- Fri Jun 12, 2020 3:02 am
#21651
Mythras En'Celebrian - Discord: Vhan#9118
Ma io penso diverso, cammino nel buio, Cancello le tracce
E non scordo il male subìto, mantengo l'attrito, Ricordo le facce
Nella stirpe elfica vi è una tradizione che va avanti da secoli, se non addirittura dall'alba dei tempi. Tradizione a cui gli elfi sono molto legati lato religioso e lato empatico con la natura. Sindar in primis sono coloro che hanno affinato questo rito per poi aprirlo a Quenya e Teleri.
In nome del grande Suldanas, gli elfi si uniscono per una Sacra Caccia, in elfico viene pronunciata "Fara", ed è l'essenza dei cacciatori elfici devoti al Padre.
Il Bosco di Tiond è stato da sempre il protagonista di questo importantissimo evento e, nonostante l'attuale spiacevole situazione, è divenuto territorio di caccia al cervo.
L' adunata è cominciata ad Ilkorin, ove i regni di Valinor e Rotiniel si sono radunati assieme ai loro Mellon , seppur non molti. Ma infondo il concetto di Amico per un elfo è qualcosa di molto importante e, di conseguenza, molto ristretto a membri più che validi e che hanno avuto modo di dimostrare il loro valore negli anni passati.
Vi era un gran numero di elfi di tutte le stirpi che si trovavano fianco a fianco, senza più idee retrograde su quale razza sia più o meno superiore all'altra. Semplicemente erano elfi, e sono stati uniti più che mai nella difesa del Doriath.
Di lì a poco si sarebbero spostati presso il tempio di Suldanas presso i confini del Bosco di Tiond, ove sarebbe iniziato il rito come tradizione comanda...
Mythras prese la parole per augurare a tutti gli Eldar una buona caccia in nome di Suldanas, e di essere fieri di far parte di una nuova Fara dopo tantissimi anni in cui il popolo elfico è stato martoriato da eventi nefasti e del tutto opposti alla prosperità del Doriath. Primo su tutti la fuga dei Sindar dalla loro amata casa e l'invasione dei Naucor.
I cacciatori presero muschi e polveri mimetizzanti e, secondo primordiali tradizioni del rito, fecero sui loro corpi delle pitture di guerra complesse, che li portarono a uno stato mimetico invidiabile al miglior battipista ardano.
Stanare una presa non è sempre cosa facile, soprattutto in un luogo come quello ove la fitta vegetazioni e le piante giganti animate sono in agguato. Trovare un cervo è un impresa per chiunque lì dentro.
Sfruttarono vecchi ricordi Sindarin su passaggi veloci e torrenti d 'acqua guadabili per raggiungere spiazzi aperti e per lo più liberi dalle attenzioni degli alberi giganti.
Si ritrovarono inevitabilmente nelle rovine della vecchia Tiond, ormai solo uno spettro di ciò che una volta era bello e prospero. Quello spettro veniva chiamato Casa dai Sindarin...come tutt'ora infondo. Sapevano che avrebbero liberato quel posto da qualsiasi sia la forza impostasi all'epoca, ma non era ancora il momento. I pensieri dei Sindarin sulla loro casa venne interrotto da alcune tracce di quadrupede da zoccolo. I lupi fiutarono la preda e cominciarono a muoversi rapidamente...era un cervo!
Venne intercettato verso le ex stalle Tiondine ormai in rovina, stava mangiando indisturbato senza venire nemmeno considerato dai mostri li intorno. La difficoltà era nel farlo spostare da lì senza attirare attenzioni indesiderate, in quanto nella Fara era importante concentrarsi solo sulla preda per catturarla viva. I Cacciatori Rotirrim e Valinrim utilizzarono delle manovre elusive attue a far scappare il velocissimo cervo verso un vicolo cieco in modo da poterlo catturare e legare. Cosa che avvenne nel giro di svariati minuti di inseguimento.
La tradizione parlava chiaro. Il cervo doveva essere ucciso sull'altare in modo da procedere con l'antico rito del sangue sul volo dei Cacciatori. Era il segno che rappresentava la benevolenza di Suldanas e del sacrificio accettato come segno di buona caccia.
Il volto di tutti i cacciatori venne marchiato del sangue della loro preda, immergendosi poi in una profonda preghiera che li vedeva quasi fuori dal resto del mondo.
Il rito era finito. Finalmente dopo anni era di nuovo in auge e sarebbe stato mantenuto.
Il rietro a Ondolinde vedeva una scorta di Draug ai fianchi della colonna formata dagli ospiti e, in groppa ai loro lupi, si accertavano che nessuno avesse idee malsane come quella di rovinare la serata di festa. Difficilmente avrebbero perso tracce di qualcuno nelle vicinanze e, per fortuna, il rientro avvenne senza intoppi. I padroni di casa guidarono gli ospiti verso la zona rinfresco ove li attendeva un cuoco d'eccellenza il quale avrebbe atteso la carne del cervo appena cacciato prima di accendere le braci.
