- Mon Nov 11, 2024 11:29 am
#61887
E' passato molto tempo da quando ho completato l'ultimo di una serie di volumi di un compendio sulle creature: commissionato dall'Accademia delle Arti delle Westlands prima che ne diventassi Rettore e poi portato avanti per mio diletto personale.
Non mi è stato facile impugnare di nuovo una penna e scrivere sulla ruvida carta, le cicatrici dei cerusici di Ceoris mi provocano ancora dolore alle mani e quel tremolìo non sembra voler desistere... facile brandire un'ascia in queste condizioni, molto meno muovere qualcosa con precisione o addirittura carezzare uno strumento musicale.
A volte mi domando se mi libererò mai di loro, se le cicatrici nel mio cervello svaniranno riportandomi la pace, se avranno fine gli incubi infestati dagli illithid.
Ma la sensibilità torna a farsi viva e il tremore accenna lentamente a placarsi (miracoli del grog di Tortuga, la scorta che ho portato con me si è trasformata da veleno a toccasana): ho anche provato ad imbracciare il mio vecchio liuto scoprendo, con grande sorpresa e - non lo nascondo - un po' di commozione, che riesco ancora a mettere l'una dietro l'altra qualche nota producendo un suono vagamente gradevole.
Ma dopo giorni di tentativi e di dolore ad ogni pressione sui fogli, finalmente il mio nuovo trattato del compendio è pronto.
NATURA DEI RATTIGOR
Opera in due volumi a cura di Zenon Valdemar, Legionario dell'Impero di Amon e umile devoto del Sapiente Oghmar
Gli eventi dell’Orifoglia 288 che hanno avuto luogo nei territori dell’Impero di Amon mi hanno spinto a riprendere la stesura di questo trattato che va ad aggiungersi agli altri da me scritti.
Era da alcuni anni che esaminavo con attenzione la stirpe di quelli che comunemente erano noti come uomini-topo e solo di recente si è delineato un nome maggiormente adeguato: Rattigor. In passato ho ottenuto solo una parte di informazioni su questa razza infestante ed aggressiva, ma le indagini svolte di recente hanno confermato alcune mie teorie e portato nuove scoperte.
Si potrebbe avere la tendenza ad accomunare i Rattigor alle più note razze degli orchi e dei goblin per via delle similitudini nelle loro società e nel modo di agire, sebbene io abbia potuto riscontrare differenze che hanno fornito loro un aspetto di gran lunga diverso da quello dei cosiddetti “pelleverde”.
TERRITORI
A differenza degli orchi e dei goblin è possibile incontrare i Rattigor in una grande varietà di luoghi con l’unica eccezione, probabilmente, delle zone innevate e dei ghiacciai.
Mentre gli orchi si sono ormai consolidati in una specifica regione del continente degli uomini e nei tunnel che sotto di esso si diramano e i goblin tendono ad espandersi lentamente ma inesorabilmente dalle foreste a sud del Doriath verso territori limitrofi - anche loro servendosi sempre più spesso di gallerie scavate con dovizia - i Rattigor si insediano in deserti, complessi fognari cittadini, vecchie miniere e rovine.
La loro capacità di aprirsi varchi nelle viscere del mondo con una rapidità davvero considerevole sembra avere un solo concorrente, il popolo Djaredin.
Tuttavia, a dispetto di questi ultimi, i Rattigor hanno una peculiarità che li rende ulteriormente pericolosi e più rapido il loro propagarsi, ovvero la capacità di riprodursi: seguendo alcune teorie ed osservando il comportamento di una nutrita comunità nelle miniere a nordovest del Doriath, credo di aver intuito che una femmina Rattigor ha un periodo di gestazione molto breve, anche minore di quello di una goblin, e può partorire dai quindici ai venti cuccioli per volta. Ciascuno di questi piccoli, o almeno chi sopravvive alla cruenta lotta con i propri simili, raggiunge la maturità in pochi mesi ed è subito messo all’opera ricevendo un addestramento come combattente e abituandosi ad affilare i propri artigli in modo che diventino perfetti strumenti per scavare attraverso terra, roccia e radici.
Questa velocità nel riprodursi e svilupparsi dona ai Rattigor una manodopera talmente vasta da far impallidire quella di tutte le razze di superficie messe assieme.
