- Sat Oct 26, 2019 8:16 pm
#2164
Qui al nord è sempre tutto uguale.
Venti gelidi sferzano i tetti delle case e ululano fra le gole montuose rubando il calore dalle carni e dai fuochi accesi mentre branchi di lupi e altri pericolosi animali corrono famelici nella notte, pronti a far scontare il più piccolo errore agli innocui viandanti.
Il nord è una terra difficile, una terra che doma e non può essere domata, dove chi non si adatta e non rispetta la parola data trova facilmente il proprio posto in una fossa profonda e coperta da un candido manto.
Eppure noi qui viviamo e prosperiamo, in perfetta comunione con i ghiacci e le belve, grazie alla guida del Dio della fiamma e alla conoscenza del nostro posto del mondo.
Cammino per le strade di questa città costruita nella montagna, la fiera Helcaraxe, ascoltando le ciance dei perdigiorno in strada:
Vilnar! Hai poi ritrovato la tua barca dopo l'attacco di quelle aragoste dell'altro giorno ?
Che io sia maledetto! Oramai sarà sul fondo del mare assieme a tutta la mia roba!
Beh almeno non c'era tua moglie sopra!
E questa tu me la chiami fortuna?
Vivo qui da quando ho memoria e non ho mai visto un nordico perdere il buon umore, neanche di fronte alla più nera delle tragedie; sorrido sotto il cappuccio mentre scivolo fra la neve e la gente in strada verso la locanda del Troll Ubriaco, cercando riparo dal freddo e ristoro per il mio stomaco vuoto.
Ultimamente davanti a una birra riesco a connettere meglio i miei pensieri, neanche il rumore degli ubriachi e gli schiamazzi dei clienti mi infastidiscono e anzi li trovo molto rilassanti; magari con il motivetto di uno skald in sottofondo.
Da quando ho iniziato il cammino per avere finalmente l'onore di possedere il manto rosso ho appreso molte cose su me stesso e su quanto mi circonda.
Onore. Rispetto. Lealtà. Flux.
Tutte parti di un quadro più grande e maestoso, candido come la neve, con al centro l'Yggdrasil e Aengus.
La prima lezione che un nordico deve apprendere è che esiste un ordine delle cose e che chiunque tenti di mutarlo commette un peccato sacrilego, nessuno può cambiare la perfezione che il padre ha creato; così mi ha istruito lo Jarl nella prima lezione che mi ha impartito.
Questo a meno che tu non sia uno sporco mago, fragile al punto di dover ricorrere a simili mezzucci pur di evitare un'ascia nel cranio; cosa che prima o poi succederà.
Poi è arrivata la lezione sull'onore a cura di Joakim (questi Van Duvel cominciano a essere un po' troppi) appresa nel modo più duro: una parola non rispettata è un segno indelebile che macchia il nome e lo spirito.
Conto di redimermi.
Infine la lealtà: il guardiano dei ghiacci Skylin mi ha chiesto di aiutare Helcaraxe fornendo informazioni circa alcune bestie selvatiche e io, pieno di ardore, ho accettato e sono riuscito nel compito (assai modesto in verità).
Tutti fanno parte della città e della comunità e tutti devono prodigarsi nel farla crescere e prosperare fratelli nel nome e nel sangue.
Tutto questo mi fortifica, mi rende più consapevole del mio ruolo e mi avvicina al mio traguardo ovvero il manto di Kurdan, ma ulteriori prove mi attendono e se tanto mi dà tanto queste erano solo l'antipasto di una portata ben più indigesta da digerire.
Ma Aengus è al mio fianco, la sua fiamma arde in me, e spero con il suo aiuto di riuscire nell'impresa.
Mentre scrivo due uomini ubriachi hanno iniziato a litigare ad alta voce ed è partita una rissa in taverna; al tonfo dei colpi dei contendenti si sommano le grida di incitamento del pubblico ed inizia a volare qualche scommessa.
