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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Kendra Aishtar
#4074
Giorno 7 - 10 Adulain 282, Notte

Governatorato, Piano superiore



È seduto sul letto della stanza, in maniera stranamente composta. Ha la schiena dritta e la sua postura è rigida.

"Ho visto un fantasma, come ne abbiamo visti tante altre volte. La prima volta l’ho visto davanti a Khewe, quindi l’ho attaccato per mandarlo via. Mi ha detto che ero ciò che stava cercando...
... quando sono sparito, ero in un posto buio. Pensavo fosse un sogno o un’allucinazione. Ero immobilizzato e sentivo la sua voce. Era spettrale. Mi ha parlato di morte e dolore... mi ha detto che sono come lui, anzi... che sono lui. Mi ha sfiorato una guancia e il suo tocco bruciava."


Il tono di voce è piatto, atono. Non ha inflessioni e nessuna emozione sembra trasparire dallo sguardo. Gli occhi di Iulian sono vuoti, cerchiati da occhiaie.

"Ti vedo strano. Sai spiegarmi questo tuo cambiamento?"

"Sono normale."

"Non credi faccia caldo per andare in giro tanto coperto?"


Del vapore esce dalla bocca e dal naso quando parla e respira.

"Senza, sentirei freddo."

"Non ti sei chiesto, allora, perché tutti ti vedano strano?"

"Potreste essere voi quelli strani."

"C'è qualcosa che vuoi dirmi?"

"C’è stato solo un momento che non mi è piaciuto. Ho sentito le sue dita sotto all’armatura. È stato spiacevole, credo abbia provato a graffiarmi. Poi se n’è andato e mi sono sentito più leggero."

"Cosa intendi per più leggero?"


Iulian si alza in piedi e inizia a vagare per la piccola stanza, guardandosi intorno. Mentre sono seduta alla scrivania per prendere appunti, mi si piazza alle spalle e i nostri sguardi si incrociano, riflessi nello specchio.
Mi fissa per qualche secondo con uno sguardo strano, con un'espressione che non ho mai visto sul suo volto. Poi mi sfiora i capelli, emettendo un suono che non dimenticherò mai più. Un sibilo, sottile e raccapricciante.

"Hiiisssss..."

Poi allontana di colpo la sua mano dai miei capelli e si guarda intorno turbato, confuso.

"Cos'era quel verso?"

"Quale verso? Io... devo essermi addormentato. Non so perché sono in piedi."


Mentre scrivo mi trovo nella mia stanza al Governatorato, dove mi sono rifugiata in preda al panico dopo aver salutato Iulian.


∞ ∞ ∞


Giorno 8 - 11 Adulain 282, Pomeriggio

Cannocchiale Rotto, Stanza 4



Ho deciso di tornare in questa stanza per cercare di chiarirmi le idee su quello che è successo negli ultimi giorni.
Sarà utile stilare un resoconto completo di tutto ciò che è successo, in modo da non tralasciare nulla.
Sarà opportuno inserire anche i commenti e le osservazioni che Iulian mi ha fornito e che continuerò a chiedergli. È fondamentale ottenere da lui quante più informazioni è possibile.

Giorno 1 - Zarr Vagor, 4 Adulain 282: nel sotterraneo che si nasconde sotto l'isola, uscendo da quel covo ci imbattiamo in un'ombra che appare e scompare, confondendoci. D'improvviso si avvinghia al corpo di Iulian, rendendolo quasi immateriale, e lo fa sprofondare sotto al pavimento.
Dopo qualche secondo Iulian fa ritorno, così risaliamo, ma dal suo corpo iniziano a sprigionarsi onde d'energia nera, che colpiscono tutte le persone che lo circondano. Gli esorcismi di Ace, invece di scacciare quell'ombra e quella strana energia, hanno il solo effetto di stendere Ace stesso.
Iulian ci dice che l'ombra gli ha parlato e gli ha detto che, se Ace lo avesse fatto di nuovo, ci avrebbe uccisi tutti. Ha concluso dicendo che tornerà.

Giorno 6 - Terre Selvagge, 9 Adulain 282: Durante il diverbio avvenuto prima dello scontro fra Loknariani e Cavalieri dell'Alba, Iulian si allontana di qualche passo e inizia a parlare da solo. Sfodera l'arma, sembra minaccioso. Pare inveire contro qualcosa di invisibile.

"Ha parlato di nuovo di morte e di dolore e continuava ad apparire e a sparire sempre in punti diversi. Ad un certo punto era alle spalle di Orval e sembrava risucchiargli la vita dal corpo...
Dopo aver parlato con lui, ho visto che mi osservava da un'altura. Poi è sparito."


Terrò aggiornato questo taccuino, nella speranza che mettere per iscritto tutto ciò che accade possa aiutarmi ad aiutare Iulian.
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By Kendra Aishtar
#4438
Giorno 23 - 26 Adulain 282

Governatorato, Sala riunioni



Lyra mi ascolta in silenzio e i suoi occhi spesso sognanti mi scrutano con attenzione. Senza fiatare, lascia che io le racconti ogni dettaglio della vicenda, per poi rispondermi con tono calmo e misurato.

"La storia di quel luogo è popolata di ombre. Le ombre sono come l'acqua, possono prendere molte forme. Dici che a Iulian... è stato portato via qualcosa?"

"È quello che gli ha detto l'ombra, ma a me pare piuttosto che l'ombra si sia impossessata di lui."

"Non si prende senza dare nel mondo dello spirito...
Cosa succede se Iulian... guarda in uno specchio?"


La sua domanda mi lascia spiazzata e, senza capirne il motivo, l'ansia mi assale. Cosa ha portato Lyra a chiedermelo?

"Mi ha detto che una volta ha visto il suo riflesso come deformato, che tenta di uscire dallo specchio."

"Era un'ipotesi, me l'hai confermata. Gli specchi... sono strumenti potenti. Riflettono l'interezza di una persona. Se a Iulian è stato portato via qualcosa, è possibile che qualcos'altro abbia riempito quel vuoto. Penso che sarà difficile scacciarlo... senza prima avere pronto ciò che deve tornare al suo posto. Quest'ombra di cui parli è un'entità senziente... dotata di consapevolezza. E come ogni entità consapevole, c'è qualcosa che la spinge."


Le porte della stanza cominciano ad aprirsi e a chiudersi come mosse da una mano invisibile, ma pare che non ci sia nessun altro oltre a noi due. La mia agitazione viene compensata e, in parte, placata dalla compostezza e dalla calma di Lyra.

"Come si scala una montagna, Kendra? Un passo alla volta. Devi capire cosa vuole ciò che si trova dentro Iulian.
Usa lo specchio..."



∞ ∞ ∞


Giorno 23 - 26 Adulain 282, Notte

Piazza della Misericordia



Trovare un posto tranquillo dove riordinare i pensieri non è mai stato semplice qui a Tortuga, ma a quest'ora della notte, per fortuna, la maggior parte della gente è svenuta ubriaca da qualche parte o trova conforto dalle ragazze di Blanche.
Il silenzio della piazza, interrotto solo dal gracchiare di Poriko, mi consente di riflettere sugli sviluppi più recenti, che ho voluto condividere con Lyra.

Giorno 11 - Tortuga, 14 Adulain 282: Iulian appare e scompare per le vie di Tortuga. Dice di andare in locanda e si avvia in quella direzione, ma pochi attimi dopo lo ritroviamo nei pressi dell'arena. La cosa va avanti per diversi minuti, finché non decidiamo di chiedergli cosa stia succedendo. Iulian ci guarda come se fossimo pazzi, dice di non capire il motivo di quelle domande. Preso dalla rabbia per l'insistenza di Ruthen, all'improvviso lo afferra per la gola, sollevandolo da terra, per poi scaraventarlo a diversi metri di distanza, dove il ragazzo batte la testa contro un palo di legno e cade svenuto. Mentre noi corriamo a soccorrerlo, Iulian, apparentemente calmatosi, si allontana e nel farlo emette di nuovo quel verso agghiacciante.

"Hisss..."

Quando gli vengono chieste spiegazioni su quel gesto di inaudita violenza, Iulian dice di non ricordare per niente di aver fatto del male a Ruthen.

Giorno 13 - Tortuga, 16 Adulain 282: Chiedo pareri ai membri della Ciurma che sono a conoscenza dei fatti, cercando di evitare, per quanto possibile, di coinvolgere esterni nella vicenda. Ventofreddo dice di aver fatto delle ricerche e sostiene che potrebbero essere stati degli esseri umani ad aver sprigionato forze oscure da Zarr Vagor, come avvenuto già in passato. Il parere unanime è che, se mai questa storia dovesse trovare un epilogo, Iulian non tornerà mai più come prima.

"Come si scala una montagna, Kendra?"
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By Kendra Aishtar
#4799
Giorno 28 - 1 Madrigale 282

Covo del Teschio



"Come ti senti?"

"Normale. Sono sempre uguale, me lo chiedono tutti ma sono sempre io."

Lo guardo. Sembra tutto tranne che normale.

"Non hai neanche la minima sensazione di essere cambiato dopo quella spedizione a Zarr Vagor?"

"Non so. Ammetto che quell'incontro col fantasma è stato piuttosto strano."


Il tono di voce e lo sguardo sono completamente inespressivi. Iulian sembra un involucro vuoto, incapace di provare ed esternare emozioni.

"E hai strane sensazioni da quando è successo? Vuoti di memoria?"

"Non mi pare."

"Non ti sembra strano che non ricordi minimamente di aver quasi ucciso Ruthen dopo averlo fatto?"

"Mi avrà fatto andare il sangue al cervello con le sue continue fesserie".

"Hai sensazioni diverse nei confronti della Ciurma rispetto a qualche settimana fa?"

"Onestamente, a parte te, è gente che può solo aiutarmi a fare giustizia, nulla di più."


La sua risposta conferma ciò che temevo da quando siamo tornati da quella maledetta isola. Il suo attaccamento alla Ciurma si è estremamente indebolito, quasi azzerato. Non ha spirito di sopportazione e i legami che aveva intrecciato con gli uomini si sono dissolti nel giro di pochi giorni, come se non fossero mai esistiti.

"Tu mi eviti. Posso capirlo, hai paura. La storia del fantasma ha spaventato tutti. Eppure, era solo un fantasma... e non si fa vedere più da tempo.
Ormai... dovreste tutti capire... che è tempo perso a chiedermi come sto. Io sto bene, siete voi che ve la fate addosso."


Parla lentamente, come se facesse fatica a formulare le parole.

"Se non dico cretinate e non mi ubriaco come ogni altro imbecille non vuol dire che mi sia successo chissà cosa.
Sto. Bene."


"C'è qualcos'altro che vuoi dirmi?"

"Solo una cosa. Di' ai tuoi di smetterla di chiedermi come sto e di guardarmi come un appestato o potrebbero non avere più come guardarmi."

Vorrei cambiare argomento, chiedergli di quel sogno di cui ha parlato ad Ace, ma l'arrivo di un Marinaio c'interrompe.


∞ ∞ ∞


Quando ho bisogno di un consiglio, so sempre da chi andare a chiedere. Il Saggio Ace. Questo problema, però, sembra che sia troppo complesso anche per lui. In ogni caso, sarà meglio segnarmi ogni parola pronunciata dal Quartiermastro, potrebbe risultare utile quando riusciremo a capirci qualcosa in più.

