- Thu Oct 13, 2022 12:02 pm
#54103
10 Orifoglia 286, Tortuga
Le lunghe conversazioni delle settimane e i mesi precedenti stavano per concretizzarsi; era una questione di minuti. Avevano lavorato duramente per quel progetto, Eckard Mov e Lark McGibbs, senza dimenticare quel bastardo di Tabor, che ha scelto di trapassare prima di vedere realizzato il loro sogno.
Nonostante il trascorso come pirata e come corsaro, affrontando quindi spesso la morte faccia a faccia, sapevano che attorno a quel tavolo, all’interno del governatorato, molto potesse essere deciso del futuro loro, e di tutta l’isola di Tortuga.
Per di più, oltre ai cittadini dell’isola e gente del continente interessata a viverci, ci sarebbe stato anche capitan Malandrino, capitano dei corsari scarlatti; non si potevano commettere passi falsi.
Fortuna che Aislin si trovava nei pressi della piazza quando è arrivato il capitano e hanno potuto scambiare due chiacchiere.
«Speriamo che Aislin ci stia mettendo una buona parola» sussurrò Eckard a Lark, il quale, avendo avuto modo di conoscerla, rispose con un sorriso beffardo.
Per l’occasione i due avevano commissionato alla tortughese Winther di cucirgli gli abiti migliori, con le stoffe più pregiate; in fondo si sa, i tortughesi sono manigoldi, ma anche molto vanitosi.
Iniziarono a radunarsi intorno alla diciottesima ora in piazza, sorvegliata come sempre da quel balordo di Brutus, con i suoi baffoni tinti di rosso, e il suo accento buffo.
«Per Danu Santa, sediamo però allora» disse Malandrino, e, dopo essersi scambiati un cenno di intesa Lark e Eckard, quest’ultimo fece strada incamminandosi all’interno del governatorato, fin su, alla sala riunioni.
Attorno a quel tavolo erano presenti, oltre al capitan Malandrino, Lark, Eckard e Brutus, anche Thom Drays, Jalissa, Cosmo Lesh, Sabbia, Arthemis, Aislin e Padre Jon e, dopo aver dispensato rum e sigari, il primo a parlare fu il capitano degli scarlatti.
«Mi fa piacere vedere l'isola bella vivace e sono contento che ognuno di voi abbia deciso di stanziarsi fra le calde ed umidicce temperature di Tortuga» guardando i presenti mentre fumava un sigaro. «Spero che la vostra permanenza sia piacevole, tranquilla e soprattutto che possa portarvi ricchezze e serenità. D'altronde, Tortuga è proprio questo, una piccola oasi in mezzo al mare, dove la gente può vivere "libera".»
Iniziò così quella che a tutti gli effetti era la prima riunione dei Cittadini di Tortuga, e Lark ed Eckard si alternarono parlando ai presenti di quelli che erano le proprie idee e i loro progetti.
«Compari o futuri compari, qui si parla di dobloni! E come si fanno i dobloni? Con la furbizia, amici miei. Con la furbizia.» esordì Lark attirando l’attenzione dei presenti. «La libertà è ciò che contraddistingue questi lidi. E ce la godremo.»
«Formeremo un nucleo cittadino, dove chi vuole fare lo spazzino o il guardiano del faro, lo farà. Chi vuole contrabbandare rum e tabacco, lo farà, e così via. Saremo scorretti, ma non servirà arrivare alle armi, o meglio… non sempre» aggiunse Eckard.
Iniziò quindi un discreto vociare tra i presenti, i quali si stavano ponendo diversi dubbi e domande in merito a quanto sentito. «Attenzione che il governatore vigila; niente colpi di mano, o si va giù col collo dritto.» sottolineò Padre Jon, il reverendo. Eckard e Lark sapevano bene che chi governava l’isola era il governatore Morgan e il capitano Malandrino, e non ebbero problemi a rispondere allo scarlatto.
La riunione proseguì tra rum e tabacco, parlando di concetti più complessi come i codici di comportamento, e strutture sociali, e piano piano, dopo aver posto i propri dubbi e ascoltato le risposte, uno alla volta abbandonarono la sala e tornarono alle proprie vite.
Il cittadino di Tortuga, fino a quel momento, era semplicemente un abitante devoto all’isola che firmava col proprio nome (o con una X nel caso di Brutus), il registro cittadino; nulla più che un simbolo. Ed era esattamente questo che Eckard e Lark volevano cambiare. Il cittadino tortughese non sarebbe stato più semplicemente un nome su un registro, ma una figura che rappresentasse la cittadinanza di Tortuga, riconosciuta dal governatore, dal capitano e da tutte le città e villaggi dei continenti. Non si trattava di fondare una ciurma o una compagnia commerciale, bensì di gestire la parte cittadina dell’isola.
Non sarebbe stato facile, non sarebbe stato indolore, ma quel giorno, il 10 Orifoglia 286, a Tortuga, firma dopo firma dei presenti alla riunione sui registri dell'isola, si era appena piantato un seme, quello della libertà dei cittadini di Tortuga.