INSEDIAMENTI
Come già detto in precedenza i Rattigor sono in grado di insediarsi pressoché ovunque: attraverso il sottosuolo superano l’ostacolo degli oceani e delle catene montuose e molto spesso abbandonano le caverne dove la razza prospera per aprirsi varchi in superficie creando veri e propri fortini nell’arco di pochi istanti. Questo è dovuto alla loro capacità di improvvisare il necessario per la difesa aiutandosi con mezzi di fortuna quali assi di legno, mobili, ossa di altre creature e cordame. Difficilmente è possibile arrivare fino ai tunnel di passaggio entrando in uno di questi fortini, in quanto i Rattigor tendono a farli collassare in modo che nessuno ne possa fare uso, pronti a riaprirli in pochi minuti scavando con i loro artigli affilati.
Lo scopo di questi piccoli ma efficienti insediamenti è fornire una base per partire alla ricerca di cibo: è spesso possibile individuarli nei deserti dove è più facile trovare carcasse di creature commestibili o anche viaggiatori fiaccati dal caldo e dalla sete e che per questo possono essere sopraffatti più facilmente.
Gli altri insediamenti noti sono vecchi complessi dove si possono recuperare materiali per le loro invenzioni, argomento di cui parlerò a breve, o cibo a sufficienza, per cui non è difficile rintracciarli in antiche miniere o nelle fogne delle grandi città dove le sostanze nutritive possono abbondare (per quanto disgustoso sia da descrivere, non va ignorata la teoria che i Rattigor possano trovare sostentamento anche dagli “scarti” di altri esseri viventi).
SOCIETA’ E CULTO
Esiste una forma di gerarchia sociale nel popolo Rattigor non molto diversa da quella degli orchi, dove si creano differenze consistenti fra gli strati più comuni composti dal vero e proprio popolo di uomini-ratto e dai combattenti di bassa lega - fra cui spiccano anche abili arcieri e frombolieri - e lo strato intermedio composto prevalentemente da sciamani che per consuetudine tendono ad indossare abiti ricamati da stracci rossi: il motivo per cui ritengono necessario distinguersi in base a questo colore mi è ignoto, ma durante il recente assalto nelle terre imperiali di Amon ho notato che il colore rosso viene comunemente associato alla magia, alcune rune che sembravano richiamare delle entità a sostegno dei poteri arcani erano dipinte in rosso sui corpi degli sciamani Rattigor.
La società “alta” sembra essere costituita da una struttura gerarchica che vede la presenza di capi-clan, possenti guerrieri il cui incarico è quello di radunare e mettere in riga gli altri Rattigor inferiori, e sacerdoti: questi ultimi sono incontrati molto di rado rispetto ai loro simili ed è pressoché impossibile rintracciarli in superficie, là dove il potere delle loro divinità - meglio dire demoni - e più debole: il popolo Rattigor sembra infatti essere fortemente legato a culti che si prefiggono come scopo supremo quello di propagare la pestilenza e tali poteri sono associati ad alcune entità demoniache che loro venerano orchestrando rituali estremamente cruenti con l’obiettivo finale di compiacerli ma anche generare pericolose mutazioni, argomento di cui parlerò in seguito.
RAPPORTI CON LE ALTRE RAZZE
I Rattigor presentano un’altra peculiarità a cui non è facile dare spiegazione: il loro insediarsi ovunque farebbe dedurre che essi entrino in conflitto con altre comunità o esseri che potrebbero percepire la loro presenza come quella di un invasore. Invece quasi sempre queste creature riescono a raggiungere una sorta di convivenza sociale o almeno uno stato di non belligeranza. Oltre che con i goblin, molto territoriali e tendenti all’espansione violenta, i Rattigor sembrano riuscire a condividere zone geografiche persino con gli insidiosi Ophidian o con i predoni del deserto di Tremec, da sempre estremamente territoriali.
La mia personale teoria è che fra i Rattigor siano presenti alcuni elementi, probabilmente della casta sacerdotale, in grado di comunicare a perfezione con le altre razze e dotati di una considerevole capacità diplomatica tale da condurre le parti ad accordi di mutuo vantaggio, probabilmente con una qualche moneta di scambio che può essere del metallo prezioso recuperato dalle viscere del mondo oppure la conoscenza di cunicoli, o la loro creazione, comoda per muoversi in modo strategico e pressoché invisibile come è stato per anni per esempio per i predoni di Usul con le loro gallerie che un tempo collegavano il covo con i nidi delle arpie molto più ad ovest.
LA CRUDELTA’ DEI RATTI
I Rattigor sono spinti da due stimoli principali che ne condizionano l’esistenza e la società.
Il primo di questi, il più importante, è la fame: per un popolo con un così elevato tasso di riproduzione la presenza di cibo, di qualsiasi genere e qualità esso sia, è fondamentale. Pur di sfamarsi i Rattigor possono trarre beneficio da qualsiasi cosa che sia anche vagamente commestibile.
Nel corso del tempo, forse per necessità o forse semplicemente perché fa parte della loro natura, i Rattigor hanno adottato una politica perfetta per il mantenimento del controllo delle proprie colonie tramite la pratica del cannibalismo: quando le colonie o gli insediamenti diventano eccessivamente affollati ed ogni riserva di cibo non è sufficiente a sfamare tutti, i più deboli e molto spesso i cuccioli vengono divorati dagli altri, cosa che riduce drasticamente il numero di abitanti e ripristina l’equilibrio: non mi è stato difficile notare, in un paio di occasioni, che laddove si ammassano troppi Rattigor rispetto alle dimensioni del covo, una strana sete di sangue li pervade ed iniziano ad uccidersi a vicenda, con il risultato che almeno due creature su tre si ritrovano a diventare il pasto delle altre più forti e feroci.
Il secondo stimolo è legato alla loro religiosità e alla loro natura malevola, ovvero il propagare le malattie.
I Rattigor non sono degli avversari temibili, possono fare affidamento sui loro grandi numeri ma ad eccezione di alcune mutazioni e dei loro capi-clan non rappresentano un grande ostacolo, tuttavia la loro immunità alle malattie naturali è diventata nel tempo la loro arma: a tutti gli effetti i Rattigor che sopravvivono all’esposizione di infezioni e morbi di vario genere nelle prime settimane di vita diventano dei veri e propri untori in grado di propagarli alle razze più vulnerabili. E’ tuttavia una strategia che tendono ad utilizzare solo in particolari invasioni di massa che hanno luogo dopo lunghi intervalli di tempo (anni o decenni), quando le loro scorte di cibo si esauriscono quasi del tutto: una strategia che vede il palesarsi in superficie di alcuni loro esemplari portatori di tali malattie che, quasi sempre, vengono trasmesse attraverso una ferita. Il motivo per cui tale strategia viene adottata così di rado è che molto spesso la potenza del morbo che propagano svanisce rapidamente quando esposta all’aria di superficie, come se quest’ultima riuscisse in qualche modo a mitigarne la pericolosità fino a neutralizzarlo del tutto.
Va inoltre ricordato il fatto che la malattia viene considerata dai Rattigor come un dono: coloro che sono designati come untori assumono importanza fondamentale in quanto “toccati” dai demoni che la loro stirpe venera. Non è raro che i sacerdoti intraprendano lunghi viaggi nel sottosuolo in cerca di antiche cavità chiuse per millenni dove malattie e veleni hanno prosperato senza mai incontrare altri esseri viventi, o che si rechino nei luoghi dove c’è maggiore concentrazione di malattie e putrefazione come fogne, campi di battaglia, paludi e zone infestate da non morti corporei per poi tornare contaminate da nuove infezioni: non è difficile, infatti, incontrare esemplari di Rattigor con zombi e scheletri animati, laddove la malattia acquisisce una componente magica, frutto di necromanzia antica e perniciosa.
LE INVENZIONI
C’è qualcosa che accomuna i Rattigor ad orchi e goblin, ovvero la capacità di costruire macchinari e trappole letali. Molto spesso queste invenzioni vengono disposte nel sottosuolo dove c’è una maggiore probabilità di incontrare creature di stazza e robustezza più elevate e, ad eccezione degli orchi che ormai fanno largo uso di torrette in superficie, i Rattigor sfruttano questi macchinari soprattutto per difendere gli accessi al cuore delloro colonie sotterranee, dove si trovano i sacerdoti e le femmine con i cuccioli, unendo l’ingegno ai loro attacchi in veri e propri sciami di decine, se non centinaia, di esemplari.
Mi viene da riflettere sulla natura di tali invenzioni, sul fatto che vengano costruite da razze che hanno una distribuzione principalmente sotterranea e lontana dalla luce del sole e sul modo in cui questi macchinari funzionino, perché la loro similitudine con alcuni artefatti Djaredin fanno pensare ad un vero e proprio furto d’idee in tempi remoti quando scontri fra il popolo di roccia e queste razze abbiano portato le ultime a sottrarre informazioni ed esemplari che nel corso di decenni sono stati studiati e riprodotti, sebbene in qualità di gran lunga peggiore rispetto ai prodotti dell’eccelso talento Djaredin.