Giorno 24 - Tortuga, 27 Adulain 282: In base alla sua esperienza, Ace crede che, per liberarci dall'ombra, sarà necessario darle qualcosa in cambio e teme che l'unica soluzione possa essere un sacrificio umano. Mi racconta, poi, di un sogno ricorrente fatto da Iulian, che si vede intrappolato dentro ad uno specchio, bloccato ed immobile, che guarda verso l'esterno dello specchio. Da lì, ciò che riesce a vedere è l'interno della sua stanza in locanda.

Forse un barlume di speranza c'è. Quel corpo, quell'involucro privo di vita non è Iulian. Iulian è da qualche altra parte... ma dove?

"Usa lo specchio..."



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By Kendra Aishtar
#5251
Giorno 62 - 4 Granaio 282

Piazza della Misericordia



Sono settimane che la situazione sembra essere rientrata. O meglio, sono settimane che la situazione pare stabile.

Peccato che Iulian sembri ancora un cadavere che cammina.

La Ciurma si è ormai abituata alla sua aria spettrale e rassegnata all'idea che probabilmente l'Artigliere non tornerà più quello di prima.
Io, invece, continuo a scervellarmi, a cercare di capire che cosa mai possa essere successo e, soprattutto, come accidenti fare ad aggiustare le cose.

"Usa lo specchio..."

Sì, ma come?

La presenza di Lyra sull'isola mi rassicura, come se il suo semplice essere seduta in questa piazza con noi possa fare da barriera fra me, la Ciurma e quello spirito giunto ad incrinare la nostra pace.
Forse per quel suo sorriso calmo e i suoi modi misurati o forse perché sembra essere sempre un passo avanti agli altri, come se in lei ci fosse un miscuglio perfetto fra razionalità e istinto ferino.

Anche stavolta si accorge di qualcosa ben prima di me.

La piazza di Tortuga è animata dalle nostre voci e dal tintinnare dei nostri boccali, quando Iulian arriva e ci guarda spaesato, come se ci vedesse per la prima volta. Non risponde alle nostre domande, o meglio, sembra non riuscirci. Ho l'impressione di avere davanti agli occhi un bambino che sta imparando a parlare... o qualcuno che non è più abituato a farlo.
Dopo qualche attimo ci è chiaro che quello non è Iulian, ma il suo ospite che si manifesta dopo settimane di assenza.

Ruthen si mette immediatamente sulla difensiva e sfodera la sua lama, ma gli ordino categoricamente di non alzare un dito su Iulian. O meglio, sul suo corpo. Cauta mi avvicino a lui, lentamente. Devo capire, ho bisogno di capire.

"Cosa vuoi? Dicci cosa vuoi!"

"Tutto... nero..."


Le parole sono pronunciate con difficoltà, in un sussurro che mi fa accapponare la pelle. Non distolgo gli occhi da lui e quasi mi dimentico di non essere da sola in quella pizza. Ruthen? E Lyra? Non ho idea di cosa stiano facendo in questo momento, so solo che...

"Usa lo specchio!"

Non riesco a capire se Lyra lo abbia detto davvero o se sia solo passato per la mia mente, ma comincio a cercare nella mia borsa qualcosa che possa fungere da specchio e riflettere l'immagine di Iulian. E la prima cosa che riesco a tirare fuori è... il seghetto che uso per lavorare il legno.
Poco importa. Sollevo il metallo e lo piazzo davanti ai suoi occhi. Non so cosa succederà, non so se quello è il modo corretto di usare lo specchio, ma non so come altro comportarmi e tutto ciò che posso fare è tenere sollevata la lamina di metallo e pregare Oghmar che accada qualcosa.

Chiudo gli occhi per un attimo, poi abbasso il seghetto per capire se ha sortito un qualche tipo di effetto.

Sto per morire.

Questo è l'unico pensiero che mi attraversa la mente quando vedo il volto di Iulian deformato in una maschera di rabbia. Nella mano stringe già una lama, pronta ad essere usata contro di me. Non so quale freddezza mi consente di fuggire via prima che possa colpirmi.

Mi volto a vedere cosa stia succedendo e vedo Ruthen partire all'attacco, ma Iulian torna in sé.

"Ho visto... qualcosa...
Un giovane... litigava con un altro uomo e una ragazza... «Siete dei codardi», diceva... non volevano accompagnarlo... hm, non so dove.
«Posso farcela da solo, voi non mi servite a niente», ecco, diceva così... poi andava via.
Io... devo andare... devo controllare... lo specchio."


Senza aggiungere altro, Iulian comincia a correre verso la locanda, alla ricerca di uno specchio vero in cui guardare e da cui, forse, ottenere qualche risposta.

Rimaniamo interdetti. Iulian ha avuto una visione? E cos'è che ha visto? Il passato? Un altro luogo?
Passano solo pochi minuti, durante i quali io, Ruthen e Lyra rimuginiamo su quanto appena accaduto e sulle parole di Iulian, quando lo vediamo fare ritorno dal sentiero a ovest.

Mi guarda e sul suo volto c'è un leggero sorriso.
Sorrido anch'io, istintivamente, senza sapere che il peggio doveva ancora arrivare e che sarebbe giunto a breve.

Ma Lyra, per fortuna, è sempre un passo avanti agli altri.
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By Kendra Aishtar
#5604
Giorno 62 - 4 Granaio 282, Notte

Governatorato, Piano superiore



Non è facile mettere per iscritto quanto avvenuto nelle ore successive. Ora che abbiamo fatto ritorno sull'isola e che finalmente ho modo di ripensare all'accaduto, cercherò di fare un resoconto dettagliato di tutte le tappe di questa serata e di segnare su questo taccuino le scoperte che abbiamo fatto.

