- Wed Dec 09, 2020 10:33 am
#31202
C’è un motivo che più di molti altri mi ha spinto a chiedere di essere accolto nell’Accademia delle Arti di Hammerheim: un’aggregazione di sapere da cui volevo attingere senza tregua e che volevo arricchire con le mie esperienze non solo per il nobile scopo di donarle agli altri, ma per lasciare un segno seppur minuscolo nella storia del mondo.
Molti preferiscono la lettura di antichi testi, esaminarne ogni pagina come se fosse custode di segreti ben celati dalle parole. Io ho sempre scelto la via dell’esplorazione, della ricerca di misteri e meraviglie nei più remoti angoli di Ardania: a volte facendo tesoro di indizi, ma molto spesso il sapere giunge a me accidentalmente - o forse come un dono che il Grigio vuole farmi.
E’ una mattina calda e il sole batte forte sul legno della mia barca, le vele illuminate dai raggi sono accecanti come i riflessi sull’acqua. All’orizzonte, poco distante da grandi montagne di roccia a picco sul mare, una serie di scogli si è trasformata nel tragico destino per un’imbarcazione, ormai un relitto che mi invita ad esaminarlo.
Del suo padrone, o uno di essi, resta uno scheletro divorato dal calore e dai granchi e solo le rocce su cui è poggiato il vascello gli impediscono di essere attratto verso una strana risacca: l’acqua sembra formare un piccolo gorgo che con forti correnti trascina tutto verso di sé. Indubbiamente un rischio avventurarsi per quella strada, ma sarebbe un insulto ad Oghmar e al suo dono non farlo.
Riposta l’armatura e alleggerito il carico, prendo un lungo respiro e mi tuffo augurandomi che l’aria nei miei polmoni basti a riportarmi a galla al termine della ricerca.
Un paradiso sotto la superficie, una foresta di coralli e alghe, un delfino mi dà il benvenuto mentre alcune aragoste si lamentano della mia invasione di territorio: di certo il Grigio mi ha condotto qui, ma è Danu che mi accoglie a braccia aperte nel piccolo regno subacqueo.
Le correnti sono forti e posso solo spostarmi con brevi e poderose nuotate fra una roccia e l’altra, gli unici appigli sicuri: l’acqua è limpida, sebbene a poche decine di metri (o di più? Difficile a dirsi…) la sabbia renda tutto nebuloso.
D’un tratto vengo staccato con forza dal sasso, la spinta mi trascina fino ad una parete che non vedo, l’impatto è forte ma riesco ad attutirlo: non è pietra su cui sono sbattuto, sono le tavole ricurve di un vecchio relitto!
Mi muovo a tentoni nella speranza che ad ogni nuovo appiglio in quell’oscurità di acqua torbida non scomodi un’anguilla o qualche essere velenoso: raggiungo una posizione privilegiata, alla mia destra a pochi metri vedo un altro scoglio che una volta scalato mi riporterà a galla, ma dinanzi a me la nave giace sul fondale: grande e ancora in ottimo stato.
Vorrei scoprire di più ma la sabbia negli occhi non me lo consente. Prima di andare riesco a leggere una targa in un metallo che sembra orialkon: quel posto è una tomba, le incisioni una dedica a due persone.
Altro si nasconde nella nube, qualcosa che non riesco a vedere e raggiungere. L’aria nel corpo sta finendo e devo tornare a galla.
La mia curiosità è al culmine, devo tornare con gli strumenti adatti e sapere di più. E magari con l’aiuto di un sacerdote dei Mari.
Molti preferiscono la lettura di antichi testi, esaminarne ogni pagina come se fosse custode di segreti ben celati dalle parole. Io ho sempre scelto la via dell’esplorazione, della ricerca di misteri e meraviglie nei più remoti angoli di Ardania: a volte facendo tesoro di indizi, ma molto spesso il sapere giunge a me accidentalmente - o forse come un dono che il Grigio vuole farmi.
E’ una mattina calda e il sole batte forte sul legno della mia barca, le vele illuminate dai raggi sono accecanti come i riflessi sull’acqua. All’orizzonte, poco distante da grandi montagne di roccia a picco sul mare, una serie di scogli si è trasformata nel tragico destino per un’imbarcazione, ormai un relitto che mi invita ad esaminarlo.
Del suo padrone, o uno di essi, resta uno scheletro divorato dal calore e dai granchi e solo le rocce su cui è poggiato il vascello gli impediscono di essere attratto verso una strana risacca: l’acqua sembra formare un piccolo gorgo che con forti correnti trascina tutto verso di sé. Indubbiamente un rischio avventurarsi per quella strada, ma sarebbe un insulto ad Oghmar e al suo dono non farlo.
Riposta l’armatura e alleggerito il carico, prendo un lungo respiro e mi tuffo augurandomi che l’aria nei miei polmoni basti a riportarmi a galla al termine della ricerca.
Un paradiso sotto la superficie, una foresta di coralli e alghe, un delfino mi dà il benvenuto mentre alcune aragoste si lamentano della mia invasione di territorio: di certo il Grigio mi ha condotto qui, ma è Danu che mi accoglie a braccia aperte nel piccolo regno subacqueo.
Le correnti sono forti e posso solo spostarmi con brevi e poderose nuotate fra una roccia e l’altra, gli unici appigli sicuri: l’acqua è limpida, sebbene a poche decine di metri (o di più? Difficile a dirsi…) la sabbia renda tutto nebuloso.
D’un tratto vengo staccato con forza dal sasso, la spinta mi trascina fino ad una parete che non vedo, l’impatto è forte ma riesco ad attutirlo: non è pietra su cui sono sbattuto, sono le tavole ricurve di un vecchio relitto!
Mi muovo a tentoni nella speranza che ad ogni nuovo appiglio in quell’oscurità di acqua torbida non scomodi un’anguilla o qualche essere velenoso: raggiungo una posizione privilegiata, alla mia destra a pochi metri vedo un altro scoglio che una volta scalato mi riporterà a galla, ma dinanzi a me la nave giace sul fondale: grande e ancora in ottimo stato.
Vorrei scoprire di più ma la sabbia negli occhi non me lo consente. Prima di andare riesco a leggere una targa in un metallo che sembra orialkon: quel posto è una tomba, le incisioni una dedica a due persone.
Altro si nasconde nella nube, qualcosa che non riesco a vedere e raggiungere. L’aria nel corpo sta finendo e devo tornare a galla.
La mia curiosità è al culmine, devo tornare con gli strumenti adatti e sapere di più. E magari con l’aiuto di un sacerdote dei Mari.
Zenon Valdemar
Legionario Imperiale di Amon
Legionario Imperiale di Amon