LA MUTAZIONE
Ho una mia teoria secondo cui i Rattigor non siano altro che l’evoluzione dei ratti causata non da uno sviluppo naturale ma da un agente esterno, come l’azione di sortilegi o rituali officiati probabilmente da agenti dei stessi demoni che loro venerano tuttora: questo giustificherebbe una presenza pressoché fissa di ratti, piccoli e grandi, nei loro insediamenti e nelle colonie.
L’evolversi dei Rattigor e il manifestarsi di sciamani e sacerdoti, se così li possiamo davvero chiamare, ha fatto progredire anche il loro intelletto trasformandolo in uno strumento maligno che, insieme all’intercessione di coloro in cui credono devotamente, ha dato vita a strane e pericolose mutazioni.
Se consideriamo che già il raggiungimento dell’età adulta in un Rattigor è un traguardo e che molto spesso i cuccioli vengono uccisi dalla loro incapacità di difendersi dalle malattie o dalla fame dei loro consanguinei, e se consideriamo anche la loro costante esposizione a morbi di ogni genere che potrebbero essere in grado di deformare i loro corpi, renderli immuni al dolore, provocare follia o trasformazione nella struttura del loro scheletro e dei loro muscoli, non sembra così anomalo il fatto che spesso nascano - o si evolvano - degli esemplari ben diversi dai loro simili e con capacità molto notevoli: di recente, proprio negli scontri sotto il territorio di Amon, sono stati avvistati corpulenti ed enormi ratti dalla muscolatura più simile a quella di un ogre e proprio in una delle grotte della colonia le forze di superficie hanno interrotto un rituale di natura arcana su un soggetto della loro stirpe tramutatosi poi in qualcosa di estremamente letale.
Se riflettiamo sull’estrema velocità di riproduzione e quindi del manifestarsi di un sempre maggior numero di esemplari soggetti a stimoli devastanti quali malattie e violenza, cosa ci impedisce di sospettare che potremmo presto trovarci dinanzi a nuove e più pericolose mutazioni?
Non mi è stato facile impugnare di nuovo una penna e scrivere sulla ruvida carta, le cicatrici dei cerusici di Ceoris mi provocano ancora dolore alle mani e quel tremolìo non sembra voler desistere... facile brandire un'ascia in queste condizioni, molto meno muovere qualcosa con precisione o addirittura carezzare uno strumento musicale.
A volte mi domando se mi libererò mai di loro, se le cicatrici nel mio cervello svaniranno riportandomi la pace, se avranno fine gli incubi infestati dagli illithid.
Ma la sensibilità torna a farsi viva e il tremore accenna lentamente a placarsi (miracoli del grog di Tortuga, la scorta che ho portato con me si è trasformata da veleno a toccasana): ho anche provato ad imbracciare il mio vecchio liuto scoprendo, con grande sorpresa e - non lo nascondo - un po' di commozione, che riesco ancora a mettere l'una dietro l'altra qualche nota producendo un suono vagamente gradevole.
Ma dopo giorni di tentativi e di dolore ad ogni pressione sui fogli, finalmente il mio nuovo trattato del compendio è pronto.
NATURA DEI RATTIGOR
Opera in due volumi a cura di Zenon Valdemar, Legionario dell'Impero di Amon e umile devoto del Sapiente Oghmar
Gli eventi dell’Orifoglia 288 che hanno avuto luogo nei territori dell’Impero di Amon mi hanno spinto a riprendere la stesura di questo trattato che va ad aggiungersi agli altri da me scritti.
Era da alcuni anni che esaminavo con attenzione la stirpe di quelli che comunemente erano noti come uomini-topo e solo di recente si è delineato un nome maggiormente adeguato: Rattigor. In passato ho ottenuto solo una parte di informazioni su questa razza infestante ed aggressiva, ma le indagini svolte di recente hanno confermato alcune mie teorie e portato nuove scoperte.
Si potrebbe avere la tendenza ad accomunare i Rattigor alle più note razze degli orchi e dei goblin per via delle similitudini nelle loro società e nel modo di agire, sebbene io abbia potuto riscontrare differenze che hanno fornito loro un aspetto di gran lunga diverso da quello dei cosiddetti “pelleverde”.