Tortuga: Iulian fa ritorno in piazza, con un'espressione completamente diversa rispetto a quella che aveva solo pochi minuti fa. Mi si avvicina sorridendo, con un'aria affettuosa che non mostra mai in presenza di altre persone. Mi sfiora i capelli con gesti lenti ma, dopo pochi secondi, il sorriso sparisce per lasciare il posto ad un'espressione spaesata, perplessa.

"Io... come mi trovo qui?"

Lyra balza in piedi allarmata e mi prende per le spalle per allontanarmi da lui.

"Kendra, non è lui!"

Smarrita, mi lascio trascinare via da Lyra, mentre Iulian urla a propria volta.

"Allontanati, vuole te!"

Pochi secondi di lucidità, poi il volto di Iulian cambia espressione per l'ennesima volta. Ci rendiamo conto ha perso di nuovo il controllo, che non è più lui... e che dobbiamo scappare tutti il prima possibile.

"La locanda... lo specchio!"

Cominciamo a correre verso il Cannocchiale rotto con Iulian, o qualunque cosa sia, alle calcagna.

"Deve specchiarsi, dobbiamo trovare un modo per farlo specchiare."

Raggiungiamo la locanda e saliamo di corsa al piano superiore, ma non ho le chiavi. Non sappiamo come risolvere il problema e mentre io, Lyra e Ruthen siamo lì davanti alla porta ad interrogarci sul da farsi, Iulian ci raggiunge e si avvicina a noi con estrema calma. Tira fuori il portachiavi e apre la porta della stanza, dove avremmo trovato lo specchio.

"Sono io, tranquilli. Entriamo e vediamo cosa succede se guardo il mio riflesso. Prego."

Ci invita ad entrare e noi non ce lo facciamo dire due volte. Ci lascia passare, ma... non entra insieme a noi e ci chiude dentro alla stanza. Battere i pugni contro la porta e urlare alla finestra non serve a niente, quindi Ruthen comincia a dare spallate alla porta per aprirla. Intanto sentiamo delle urla provenire da fuori e ci affacciamo.

"AIUTO! AIUTO! CORRETE! IN SPIAGGIA, PRESTO!"

Lyra dà un calcio ben piazzato alla porta che finalmente si apre, così ci scaraventiamo fuori dalla stanza e dalla locanda per raggiungere la spiaggia, dove assistiamo ad una scena terrificante.
Iulian infierisce su un cadavere mutilato e riverso sulla sabbia, mentre il sangue fresco schizza in ogni direzione.

"Cosa fai?! FERMO!"

"Eh? Che è successo?... Io..."

"Hai fatto bene, amico. Se lo meritava. Dico, ha provato a fregarti il borsello, l'ho visto io! Era solo un dannato ladruncolo."

Guardiamo il mercenario, che non sembra curarsi troppo del corpo maciullato che tentiamo di coprire con la sabbia, mentre Iulian, con la tunica grondante sangue, si guarda intorno come se vedesse quel luogo per la prima volta in vita sua.

"Ora basta, questa situazione va risolta. Allontaniamoci da qui, che nessuno parli dell'accaduto se non vogliamo che il Governatore ci mandi via da Tortuga a calci nel sedere. Iulian, adesso parlaci di nuovo della tua visione di prima e cerca di spiegarci cosa sta succedendo."

Ci avviciniamo all'arena, dove, col favore del buio, possiamo parlare senza il timore che qualcuno venga a curiosare.

"Ve l'ho detto, c'erano due uomini e una donna e litigavano, uno di loro ha dato agli altri dei codardi... parlavano di un luogo dove avrebbero dovuto andare insieme...
Dopo, è successo qualcosa di ancora più strano...
Era tutto buio e io mi trovavo in... in una specie di prigione. Qualcuno mi parlava, la sua voce era spettrale. Lui... lui diceva delle cose... «Il tuo corpo... mio... lei... mia...»
Non so cosa significhi questo, ma posso dire che il luogo dove quei tre ragazzi litigavano era uguale alla piazza che si trova di fronte alla biblioteca di Hammerheim."


Ci guardiamo in faccia, in silenzio per qualche secondo.

"Bene. Questo significa che andremo ad Hammerheim."

Si è fatto tardi e Ruthen non se la sente di affrontare il viaggio, così prendiamo il mare solo io, Iulian e Lyra.


⚓


Hammerheim: Raggiungiamo le coste delle Westlands e sbarchiamo. Ormai è notte, ma dobbiamo entrare in città e non possiamo rischiare di farci riconoscere. Un intruglio ci consente di oltrepassare le mura senza che alcuno ci riconosca e, senza perdere altro tempo, raggiungiamo il luogo della visione di Iulian.

"Eccoli... li sento!"

Mentre io e Lyra continuiamo a non sentire un bel niente, Iulian sembra invece in grado di percepire qualcosa.
D'improvviso, non so spiegarmi per quale motivo, comincio a sentire il bisogno di stabilire un contatto con Iulian. Mi avvicino a lui e gli prendo la mano e, ad un tratto, comincio anch'io a sentire qualcosa. Delle voci, frammenti di parole, frasi sconnesse.

"Voi... codardi... da solo..."

Le voci aleggiano nell'aria, senza che noi riusciamo a capirne il senso o la provenienza. Dopo qualche attimo, anche Lyra si avvicina a noi per prendere la mano di Iulian... ed ecco che tutto si fa più chiaro.
Le voci si fanno nitide, i discorsi lineari. I suoi provengono da un punto vicino a noi, una nube che aleggia e che seguiamo per la piazza.

"Siete dei codardi! Avevate detto che ci saremmo andati insieme! Ma non ho bisogno di voi, andrò da solo a Zarr Vagor. E tu, tornatene al tuo telaio, gallina spennacchiata!"

"Andiamo via, Jarod!"

La nube sparisce, le voci tacciono.
Ci guardiamo intorno, è notte fonda ormai, sarebbe inutile continuare la ricerca ora, ma... finalmente abbiamo qualcosa da cercare. Finalmente abbiamo un punto di partenza.

