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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Il Sussurro della Notte
#60653
In quella notte senza Luna, nel sentiero che collega Eracles ad Amon, un'ombra silenziosa si muoveva invisibile agli occhi di tutti, si muoveva per i suoi scopi, immerso nei suoi pensieri.
Solo il vento che muoveva gli alberi era udibile, passeggiava senza dare nell'occhio e se ne stava per suo conto ad osservare i movimenti circostanti.
Avvicinatosi alla città di Amon, vidde in lontananza un Rosso Manto in cerca di qualcosa...si avvicinò...
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Con tono aggressivo il Legionario esclamò: "Chi sei??"

Infastidito da tale atteggiamento, Egli si allontanò per tornare sui propri passi spensierato.
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Ma il Legionario insistette: "Dentro le mura, per un controllo!"
Egli esclamò: "Cosa cerchi? cosa vuoi da me?"...continuando a camminare nella direzione opposta

Il Legionario imperterrito continuò a seguirlo disturbando la quiete di quella Notte.
Non era minima intenzione seguire i suoi ordini, quando ad un certo punto il Legionario, strimpellando, sferrò un primo attacco di avvertimento...
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Si fermò, le sue mani coperte da guanti in Osso si stringevano intorno ai pugnali nascosti. Non rispose, ma i suoi occhi si fissarono sul Legionario, calmi e penetranti.
Con un movimento rapido, sferrò il primo colpo sulla schiena...
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Nel frattempo, proprio in quel momento, in lontananza si udirono sbattere le grosse ali di un Rapace cavalcato da un altro Rosso Manto.
Erano arrivati rinforzi dalla città.
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Senza alcun timore, egli continuò a colpire il Legionario che dopo alcuni fortissimi colpi, cadde a terrà spirando.
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La lezione era stata impartita quella Notte, mai disturbare chi vive nella propria Libertà, nei propri spazi... ma non finì li....
Il compagno sul Rapace vedendo il corpo del Legionario a terra, cercò di avvicinarsi per soccorrerlo...
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"Vuoi morire anche tu?" Egli esclamò

Ma nel frattempo sopraggiunse un altro Legionario, già armato.
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"Via di qui" gridò...

La voglia di riscatto dei Rossi Manti era troppa oramai e sopraggiunse un altro Amoniano... volevano abbatterlo a tutti i costi.
Ma nulla riusciva a fermarlo oramai, era inferocito, i colpi del suo Pugnale trafiggevano qualsiasi cosa quella sera.
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Uno, Due, Tre e Quattro corpi a terra, la Legione era stata piegata e il sentiero era diventato un campo di battaglia ricolmo di sangue e corpi ridotti a brandelli.

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"LA VOSTRA ERA E' FINITA LEONI!!!" Urlò...

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Il silenzio tornò sovrano su quel sentiero, il vento tornò a muovere i maestosi alberi.
Fiero sel suo lavoro, prese le quattro teste come trofeo e le mise in un sacchetto
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Le ombre lo avvolgevano nuovamente mentre si allontanava con il suo Lupo al seguito, il suo volto era impassibile.
Nessuno avrebbe mai saputo cosa era accaduto su quel sentiero quella notte.
Continuò il suo viaggio, indisturbato oramai, un'ombra tra le ombre, sempre un passo avanti rispetto a chiunque osasse intralciarlo.
Rifugiatosi, si spogliò e ripulì dal sangue il suo amato Pugnale, e guardandolo esclamò:
"Ti ricordi ancora come si fa eh??" Ridacchiando...
"Chissà se quest'arroganza finirà una volta per tutte, qualcosa mi dice che impartiremo altre lezioni ai Corrotti"

Quella Notte, tutto tornò nella normalità, ma una cosa era certa...
Su quel sentiero rimase a lungo quell'effluvio di Sangue.
#60738
Aveva conosciuto Robert qualche tempo fa, li seduto nel suo solito posto vicino al porto di Tremec in un piccolo accampamento.
Si era incuriosito perchè quel posto raccontava qualcosa di particolare, un accampamento dove tutto era sottosopra, sembrava decisamente essere successo qualcosa...

Dopo alcuni giorni di chiacchiere, Rob rivelò il suo malessere...
Era affranto, triste, pieno di rancore per la sua amata Sorella rapita...rapita dai selvaggi di Waka Nui.

