- Fri Apr 10, 2020 9:11 pm
#15140
*Appesa alla bacheca dell'Aquila dei Mari, locanda di Hammerheim*
Ogni giorno al Banco
Lavora con occhio stanco,
Kamal il Custode
E per lui, io, canto un'ode.
Sia seren o sia pioggia,
Il seder sulla sedia poggia,
Parla con voce gioviale,
Ma dentro, ahimé, egli sta male!
Con me si confida,
Si apre, si fida,
Da quel che sostiene
"Nessun grazie!" lui ottiene!
E in più una gran beffa,
Perché sia oro o sia muffa,
Quel che abbiamo da dare,
prende e tiene, senza fiatare!
Anzi tristemente racconta,
Aggiungendo all’onta,
Che "Nemmen si saluta!"
Con un'aria abbattuta.
Per cui io vi chiedo,
Dal profondo del cuore,
Dimostriamo al Custode,
Un poco d'amore.
Non oro, non gemme! Non basta!
La cordialità, miei Mastri, quella non guasta!
Un sorriso, un saluto, parole affettuose,
Quando il custode c’annuncia "Ecco le vostre cose".
Isabello Vargas
Ogni giorno al Banco
Lavora con occhio stanco,
Kamal il Custode
E per lui, io, canto un'ode.
Sia seren o sia pioggia,
Il seder sulla sedia poggia,
Parla con voce gioviale,
Ma dentro, ahimé, egli sta male!
Con me si confida,
Si apre, si fida,
Da quel che sostiene
"Nessun grazie!" lui ottiene!
E in più una gran beffa,
Perché sia oro o sia muffa,
Quel che abbiamo da dare,
prende e tiene, senza fiatare!
Anzi tristemente racconta,
Aggiungendo all’onta,
Che "Nemmen si saluta!"
Con un'aria abbattuta.
Per cui io vi chiedo,
Dal profondo del cuore,
Dimostriamo al Custode,
Un poco d'amore.
Non oro, non gemme! Non basta!
La cordialità, miei Mastri, quella non guasta!
Un sorriso, un saluto, parole affettuose,
Quando il custode c’annuncia "Ecco le vostre cose".
Isabello Vargas