"Bene... ora dobbiamo solo trovare Jarod e questa gallina spennacchiata."
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By Kendra Aishtar
#5979
Giorno 75 - 17 Granaio 272

Hammerheim, Via del Re



I nostri volti sono irriconoscibili. Indossiamo dei vecchi abiti, nel tentativo di apparire anonimi e passare inosservati.
All'ingresso del ponte che conduce in città, ci fermiamo solo un attimo. Prendo dallo zaino una boccetta e svito il tappo. Il liquido perlaceo al suo interno emana esalazioni che mi rilassano. Chiudo gli occhi per un attimo e ripongo la piccola ampolla.

"Andiamo."

Ci muoviamo fra le vie della città velocemente. Conosco a memoria ogni strada, che sia molto trafficata o un vicolo deserto. Iulian cammina spedito accanto a me.
Mentre ci dirigiamo verso l'emporio della sarta, incrociamo una nostra conoscenza tortughese, uno dei nostri marinai. Un cenno del capo e si incammina con noi.

"Cerchiamo un certo Jarod, voi lo conoscete?"

Calista non sa aiutarci, pare non conoscere nessuno con quel nome. Ma accanto a lei c'è la sua aiutante, una ragazza che sulle prime ci sembra restia a parlare con noi.

"Forse conosco Jarod, ma sono passati anni. Non posso aiutarvi."

"Ecco... Jarod è un vecchio amico di mio padre, parlare con lui potrebbe aiutarmi a ritrovarlo."

La bugia di Iulian sembra smuovere qualcosa. Dopo un attimo di esitazione, Liv finalmente cede.

"D'accordo, vi porto da lui."

Calista le dà il permesso di allontanarsi dal luogo di lavoro e usciamo dalla sua bottega. Liv ci fa strada e noi la seguiamo senza perderla di vista, stando ben attenti a celare costantemente le nostre sembianze.
Attraversiamo l'intera città, ci spingiamo oltre le mura a sud, continuiamo a procedere fino a raggiungere il cimitero.

"Eccolo... è morto sei anni fa."

Abbassiamo gli occhi per guardare sconcertati la lapide che Liv ci sta indicando.
Iulian afferra la donna per un braccio e la porta fuori dal cimitero. Io e il marinaio li seguiamo in silenzio. Una volta fuori e lontani da occhi indiscreti, si avventa contro Liv e, ad un palmo dal suo volto, le parla con aria inferocita.

"Adesso basta sciocchezze. Voglio sapere del tizio che ti dava della gallina spennacchiata."

"COME OSI? CON QUALE DIRITTO..."


La ragazza s'inalbera ma, prima che possa alzare troppo la voce, il marinaio le blocca le braccia da dietro e le copre la bocca con una mano per farla tacere.

"Ora tu mi dirai tutto quello che ho bisogno di sapere... oppure, puoi scegliere di non fare più ritorno a casa tua."

Le minacce di Iulian non sembrano sortire alcun effetto su Liv, che pare strafottente e non sembra avere alcuna paura di morire.
Ad un tratto, l'espressione di Iulian cambia. I tratti del suo viso si addolciscono e sembra quasi sorridere.

"Gallina... spennacchiata."

Allunga una mano verso il viso di Liv e le accarezza una guancia, con aria affettuosa. Il marinaio la lascia andare, la ragazza sembra essersi pietrificata. Guarda Iulian con occhi sgranati, poi, lentamente, si accascia per terra, come priva di forze.
Non so cosa l'abbia sconvolta tanto, non riesco a decifrare quella reazione, ma mi rendo conto che quello, ancora una volta, non è Iulian... e io sto cominciando a perdere la pazienza.
Mi avvicino a Liv e la guardo dall'alto.

"Hai visto cos'è appena successo? Se non parli, succederà ancora e ancora e ancora. E se non ci aiuti, mi occuperò personalmente di fare in modo che tu riviva per sempre questa scena."

Liv solleva il viso verso di me. Ha negli occhi una tristezza che non ho mai visto nello sguardo di nessuno. Si alza in piedi e inizia a parlare...

"Eravamo sempre e solo noi, io, Jarod e Karmon."

"Io vi ho visti... nel passato."

"Anche tu hai cominciato a vedere... potrebbe essere tardi. Vi dirò tutto ciò che so ma poi dovrete lasciarmi in pace. L'episodio ha avuto luogo otto anni fa...
Da poco Ardania era stata liberata dal Grande Buio e tutti parlavano di quell'isola, Zarr Vagor. Io, Jarod e Karmon sognavamo di diventare avventurieri un giorno, ma al massimo riuscivamo a liberare le fogne dai ratti. Quanto potevamo essere sciocchi.
Questo ovviamente non bastava a Karmon, che si era messo in testa che a Zarr Vagor avrebbe trovato qualcosa che gli avrebbe cambiato la vita...
Nessuno di noi poteva immaginare quanto avesse ragione. Io e Jarod non volevamo saperne nulla."


"Cosa pensava di trovare lì?"

"Ricchezze. Qualche anfratto inesplorato. Karmon era bravo a notare cose che gli altri non notavano. Porte nascoste. Sassi appena smossi che celavano nascondigli. Ci fu una violenta discussione e Karmon e andò da solo. Pensavamo che non l'avremmo più rivisto.
Ci sbagliavamo.
Tornò dopo un mese, quando ormai tutti lo davano per morto. Non aveva ricchezze e si vantava continuamente di quello che aveva vissuto e non faceva altro che dileggiarci. Col tempo iniziò ad essere distaccato. Diventavano sempre più frequenti questi episodi di assenza. Era lì ma non era lì. Ti guardava, ma era come se ti vedesse attraverso. Passarono settimane prima che ammettesse di avere un problema. Ci raccontò così di questa allucinazione che credeva di avere avuto a Zarr Vagor. Un'ombra più oscura delle altre, che aveva cominciato a staccarsi dalle tenebre dell'isola e a inseguirlo."


"Quello che è successo a me."

"Noi non sapevamo che peso dare alla storia. Meglio ignorare il problema che affrontarlo, no?


La sua espressione è affranta, il tono di voce cupo. Ma nel pronunciare queste parole, le sue labbra si incurvano in un sorriso amaro, che non ha nulla di allegro o di felice.

"Quegli episodi si facevano intanto più frequenti. In queste circostanze appariva più presente, ma non era lui ad essere presente. Era ciò che gli era entrato dentro. Era come se il corpo di Karmon gli calzasse sempre meglio, tanto che diventava sempre più difficile capire quando Karmon era in sé.
Partì per il Picco dell'Aquila dopo poche settimane. Era terrorizzato e vedeva il terrore anche nei nostri occhi. Decise che avrebbe cercato Gartax del Picco per chiedere il suo consiglio."


"Fece mai ritorno?"

"Solo una volta... e ha ucciso Jarod. Non era più lui. Non so come sia successo, non ero in città, non l'ho visto. Mi hanno solo raccontato...
Qualcuno li ha visti parlare di notte, fuori dalla locanda, al riparo sotto al tetto dalla pioggia battente. Poi è sparito di nuovo. Questo è tutto quello che posso dirvi."


"Tu e Karmon avevate una storia? C'era un rapporto sentimentale fra voi?"

"No, eravamo come fratelli noi tre. L'ultima volta che ho parlato con Karmon quando era lui, consapevole di ciò che stava accadendo, mi disse che in lui era come se non abitasse una sola creatura ma molte."

"Forse sono tutti quelli che ha posseduto."

"Sai qualcosa su... sugli specchi?"

"Quando entrammo in casa di Karmon, molto tempo dopo essersene andato, tutti i suoi specchi erano stati ridotti in frantumi. Pensavamo fossero stati dei vandali."

"Ti ringrazio e ti prometto che ti lasceremo in pace... come posso sdebitarmi?"

"Se dentro di te c'è Karmon o parte di lui, spero che in un modo o nell'altro troverai una fine a questa storia."
Last edited by Kendra Aishtar on Tue Dec 17, 2019 1:58 am, edited 1 time in total.
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By Kendra Aishtar
#6160
Giorno 76 - 18 Granaio 282, Notte

Cannocchiale Rotto


"Capitano..."

Sono impegnata in una fitta conversazione con Lyra. Sento ancora addosso il freddo del Nord e ho avuto a malapena la forza di togliermi di dosso l'armatura lercia e maleodorante.

"Capitano, se vuoi posso leggerti i tarocchi."

Mi volto a guardare Lidallah e mi accorgo che non avevo mai notato la sua presenza nella locanda di Tortuga. Eppure lavora lì da anni, da molto prima che arrivassi io.
Chissà perché si offre di leggermi i tarocchi. Probabilmente ha origliato la nostra conversazione e, in uno slancio di altruismo, vuole rendersi utile.
La situazione è talmente disperata che ormai se ne accorge anche una cartomante.
Farmi leggere i tarocchi non sarà la soluzione al problema... ma non farà neanche male.

"Cos... Hm, d'accordo. Vediamo."

Sono scettica, ma la lascio fare. Lentamente, la donna inizia ad estrarre le sue carte e a spiegarmene il significato.

"L'Appeso... l'Appeso indica un cambiamento, un rinnovamento.
Ecco, la Stella. La Stella, di solito, indica stabilità e purezza, ma qui è rovesciata... quindi significa il contrario. I cambiamenti porteranno dei turbamenti.
Anche la Torre è rovesciata. Significa solitudine e prigionia. Questi cambiamenti turbolenti ti isolano.
Poi... ah, la Sacerdotessa. Esiste una chiave per sfuggire alla prigionia e alla solitudine, ma solo con dedizione si può giungere a conoscere questa soluzione. C'è quindi una lezione da apprendere.
Infine, il Mago. Sarà necessario avere ingegno, intraprendenza e creatività per riuscire a risolvere il problema."


Faccio una smorfia, mi sento ancora più confusa di prima.

"Tornerò alla mia birra, ora. Con permesso."

La donna, com'è giunta, così scompare.
Inspiro a fondo e mi copro il viso con le mani. Ho bisogno di mettere per iscritto ciò che è successo stasera, prima che mi recassi qui al Cannocchiale Rotto a chiedere un consiglio a Lyra e prima che i ricordi sbiadiscano, lasciandomi ancora più avvilita di così.



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∞ ∞ ∞


Giorno 76 - Picco dell'Aquila, 18 Granaio 282: Il racconto di Liv ci ha convinti a recarci al Nord per cercare Gartax, così io, Iulian e Corvo ci mettiamo in viaggio per raggiungere la meta in fretta. Non riusciamo a trovare il saggio e, dopo aver chiesto indicazioni in giro, un tizio ci avvicina e ci propone il suo aiuto... ma ad una condizione: che andiamo alla ricerca di una dannata collana, regalatagli dalla moglie e che ha gettato per errore.
Dopo una serie di peripezie nelle fogne della Baronia, troviamo la collana e la portiamo all'uomo, che ci dice di salire proprio in cima al Picco. Iniziamo la faticosa scalata, fino a giungere in un antro fatto solo di neve e ghiaccio.
Lì intorno di Gartax non c'è nemmeno l'ombra e, mentre ci guardiamo intorno spaesati, Iulian si rivolge a Corvo con un tono ostile, astioso.

"Non guardarla in quel modo. Lei non ti appartiene."

Senza attendere risposta, si lancia su Corvo col chiaro intento di ammazzarlo. Cerco di difendere il Marinaio e di fermare Iulian, ma la sua ferocia e la sua rabbia sono incredibili. Corvo sarebbe morto certamente, se non lo avessi aiutato, ma finalmente lo scontro s'interrompe. Tutto intorno a noi diventa nero e iniziamo a vedere qualcosa...



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Gartax parla con un uomo completamente vestito di nero. Il giovane gli sta chiedendo aiuto, nella voce si percepisce chiaramente la sua disperazione.

"Mi dispiace ragazzo, ma non posso liberarti da questa maledizione. Non è nei miei poteri."

"Allora è finita, non c'è nulla che possa fare. Alla fine vincerà lui."


"Non ho detto questo, ragazzo. Non è detto che non si possa fare niente. Puoi provare a guadagnare del tempo... e forse so chi può aiutare."

"Tempo? Cosa me ne faccio di altro tempo, se sono condannato!"

"Il tempo è ciò che di più prezioso esiste, per ogni creatura mortale. Se disdegni anche solo un istante in più che ti viene concesso sei in grande, immenso errore."

"E sia, allora. Andiamo a caccia di questo tempo. Cosa devo fare? A chi devo rivolgermi?"

"Nei mari del sud, laddove gli elfi hanno fatto di un'isola una prigione per i propri simili. Sulla riva più occidentale, accatasta una gran quantità di legna e accendi un fuoco. Lui ti raggiungerà."



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Un'altra pista. Un'altra ricerca. Andiamo a caccia di questo tempo.
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By Kendra Aishtar
#7121
Giorno 83 - 25 Granaio 282

Isola Penitenziario Elfico


"Andiamo a caccia di questo tempo."

Lyra e i Qwaylar ormai sono al corrente di tutto da un po'. Volevo lavare i panni sporchi in casa... ma in effetti la nostra casa è la stessa della tribù di Timata Ora, per cui sarà meglio lavarli insieme.
Abbiamo appena raggiunto l'isola indicataci da Gartax e senza indugio abbiamo iniziato a darci da fare. Accatastiamo velocemente, ma non senza fatica, grosse quantità di legna sulla costa più ad ovest e vi diamo fuoco.

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E' il falò più grande che abbia mai visto e, ad essere sincera, ho paura che si trasformi in un incendio, con la fortuna che abbiamo. Sarà meglio scacciare questo pensiero e attendere.

Attendiamo, attendiamo...

Improvvisamente sentiamo degli scoppi, anzi, delle vere e proprie esplosioni provenire dall'enorme fuoco. Una sorta di portale compare poco distante e, strabiliati, vediamo uscirne un drow. E' sgradevole, la sua voce è fastidiosa e la sua pelle innaturalmente scura. Che fastidio che mi provoca.
E a quanto pare anche noi stiamo dando fastidio a lui. Ci insulta, ci deride. Non sembra volerci dare ascolto né aiuto.

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Non so come riusciamo a convincerlo, finalmente, a prestarci orecchio.
Sogghigna, la situazione sembra divertirlo in modo sinistro. Osserva Iulian con quello che sembra interesse... o sadismo, non saprei dirlo.

"Dentro di te ci sono almeno cinque spiriti."

La situazione comincia a diventare un po' troppo affollata, a questo punto.
Sono confusa e vedo che i miei compagni di viaggio non riescono a capirne molto più di me. Ci rivolgiamo di nuovo all'elfo dalla pelle violacea. Sai di Kharmon? Come ha fatto a guadagnare tempo? Come possiamo fare noi?

"Kharmon... gli ho dato un artefatto, qualcosa che avrebbe tenuto a bada gli spiriti per un po', ma non per sempre. Gli ho fatto guadagnare tempo... ma non troppo."

Ci dice il nome della creatrice di questo artefatto. She qualcosa, non me lo ricordo, maledizione. Va bene, va bene, calma, non è importante. Questa She, ci dice il drow, era un'elfa devota a Luugh, capace di sussurrare alle ombre. In che modo queste informazioni possono tornarci utili?

"Tuttavia, Kharmon non è stato veloce abbastanza... non ha trovato in tempo una soluzione e l'oggetto ha infine esaurito i suoi effetti."

Queste notizie non sono sufficienti. Dov'è questo artefatto? Di cosa si tratta esattamente? Come facciamo a trovarlo?

Smette di rispondere. Le sue labbra si incurvano in un sorriso maligno.

"Vi aiuterò... ma solo dopo essermi divertito!"

La terra sprofonda di botto sotto ai nostri piedi.

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Ci ritroviamo all'interno di un'arena. Quel bastardo ci ha intrappolato!
Orde di creature mostruose compaiono dal nulla e prendono ad attaccarci. Ma noi siamo pronti alla battaglia e riusciamo a difenderci... finché non è Iulian stesso che perde il controllo e si scaglia contro di noi. Quando è in questo stato nulla può placarlo, non è più lui, e noi siamo costretti a rispondere con la stessa forza... speriamo di non ucciderlo.

Sta per cedere, me lo sento. Proprio nel momento in cui è sul punto di perdere le forze, Iulian sembra tornare in sé ed ecco che tutto svanisce, tutto diventa buio...

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Una radura nel bosco, poco distante dalle alte mura di pietra che proteggono Hammerheim.
C'è un cadavere riverso per terra in una pozza di sangue fresco. Kharmon lo ha appena ucciso.
Liv grida. E' sconvolta, in preda al terrore.

"JAROD! Hai ucciso Jarod! Via, vai... VIA!"

Kharmon si sfila la cintura che indossa e la getta per terra, sull'erba, dopodiché si volta e sparisce nel folto degli alberi.
Liv lo guarda andare via, poi si china a raccogliere la cintura, prima di fare ritorno entro le mura della città.

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∞ ∞ ∞


Giorno 84 - 26 Granaio 282, Notte

Hammerheim


La cintura!

