- Sat Feb 25, 2023 9:07 pm
#56002
Discord:Kevin M.#9105
23 Forense, 287; Helcaraxe.
"Figli e figle del nord, non vedo paura nei vostri occhi, sento la brama di raggiungere il valhalla e di combattere come i possenti giganti, sento l'odore del sangue ed il suono delle asce, vedo le valchirie dorate in attesa di LEGGENDE!
Perchè è questo ciò che siete fratelli miei, questa sera, questa battaglia, quest'invasione verrà ricordata fino alla notte del Gotterdammerung!
Sarà storia per gli Skald che inciterranno il nostro popolo, ricordando di come questo esercito sotto il nome di yggr, sotto il nome dello jarl storpio, invaderà le terre verdi e conquesterà la gloria e la fama!
Urlate figli di helcaraxe, lasciate che i vostri avi vi sentano e provino invidia per questa occasione!
Perchè vi attenderanno orgogliosi, crogiolandosi in attesa di brindare con voi nel valhalla dopo aver combattuto!
Per Helcaraxe, per yggr!"
Queste furono le parole dello Jarl Storpio, Dreyr Von Kessel.
Il tempo sembrava fermo, i fiocchi di neve più lenti nel cadere a terra. La galaverna sugli arbusti rifletteva quel momento, storico, anche il vento sembrava cessato per dar spazio al battito di ogni guerriero.
I cavalli sembravano agitati e le bardature tra le file così compatte rilasciavano un suono stridulo, fastidioso.
Il discorso, ricco d'enfasi, riempì quel vuoto d'agitazione; Aprì il sipario ad uno spettacolo sentito e vivo nello spirito dei presenti.
I Guerrieri urlarono, urlarono forte. Gli Skald accompagnarono quegli urli stonati non curanti del suono sgraziato. Nordici, uomini liberi, Hammin.
L'esercito Djaredin era lì. Presente. Le armature si mostravano nel loro splendore: ogni rifinitura seguiva i lineamenti del loro piccolo corpo, congiungendosi armoniosamente sul busto raffigurando antiche parole. I genieri, accompagnati dai loro mille arnesi e dallo sguardo più sveglio, si lasciarono trascinare dall'enfasi facendosi scappare qualche trucco esplosivo.
Il discorso, troncato dall'ultimo filo di fiato che lo Jarl aveva in corpo, venne accompagnato dall'Hvildebjorn, Cormak Icemberg, che con polmoni pieni suonò il Corno.
La battaglia ebbe inizio.
Le cavalcature s'avviarono al trotto, la vallata s'aprìì ed i segugi, affamati da giorni chiusi in gabbia, seguirono l'odore di un vecchio e sudicio abito che sembrava ricordare l'abito di qualche amoniano combattuto addietro.
La strategia agli occhi dello Storpio e delle guide che lo spalleggiavano sembrava chiara.
La marcia proseguì freneticamente: distese d'erba, arbusti,colline ed infine in vista il ponte, a dividere l'ostile confine.
"Nordici! Amici ed Alleati! Da qui cominceremo l'avanzata! Il popolo amoniano è davanti a noi! Nessun ripensamento, dev'essere una carica continua! Vanno schiacciati sulle montagne !"
L'Esercito, compatto, avanzò. Finalmente erano lì...
Amon, con il suo ordine maniacale, sembrava coprire ogni piccola zolla di terreno. Le loro vesti importanti rammentavano la ricchezza e l'imponenza dell'Impero.
La terra cominciò a tremare, una strana energia smosse il terreno creando intorno a loro una fortezza immaginaria: la manipolazione del flux sembrava incantare coloro che la fissavano o provavano ad avvicinarsi ad essa.
L'immaginazione non durò poi molto, le urla delle prime linee nordiche scossero l'esercito tutto che prontamente tentò di distruggere l'illusione. Momenti d'agitazione, di adrenalina, di foga accompagnarono quel momento ed entrambi gli eserciti immobili, fermi. I due stendardi piantati sul terreno sembravano confrontarsi sugli ideali, sui valori, sui motivi di tutto il sangue versato e nessuno dei due pareva rispondere al vento.
