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La Trilogia delle Maschere

Posted: Wed May 28, 2025 11:10 am
by Vanir
una semplice pergamena, vergata in bella grafia con un inchiostro dal blu acceso, viene affissa sulla bacheca della piazza nella Capitale, offerta allo sguardo e alla curiosità dei passanti

Ode alla Maschera Interiore o Lo Specchio Illusorio

Tra gli specchi lucidi dell'anima,
un teatro muto si schiude,
dove l'attore, e spettatore, la maschera trama,
e a sé stesso il vero esclude.

Non per occhio altrui, non per sguardo che giudica,
ma per un intimo, sordo bisogno,
si plasma il volto fin che la mente imbuca,
tessuto di sogno e di menzogno.

Minimizza l'ombra, scolpisce la luce,
un difetto muta in vezzo leggiadro,
un vizio oscuro, in virtù che conduce,
nell'inganno di un sé più saldo e prode.

Si dipingono gesta mai compiute,
parole mai dette, audacie mai osate,
in un quadro di glorie mai vedute,
realtà distorte, verità celate.

E così l'uomo, architetto e schiavo,
della sua stessa, fragile finzione,
respira un'aria di sé stesso bravo,
perduto nell'eco della sua invenzione.

Oh, maschera intessuta con l'inganno,
che il cuore illudi, e la mente veli,
quanto a lungo potrai reggere il dànno,
prima che il volto vero si riveli?


*Un'onda stilizzata, muto omaggio alla Divina Musa, su cui è incisa una chiave di violino, sigilla il componimento.*

Re: La Trilogia delle Maschere

Posted: Mon Jun 02, 2025 11:42 am
by Vanir
una seconda pergamena viene affissa nella medesima bacheca

Ode alla Maschera Sociale o Il Teatro del Mondo

E la seconda veste, di seta o di stracci,
non per il cuor che in solitudine trema,
ma per gli sguardi altrui, gli effimeri abbracci,
che la scena del mondo con arte affascina e scema.

Qui l'attore si veste di ciò che non è,
con calcolo freddo, un sorriso forzato,
per un vantaggio vile, per un meschino perché,
o il diletto sottile d'aver ingannato.

Il camaleonte umano muta colore,
per piacerti, per farti cadere, per avere,
un'eco gentile, un falso calore,
un'ombra di luce, un'illusione da bere.

Si finge amico, o saggio, o pio,
la voce si modella, lo sguardo si vela,
e sotto il velo, il vero "io",
ben sa la sua falsità che si svela.

La maschera ride di gusto effimero,
nascondendo l'astio, il disprezzo profondo,
un gioco crudele, un effluvio di effimero,
per dominare l'altro, o scansare il mondo.

Ma quale prezzo, o cuore così intento
a tessere trame di vuota parvenza?
Non senti il gelo, il buio lamento,
della tua vera, perduta essenza?


*Un'onda stilizzata, muto omaggio alla Divina Musa, su cui è incisa una chiave di violino, sigilla il componimento.*