Alla fine quel maledetto orecchie a punta è stato di parola e ci ha mostrato cosa cercare e dove. Senza perdere tempo, decidiamo di fare vela verso Hammerheim e di tornare a far visita a Liv.
La donna evidentemente non si aspettava di vederci di nuovo e, a dirla tutta, non sembra nemmeno particolarmente entusiasta della cosa. A quanto pare quella cintura per lei non ha mai avuto grande importanza, nemmeno sa per quale motivo l'abbia raccolta. Tuttavia, per nostra fortuna, la conserva ancora e non ha problemi a consegnarla a noi.

Iulian lega la cintura di stoffa viola in vita e torniamo al nostro legno, pronti a salpare di nuovo.


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Tortuga: Siamo finalmente tornati a casa e decidiamo di trattenerci ancora qualche minuto in piazza della Misericordia prima di andare in branda. Siamo ancora tesi, ma più speranzosi.
Speranzosi, sì, fino a quando, esaminando la cintura, sia Iulian che Lyra sentono dei sussurri.

"Sacrificio..."

Sacrificio? Ma io non sento niente.

"Sacrificio..."

Loro però continuano a sentire questa voce. She qualcosa, sei tu che parli?

"Sacrificio..."

Cosa significa? Cosa dobbiamo fare esattamente?

"Sacrificio..."

Possibile che questa storia sembri andare sempre peggio?

Lo sapevo, io, lo sapevo! Mai fidarsi dei gambesecche, soprattutto se si divertono a creare arene in cui far combattere esseri umani.
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By Kendra Aishtar
#11433
Giorno 101 - 13 Lithe 282

Mercato di Tortuga


Cos'hanno a che fare gli elfi con questa storia? E a cosa si riferisce esattamente quel sinistro sussurro, "sacrificio"?

Questa domande mi frullano per la mente da venti giorni senza trovare risposta, finché Iulian non mi mostra una missiva appena recapitatagli.

"Un elfo... mi ha scritto un elfo. Dice che conosce il mio problema e che può aiutarmi."

"Non mi fido. Non ti sembra strano dopo la spedizione di qualche settimana fa?"

"Nemmeno io mi fido, ma ci chiede un incontro e credo che valga la pena tentare."


Non ha tutti i torti, ma dopo quel terribile incontro col drow i gambesecche mi puzzano maledettamente. Ripenso agli ultimi giorni, a quanto Iulian sia peggiorato e a quanto sia dipendente da quella cintura. Deve dormire con quella cintura, cacciare con quella cintura, lavarsi con quella cintura... toglierla vuol dire uccidere chi gli sta intorno. Solo due volte l'ha sfilata, in un folle tentativo di comprendere la propria condizione, ed è stato un errore: completamente fuori di sé, ha iniziato a colpire chiunque gli capitasse a tiro.

Non ha tutti i torti, no. Sarà meglio rispondere a quella missiva.

Nel mentre, appunterò l'esperienza di qualche sera fa.

Giorno 89 - Valle di Kelthra, 1 Lithe 282: Siamo ad un punto cieco e non sappiamo come procedere, così facciamo un tentativo e decidiamo di andare a dare un'occhiata a quell'inquietante Tulip nero che sorge nella valle dei ragni giganti. Non ci sembra che la situazione sia molto diversa dal solito, solo ci accorgiamo che non è possibile staccare dall'albero pezzi di corteccia. Informazione tanto interessante quanto inutile. Mentre stiamo lì a guardarci intorno, alla disperata ricerca di qualche indizio, compare un Quenya che si ferma a parlarci. Strano che un Quenya giri solo da queste parti, ma poco c'importa, vogliamo delle risposte; l'elfo non sa dirci granché del Tulip, non più di quello che già sappiamo. Lo lasciamo andare e ce ne torniamo a Tortuga con niente in mano.



∞ ∞ ∞



Giorno 103 - 15 Lithe 282

Locanda del Trivio


Ci rechiamo sul luogo concordato, ossia la locanda del Trivio. Perché abbiamo scelto questo posto? Non ne ho idea.

I nostri volti sono camuffati e sono convinta che anche il gambesecche abbia deciso di non rivelarci la sua vera identità. Sorvoliamo su inutili presentazioni, siamo persone pratiche. Cosa sai della cintura e di questa maledizione?

"La cintura appartiene agli elfi. Noi possiamo aiutarvi."

"Aye, continui a dirci che puoi aiutarci, eppure mi sembra che tu stesso non abbia capito quale sia il problema. Parla chiaro, cosa dobbiamo fare?"

L'unica cosa che sembra essere in grado di dirci è che quella cintura gli serve a tenere in vita il Tulip nero.

Stiamo per andarcene, spazientiti e contrariati per la perdita di tempo, quando un nuovo elfo fa la sua comparsa. Dice di chiamarsi Horin.

"Noi siamo in grado di sussurrare alle ombre... di parlare con loro. Possiamo estirpare gli spiriti dal suo corpo, basterà un rito. Non è importante il luogo in cui si svolgerà; ciò che conta è che Iulian sia posto al centro di un pentacolo. Vi avverto: il rito sarà molto doloroso."

Non mi fido di nessuno dei due. Ma che scelta abbiamo? Accettiamo, seppur titubanti, di svolgere il rito su un'isola poco distante da Tortuga.

Però... però, prima, voglio fare un tentativo. Perché devo affidarmi a dei gambesecche, quando i Qwaylar sono i maestri dello spiritismo e dei rituali? Parlo con Spire Nere, nemmeno lei si fida degli elfi e accetta di provare, con un rito, a scacciare gli spiriti che infestano il corpo di Iulian. Solo noi e i Qwaylar. Vuol dire che i gambesecche aspetteranno ancora un po' per la loro dannata cintura.
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