Il terreno intriso di sangue mostrava uno scenario crude ma allo stesso tempo vivo, pieno di emozioni contrastanti , un evento brutale ma allo stesso tempo affascinante.
Alcuni nordici cominciarono a cadere durante la carica. Gli occhi delle guide e dello jarl storpio sembravano sicuri.
La carica proseguì, i più stanchi indietreggiarono di poco per dar spazio alle prime linee più fresche e questo logoramento durò per svariate clessidre.
Gli occhi cangianti dello storpio s'illuminarono, non perché era in pericolo, ma perché la strategia pensata sembrava funzionare! L'Esercito amoniano, cominciò ad indietreggiare.
"Ora! Prime Linee! Dovete spingere, Ora!! "
Amon, sembrava scomposta. Il suo maniacale ordine l'abbandonò per pochi attimi, quei pochi attimi che bastarono agli occhi svegli degli djaredin per dar vita ad un'esplosione.
Il terreno s'infiammò e con esso alcuni uomini dell'esercito amoniano. Amon si voltò e alle spalle, ad abbracciarla, le mura rocciose dell'Orus Maer.
Gli uomini dell'impero cominciarono a cadere sotto le asce ed i fendenti del popolo invasore, una parte cercò di ritrovar fiducia e di riunirsi nei diversi punti della lunga vallata ma ormai era troppo tardi.
Helcaraxe ed i popoli a lei alleati avanzarono. I Segugi affamati cominciarono a seguire le tracce dei feriti.
La terra fertile era ricoperta da corpi adagiati: i cadaveri seguivano la scia dei fuggitivi. La foga e la forza dei mastodontici barbari avevano lasciato il segno sulle carni; lacerate nutrivano il terreno.
Lo Jarl Storpio, con la sua camminata stanca aiutato dallo sfortunato destriero, ispezionò la valle soffermandosi infine su un cadavere. Il corpo era di pietra e per buona parte in frantumi, ma il volto si mostrò chiaro agli occhi di Dreyr che sorrise.
Salì sul carro e con orgoglio si rivolse all'esercito:
" Ve l'avevo promesso e ne ero certo! Helcaraxe ha vinto! Urlate e lasciate che Yggr senta la vostra voce! ".
IL PASSO E' NOSTRO!
"Figli e figle del nord, non vedo paura nei vostri occhi, sento la brama di raggiungere il valhalla e di combattere come i possenti giganti, sento l'odore del sangue ed il suono delle asce, vedo le valchirie dorate in attesa di LEGGENDE!
Perchè è questo ciò che siete fratelli miei, questa sera, questa battaglia, quest'invasione verrà ricordata fino alla notte del Gotterdammerung!
Sarà storia per gli Skald che inciterranno il nostro popolo, ricordando di come questo esercito sotto il nome di yggr, sotto il nome dello jarl storpio, invaderà le terre verdi e conquesterà la gloria e la fama!
Urlate figli di helcaraxe, lasciate che i vostri avi vi sentano e provino invidia per questa occasione!
Perchè vi attenderanno orgogliosi, crogiolandosi in attesa di brindare con voi nel valhalla dopo aver combattuto!
Per Helcaraxe, per yggr!"
Queste furono le parole dello Jarl Storpio, Dreyr Von Kessel.
Il tempo sembrava fermo, i fiocchi di neve più lenti nel cadere a terra. La galaverna sugli arbusti rifletteva quel momento, storico, anche il vento sembrava cessato per dar spazio al battito di ogni guerriero.
I cavalli sembravano agitati e le bardature tra le file così compatte rilasciavano un suono stridulo, fastidioso.
Il discorso, ricco d'enfasi, riempì quel vuoto d'agitazione; Aprì il sipario ad uno spettacolo sentito e vivo nello spirito dei presenti.
I Guerrieri urlarono, urlarono forte. Gli Skald accompagnarono quegli urli stonati non curanti del suono sgraziato. Nordici, uomini liberi, Hammin.
L'esercito Djaredin era lì. Presente. Le armature si mostravano nel loro splendore: ogni rifinitura seguiva i lineamenti del loro piccolo corpo, congiungendosi armoniosamente sul busto raffigurando antiche parole. I genieri, accompagnati dai loro mille arnesi e dallo sguardo più sveglio, si lasciarono trascinare dall'enfasi facendosi scappare qualche trucco esplosivo.
