- