di Eldor, dei Mezz’elfi ancora in vita pronti a dargli battaglia così come allora.

La battaglia fu violenta. Orde di Grimlock risalivano in superficie riversandosi verso i Mezzelfi come un’onda che s’infrange contro la costa. Ma la Stirpe dei Pereldar era tenace. Non potevano cedere terreno. Non dinanzi alle mura di Eldor. Combatterono ancora e ancora, consapevoli che al loro fianco vi erano gli sguardi e la forza dei loro Padri.

I Grimlock, gli Orchi ed i Mezzelfi si diedero battaglia, mentre le nubi continuavano ad addensarsi sopra le loro teste, spinti da una forza innaturale verso Est. Il terreno era cosparso di cadaveri dilaniati dalle ferite.
Improvvisamente, dalla sponda orientale del Darukhal fecero la loro comparsa degli uomini dalla pelle scura come l’ebano e guerrieri dal mantello nero come l’abisso più profondo: I Selvaggi della Giungla ed i guerrieri di Loknar soccorsero i Figli di Eldor, così come accadde in passato su quelle stesse terre.

Le Terre Selvagge quella notte erano in tumulto. I rumori della battaglia riecheggiavano nelle profondità di Eldor, facendosi strada attraverso le macerie che sbarravano l’entrata.

Il momento fu solenne.
La giovane Eladriel, orfana di Amon.
Il prode Aerandir Seregon, Capitano dell’Esercito dei Rotinrim.
Aldarion Namara, il giovane e volenteroso Cacciatore.

Tutti loro, uno dopo l’altro di fronte alle porte di pietra pronunciarono Il Giuramento, dinanzi a coloro che sono venuti prima di loro e sono morti per difendere la propria casa. La propria famiglia.

Urla disumane.
Urla di battaglia.
Urla di dolore.
Ed infine urla di gioia.

Vittoriosi, i Mezz’elfi alzarono le armi al cielo. Zuppi di sangue e sudore. Ai loro piedi decine e decine di Orchi, Grimlock e Lupi Giganti giacevano inermi. Avendoli ringraziati, i loro soccorritori presero a dirigersi, con le loro armate, verso Est, seguendo le scure nubi, pronti a combattere un nemico ignoto. Le armate, quindi, si divisero, ma con la promessa di rincontrarsi pochi istanti dopo, nuovamente pronti a dar battaglia, fianco a fianco.

il Giuramento ebbe inizio dinanzi alle antiche ma sempre maestose Porte che conducevano alla Città sotto la Montagna. Fra le fessure aperte dai Grimlock, l’occhio più attento scorgeva ancora lo splendore del loro antico Regno, disseminato ora dai corpi dei loro antenati.

“Dinanzi alle antiche Porte di Pietra, il mio Giuramento ha inizio.
Possa il mio braccio non stancarsi mai,
Possano le mie gambe non cedere mai.
Possa la mia mente mostrare resilienza,
il mio spirito esser forte
e la mia volontà incrollabile,
di fronte al nemico.

Mi unirò a voi, Fratelli e Sorelle.
Mi unirò a voi, nelle profonde oscurità laddove avete combattuto.
Mi unirò a voi, sostenendo a mia volta il vostro sacrificio,
il quale non può essere rinnegato in alcun modo.
Mi unirò a voi, quando le antiche Sale di Eldor verranno liberate,
e quando voi potrete riposare in pace.
Il vostro sacrificio non sarà dimenticato, ed un giorno,
Mi unirò a voi.”
– Il Giuramento dei Figli di Eldor –

Il momento fu solenne.
La giovane Eladriel, orfana di Amon.
Il prode Aerandir Seregon, Capitano dell’Esercito dei Rotinrim.
Aldarion Namara, il giovane e volenteroso Cacciatore.

Tutti loro, uno dopo l’altro di fronte alle porte di pietra pronunciarono Il Giuramento, dinanzi a coloro che sono venuti prima di loro e sono morti per difendere la propria casa. La propria famiglia.
Le parole dei Pereldar riecheggiavano nelle profondità della caverna e tutti provarono un senso di malinconia mentre alcuni suoni, come echi di una battaglia, tornarono nelle loro menti, seguite poi da un soffio di vento caldo che si fece strada attraverso i saloni di Eldor, risalendo in superficie ed avvolgendo i Mezz’elfi, come un respiro antico.

In quel momento, quando l’ultimo dei Pereldar prestò il suo giuramento, si udì un breve accenno di voci e risate, che risuonava attorno ai Mezzelfi, per poi spegnersi improvvisamente, svanendo così com’era arrivato.

Lo stupore dei Mezz’elfi fu generale e creò sgomento. E solo quando una voce penetrò nella mente dei presenti fu chiaro cosa stava accadendo.

“Eldor… Non è … un Luogo…”

Gli Spiriti dei loro Padri, erano accanto a loro. Coloro che un tempo avevano dato tutto per il loro popolo ora erano lì, invisibili e intangibili. E stavano assistendo alla nascita di una nuova era per la propria razza.

Resero omaggio un’ultima volta ai loro Padri, dopodiché decisero di marciare verso Est. Seguendo le scure nubi per raggiungere coloro che poco prima avevano combattuto al loro fianco ed aiutando gli Eserciti delle Terre Selvagge in quello che si rivelò essere un rituale per l’apertura di un varco verso la dimensione arcana di Faril Garil.

I Figli di Eldor marciarono fieri e combatterono fino allo stremo, dimostrando il loro valore alle genti delle Terre Selvagge.

 

Categories:

Eventi