La serata proseguì con una gara di tiro con l'arco molto amichevole insieme a cibo, bevande e ottima compagnia. In quei periodi forte vi era molto ancora da affrontare per guadagnarsi la serenità in tutto il Doriath...ma almeno in quel momento non c' era niente che non andava. Ringraziando gli dei.
In nome del grande Suldanas, gli elfi si uniscono per una Sacra Caccia, in elfico viene pronunciata "Fara", ed è l'essenza dei cacciatori elfici devoti al Padre.
Il Bosco di Tiond è stato da sempre il protagonista di questo importantissimo evento e, nonostante l'attuale spiacevole situazione, è divenuto territorio di caccia al cervo.
L' adunata è cominciata ad Ilkorin, ove i regni di Valinor e Rotiniel si sono radunati assieme ai loro Mellon , seppur non molti. Ma infondo il concetto di Amico per un elfo è qualcosa di molto importante e, di conseguenza, molto ristretto a membri più che validi e che hanno avuto modo di dimostrare il loro valore negli anni passati.
Vi era un gran numero di elfi di tutte le stirpi che si trovavano fianco a fianco, senza più idee retrograde su quale razza sia più o meno superiore all'altra. Semplicemente erano elfi, e sono stati uniti più che mai nella difesa del Doriath.
Di lì a poco si sarebbero spostati presso il tempio di Suldanas presso i confini del Bosco di Tiond, ove sarebbe iniziato il rito come tradizione comanda...
Mythras prese la parole per augurare a tutti gli Eldar una buona caccia in nome di Suldanas, e di essere fieri di far parte di una nuova Fara dopo tantissimi anni in cui il popolo elfico è stato martoriato da eventi nefasti e del tutto opposti alla prosperità del Doriath. Primo su tutti la fuga dei Sindar dalla loro amata casa e l'invasione dei Naucor.
I cacciatori presero muschi e polveri mimetizzanti e, secondo primordiali tradizioni del rito, fecero sui loro corpi delle pitture di guerra complesse, che li portarono a uno stato mimetico invidiabile al miglior battipista ardano.
Stanare una presa non è sempre cosa facile, soprattutto in un luogo come quello ove la fitta vegetazioni e le piante giganti animate sono in agguato. Trovare un cervo è un impresa per chiunque lì dentro.
Sfruttarono vecchi ricordi Sindarin su passaggi veloci e torrenti d 'acqua guadabili per raggiungere spiazzi aperti e per lo più liberi dalle attenzioni degli alberi giganti.
Si ritrovarono inevitabilmente nelle rovine della vecchia Tiond, ormai solo uno spettro di ciò che una volta era bello e prospero. Quello spettro veniva chiamato Casa dai Sindarin...come tutt'ora infondo. Sapevano che avrebbero liberato quel posto da qualsiasi sia la forza impostasi all'epoca, ma non era ancora il momento. I pensieri dei Sindarin sulla loro casa venne interrotto da alcune tracce di quadrupede da zoccolo. I lupi fiutarono la preda e cominciarono a muoversi rapidamente...era un cervo!
Venne intercettato verso le ex stalle Tiondine ormai in rovina, stava mangiando indisturbato senza venire nemmeno considerato dai mostri li intorno. La difficoltà era nel farlo spostare da lì senza attirare attenzioni indesiderate, in quanto nella Fara era importante concentrarsi solo sulla preda per catturarla viva. I Cacciatori Rotirrim e Valinrim utilizzarono delle manovre elusive attue a far scappare il velocissimo cervo verso un vicolo cieco in modo da poterlo catturare e legare. Cosa che avvenne nel giro di svariati minuti di inseguimento.
La tradizione parlava chiaro. Il cervo doveva essere ucciso sull'altare in modo da procedere con l'antico rito del sangue sul volo dei Cacciatori. Era il segno che rappresentava la benevolenza di Suldanas e del sacrificio accettato come segno di buona caccia.
Il volto di tutti i cacciatori venne marchiato del sangue della loro preda, immergendosi poi in una profonda preghiera che li vedeva quasi fuori dal resto del mondo.
Il rito era finito. Finalmente dopo anni era di nuovo in auge e sarebbe stato mantenuto.
Il rietro a Ondolinde vedeva una scorta di Draug ai fianchi della colonna formata dagli ospiti e, in groppa ai loro lupi, si accertavano che nessuno avesse idee malsane come quella di rovinare la serata di festa. Difficilmente avrebbero perso tracce di qualcuno nelle vicinanze e, per fortuna, il rientro avvenne senza intoppi. I padroni di casa guidarono gli ospiti verso la zona rinfresco ove li attendeva un cuoco d'eccellenza il quale avrebbe atteso la carne del cervo appena cacciato prima di accendere le braci.
La serata proseguì con una gara di tiro con l'arco molto amichevole insieme a cibo, bevande e ottima compagnia. In quei periodi forte vi era molto ancora da affrontare per guadagnarsi la serenità in tutto il Doriath...ma almeno in quel momento non c' era niente che non andava. Ringraziando gli dei.
Mythras En'Celebrian - Discord: Vhan#9118
Ma io penso diverso, cammino nel buio, Cancello le tracce
E non scordo il male subìto, mantengo l'attrito, Ricordo le facce