- Sat Mar 18, 2023 3:56 pm
#56345
Il percorso da Thanàr volgeva al termine e la tradizione Ramjalar voleva che Edward passasse un periodo in ritiro in un luogo a scelta, per tornare dai suoi fratelli al Rifugio solo quando avesse scelto il suo nuovo nome, lasciandosi alle spalle per sempre quello vecchio. Senza pensarci molto, istintivamente scelte come luogo del ritiro il continente elfico, in particolare la pianura vicino a Rotiniel. Si era avventurato tra le colline verdi e gli alberi maestosi finché non aveva trovato il luogo perfetto per montare la sua tenda, ai piedi della montagna, vicino alla cascata. Niente di più lontano dai suoi luoghi familiari beduini, il deserto di Tremec e le montagne rosse.
Mentre montava la sua tenda, Edward non poteva fare a meno di notare la bellezza del paesaggio circostante. Il suono dell'acqua che scendeva dalla cascata creava una melodia rilassante, mentre gli alberi e le colline verdi lo circondavano, creando un'atmosfera di pace e tranquillità. Si sedette per un attimo ad ammirare il paesaggio, sentendo il vento fresco sulla sua pelle.
Edward aveva deciso di usare questo ritiro per meditare e concentrarsi su se stesso. Non sapeva bene come poteva fare oltre la meditazione. Per questo motivo, aveva portato con sé numerosi libri e il falcetto da erborista.
Le settimane passavano, Edward si immerse completamente nel suo ritiro, dedicandosi alla sua pratica magica e alla meditazione. Si svegliava presto ogni mattina per fare una passeggiata, raccogliere erbe e ammirare il paesaggio, poi si sedeva a leggere e studiare i suoi libri di magia. Nel pomeriggio, si esercitava con gli incantesimi e nuove formule, cercando di migliorare la sua abilità magica.
Ma non tutto era facile come sembrava. Edward si sentiva solo e, a volte, il suo ritiro sembrava una tortura. Sentiva la mancanza degli altri Ramjalar e della vita nomade. Tuttavia, si rendeva conto che questo ritiro era necessario per la sua crescita e la sua evoluzione.
Con il tempo, iniziò a vedere i risultati del suo duro lavoro. La sua abilità magica era migliorata notevolmente e aveva provato nuovi incantesimi e formule che non aveva mai avuto il tempo di sperimentare prima.
Durante una notte di sonno profondo, aiutato da alcuni nuovi funghetti rossi trovati nel bosco, Edward fece un sogno straordinario.
Il sogno di Edward fu molto coinvolgente. Appena si addormentò, si trovò catapultato in un vasto deserto dorato, illuminato da un sole rovente che percepiva ma non vedeva, vi erano infatti molte nuvole scure intorno a se e la sensazione di essere avvolto da un vento caldo e secco. Il deserto sembrava infinito, senza alcun segno di vita o di presenza umana.
Poi, all'improvviso, vide un gruppo di figure che camminavano verso di lui. Le figure lo chiamarono per nome in lontananza mentre il cielo iniziò a diventare scuro. Erano tutti vestiti con abiti leggeri e colorati, adornati con gioielli luminosi e pendenti dorati. Ma ciò che attirò l'attenzione di Edward furono gli occhi dei personaggi: erano tutti di un colore intenso e brillante, che sembrava brillare di luce propria.
Passo dopo passo le figure arrivarono davanti a lui e con voce sussurrata gli dissero che erano i suoi antenati, una stirpe di maghi beduini chiamati Occhineri. Edward si sentì subito affascinato e stupito. Gli Occhineri gli dissero che la sua famiglia era stata scelta per portare avanti la loro eredità magica, che risaliva a centinaia di anni fa.
Gli antenati gli mostrarono un libro antico, dalle pagine ingiallite, che conteneva informazioni dettagliate sulla storia della sua stirpe. Edward lo aprì e vide immagini di maghi che sconfiggevano i demoni, proteggevano i villaggi e portavano la pace nelle terre desertiche.
Gli antenati gli dissero che lui era stato scelto per ereditare la magia e la saggezza dei loro antenati, e che aveva il compito di usare i suoi poteri per il bene di Ardania. Edward si sentì onorato e commosso, e stringendo al petto il libro giurò di portare avanti l'eredità dei suoi antenati. Da figlio di padre ignoto a ereditiero di una cultura antica, era il passo che aveva sempre voluto.
Gli antenati gli mostrarono una serie di rituali e incantesimi a lui sconosciuti. Gli mostrarono come usare i suoi poteri per curare malattie, creare illusioni di intere armate, evocare spiriti della dimensione del sogno e viaggiare attraverso i mondi dell'illusione. Edward era incantato dalle possibilità che gli si stavano aprendo e si sentiva come se fosse finalmente riuscito a trovare il suo vero scopo.