Rob: "Quei selvaggi hanno rapito mia sorella...!!"
"Per quale motivo Rob? Cos'è successo?"
Rob: "Semplicemente perchè ho addestrato alcuni Cavalli D'argento che tenevo qui per tirar su qualche moneta e venderli ai passanti, ma mi hanno accusato di aver oltrepassato la loro Giungla e me l'han fatta pagare"
"E dov'è ora tua Sorella Rob?? Come si chiama"
Rob: "Si chiama Sakhi non so dov'è, non so se è ancora viva, forse se la sono portata nel villaggio, è l'unica Bianca li, si riconoscerebbe facilemente"

Lo guardò intensamente per qualche istante...
"Rob, ti prometto che ti aiuterò io, libereremo tua sorella"

Subito si mise alla ricerca, e a notte fonda si inoltrò nella la Giungla...
Fu facile indivuduare Sakhi, il villaggio dormiva, qualche guardia era di ronda, ma silente, celato fra le Ombre, riuscì a trovarla.
"Devo escogitare un piano per tirarla fuori di qui, ho bisogno di aiuto"

Il giorno dopo, si recò nell'accampamento, ma con stupore scoprì che anche Rob era sparito.
Era appena accaduto, diverse tracce portavano dall'accampamento verso la Giungla, il suo Lupo subito fiutò qualcosa poco più a Sud...

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"Non mi sono avvicinato alla vostra Giungla.." Esclamò Rob

I Selvaggi lo stavano portando via, indifeso.

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"Voi avete ancora mia sorella..." con voce tremolante esclamò Rob
"So che tenete molto ai vostri cavalli..."


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Si avvicinò senza farsi notare, voleva dare un segnale a Rob per scappare, e cosi gli mise in tasca un libricino con su scritto...

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"Sono con te Rob, per tua sorella. Scappa insieme a me!!"

Purtroppo quella sera non ci fu nulla da fare, Rob non riuscì a divincolarsi e venne portato via senza lasciare alcuna traccia.
Quella notte fu molto lunga, i selvaggi pattugliarono senza sosta il confine fra la sabbia e la loro Giungla, non vi fu modo di distrarli e forse capirono che Rob non era solo.
Servirono diversi giorni per far tornare le cose alla normalità, e per capire che anche Rob era stato rapito e messo nella stessa stanza dove era prigioniera da giorni Sakhi, la sorella.
Si organizzò, e chiamo al suo fianco una fedele sorella, padrona delle Ombre anch'essa, per mettere in atto il piano.

"Sorella, abbiamo una missione questa notte, dobbiamo liberare Robert e sua sorella Sakhi, sono nel villaggio di Waka Nui. Dobbiamo essere silenti e sfruttare il favore delle ombre, un bestione pattuglia l'ingresso e le guardie sono molto veloci. "
Subito si misero in viaggio verso il villaggio e iniziarono le operazioni per liberarli.

"Io entro dentro cerco di far saltare la porta con della polvere nera, tu prova a distrarre quel bestione in qualche modo e a portarlo via da qui"

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La porta non venne giù nonostante il grosso botto, la struttura però si incendiò creando una nube di fumo ben visibile da tutto il villaggio

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La situazione oramai era compromessa, di li a poco sarebbero arrivate le guardie.
Il Bestione iniziò a ruggire per richiamare l'attenzione del Villaggio..

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Arrivò anche una guardia che dopo aver domato le fiamme e pattugliato la zona tornò a fare rapporto nella piazza principale.
Non era rimasto altro che dare l'ultimo messaggio di speranza a Rob e Sakhi.

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La missione fallì quella Notte, e mentre avanzavano nel buio, sapevano che, nonostante tutto, la speranza era ancora viva.
#61455
Era una serata come le altre, quella al Monastero.
Il soltio giro dei mercanti, come spesso facevo.
Quella sera c'era molto affollamento però...
I soliti Cavalieri dell'Alba ad accogliere la gente, qualche sconosciuto a visitare il mercato, e un gruppetto ben coeso e armato che parlottava davanti al cancello d'ingresso.
Incuriosito, mi intromisi nei discorsi quella sera, belli piccanti fra un amoniano e Il Kraken William Istarion che guidava quel gruppo.
Iniziarono a volare parole, era divertente, quell'amoniano se ne prese di cotte e di crude, faceva ridere.
Ad un tratto, finita quella simpatica scenetta, il Kraken William Istarion, inaspettatamente...