TERRITORI
A differenza degli orchi e dei goblin è possibile incontrare i Rattigor in una grande varietà di luoghi con l’unica eccezione, probabilmente, delle zone innevate e dei ghiacciai.
Mentre gli orchi si sono ormai consolidati in una specifica regione del continente degli uomini e nei tunnel che sotto di esso si diramano e i goblin tendono ad espandersi lentamente ma inesorabilmente dalle foreste a sud del Doriath verso territori limitrofi - anche loro servendosi sempre più spesso di gallerie scavate con dovizia - i Rattigor si insediano in deserti, complessi fognari cittadini, vecchie miniere e rovine.
La loro capacità di aprirsi varchi nelle viscere del mondo con una rapidità davvero considerevole sembra avere un solo concorrente, il popolo Djaredin.
Tuttavia, a dispetto di questi ultimi, i Rattigor hanno una peculiarità che li rende ulteriormente pericolosi e più rapido il loro propagarsi, ovvero la capacità di riprodursi: seguendo alcune teorie ed osservando il comportamento di una nutrita comunità nelle miniere a nordovest del Doriath, credo di aver intuito che una femmina Rattigor ha un periodo di gestazione molto breve, anche minore di quello di una goblin, e può partorire dai quindici ai venti cuccioli per volta. Ciascuno di questi piccoli, o almeno chi sopravvive alla cruenta lotta con i propri simili, raggiunge la maturità in pochi mesi ed è subito messo all’opera ricevendo un addestramento come combattente e abituandosi ad affilare i propri artigli in modo che diventino perfetti strumenti per scavare attraverso terra, roccia e radici.
Questa velocità nel riprodursi e svilupparsi dona ai Rattigor una manodopera talmente vasta da far impallidire quella di tutte le razze di superficie messe assieme.
INSEDIAMENTI
Come già detto in precedenza i Rattigor sono in grado di insediarsi pressoché ovunque: attraverso il sottosuolo superano l’ostacolo degli oceani e delle catene montuose e molto spesso abbandonano le caverne dove la razza prospera per aprirsi varchi in superficie creando veri e propri fortini nell’arco di pochi istanti. Questo è dovuto alla loro capacità di improvvisare il necessario per la difesa aiutandosi con mezzi di fortuna quali assi di legno, mobili, ossa di altre creature e cordame. Difficilmente è possibile arrivare fino ai tunnel di passaggio entrando in uno di questi fortini, in quanto i Rattigor tendono a farli collassare in modo che nessuno ne possa fare uso, pronti a riaprirli in pochi minuti scavando con i loro artigli affilati.
Lo scopo di questi piccoli ma efficienti insediamenti è fornire una base per partire alla ricerca di cibo: è spesso possibile individuarli nei deserti dove è più facile trovare carcasse di creature commestibili o anche viaggiatori fiaccati dal caldo e dalla sete e che per questo possono essere sopraffatti più facilmente.
Gli altri insediamenti noti sono vecchi complessi dove si possono recuperare materiali per le loro invenzioni, argomento di cui parlerò a breve, o cibo a sufficienza, per cui non è difficile rintracciarli in antiche miniere o nelle fogne delle grandi città dove le sostanze nutritive possono abbondare (per quanto disgustoso sia da descrivere, non va ignorata la teoria che i Rattigor possano trovare sostentamento anche dagli “scarti” di altri esseri viventi).
SOCIETA’ E CULTO
Esiste una forma di gerarchia sociale nel popolo Rattigor non molto diversa da quella degli orchi, dove si creano differenze consistenti fra gli strati più comuni composti dal vero e proprio popolo di uomini-ratto e dai combattenti di bassa lega - fra cui spiccano anche abili arcieri e frombolieri - e lo strato intermedio composto prevalentemente da sciamani che per consuetudine tendono ad indossare abiti ricamati da stracci rossi: il motivo per cui ritengono necessario distinguersi in base a questo colore mi è ignoto, ma durante il recente assalto nelle terre imperiali di Amon ho notato che il colore rosso viene comunemente associato alla magia, alcune rune che sembravano richiamare delle entità a sostegno dei poteri arcani erano dipinte in rosso sui corpi degli sciamani Rattigor.
