Goblin dell’Arcipelago

“La guerra santa desidera il suo ierofante più di ogni altra cosa, poiché solo lui potrà scacciare l’usurpatore dalla terra promessa.”

Questo direbbero i goblin, se solo quelle bestioline maligne avessero una lingua che permettesse loro di esprimersi in modo più complesso.

Dovessi tradurre letteralmente i loro ideogrammi, verrebbe piuttosto così:

“Guerra ha bisogno di ‘padrone-che-parla!’ Ammazza-elfi che ruba casa di Dei.”

Capirete da soli perché non possiamo lasciare traduzioni letterali. Sarebbero del tutto inadeguate a descrivere un pensiero che è sì, molto semplice, ma ricco di sfumature che la lingua arcaica dei pelleverde non può del tutto esprimere, quando tradotta in maniera letterale. Dobbiamo sforzarci perciò, di adattare il senso della loro scrittura, la poca che ne hanno, alle ragioni del loro operato e della loro società, tenendo sempre in considerazione il loro sistema di credenze e le, seppur poche, conoscenze riguardo le tensioni interne alla loro breve storia.

Prendiamo questo passo dall’Air’ekzz tesz’arik airek, ad esempio… letteralmente dovremmo leggerlo: “I parla-ovest lascia molto tempo casa di Dei per cerca ‘padrone-che-parla’ in acqua salata.”
Invece, una traduzione più completa, sarebbe: “I profeti dell’occidente lasciarono la terra promessa molto tempo addietro, alla ricerca dello ierofante nel mare dell’ovest.”

Perché, vi direte, questa varianza? Se aveste studiato i rilievi e le copie dei carteggi in lingua goblin, una cosa che non smetterò mai di ripetervi, sapreste che i pelleverde hanno affrontato ben più che una divisione interna e, sempre ammesso che abbiate studiato, sapreste anche che la loro religione è al centro di queste divisioni. Nonostante permangano elementi comuni a tutti i clan, come la coppia di alberi primigeni, il ciclo di vita e morte e lo stesso nome di Air’ekzz, ovvero “i sacri”, la società goblin ha elaborato moltissime varianti interpretative della guerra santa e di come e quando questa si concluderà.

Tra queste varianti, c’è quella dei cosiddetti “Izatarkkan’z Ddunek”, ovvero i “profeti dell’occidente”. Questo clan o gruppo (non ci è chiaro di che numeri si parli, poiché ricorderete che la lingua goblin non ha alcun modo di esprimere i numeri, ma solo le variazioni quantitative), ci è noto prese distanza dal Doriath per imbarcarsi in un’impresa che li vide avventurarsi oltre il confine occidentale del mare.

E lo fecero con un preciso scopo religioso, come si evince da un altro passo dell’Air’ekzz tesz’umna air’ek, la “Sacra grande memoria dei Sacri”, che ci dice:
“I profeti dell’occidente sputavano sulle promesse dei capi e non credevano lo ierofante sarebbe nato nel sangue della lotta. Resi folli dall’acqua salata, guardavano ad ovest e consultavano le molte stelle e in queste videro che lo ierofante dormiva, strangolato tra le radici dell’usurpatore.”

E continua:
“I profeti dell’occidente, resi folli dall’acqua salata…” notate come l’epiteto si ripeta “…dunque scavarono, là dove madre-notte giunge prima che altrove e la terra divora chi non la prega.”

Questo è quanto… per oggi basta teoria. Prendete tutti la vostra copia dell’Air’ekzz tesz’umna air’ek ed aprite a pagina trentacinque e cominciamo a tradurre dal terzo passo…

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