RAMJALAR
I RAMJALAR
Da sempre sono esistiti individui che per scelta o per necessità trascorrono la propria vita viaggiando.
Vagabondi senza patria, che chiamano casa un luogo diverso ogni notte. Individui bizzarri spesso emarginati e guardati con sospetto dalle comunità del mondo civilizzato. Anime randagie sempre alla ricerca di qualcosa. Nell'Antica Lingua questi individui erano chiamati Ramjalar. Termine utilizzato inizialmente in senso dispregiativo e che poteva significare "personaggi strani", "selvaggi", "raminghi" o semplicemente "vagabondi".
I primi Ramjalar, da quel poco che si tramanda, furono, com'è ovvio, mezz'elfi, Perhidil (in elfico Pereldar), oppure "orfani di Ardania" come spesso venivano chiamati, disprezzati e costretti all'esilio dalle comunità in cui erano sfortunatamente nati. Da allora molti Ramjalar sono nati e vissuti, e tra loro vi furono e vi sono anche umani di vario ceppo ed elfi che scelsero deliberatamente di seguire la Via.
Nessuno nasce Ramjala, tutti possono diventarlo. Le ragioni di una tale radicale scelta di vita risiedono nel profondo dell'animo di ognuno e per ognuno sono differenti e personali. Ramjala può essere un guerriero che mal sopporta gli ordini dei propri superiori rifiutandosi di essere intruppato in un esercito regolare, e allo stesso tempo ripudia il pensiero di vendere i propri servigi per denaro: un combattente quindi che rifiuta di servire il potere o la ricchezza; oppure un esperto di Arti Arcane insofferente alla disciplina delle Accademie, e al sapere limitato e parziale che esse offrono. Un Ramjala può essere un sacerdote devoto al proprio dio o dea, ma non alla Chiesa, istituzione spesso corrotta, dove la fede diventa un mero pretesto per soddisfare ambizioni personali di potere, fama e ricchezza. Ramjalar diventano di frequente quegli individui che sono già soliti viaggiare per molte leghe, chiamando casa i luoghi più sperduti e selvaggi, individui perciò già avvezzi alla libertà, come boschivi, cantastorie, druidi e vagabondi di ogni sorta, che amano vivere nell'ombra. Tutti diversi e al tempo stesso tutti accomunati da un'inquietudine di fondo, da un rifiuto del mondo così com'è, da un'insopprimibile esigenza di libertà e di ricerca.
Nessuno, dunque, sarà giudicato in base a razza o religione, ma in base agli ideali che lo muovono e alle azioni che compie. I Ramjalar non riconoscono le leggi promulgate da città, regni o imperi che siano, come moralmente giuste, benchè cerchino di rispettarle per buonsenso o comunque per ospitalità e convivenza e non le infrangano deliberatamente. Essi tuttavia rispondono comunque ad un loro codice morale. Può capitare che un Ramjala si trovi a dover violare una legge per il perseguimento dei propri ideali, ma non è tollerata alcun tipo di violenza gratuita o immotivata, mai.
Ogni essere vivente, nei limiti stabiliti dagli dei, dovrebbe essere artefice unico del proprio destino. Questo significa essere un Ramjala: avere la vita completamente nelle proprie mani.
ORGANIZZAZIONE
Essere Ramjala significa essere padroni di se stessi. Anche del proprio nome.
Ognuno sarà infatti conosciuto dai suoi fratelli e dalle sue sorelle solo attraverso un nome che lui stesso avrà deciso (Come "l'Errante" o "il Cercatore" ad esempio…). Dal momento della scelta e per sempre quello sarà il suo nome Ramjala.
I Ramjalar non hanno divise, uniformi o segni distintivi ma amano riconoscersi tra loro indossando un pittoresco mantello verde foresta; solitamente disdegnano sfarzi e lussi di ogni tipo come gioielli o costosi indumenti poco pratici, preferendo ad essi vesti semploci che permettano con facilità di sparire tra la folla o confondersi nel fitto delle foreste. Per il vestiario è lasciata tuttavia la più ampia libertà.
Una veste non è che un pezzo di stoffa e nulla di più. Un Ramjala si distingue per ciò che fa e per ciò che dice, per quel che ha nella testa e nel cuore. Non per ciò che indossa.
Fra i Ramjalar non vi sono capi, comandanti o reclute. Non vi è una gerarchia precisa, non ci sono privilegi.
I membri più anziani e con più esperienza si impegneranno ad educare i più giovani, ma anche ad imparare da essi con umiltà, se necessario. Similmente i giovani Ramjalar si rivolgeranno con rispetto verso i più anziani, senza piaggeria ma cercando di imparare da essi ciò che non sanno e crescere perciò in abilità, sapienza e saggezza.