"Hey giovane, noi ci avviamo per una battuta di caccia, ti vuoi unire??"


Non mi aveva riconosciuto, avevo una parrucca addosso ed ero ben truccato.
Daltronde con lui non avevo mai avuto problemi di alcun tipo, e decisi di unirmi.

"Perchè no, prendo le mie balestre e sono pronto"...dissi loro

Ci avviammo, oltre la baronia, verso l'antro dei Dinodonti.
La caccia proseguiva per il meglio, sterminavamo qualsiasi cosa ci si poneva davanti.
Il gruppo era coordinato e non vi erano problemi di sorta.
Era oramai tardi, ero stanco e assonnato.

"Signori, se volete continuare fate pure, io mi ritiro"
esclamai..
"Aspetta amico, dobbiamo abbattere il capo famiglia, eccolo li in fondo"... rispose Istarion

Il grosso Tirannodonte si avvicinò e iniziò lo scontro.
Ero distratto evidentemente, stanco, mi girai un momento e il bestione mi caricò.
Giusto qualche colpo per buttarmi a terra.
Ero inerme, tramortito, poi non ricordo piu nulla fino a quando.......

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L'oscuro mi diede ancora un'opportunità quella notte.
Mi rialzai, ancora scosso e frastornato, la parrucca che indossavo cadde a terra.

"Fermo, non ti muovere. Ti ho riconosciuto, sappiamo tutti chi sei, volevi sabotarci?? eh?? Sei un assassino, fosse per me ti avrei lasciato li a terra. Persone come te qui non sono gradite. sparisci dai miei occhi." ..disse Istarion
"Cosa vuoi, qui conosco tutti e non ho nulla con nessuno, con te non ho mai avuto a che fare, Kraken. Perchè mi stai trattando in questo modo?" ...risposi
"Sparisci dai miei occhi, prima che ti stacco la testa ora" ...controbatté Istarion

Con le ultime forze rimaste, lo guardai fisso negli occhi per qualche secondo.
Aprii il mio zaino per cercare una pozione che potesse darmi delle forze per affrontare il viaggio di ritorno, e mi accorsi che qualcosa era sparito. I miei fedeli e costosi amuleti che portavo sempre con me, erano spariti.
Lo fulminai con lo sguardo, il gelo.
Non dissi nulla sul momento, richiamai il mio Lupo e mi rimisi in cammino di ritorno.

Fortunatamente, grazie all'aiuto del mio fedele Lupo, riuscii a tornare a riparo per la notte sano e salvo.
La mattina seguente realizzai il tutto.
Il Kraken mi aveva sbeffeggiato davanti a tutti e mi aveva deturpato, come un meschino sciacallo dei miei artefatti, oltre al fatto che se non era per Padre Anderton presente quella sera, molto probabilmente sarebbe andata diversamente.

"Caro Kraken, questo è il più grosso errore che tu potessi fare, non ti darò tregua, lo giuro."...esclamò fra sé e sé...

Sapevo già dov'era la sua nuova sede, e inizia a studiare i suoi movimenti.
Ore e ore di appostamenti...

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Sapevo tutto, quando usciva e dove passava.
sapevo i posti che frequentava, ero la sua ombra, ovunque!

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Il suo atteggiamento però era guardingo, si immaginava qualcosa. Spesso usciva in compagnia e bardato fino al collo, molto probabilmente era cosciente del grosso errore commesso.

Il momento era arrivato però, dopo oltre dieci giorni di ricerche ed appostamenti, ero pronto ad agire.
Ero fermo li da un po quel pomeriggio...il sole, ad un tratto calò e il favore delle ombre venne a me.
Lo vidi, in lontananza, prepararsi e armarsi. Decisi di aspettarlo nella strettoia di quei cunicoli dove sapevo che passava sempre.
Correva come un pazzo, ma appena vicino, gli saltai al collo con il Laccio, per strozzarlo.
La sua velocità mi spiazzò, con un attimo si divincolò dal Laccio e subito mi sferrò dei colpi di Forca.