Il sogno durò un tempo indefinito e gli antenati gli mostrarono tante altre cose sulla loro cultura e sulle loro credenze. Edward si sentì vicinoalla sua stirpe beduina come mai prima, e si rese conto che il suo ritiro nel deserto non era stato solo per la ricerca di un nome, ma una vera e propria iniziazione nella magia degli Occhineri.
Il mattino seguente, quando si svegliò, Edward si sentì carico di una nuova energia e determinazione. Ma l'energia durò molto poco, appena alzato la bocca impastata, un forte mal di testa, nausea e la sacca dei funghetti vuota accanto alla branda gli fecero intuire che forse la sera prima aveva esegerato.
Provò a farfugliare qualcuno degli incantesimi che ricordava di aver sognato ma non successe nulla, gli rimase il dubbio che il sogno fosse stata solo una grossa allucinazione. O forse no? La nausea persistente tendeva a fargli prevalere l'opzione dell'allucinazione.
Ad ogni modo un nome gli rimase in testa Occhionero, che potesse essere quello il suo nuovo nome? Qualcosa dentro di se, mentre vomitava nel torrente i resti dei funghetti mal digeriti, gli diceva di sì.
Il giovane mago, pulitosi la bocca con l'acqua del torrente, si alzò con un sorriso sulle labbra e un senso di serenità che non aveva mai provato prima. Tornò alla tenda e cominciò a prepararsi per il ritorno al Rifugio, dove i suoi fratelli lo aspettavano.
Arrivò al Rifugio al tramonto, quando il sole calava all'orizzonte e il cielo si tuffava in un'esplosione di colori, tipica delle terre selvagge e che mostrava perfettamente la bellezza della palude davanti al rifugio. I Ramjalar lo accolsero calorosamente, notando subito il cambiamento in lui. Edward si sentiva diverso, più forte, più sicuro di sé.
Raccontò loro del suo sogno e della sua scoperta della stirpe degli Occhineri, nonchè del suo nuovo nome, Occhionero. I Ramjalar presenti si mostrarono incuriositi e impressionati dalla storia di Edward, che aveva saggiamente saltato tutta la parte relativa a quei nuovi funghetti elfici che aveva consumato prima di addormentarsi.
Occhionero si sentiva di nuovo a casa al Rifugio Ramjalar ma i pensieri su quel sogno si fecero sempre più intensi tantopiù i dettagli del sogno divenivano fumosi, l'idea di essere di una stirpe speciale gli piaceva molto. Nei giorni seguenti tornò nuovamente nel bosco di Rotiniel, cercando in lungo e in largo altri funghi rossi, ma non ne trovò più.
Mentre montava la sua tenda, Edward non poteva fare a meno di notare la bellezza del paesaggio circostante. Il suono dell'acqua che scendeva dalla cascata creava una melodia rilassante, mentre gli alberi e le colline verdi lo circondavano, creando un'atmosfera di pace e tranquillità. Si sedette per un attimo ad ammirare il paesaggio, sentendo il vento fresco sulla sua pelle.
Edward aveva deciso di usare questo ritiro per meditare e concentrarsi su se stesso. Non sapeva bene come poteva fare oltre la meditazione. Per questo motivo, aveva portato con sé numerosi libri e il falcetto da erborista.
Le settimane passavano, Edward si immerse completamente nel suo ritiro, dedicandosi alla sua pratica magica e alla meditazione. Si svegliava presto ogni mattina per fare una passeggiata, raccogliere erbe e ammirare il paesaggio, poi si sedeva a leggere e studiare i suoi libri di magia. Nel pomeriggio, si esercitava con gli incantesimi e nuove formule, cercando di migliorare la sua abilità magica.
Ma non tutto era facile come sembrava. Edward si sentiva solo e, a volte, il suo ritiro sembrava una tortura. Sentiva la mancanza degli altri Ramjalar e della vita nomade. Tuttavia, si rendeva conto che questo ritiro era necessario per la sua crescita e la sua evoluzione.
Con il tempo, iniziò a vedere i risultati del suo duro lavoro. La sua abilità magica era migliorata notevolmente e aveva provato nuovi incantesimi e formule che non aveva mai avuto il tempo di sperimentare prima.
Durante una notte di sonno profondo, aiutato da alcuni nuovi funghetti rossi trovati nel bosco, Edward fece un sogno straordinario.
Il sogno di Edward fu molto coinvolgente. Appena si addormentò, si trovò catapultato in un vasto deserto dorato, illuminato da un sole rovente che percepiva ma non vedeva, vi erano infatti molte nuvole scure intorno a se e la sensazione di essere avvolto da un vento caldo e secco. Il deserto sembrava infinito, senza alcun segno di vita o di presenza umana.
Poi, all'improvviso, vide un gruppo di figure che camminavano verso di lui. Le figure lo chiamarono per nome in lontananza mentre il cielo iniziò a diventare scuro. Erano tutti vestiti con abiti leggeri e colorati, adornati con gioielli luminosi e pendenti dorati. Ma ciò che attirò l'attenzione di Edward furono gli occhi dei personaggi: erano tutti di un colore intenso e brillante, che sembrava brillare di luce propria.
Passo dopo passo le figure arrivarono davanti a lui e con voce sussurrata gli dissero che erano i suoi antenati, una stirpe di maghi beduini chiamati Occhineri. Edward si sentì subito affascinato e stupito. Gli Occhineri gli dissero che la sua famiglia era stata scelta per portare avanti la loro eredità magica, che risaliva a centinaia di anni fa.
Gli antenati gli mostrarono un libro antico, dalle pagine ingiallite, che conteneva informazioni dettagliate sulla storia della sua stirpe. Edward lo aprì e vide immagini di maghi che sconfiggevano i demoni, proteggevano i villaggi e portavano la pace nelle terre desertiche.
Gli antenati gli dissero che lui era stato scelto per ereditare la magia e la saggezza dei loro antenati, e che aveva il compito di usare i suoi poteri per il bene di Ardania. Edward si sentì onorato e commosso, e stringendo al petto il libro giurò di portare avanti l'eredità dei suoi antenati. Da figlio di padre ignoto a ereditiero di una cultura antica, era il passo che aveva sempre voluto.
Gli antenati gli mostrarono una serie di rituali e incantesimi a lui sconosciuti. Gli mostrarono come usare i suoi poteri per curare malattie, creare illusioni di intere armate, evocare spiriti della dimensione del sogno e viaggiare attraverso i mondi dell'illusione. Edward era incantato dalle possibilità che gli si stavano aprendo e si sentiva come se fosse finalmente riuscito a trovare il suo vero scopo.
Il sogno durò un tempo indefinito e gli antenati gli mostrarono tante altre cose sulla loro cultura e sulle loro credenze. Edward si sentì vicinoalla sua stirpe beduina come mai prima, e si rese conto che il suo ritiro nel deserto non era stato solo per la ricerca di un nome, ma una vera e propria iniziazione nella magia degli Occhineri.
Il mattino seguente, quando si svegliò, Edward si sentì carico di una nuova energia e determinazione. Ma l'energia durò molto poco, appena alzato la bocca impastata, un forte mal di testa, nausea e la sacca dei funghetti vuota accanto alla branda gli fecero intuire che forse la sera prima aveva esegerato.
Provò a farfugliare qualcuno degli incantesimi che ricordava di aver sognato ma non successe nulla, gli rimase il dubbio che il sogno fosse stata solo una grossa allucinazione. O forse no? La nausea persistente tendeva a fargli prevalere l'opzione dell'allucinazione.
Ad ogni modo un nome gli rimase in testa Occhionero, che potesse essere quello il suo nuovo nome? Qualcosa dentro di se, mentre vomitava nel torrente i resti dei funghetti mal digeriti, gli diceva di sì.
Il giovane mago, pulitosi la bocca con l'acqua del torrente, si alzò con un sorriso sulle labbra e un senso di serenità che non aveva mai provato prima. Tornò alla tenda e cominciò a prepararsi per il ritorno al Rifugio, dove i suoi fratelli lo aspettavano.
Arrivò al Rifugio al tramonto, quando il sole calava all'orizzonte e il cielo si tuffava in un'esplosione di colori, tipica delle terre selvagge e che mostrava perfettamente la bellezza della palude davanti al rifugio. I Ramjalar lo accolsero calorosamente, notando subito il cambiamento in lui. Edward si sentiva diverso, più forte, più sicuro di sé.
Raccontò loro del suo sogno e della sua scoperta della stirpe degli Occhineri, nonchè del suo nuovo nome, Occhionero. I Ramjalar presenti si mostrarono incuriositi e impressionati dalla storia di Edward, che aveva saggiamente saltato tutta la parte relativa a quei nuovi funghetti elfici che aveva consumato prima di addormentarsi.
Occhionero si sentiva di nuovo a casa al Rifugio Ramjalar ma i pensieri su quel sogno si fecero sempre più intensi tantopiù i dettagli del sogno divenivano fumosi, l'idea di essere di una stirpe speciale gli piaceva molto. Nei giorni seguenti tornò nuovamente nel bosco di Rotiniel, cercando in lungo e in largo altri funghi rossi, ma non ne trovò più.
Occhionero - il Ramjala beduino mezzosangue