I Ramjalar sono soliti praticare l'autosufficienza totale, per quanto possibile. Ciò significa che l'abilità lavorativa di ognuno sarà valorizzata appieno e che ogni Ramjala preferirà sempre scambiare un bene con un suo fratello piuttosto che andare ad ingrossare i forzieri già colmi dei mercanti di città.
L'ADUNANZA
La tradizione vuole che al volgere delle stagioni, quando i raminghi lo ritengano opportuno, in un luogo concordato e tenuto segreto, venga convocata un'Adunanza.
L'Adunanza è l'assemblea dei Ramjalar, il più importante ed unico organo di autogoverno della gilda.
In queste occasioni i Ramjalar convergono da ogni regione di Ardania nel luogo convenuto, per confrontarsi con i fratelli e con le sorelle su ogni questione meritevole di discussione: dall'accoglienza per i nuovi fratelli agli eventi politici più importanti, dalle posizioni da prendere in circostanze particolari allo scambio dei racconti di viaggio.
L'Adunanza è un momento importante e gioioso nella difficile vita di un Ramjala , poiché è come il ritrovarsi di una grande famiglia, rinsaldare il legame di fratellanza che ci lega, ed è l'occasione di condividere la propria esperienza con i fratelli e le sorelle e farne esperienza comune.
IL PRIMO ORATORE
Ogni cambio di stagione, durante l'Adunanza, i Ramjalar eleggono un saggio fra i saggi, colui o colei che avrà l'onore e l'onere di rappresentarli laddove sia necessario un solo interlocutore, solitamente chiamato Primo Oratore.
Egli verrà scelto dall'Adunanza dei Ramjalar a rotazione, in base alla sua esperienza, alla sua saggezza e al tempo trascorso indossando il manto verde foresta. Quindi non è sempre necessariamente il membro più anziano.
E' importante sottolineare che il Primo Oratore non ha potere sugli altri Ramjalar, anzi non ha potere in generale, bensì riceve un mandato preciso dall'Adunanza: le sue uniche responsabilità sono rappresentare la gilda in sede diplomatica laddove sia richiesto un unico membro (I Ramjalar generalmente non amano la politica ma in alcuni casi può essere fondamentale e inevitabile); occuparsi di ogni questione amministrativa e organizzativa (eventualmente con la collaborazione di altri fratelli); convocare ufficialmente le Adunanze, presiederle e moderarle con equilibrio e giovialità.
Tradizione vuole infatti che, come si intuisce dal nome, il solo e unico privilegio del Primo Oratore sia quello di poter proferir parola per primo durante le Adunanze ed essere poi anche l'ultimo a parlare.
LA VIA
I Ramjalar esistono da tempi lontanissimi, eppure nè codice, nè leggi, né regole o precetti sono mai stati pensati o scritti da e per questi individui fuori dalla norma. Ma con il passare dei secoli talvolta capitava che un Ramjala uscisse dalla propria solitudine e condividesse parte della propria esperienza e saggezza con altri. Così vennero tramandati oralmente un'insieme di valori e principi che stanno alla base dell'esistenza di un Ramjala, interpretati secondo gli ideali individuali e le personali inclinazioni e che perciò divengono unici per ognuno di loro. Il patrimonio di tradizioni e conoscenze dei Ramjalar di ogni tempo viene tramandato, molto semplicemente, come la Via.
1. Autosufficienza
Spesso un Ramjala si trova, suo malgrado, a viaggiare in solitudine, anche in luoghi perigliosi. Un Ramjala deve essere in grado di sopravvivere con i propri soli mezzi, sfruttando nel modo migliore ogni risorsa a disposizione, anche nelle situazioni più difficili.
2. Solidarietà
Un Ramjala è legato indissolubilmente ai suoi compagni di viaggio e di vita, essi sono come fratelli e sorelle, e nulla di meno. La richiesta di aiuto di un fratello ha la priorità su ogni altro impegno. Un Ramjala non concede facilmente la propria fiducia, ma per i pochi che ne sono beneficiati egli si prodiga con tutto se stesso e senza risparmio, nella buona e nella cattiva sorte.
3. Rispetto
Un Ramjala rispetta ogni creatura vivente in quanto tale, sia essa uomo, elfo, mezzelfo, orco, animale o pianta. Un Ramjala giudica solo e soltanto secondo le azioni ed i pensieri di un individuo, mai in base alla razza, alla religione, al sesso, alla provenienza, alla fama o alla ricchezza. Pertanto non si vedrà mai un Ramjala insultare o adulare alcuno. Di fronte ad un re scellerato e arrogante, un Ramjala vede solo un tiranno, e non si inchinerà ad esso; di fronte ad un saggio mendicante, un Ramjala vede solo un saggio, e ad esso sarà lieto di inchinarsi.Egli giudica secondo saggezza, sapienza,valore, grandezza d'animo e coraggio, non guarda le corone, i titoli nobiliari o le medaglie.
