- Thu Jan 21, 2021 12:46 pm
#34439
Discord: Gogol#2281 ICQ: 747127887
Le lenti degli occhialini in vetrocristallo riflettevano la luce emanata dalle braci della forgia, che riscaldava e quasi bruciava il volto di Gogol Barbadoro.
Il Djaredin si fermava spesso per asciugare col lembo della camicia la fronte madida di sudore.
Stava lavorando il vetro, plasmandolo in alcune boccette.
"Un giorno tutta l'esperienza acquisita in questo modo mi sarà utile, lo so", si ripeteva un po' per farsi coraggio e darsi una spinta a continuare, un po' perchè davvero ci credeva.
Sapeva che tutti i migliori genieri ed inventori avevano iniziato in quel modo.
Mentre era assorto nel suo lavoro, una voce lo risvegliò dalla quasi contemplazione in cui era immerso.
"Cugini vado a sfoltire le fila di quei musi di porco fuori le mura"
Era la voce dell'Archon
"Chi vuole può unirsi a me"
Gogol sbarrò gli occhi e si voltò di scatto.
"Ci sono Archon, il tempo di prepararmi e sono dei vostri"
Indossò velocemente la sua armatura in pelle. Con disinvoltura la ripulì dalle tracce di sangue di troll e polvere nera, appiccicate dall'ultimo scontro.
Preparò la bandoliera. Proiettili, granate, una pistola di riserva e ... alzò al cielo la sua carabina. Ne annusò la canna: adorava l'odore di polvere nera mista al ferro consunto e bruciacchiato. La pulì per bene e controllò tutte le molle e gli ingranaggi, per evitare che gli potesse esplodere in faccia!
Quando tutti i cugini furono pronti il drappello di Djaredin si avviò ai cunicoli sino ad oltrepassare le fortificazioni della Gemma.
Davanti agli occhi di Gogol si estendeva il caotico accampamento degli orchi, sempre se un mucchio di ruderi e rudimentali torrette in legno marcio possa essere chiamato accampamento.
L'aria era impregnata di odor di zolfo e puzzo di carne putrida e Gogol faceva quasi fatica a respirare.
I cugini in prima linea cominciarono ad avanzare fracassando i crani dei musi di porco e squartando le loro carni.
Da dietro, il Barbadoro, li seguiva puntando la propria carabina ed esplodendo colpi in ogni direzione vedesse avvicinarsi quelle creature.
Boom splat, un colpo dritto in una rotula staccò una gamba facendo poi balzare l'arto in aria
Bang sdend, armatura perforata all'altezza del cuore, orco a terra agonizzante in una pozza di sangue
Kaplaam, l'esplosione di una granata creò un turbinio di membra e budella che schizzarono verso la volta della caverna.
Orde di orchi si avvicinavano, e con maestria ed abilità i Djaredin li riducevano in brandelli.
Baruk Khazâd! Khazâd aimênu! urlarono insieme i nani osservando i corpi di quelle bestie che giacevano al suolo.
Quando a un tratto il terreno pareva scuotersi e una serie di tonfi secchi si sentiva avvicinarsi al manipolo. Erano i passi, sempre più prossimi, di qualcosa di molto grosso. Un'enorme ombra nera cominciò ad oscurare il già poco illuminato antro ed un essere titanico si intravide nella fioca luce.
Un orco imponente si stagliava dinanzi al gruppo, brandendo un'enorme spada, grugnendo e sputando come un maiale col raffreddore.
I Djaredin tornarono in assetto da battaglia e caricarono la mostruosità che intanto tirava impacciati ma poderosi fendenti.
Gogol dalle retrovie continuava a fare fuoco colpendo il suo obiettivo e trapassando le sue membra.
Quand'ecco un'illuminazione: Berzale schiarì la sua mente. In pochi attimi riuscì a sgombrare i suoi pensieri. Nessuno strano odore lo distraeva. Attorno a sè il buio e il silenzio. Era solo con il suo obiettivo. Riuscì a studiarne velocemente i punti deboli. Focalizzò la "preda", strizzò chi occhi e schiacciò il grilletto.
Blam
Il proiettile attraversò la canna lasciando dietro di sè residui di polvere nera che galleggiavano in aria. Fendette l'aria e si avvicinò rapidamente alla testa dell'orco titanico. Si conficcò nella fronte; trapassò la pelle, il cervello, il cranio per poi fuoriuscire dalla nuca portando con sè brandelli di carne.
Sbanf
Il tonfo sordo che l'orco fece rovinando a terra esanime.
Baruk Khazâd! Khazâd aimênu! urlarono ancora i Djaredin con maggiore veemenza!
Gogol aveva in quel combattimento maggiormente appreso come muoversi, posizionarsi, ma soprattutto come utilizzare al meglio le proprie armi con maestria e ingegno.