Il discorso, troncato dall'ultimo filo di fiato che lo Jarl aveva in corpo, venne accompagnato dall'Hvildebjorn, Cormak Icemberg, che con polmoni pieni suonò il Corno.
La battaglia ebbe inizio.
Le cavalcature s'avviarono al trotto, la vallata s'aprìì ed i segugi, affamati da giorni chiusi in gabbia, seguirono l'odore di un vecchio e sudicio abito che sembrava ricordare l'abito di qualche amoniano combattuto addietro.
La strategia agli occhi dello Storpio e delle guide che lo spalleggiavano sembrava chiara.
La marcia proseguì freneticamente: distese d'erba, arbusti,colline ed infine in vista il ponte, a dividere l'ostile confine.
"Nordici! Amici ed Alleati! Da qui cominceremo l'avanzata! Il popolo amoniano è davanti a noi! Nessun ripensamento, dev'essere una carica continua! Vanno schiacciati sulle montagne !"
L'Esercito, compatto, avanzò. Finalmente erano lì...
Amon, con il suo ordine maniacale, sembrava coprire ogni piccola zolla di terreno. Le loro vesti importanti rammentavano la ricchezza e l'imponenza dell'Impero.
La terra cominciò a tremare, una strana energia smosse il terreno creando intorno a loro una fortezza immaginaria: la manipolazione del flux sembrava incantare coloro che la fissavano o provavano ad avvicinarsi ad essa.
L'immaginazione non durò poi molto, le urla delle prime linee nordiche scossero l'esercito tutto che prontamente tentò di distruggere l'illusione. Momenti d'agitazione, di adrenalina, di foga accompagnarono quel momento ed entrambi gli eserciti immobili, fermi. I due stendardi piantati sul terreno sembravano confrontarsi sugli ideali, sui valori, sui motivi di tutto il sangue versato e nessuno dei due pareva rispondere al vento.
Il terreno intriso di sangue mostrava uno scenario crude ma allo stesso tempo vivo, pieno di emozioni contrastanti , un evento brutale ma allo stesso tempo affascinante.
Alcuni nordici cominciarono a cadere durante la carica. Gli occhi delle guide e dello jarl storpio sembravano sicuri.
La carica proseguì, i più stanchi indietreggiarono di poco per dar spazio alle prime linee più fresche e questo logoramento durò per svariate clessidre.
Gli occhi cangianti dello storpio s'illuminarono, non perché era in pericolo, ma perché la strategia pensata sembrava funzionare! L'Esercito amoniano, cominciò ad indietreggiare.
"Ora! Prime Linee! Dovete spingere, Ora!! "
Amon, sembrava scomposta. Il suo maniacale ordine l'abbandonò per pochi attimi, quei pochi attimi che bastarono agli occhi svegli degli djaredin per dar vita ad un'esplosione.
Il terreno s'infiammò e con esso alcuni uomini dell'esercito amoniano. Amon si voltò e alle spalle, ad abbracciarla, le mura rocciose dell'Orus Maer.
Gli uomini dell'impero cominciarono a cadere sotto le asce ed i fendenti del popolo invasore, una parte cercò di ritrovar fiducia e di riunirsi nei diversi punti della lunga vallata ma ormai era troppo tardi.
Helcaraxe ed i popoli a lei alleati avanzarono. I Segugi affamati cominciarono a seguire le tracce dei feriti.
La terra fertile era ricoperta da corpi adagiati: i cadaveri seguivano la scia dei fuggitivi. La foga e la forza dei mastodontici barbari avevano lasciato il segno sulle carni; lacerate nutrivano il terreno.
Lo Jarl Storpio, con la sua camminata stanca aiutato dallo sfortunato destriero, ispezionò la valle soffermandosi infine su un cadavere. Il corpo era di pietra e per buona parte in frantumi, ma il volto si mostrò chiaro agli occhi di Dreyr che sorrise.
Salì sul carro e con orgoglio si rivolse all'esercito:
" Ve l'avevo promesso e ne ero certo! Helcaraxe ha vinto! Urlate e lasciate che Yggr senta la vostra voce! ".
IL PASSO E' NOSTRO!
Discord:Kevin M.#9105