4. Scaltrezza
Un Ramjala sa utilizzare ogni risorsa a sua diposizione con intelligenza e arguzia. Capisce quando è giusto parlare, combattere o ritirarsi. Un Ramjala sa rendersi invisibile e introvabile se la situazione lo richiedesse, giunge all'improvviso e ugualmente scompare senza preavviso, poiché i suoi scopi sono noti a lui soltanto, e ad alcuno deve rendere conto all'infuori della propria coscienza.Un Ramjala non teme gli sbagli, ma impara da essi e fa tesoro dell'esperienza acquisita.
5. Distacco
Un Ramjala osserva i fatti del mondo con attenzione, ma senza farsi coinvolgere. Un Ramjaladisdegna potere, ricchezza, lusso. Egli ha un solo scopo: salvaguardare la propria vita, viverla intensamente e impegnarla nel perseguimento dei propri ideali, i quali sono unici per ogni Ramjala Perciò un Ramjala rifiuta il concetto di cittadinanza, e men che meno accetta cariche istituzionali. Un Ramjala interviene direttamente solo qualora i suoi stessi ideali siano messi in gioco, mai per opportunismo o denaro. Perciò un Ramjala non sarà mai un mercenario.
6. Coraggio
Un Ramjala sa cos'è la paura, non se ne vergogna poiché essa è uno strumento di sopravvivenza, e tuttavia è in grado di vincerla quando necessario. Un Ramjala non è vigliacco, non teme ciò che è sconosciuto o senza nome. Egli sa che ogni esperienza, gioiosa o terribile, conduce ad una crescita e e perciò non teme nulla. Un Ramjala per perseguire i suoi ideali e difendere i propri Fratelli, mette continuamente a repentaglio la propria vita, e tuttavia sa che si è sempre più utili da vivi che da morti.
7. Determinazione
Un Ramjala non rinuncia mai ai propri ideali, qualsiasi essi siano, ma li persegue con pazienza e determinazione. Un Ramjala sa sbagliare, imparare dai propri errori e rialzarsi più cosciente di prima, e perciò più forte. Un Ramjala giudica e vive con lungimiranza, non è mai avventato. Egli sa quando agire e quando attendere un momento più opportuno. La forza di volontà di un Ramjala è senza pari, e perciò anche nella situazione più disperata, egli non conosce la resa, ma può preferire l'attesa all'azione. Questa non è una sconfitta, ma sempre un passo avanti nel lungo cammino che lo porterà al realizzarsi dei propri ideali.
8. Passione
Un Ramjala ama la vita in maniera totale e assoluta, e la vive con intensità piena in ogni sua stagione, giorno, ora, minuto e secondo. Egli non conosce il concetto di "perdere tempo": ogni attimo vissuto è un dono inestimabile e con il tempo diverrà esperienza e sapere. Un Ramjala è mosso da una costante e inestinguibile sete di conoscenza e da un'altrettanto viva, quasi infantile, curiosità. Curiosità per le cose del mondo, per gli altri esseri viventi, per i prodigi delle scienze e delle arti. Laddove gli individui qualsiasi vedono il proprio punto d'arrivo e si convincono d'aver conosciuto abbastanza, un Ramjala non è che all'inizio. Egli pone dei limiti alla propria conoscenza solo per sfidarli e superarli.
REGOLE E CONDOTTA
1. Innanzitutto il personaggio che opta per seguire la Via Ramjala deve sentirsi parte di una fratellanza e non di una qualsiasi gilda, cioè deve dimostrare un legame forte con gli altri Fratelli. Ovviamente se non c’è affinità, relazione con gli altri membri del gruppo la cosa non può funzionare.
2. Il personaggio non dovrà essere razzista, in quanto un Ramjala non giudica le altre persone in base alla razza o alla religione, ma solo dalle azioni che esse compiono e dagli ideali che li muovono e la Fratellanza Ramjalar ha sempre accorpato genti di ogni razza ardana. Per questo non sarebbero sensati nè consoni al background elfi luughiti/kelthriti, nani particolarmente intolleranti o altri personaggi simili.
3. Un Ramjala non deve essere un eroe o un fanatico, quindi non "ricerca" la morte in battaglia o in determinate cacce, ma ama la vita sapendo che si è più utili da vivi che da morti. Esso non parteciperà mai a campali tra i diversi regni, salvo che in rarissime occasioni nelle quali però dovrà scendere in battaglia senza manto nè tag di gilda e ovviamente solo perché spinto dai propri ideali (pertanto niente guerre per il potere o la ricchezza, niente mercenari che combattono per determinati regni e così via). Non dovrà nemmeno essere un attacca brighe in quanto un Ramjala osserva i fatti che lo circondano con attenzione, senza però farsi coinvolgere.