Anche se la strada era ancora lunga un primo passo era stato fatto.
Il Djaredin si fermava spesso per asciugare col lembo della camicia la fronte madida di sudore.
Stava lavorando il vetro, plasmandolo in alcune boccette.
"Un giorno tutta l'esperienza acquisita in questo modo mi sarà utile, lo so", si ripeteva un po' per farsi coraggio e darsi una spinta a continuare, un po' perchè davvero ci credeva.
Sapeva che tutti i migliori genieri ed inventori avevano iniziato in quel modo.
Mentre era assorto nel suo lavoro, una voce lo risvegliò dalla quasi contemplazione in cui era immerso.
"Cugini vado a sfoltire le fila di quei musi di porco fuori le mura"
Era la voce dell'Archon
"Chi vuole può unirsi a me"
Gogol sbarrò gli occhi e si voltò di scatto.
"Ci sono Archon, il tempo di prepararmi e sono dei vostri"
Indossò velocemente la sua armatura in pelle. Con disinvoltura la ripulì dalle tracce di sangue di troll e polvere nera, appiccicate dall'ultimo scontro.
Preparò la bandoliera. Proiettili, granate, una pistola di riserva e ... alzò al cielo la sua carabina. Ne annusò la canna: adorava l'odore di polvere nera mista al ferro consunto e bruciacchiato. La pulì per bene e controllò tutte le molle e gli ingranaggi, per evitare che gli potesse esplodere in faccia!
Quando tutti i cugini furono pronti il drappello di Djaredin si avviò ai cunicoli sino ad oltrepassare le fortificazioni della Gemma.
Davanti agli occhi di Gogol si estendeva il caotico accampamento degli orchi, sempre se un mucchio di ruderi e rudimentali torrette in legno marcio possa essere chiamato accampamento.
L'aria era impregnata di odor di zolfo e puzzo di carne putrida e Gogol faceva quasi fatica a respirare.
I cugini in prima linea cominciarono ad avanzare fracassando i crani dei musi di porco e squartando le loro carni.
Da dietro, il Barbadoro, li seguiva puntando la propria carabina ed esplodendo colpi in ogni direzione vedesse avvicinarsi quelle creature.
Boom splat, un colpo dritto in una rotula staccò una gamba facendo poi balzare l'arto in aria
Bang sdend, armatura perforata all'altezza del cuore, orco a terra agonizzante in una pozza di sangue
Kaplaam, l'esplosione di una granata creò un turbinio di membra e budella che schizzarono verso la volta della caverna.
Orde di orchi si avvicinavano, e con maestria ed abilità i Djaredin li riducevano in brandelli.
Baruk Khazâd! Khazâd aimênu! urlarono insieme i nani osservando i corpi di quelle bestie che giacevano al suolo.
Quando a un tratto il terreno pareva scuotersi e una serie di tonfi secchi si sentiva avvicinarsi al manipolo. Erano i passi, sempre più prossimi, di qualcosa di molto grosso. Un'enorme ombra nera cominciò ad oscurare il già poco illuminato antro ed un essere titanico si intravide nella fioca luce.
Un orco imponente si stagliava dinanzi al gruppo, brandendo un'enorme spada, grugnendo e sputando come un maiale col raffreddore.
I Djaredin tornarono in assetto da battaglia e caricarono la mostruosità che intanto tirava impacciati ma poderosi fendenti.
Gogol dalle retrovie continuava a fare fuoco colpendo il suo obiettivo e trapassando le sue membra.
Quand'ecco un'illuminazione: Berzale schiarì la sua mente. In pochi attimi riuscì a sgombrare i suoi pensieri. Nessuno strano odore lo distraeva. Attorno a sè il buio e il silenzio. Era solo con il suo obiettivo. Riuscì a studiarne velocemente i punti deboli. Focalizzò la "preda", strizzò chi occhi e schiacciò il grilletto.
Blam
Il proiettile attraversò la canna lasciando dietro di sè residui di polvere nera che galleggiavano in aria. Fendette l'aria e si avvicinò rapidamente alla testa dell'orco titanico. Si conficcò nella fronte; trapassò la pelle, il cervello, il cranio per poi fuoriuscire dalla nuca portando con sè brandelli di carne.
Sbanf
Il tonfo sordo che l'orco fece rovinando a terra esanime.
Baruk Khazâd! Khazâd aimênu! urlarono ancora i Djaredin con maggiore veemenza!
Gogol aveva in quel combattimento maggiormente appreso come muoversi, posizionarsi, ma soprattutto come utilizzare al meglio le proprie armi con maestria e ingegno.
Anche se la strada era ancora lunga un primo passo era stato fatto.
Discord: Gogol#2281 ICQ: 747127887