La società “alta” sembra essere costituita da una struttura gerarchica che vede la presenza di capi-clan, possenti guerrieri il cui incarico è quello di radunare e mettere in riga gli altri Rattigor inferiori, e sacerdoti: questi ultimi sono incontrati molto di rado rispetto ai loro simili ed è pressoché impossibile rintracciarli in superficie, là dove il potere delle loro divinità - meglio dire demoni - e più debole: il popolo Rattigor sembra infatti essere fortemente legato a culti che si prefiggono come scopo supremo quello di propagare la pestilenza e tali poteri sono associati ad alcune entità demoniache che loro venerano orchestrando rituali estremamente cruenti con l’obiettivo finale di compiacerli ma anche generare pericolose mutazioni, argomento di cui parlerò in seguito.
RAPPORTI CON LE ALTRE RAZZE
I Rattigor presentano un’altra peculiarità a cui non è facile dare spiegazione: il loro insediarsi ovunque farebbe dedurre che essi entrino in conflitto con altre comunità o esseri che potrebbero percepire la loro presenza come quella di un invasore. Invece quasi sempre queste creature riescono a raggiungere una sorta di convivenza sociale o almeno uno stato di non belligeranza. Oltre che con i goblin, molto territoriali e tendenti all’espansione violenta, i Rattigor sembrano riuscire a condividere zone geografiche persino con gli insidiosi Ophidian o con i predoni del deserto di Tremec, da sempre estremamente territoriali.
La mia personale teoria è che fra i Rattigor siano presenti alcuni elementi, probabilmente della casta sacerdotale, in grado di comunicare a perfezione con le altre razze e dotati di una considerevole capacità diplomatica tale da condurre le parti ad accordi di mutuo vantaggio, probabilmente con una qualche moneta di scambio che può essere del metallo prezioso recuperato dalle viscere del mondo oppure la conoscenza di cunicoli, o la loro creazione, comoda per muoversi in modo strategico e pressoché invisibile come è stato per anni per esempio per i predoni di Usul con le loro gallerie che un tempo collegavano il covo con i nidi delle arpie molto più ad ovest.
LA CRUDELTA’ DEI RATTI
I Rattigor sono spinti da due stimoli principali che ne condizionano l’esistenza e la società.
Il primo di questi, il più importante, è la fame: per un popolo con un così elevato tasso di riproduzione la presenza di cibo, di qualsiasi genere e qualità esso sia, è fondamentale. Pur di sfamarsi i Rattigor possono trarre beneficio da qualsiasi cosa che sia anche vagamente commestibile.
Nel corso del tempo, forse per necessità o forse semplicemente perché fa parte della loro natura, i Rattigor hanno adottato una politica perfetta per il mantenimento del controllo delle proprie colonie tramite la pratica del cannibalismo: quando le colonie o gli insediamenti diventano eccessivamente affollati ed ogni riserva di cibo non è sufficiente a sfamare tutti, i più deboli e molto spesso i cuccioli vengono divorati dagli altri, cosa che riduce drasticamente il numero di abitanti e ripristina l’equilibrio: non mi è stato difficile notare, in un paio di occasioni, che laddove si ammassano troppi Rattigor rispetto alle dimensioni del covo, una strana sete di sangue li pervade ed iniziano ad uccidersi a vicenda, con il risultato che almeno due creature su tre si ritrovano a diventare il pasto delle altre più forti e feroci.
Il secondo stimolo è legato alla loro religiosità e alla loro natura malevola, ovvero il propagare le malattie.
I Rattigor non sono degli avversari temibili, possono fare affidamento sui loro grandi numeri ma ad eccezione di alcune mutazioni e dei loro capi-clan non rappresentano un grande ostacolo, tuttavia la loro immunità alle malattie naturali è diventata nel tempo la loro arma: a tutti gli effetti i Rattigor che sopravvivono all’esposizione di infezioni e morbi di vario genere nelle prime settimane di vita diventano dei veri e propri untori in grado di propagarli alle razze più vulnerabili. E’ tuttavia una strategia che tendono ad utilizzare solo in particolari invasioni di massa che hanno luogo dopo lunghi intervalli di tempo (anni o decenni), quando le loro scorte di cibo si esauriscono quasi del tutto: una strategia che vede il palesarsi in superficie di alcuni loro esemplari portatori di tali malattie che, quasi sempre, vengono trasmesse attraverso una ferita. Il motivo per cui tale strategia viene adottata così di rado è che molto spesso la potenza del morbo che propagano svanisce rapidamente quando esposta all’aria di superficie, come se quest’ultima riuscisse in qualche modo a mitigarne la pericolosità fino a neutralizzarlo del tutto.