Ero leggero, non ero pronto a combattere quella sera, l'intento era quello di riprendermi ciò che mi aveva tolto e di portarlo a conoscenza che aveva fatto un grosso errore a mettersi contro me.
Quindi provai nuovamente a prenderlo al collo, e per la seconda volta, fu più veloce di me e mi sfuggì nuovamente portando a segno altri colpi sulla mia leggera armatura.
Non potevo accettare questo, andai dal mio fidato Lupo appostato un po più in là, mi cambiai e tornai a cercarlo.
Era ancora li, intento a scovare fra le ombre e a cercarmi, in posizione di scontro.
Mi feci vedere il lontananza, lo fissai per un attimo annuendo e mi tuffai in una nube di fumo.
Ero inferocito, gli saltai alle spalle colpendolo al collo, schivò qualche colpo e ne mise altrettanti sul mio corpo oltrepassando l'armatura.
Il mio colpo venne decisamente accusato, tanto che per un attimo si rintanò nella sua sede per curarsi, per poi tornare nuovamente.
Io ero ancora li, pronto a staccargli la testa.

Ancora uno scambio di colpi e.............finalmente trovai l'apertura che cercavo. Con un movimento rapido e silenzioso, mi avvicinai alle sue spalle. Il suono del metallo sibilò nell'aria, e prima che potesse rendersi conto del pericolo, affondai la lama con precisione letale.

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Sentii il suo respiro spezzarsi mentre crollava a terra, il peso della sua armatura ormai inutile.
Il mio colpo aveva colpito nel segno, e con esso, la sua vita si estinse nel silenzio delle ombre.
Gli staccai la testa come trofeo, un macabro ricordo del mio trionfo su di lui.
Il sangue scorreva copioso, mentre la lama affondava con facilità nella carne ormai priva di vita.
Sollevai quel teschio davanti a me, il volto sfigurato dalla paura del suo ultimo istante.
Era finita.

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Con il trofeo stretto in mano, mi voltai verso il suo cadavere, cercando tra i resti tutto ciò di cui mi aveva privato quella sera.
Lo avevo ripreso con gli interessi, insieme a qualcos'altro: la soddisfazione amara della vendetta.
Con un’ultima occhiata al corpo esanime, mi voltai verso il crepuscolo che avanzava. Le ombre si allungavano, accompagnandomi nel viaggio di ritorno.

Non ci sarebbe stata pace fino a quando l'ultimo dei miei nemici non fosse caduto ai miei piedi.
La lezione è servita, Kraken.
#61821
L'inaspettato incontro.

Erano giorni che qualcosa vacillava nell'aria.
Messaggi criptici comparivano su bacheche nascoste in vicoli umidi e dimenticati, simboli per pochi occhi, segnali destinati a chi doveva riunirsi, forse per un’ultima volta.
Per i curiosi di passaggio, quei messaggi erano enigmi impossibili.
Solo pochi eletti comprendevano la vera natura di quelle parole: chi ne era degno, chi aveva atteso il richiamo, sapeva esattamente dove e quando presentarsi.

Alla giusta ora e nel luogo più nascosto, i due si trovarono. Il silenzio pesante era rotto solo dal loro respiro misurato, e tra di loro correva un’intesa silenziosa, come se nessuno dei presenti avesse bisogno di parole. Ma all’improvviso, un rumore ruppe quell’armonia mortale: due figure emersero dal buio, mani posate sulle spalle dei compagni come ombre fatali, pronte a colpire o a unirsi.

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Sobbalzarono, ma solo per un istante. Con parole secche e sguardi affilati, le due ombre si svelarono, lasciando intendere di conoscere fin troppo bene il piano e la sua portata.
L’atmosfera si fece densa.
In quell’angolo nascosto della notte, sotto una luna oscura, quel legame prendeva forma,
Poche parole bastarono, nessuno degli astanti dubitava della fedeltà dell’altro.

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Avevano fallito in passato, ognuno aveva da raccontare un'amara verità. Ma ora, dopo vite consumate da missioni perverse e alleanze marce, finalmente un obiettivo comune li chiamava.

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Avrebbero seguito una sola via, quella giusta e inevitabile, stretti in un legame che nessuno avrebbe potuto spezzare.
Non c’erano più strade solitarie: i loro ideali, erano ora il filo che li avrebbe guidati.

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Qualcuno, nel tempo, aveva mantenuto nel segreto qualcosa di davvero grande valore.
La notte si fece più profonda, e loro scomparvero come ombre nell’oscurità.
Finalmente, il momento, era arrivato.
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