Qui al nord è sempre tutto uguale.
Qui al nord è sempre tutto uguale.
Venti gelidi sferzano i tetti delle case e ululano fra le gole montuose rubando il calore dalle carni e dai fuochi accesi mentre branchi di lupi e altri pericolosi animali corrono famelici nella notte, pronti a far scontare il più piccolo errore agli innocui viandanti.
Il nord è una terra difficile, una terra che doma e non può essere domata, dove chi non si adatta e non rispetta la parola data trova facilmente il proprio posto in una fossa profonda e coperta da un candido manto.
Eppure noi qui viviamo e prosperiamo, in perfetta comunione con i ghiacci e le belve, grazie alla guida del Dio della fiamma e alla conoscenza del nostro posto del mondo.
Cammino per le strade di questa città costruita nella montagna, la fiera Helcaraxe, ascoltando le ciance dei perdigiorno in strada:
Vilnar! Hai poi ritrovato la tua barca dopo l'attacco di quelle aragoste dell'altro giorno ?
Che io sia maledetto! Oramai sarà sul fondo del mare assieme a tutta la mia roba!
Beh almeno non c'era tua moglie sopra!
E questa tu me la chiami fortuna?
Vivo qui da quando ho memoria e non ho mai visto un nordico perdere il buon umore, neanche di fronte alla più nera delle tragedie; sorrido sotto il cappuccio mentre scivolo fra la neve e la gente in strada verso la locanda del Troll Ubriaco, cercando riparo dal freddo e ristoro per il mio stomaco vuoto.
Ultimamente davanti a una birra riesco a connettere meglio i miei pensieri, neanche il rumore degli ubriachi e gli schiamazzi dei clienti mi infastidiscono e anzi li trovo molto rilassanti; magari con il motivetto di uno skald in sottofondo.
Da quando ho iniziato il cammino per avere finalmente l'onore di possedere il manto rosso ho appreso molte cose su me stesso e su quanto mi circonda.
Onore. Rispetto. Lealtà. Flux.
Tutte parti di un quadro più grande e maestoso, candido come la neve, con al centro l'Yggdrasil e Aengus.
La prima lezione che un nordico deve apprendere è che esiste un ordine delle cose e che chiunque tenti di mutarlo commette un peccato sacrilego, nessuno può cambiare la perfezione che il padre ha creato; così mi ha istruito lo Jarl nella prima lezione che mi ha impartito.
Questo a meno che tu non sia uno sporco mago, fragile al punto di dover ricorrere a simili mezzucci pur di evitare un'ascia nel cranio; cosa che prima o poi succederà.
Poi è arrivata la lezione sull'onore a cura di Joakim (questi Van Duvel cominciano a essere un po' troppi) appresa nel modo più duro: una parola non rispettata è un segno indelebile che macchia il nome e lo spirito.
Conto di redimermi.
Infine la lealtà: il guardiano dei ghiacci Skylin mi ha chiesto di aiutare Helcaraxe fornendo informazioni circa alcune bestie selvatiche e io, pieno di ardore, ho accettato e sono riuscito nel compito (assai modesto in verità).
Tutti fanno parte della città e della comunità e tutti devono prodigarsi nel farla crescere e prosperare fratelli nel nome e nel sangue.
Tutto questo mi fortifica, mi rende più consapevole del mio ruolo e mi avvicina al mio traguardo ovvero il manto di Kurdan, ma ulteriori prove mi attendono e se tanto mi dà tanto queste erano solo l'antipasto di una portata ben più indigesta da digerire.
Ma Aengus è al mio fianco, la sua fiamma arde in me, e spero con il suo aiuto di riuscire nell'impresa.
Mentre scrivo due uomini ubriachi hanno iniziato a litigare ad alta voce ed è partita una rissa in taverna; al tonfo dei colpi dei contendenti si sommano le grida di incitamento del pubblico ed inizia a volare qualche scommessa.
Qui al nord è sempre tutto uguale.