[LKN-QWA] La vittoria della Libertà
Posted: Wed Dec 23, 2020 10:25 pm
Erano passati anni da quando Kurtz aveva scelto Elok’Nar come casa. Solo qui si era sentito libero come ogni uomo avrebbe dovuto sentirsi. Gli anni ad Hammerheim avevano rischiato di distruggerlo, portandogli via i genitori, uno dei fratelli e la libertà. Ma Loknar… quell’isola era un’altra cosa. Un piccolo centro abitato, ma popolato da genti valorose e abituate sin dalla lontana fondazione dell’insediamento a combattere per la libertà, che gli era stata sin dal principio negata e che li aveva costretti a trovare, lontano dal Continente, un luogo dove meglio esprimere la loro fede, al sicuro dalle atroci persecuzioni del Continente.
Non sempre però la libertà era una cosa positiva. Spesso la libertà veniva percepita con paura, e di fronte alla paura i deboli e gli inetti rispondono con le armi. Era stata questa la scelta di Amon, alla richiesta di un confronto teologico con la chiesa dei Sette.
Numerosi furono gli scontri susseguiti da questa scelta. Dal continente umano alle terre selvagge scorreva sangue di Amoniani e Loknariani, intenti a difendere gli ideali con cui erano cresciuti.
Ma dopo 8 mesi di sangue, la battaglia decisiva era finalmente vicina. Kurtz aveva imparato molto dai suoi predecessori, sapeva che questa battaglia non poteva essere vinta senza l’aiuto di tutti i difensori della Libertà di Loknar. Era dunque necessario riunirsi, per discutere del piano di guerra.
Loknar passò un’intera notte di pianificazioni e strategie. Nessuno poteva dormire sapendo che la propria libertà era minacciata. Fortunatamente però, Loknar non era da sola. Gli uomini della giungla si erano sempre dimostrati fedeli ai manti neri, e i due popoli condividevano gli stessi valori.
Spinti da quest’unione, i due popoli uniti si recarono nelle profondità della giungla, guidati da Spire nere, la Tlatoani della tribù di Timata Ora.
Giunti a destinazione, trovarono numerosi leoni e lama intrappolati in grosse reti. Infatti, i Qwaylar associavano degli animali ai loro nemici, in base alle similitudini e alla cultura del popolo. Vicino a ciascun animale, delle fiamme: una per ciascuna vittima.
Spire Nere sacrificò gli animali e insegnò ai presenti come costruire delle bambole utilizzando le pelli degli animali morti.
Era tutto pronto. L’abilità nel tessere di Spire Nere era fondamentale per la riuscita del rito le sue dita non indugiarono a cominciare a lavorare.
Cominciò tessendo le pelli degli animali, in modo da darci una forma simile a quella di un essere umano. Man mano che la creazione prendeva forma, utilizzando della paglia riempiva le cavità che aveva lasciato tra i vari lembi di pellame, fino a creare quelle che sembrano dei rozzi arti antropomorfi.
Infine l’ingrediente più importante del rito, senza il quale quelle bamboline non sarebbero state altro che dei miseri fantocci inanimati: dalle teste rinsecchite e accuratamente conservate, trafugate dai resti mortali degli infedeli amoniani e tremecciani, strappò delle ciocche di capelli e le cucì sull’estremità superiore del fantoccio. Inoltre, prese dei lembi di pelle rinsecchita dalle guance delle teste e la cuci su varie parti del corpo pupazzo.
Al termine della preparazione dei bambolotti, li dispose vicino a ciascuna fiamma e lentamente si dispose al centro della radura. Con voce chiara e ferma, pronunciò delle parole a me tutt’ora incomprensibili, in una lingua comprensibile e pronunciabile solo alla loro tribù. Le fiamme divamparono e le bamboline cominciarono a brillare di una tenue luce. Dopo pochi istanti, la luce si spense, ma riuscii a percepire un’energia arcana provenire da queste bamboline. Capì dunque che il rito si era concluso come preventivato.
Ora, anche gli spiriti sarebbero scesi in campo con noi, a combattere per la libertà.
Non sempre però la libertà era una cosa positiva. Spesso la libertà veniva percepita con paura, e di fronte alla paura i deboli e gli inetti rispondono con le armi. Era stata questa la scelta di Amon, alla richiesta di un confronto teologico con la chiesa dei Sette.
Numerosi furono gli scontri susseguiti da questa scelta. Dal continente umano alle terre selvagge scorreva sangue di Amoniani e Loknariani, intenti a difendere gli ideali con cui erano cresciuti.
Ma dopo 8 mesi di sangue, la battaglia decisiva era finalmente vicina. Kurtz aveva imparato molto dai suoi predecessori, sapeva che questa battaglia non poteva essere vinta senza l’aiuto di tutti i difensori della Libertà di Loknar. Era dunque necessario riunirsi, per discutere del piano di guerra.
Loknar passò un’intera notte di pianificazioni e strategie. Nessuno poteva dormire sapendo che la propria libertà era minacciata. Fortunatamente però, Loknar non era da sola. Gli uomini della giungla si erano sempre dimostrati fedeli ai manti neri, e i due popoli condividevano gli stessi valori.
Spinti da quest’unione, i due popoli uniti si recarono nelle profondità della giungla, guidati da Spire nere, la Tlatoani della tribù di Timata Ora.
Giunti a destinazione, trovarono numerosi leoni e lama intrappolati in grosse reti. Infatti, i Qwaylar associavano degli animali ai loro nemici, in base alle similitudini e alla cultura del popolo. Vicino a ciascun animale, delle fiamme: una per ciascuna vittima.
Spire Nere sacrificò gli animali e insegnò ai presenti come costruire delle bambole utilizzando le pelli degli animali morti.
Era tutto pronto. L’abilità nel tessere di Spire Nere era fondamentale per la riuscita del rito le sue dita non indugiarono a cominciare a lavorare.
Cominciò tessendo le pelli degli animali, in modo da darci una forma simile a quella di un essere umano. Man mano che la creazione prendeva forma, utilizzando della paglia riempiva le cavità che aveva lasciato tra i vari lembi di pellame, fino a creare quelle che sembrano dei rozzi arti antropomorfi.
Infine l’ingrediente più importante del rito, senza il quale quelle bamboline non sarebbero state altro che dei miseri fantocci inanimati: dalle teste rinsecchite e accuratamente conservate, trafugate dai resti mortali degli infedeli amoniani e tremecciani, strappò delle ciocche di capelli e le cucì sull’estremità superiore del fantoccio. Inoltre, prese dei lembi di pelle rinsecchita dalle guance delle teste e la cuci su varie parti del corpo pupazzo.
Al termine della preparazione dei bambolotti, li dispose vicino a ciascuna fiamma e lentamente si dispose al centro della radura. Con voce chiara e ferma, pronunciò delle parole a me tutt’ora incomprensibili, in una lingua comprensibile e pronunciabile solo alla loro tribù. Le fiamme divamparono e le bamboline cominciarono a brillare di una tenue luce. Dopo pochi istanti, la luce si spense, ma riuscii a percepire un’energia arcana provenire da queste bamboline. Capì dunque che il rito si era concluso come preventivato.
Ora, anche gli spiriti sarebbero scesi in campo con noi, a combattere per la libertà.