[AMO] Le 21 lune dell’Onore e i nuovi Consoli

 

Il 20 di Macinale del 283 ad Amon vengono celebrate le antiche tradizioni degli Auspicia, la lettura delle stelle secondo le conoscenze del clero danuita. La volta celeste in quella serena notte disvelò, con le sue luminose Belenil qualcosa, un presagio o forse una promessa, del futuro dell’Imperatore Valorium Darkbane e del suo impero.

Invitato dalla Templare dell’Oracolo Victoria, quando Valorium giunse sul terrazzo del Palazzo dell’Acqua fu accolto dagli amoniani schierati solennemente e la sua presenza, a volte paterna, a volte ruvida e rude, rese fieri i Leoni dal manto Cremisi. Il carbone ardente nel braciere cerimoniale consumava le foglie mistiche, i cristalli di diamante, incastonati sul candido tappeto, riflettevano quella serena luce durante un semplice e intimo cerimoniale.

Più tardi tutti i presenti furono invitati dall’Imperatore a castello, nella sala del suo trono, dove fu proclamata la pubblicazione della nuova Lex e la rimessa in carica dei Biconsolato amoniano. Valorium pose così la fascia rosso vermiglio del Console su Sten e Victoria Ek, come Consoli Militare e Templare.

Fu quella l’occasione per proclamare l’inizio delle 21 Lune dell’Onore in Macinale, la rievocazione storica della resistenza di Re Agravain durante la guerra del 191, ed il suo sacrificio, insieme alla Legione di Frontiera.

“Tanti est exercitus, quanti imperator”
Di tanto valore è l’esercito, di quanto il suo condottiero

“Correva l’A.I. 191 ed Amon cadeva. L’autunno aveva spogliato gli alberi dei boschi intorno alla Guerriera, il clangore delle armi era il solo suono che le genti avevano udito per giorni e notti intere. L’Orda, terribile, distruttiva, forte della sua Corruzione, braccio di Morte del Re Nero, aveva vinto. L’estrema difesa dei regni umani, Amon che di rosso e virtù si tingeva, cadeva. Ben Ventuno Lune avevano resistito, così narrano le cronache, la Legione di Frontiera ed il suo Re, Agravain, l’ultimo signore della vecchia Amon.”

Quei giorni dovevano servire a giovani e vecchi amoniani, per sfiorare con Spirito e Corpo lo stato dei Padri, durante i lunghi giorni di battaglia contro gli Orchi distruttori e forti dei poteri oscuri dei Necrarchi. Ad Amon era tradizione impiegare quei giorni di commemorazione per combattere con più ardore non-morte e manifestazioni demoniache, ma anche per ripercorrere le gesta del Re.

Insieme all’Ordine della Quercia Amon affrontò gli orchi di una fortezza misteriosa, con templi oscuri e prigioni maleodoranti, fino alla statua del Pater Crom rovinata e i manti amoniani, tra macerie e rovine. Testimonianza di un’antica spedizione dei Padri amoniani ma anche di profondi e singolari avvenimenti legati alle gesta di Re Agravain.

Si raccolsero in silenzio per onorare quel vecchio campo di battaglia e poi, come unica voce ma di molti guerrieri, innalzarono il Canto agli Elisi

Oltre noi stessi!

Il suono del vento tra le spighe

L’oro del grano

Ove i Padri dimorano insieme al Primo Guerriero

Il clangore delle armi

La fierezza dei Fratelli

 

Ti accompagno milite verso i Campi

Ti onoro mostrandoti l’elsa della mia spada

Va da loro ed ascolta

Ciò che faremo riecheggerà nell’Eternità

 

Amon vale la vita di un uomo giusto

Amon vale la vita dei suoi figli

 

Ti rincontrerò un giorno, ma non ancora!

Va fratello, finché Crom lo vorrà!

Ai Campi Elisi!

Poi fu la sera della vigilia della fine delle 21 lune, la notte che celebrava gli Eroi prima di una battaglia. Il castello si aprì e con esso la sala dei Pretoriani dell’Imperatore, lasciata libera per accogliere Legione e Templari festanti, tra vino Rosso di Amon e carni alla brace. Quella sera nessuno doveva indossare gradi o divise, poiché come fratelli uniti da medesima storia dovevano prepararsi alla battaglia del giorno seguente.

Schierati gli amoniani presenti, i Consoli riformarono simbolicamente la Legione di Frontiera, con le divise dorate e insieme partirono alla volta della Capitare orchesca. Ciò che si consumò in quella 21esima luna non fu solo una battaglia, ma soprattutto un ricordare insieme il senso di appartenenza amoniano, che negli ultimi anni aveva inciampato diverse volte.

Pochi ma compatti, i fedeli del Cremisi, alzarono alto lo stendardo del Leone sulla torre del Vecchio Mastio, a Forte Agravain, dove un tempo sorgeva la prima Amon. Lo fecero con l’orgoglio negli occhi e la fierezza nel loro tono di voce quando insieme levarono in coro il grido di battaglia:

 

USQUE AD FINEM URBI FIDELIS

[Victoria Ek]

 

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