[Val] L’armonia ritrovata

Da due anni ormai i nobili elfi di Valinor e l’Ordine della Quercia avevano disteso i loro rapporti, dopo le tristi vicende che interessarono i due popoli. Questa distensione fu il frutto di una presa di coscienza da parte degli elda di Valinor che premiarono la buona volontà di coloro i quali onorano la Madre, soprattutto allorquando la vil feccia atana di Loknar tese una trappola al popolo valinrim dopo una festa a Rotiniel, il popolo druidico si volse in aiuto al popolo degli alti e dei silvani, schierandosi palesemente dalla loro parte insieme a tanti altri toronin della Perla. Per questo motivo l’Aran Makindur e la Tàri Beriannen indissero una cena invitando quanti qualche sera prima avevano mostrato il loro valore e la loro determinazione prestando aiuto ai valinrim e scampando al pericolo di una massacro. L’Ordine della Quercia si era palesemente schierato dalla parte della giustizia e dell’armonia difendendo i valori della pace e della concordia. La sera del banchetto, che si tenne ad Ondolinde, l’Aran, in segno di riconoscimento, permise all’elfa Haramiel Tunac, Gran Druida del Doriath, di poter continuare ad accedere alla valle.

 

 

Negli anni che seguirono vi furono numerosi segnali che fecero riflettere gli elfi e quando i druidi finalmente chiesero un incontro chiarificatore, gli elda accettarono di buon animo e li accolsero al palazzo della diplomazia ad Ilkorin.

La sera del 23 Nénime|Nìnui 6° parte della 22 Foritura del Tulip, 22 Forense dell’anno Imperiale 283 secondo la conta atana, i druidi arrivarono su cavalli splendenti, unicorni li chiamavano, la riunione durò a lungo, nessuno dei due popoli aveva intenzione di rammentare ciò che li aveva divisi ma tutto il discorso si concentrò su ciò che li accomunava. Terminata la riunione si respirava un’aria di festa, un’aria di allegria, si era arrivati ad un compromesso e finalmente i druidi di Paranor potevano rientrare alla Feconda, e il bando sarebbe stato tolto.

 

I giorni passarono, e finalmente il grande giorno arrivò, quella sera dopo anni di esilio dalle bianche mura, l’Ordine della Quercia faceva ritorno alla Valle Celata varcando quei grandi cancelli, ad accoglierli vi era il Ninque Sàila Hatanien e tutti i toronin insieme a lui che fecero strada ai druidi, mostrando loro la Valle e ricordandogli i loro doveri in quanto ospiti di quel vetusto Regno.

 

Seguì un lauto banchetto organizzato da tor Gilthor, Gran Maestro delle Cerimonie, e lo scambio di doni. Gli elda di Valinor regalarono ai druidi un libro intarsiato con un’ode agli antichi (draghi), in ricordo dell’armonia ritrovata, mentre i druidi restituirono del legno lunare e dorato al popolo valinrim. La sera sembrava non finire mai sotto le eleni che benedivano quella ritrovata armonia, e quando l’aurora iniziava a colorare il cielo, i druidi furono scortati alla baita dall’armata degli Araldi, stanchi ma felici, perché finalmente il buonsenso e l’armonia aveva trovato spazio nei cuori di tutti.

 

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