10 Orifoglia 286, Tortuga
Le lunghe conversazioni delle settimane e i mesi precedenti stavano per concretizzarsi; era una questione di minuti. Avevano lavorato duramente per quel progetto, Eckard Mov e Lark McGibbs, senza dimenticare quel bastardo di Tabor, che ha scelto di trapassare prima di vedere realizzato il loro sogno.
Nonostante il trascorso come pirata e come corsaro, affrontando quindi spesso la morte faccia a faccia, sapevano che attorno a quel tavolo, all’interno del governatorato, molto potesse essere deciso del futuro loro, e di tutta l’isola di Tortuga.
Per di più, oltre ai cittadini dell’isola e gente del continente interessata a viverci, ci sarebbe stato anche capitan Malandrino, capitano dei corsari scarlatti; non si potevano commettere passi falsi.
Fortuna che Aislin si trovava nei pressi della piazza quando è arrivato il capitano e hanno potuto scambiare due chiacchiere.
«Speriamo che Aislin ci stia mettendo una buona parola» sussurrò Eckard a Lark, il quale, avendo avuto modo di conoscerla, rispose con un sorriso beffardo.
Per l’occasione i due avevano commissionato alla tortughese Winther di cucirgli gli abiti migliori, con le stoffe più pregiate; in fondo si sa, i tortughesi sono manigoldi, ma anche molto vanitosi.
Iniziarono a radunarsi intorno alla diciottesima ora in piazza, sorvegliata come sempre da quel balordo di Brutus, con i suoi baffoni tinti di rosso, e il suo accento buffo.
«Per Danu Santa, sediamo però allora» disse Malandrino, e, dopo essersi scambiati un cenno di intesa Lark e Eckard, quest’ultimo fece strada incamminandosi all’interno del governatorato, fin su, alla sala riunioni.
Attorno a quel tavolo erano presenti, oltre al capitan Malandrino, Lark, Eckard e Brutus, anche Thom Drays, Jalissa, Cosmo Lesh, Sabbia, Arthemis, Aislin e Padre Jon e, dopo aver dispensato rum e sigari, il primo a parlare fu il capitano degli scarlatti.
«Mi fa piacere vedere l'isola bella vivace e sono contento che ognuno di voi abbia deciso di stanziarsi fra le calde ed umidicce temperature di Tortuga» guardando i presenti mentre fumava un sigaro. «Spero che la vostra permanenza sia piacevole, tranquilla e soprattutto che possa portarvi ricchezze e serenità. D'altronde, Tortuga è proprio questo, una piccola oasi in mezzo al mare, dove la gente può vivere "libera".»
Iniziò così quella che a tutti gli effetti era la prima riunione dei Cittadini di Tortuga, e Lark ed Eckard si alternarono parlando ai presenti di quelli che erano le proprie idee e i loro progetti.
«Compari o futuri compari, qui si parla di dobloni! E come si fanno i dobloni? Con la furbizia, amici miei. Con la furbizia.» esordì Lark attirando l’attenzione dei presenti. «La libertà è ciò che contraddistingue questi lidi. E ce la godremo.»
«Formeremo un nucleo cittadino, dove chi vuole fare lo spazzino o il guardiano del faro, lo farà. Chi vuole contrabbandare rum e tabacco, lo farà, e così via. Saremo scorretti, ma non servirà arrivare alle armi, o meglio… non sempre» aggiunse Eckard.
Iniziò quindi un discreto vociare tra i presenti, i quali si stavano ponendo diversi dubbi e domande in merito a quanto sentito. «Attenzione che il governatore vigila; niente colpi di mano, o si va giù col collo dritto.» sottolineò Padre Jon, il reverendo. Eckard e Lark sapevano bene che chi governava l’isola era il governatore Morgan e il capitano Malandrino, e non ebbero problemi a rispondere allo scarlatto.
La riunione proseguì tra rum e tabacco, parlando di concetti più complessi come i codici di comportamento, e strutture sociali, e piano piano, dopo aver posto i propri dubbi e ascoltato le risposte, uno alla volta abbandonarono la sala e tornarono alle proprie vite.
Il cittadino di Tortuga, fino a quel momento, era semplicemente un abitante devoto all’isola che firmava col proprio nome (o con una X nel caso di Brutus), il registro cittadino; nulla più che un simbolo. Ed era esattamente questo che Eckard e Lark volevano cambiare. Il cittadino tortughese non sarebbe stato più semplicemente un nome su un registro, ma una figura che rappresentasse la cittadinanza di Tortuga, riconosciuta dal governatore, dal capitano e da tutte le città e villaggi dei continenti. Non si trattava di fondare una ciurma o una compagnia commerciale, bensì di gestire la parte cittadina dell’isola.
Non sarebbe stato facile, non sarebbe stato indolore, ma quel giorno, il 10 Orifoglia 286, a Tortuga, firma dopo firma dei presenti alla riunione sui registri dell'isola, si era appena piantato un seme, quello della libertà dei cittadini di Tortuga.