4. Il personaggio non dovrà uccidere animali se non in caso di necessità per la propria sopravvivenza, quindi niente sterminio sistematico di animali innocui quali orsi, lupi, cervi, cerbiatti e via discorrendo solo per accumulare pelli: ci deve essere una misura. Anche i Draghi non dovrebbero essere cacciati di proposito in quanto visti come creature sagge e protette dai druidi di Paranor e che in passato hanno aiutato i raminghi e difeso il rifugio stesso. I Ramjalar essendo rispettosi nei confronti della natura e quindi molto vicini ai druidi della Bella per questo, accettano il fatto di non organizzare cacce ai draghi per nessun motivo, limitandosi ovviamente a difendersi e rispondere nei casi di aggressione da parte di elementi slegati dall'Isola e dal Concilio dei Draghi.
Inoltre da sempre la Fratellanza ha stretto una buona amicizia e rispetto verso i Drudjah di Paranor, avendo anche dei membri fedeli della Madre devoti alla dottrina dei Gerofanti. Pertanto i druidi al di fuori degli insegnamenti dell'Ordine della Quercia vengono considerati semplici devoti a Ella e a modo loro.
5. Un Ramjala ama viaggiare e affrontare nuove avventure, quindi se il personaggio è un mago dovrà preferire spostarsi a cavallo o in nave, piuttosto che usare continuamente portali e rune.
6. Il Rifugio, luogo di ritrovo per i vari Fratelli e viandanti, non è pattugliato come fosse un centro abitato, quindi non può avere un custode (ware) pubblico, benchè ne abbia uno privato per Thànar (novizi), Taulan e Ramjalar e disponga di casse con serratura che vengono affidate personalmente agli aspiranti (Chiràkar). Non vi sono guardie stipendiate nè ovviamente un sistema di tasse. L'unico vendor che possono avere i Ramjalar per il baratto di risorse e oggetti è in comune e gestito dal Custode del Rifugio. Il ramingo, in quanto tale secondo background, non potrà avere case personali o mercanti nelle varie città siccome non sono ritenuti consoni, ma potrà affittare liberamente delle stanze nelle locande ardane durante i suoi viaggi.
Trovandosi nel cuore delle Terre Selvagge in una zona colma di mostri e pericoli, coltivare appezzamenti di terra attorno al rifugio è malvisto e va evitato, in quanto già in passato accadde che mostri e animali predatori assalivano la zona del rifugio attirati dalle coltivazioni. Tuttavia vi è un grosso recinto adibito a campo coltivato che la Fratellanza affida temporaneamente anche ad amici e ospiti. Lo stesso vale per un recinto per l'accoppiamento degli animali, che si usa alla necessità e può venir prestato temporaneamente.
7. Niente personaggi troppo giovani, adolescenti sotto i sedici anni e in casi eccezionali mantenendo una certa linea ruolistica dato che è ritenuto molto importante per un ramingo l’autosufficienza e non sarebbe credibile che un ragazzino ancora troppo piccolo e immaturo intraprendesse una Via così ardua e impegnativa.
PERCORSO PER DIVENIRE RAMJALAR
Coloro che decidono di avvicinarsi alla Via verranno nominati "Chìraka" (aspiranti) e verrà loro affidato un manto di colore più chiaro rispetto a quello Ramjalar, nonchè una cassa di legno con serratura personale per le proprie necessità. Essi avranno dinnanzi un percorso di apprendimento riguardante la storia, i modi, gli usi e lo stile di vita dei raminghi da condividere con gli appartenenti alla Fratellanza, oltre ad alcune semplici prove ed incarichi che verrà loro chiesto di portare a termine, affinché collaborino per il mantenimento del rifugio e comprendano se la Via del Ramjala è veramente ciò che fa per loro.
Una volta terminata con successo questa prima fase di apprendimento, se tutti i Prahla saranno daccordo, verranno nominati "Thànar" (nozivi) e muniti del manto Ramjalar e di un accesso privato al custode (ware) del rifugio. Avrà così inizio per loro un nuovo percorso di vita che, con il tempo, la fiducia, la costanza e l'impegno li porterà ad affrontare nuove prove, compreso il tradizionale eremitaggio, sino a potersi infine considerare "Ramjala" a tutti gli effetti e ricevere così il loro "nuovo nome".
DIALETTO RAMJALAR
Djèlem - Saluto d'arrivo
Kamdjèl - Saluto di congedo
Asante - Grazie
Asante Sana - Grazie Mille
Jul'èm - Prego
Prahla - Fratello/Sorella
Chìraka - Aspirante Ramjalar
Thànar - Novizio Ramjalar
Taulan - Amico della Fratellanza
Hey/Na - Sì/No
Drom - Strada
Gadjo - Non Ramjalar, "cittadino" (appellativo dispregiativo)
Tsàra - Tenda
Kamshè - Primo Oratore