Va inoltre ricordato il fatto che la malattia viene considerata dai Rattigor come un dono: coloro che sono designati come untori assumono importanza fondamentale in quanto “toccati” dai demoni che la loro stirpe venera. Non è raro che i sacerdoti intraprendano lunghi viaggi nel sottosuolo in cerca di antiche cavità chiuse per millenni dove malattie e veleni hanno prosperato senza mai incontrare altri esseri viventi, o che si rechino nei luoghi dove c’è maggiore concentrazione di malattie e putrefazione come fogne, campi di battaglia, paludi e zone infestate da non morti corporei per poi tornare contaminate da nuove infezioni: non è difficile, infatti, incontrare esemplari di Rattigor con zombi e scheletri animati, laddove la malattia acquisisce una componente magica, frutto di necromanzia antica e perniciosa.
LE INVENZIONI
C’è qualcosa che accomuna i Rattigor ad orchi e goblin, ovvero la capacità di costruire macchinari e trappole letali. Molto spesso queste invenzioni vengono disposte nel sottosuolo dove c’è una maggiore probabilità di incontrare creature di stazza e robustezza più elevate e, ad eccezione degli orchi che ormai fanno largo uso di torrette in superficie, i Rattigor sfruttano questi macchinari soprattutto per difendere gli accessi al cuore delloro colonie sotterranee, dove si trovano i sacerdoti e le femmine con i cuccioli, unendo l’ingegno ai loro attacchi in veri e propri sciami di decine, se non centinaia, di esemplari.
Mi viene da riflettere sulla natura di tali invenzioni, sul fatto che vengano costruite da razze che hanno una distribuzione principalmente sotterranea e lontana dalla luce del sole e sul modo in cui questi macchinari funzionino, perché la loro similitudine con alcuni artefatti Djaredin fanno pensare ad un vero e proprio furto d’idee in tempi remoti quando scontri fra il popolo di roccia e queste razze abbiano portato le ultime a sottrarre informazioni ed esemplari che nel corso di decenni sono stati studiati e riprodotti, sebbene in qualità di gran lunga peggiore rispetto ai prodotti dell’eccelso talento Djaredin.
LA MUTAZIONE
Ho una mia teoria secondo cui i Rattigor non siano altro che l’evoluzione dei ratti causata non da uno sviluppo naturale ma da un agente esterno, come l’azione di sortilegi o rituali officiati probabilmente da agenti dei stessi demoni che loro venerano tuttora: questo giustificherebbe una presenza pressoché fissa di ratti, piccoli e grandi, nei loro insediamenti e nelle colonie.
L’evolversi dei Rattigor e il manifestarsi di sciamani e sacerdoti, se così li possiamo davvero chiamare, ha fatto progredire anche il loro intelletto trasformandolo in uno strumento maligno che, insieme all’intercessione di coloro in cui credono devotamente, ha dato vita a strane e pericolose mutazioni.
Se consideriamo che già il raggiungimento dell’età adulta in un Rattigor è un traguardo e che molto spesso i cuccioli vengono uccisi dalla loro incapacità di difendersi dalle malattie o dalla fame dei loro consanguinei, e se consideriamo anche la loro costante esposizione a morbi di ogni genere che potrebbero essere in grado di deformare i loro corpi, renderli immuni al dolore, provocare follia o trasformazione nella struttura del loro scheletro e dei loro muscoli, non sembra così anomalo il fatto che spesso nascano - o si evolvano - degli esemplari ben diversi dai loro simili e con capacità molto notevoli: di recente, proprio negli scontri sotto il territorio di Amon, sono stati avvistati corpulenti ed enormi ratti dalla muscolatura più simile a quella di un ogre e proprio in una delle grotte della colonia le forze di superficie hanno interrotto un rituale di natura arcana su un soggetto della loro stirpe tramutatosi poi in qualcosa di estremamente letale.
Se riflettiamo sull’estrema velocità di riproduzione e quindi del manifestarsi di un sempre maggior numero di esemplari soggetti a stimoli devastanti quali malattie e violenza, cosa ci impedisce di sospettare che potremmo presto trovarci dinanzi a nuove e più pericolose mutazioni?
Zenon Valdemar
Legionario Imperiale di Amon
Legionario Imperiale di Amon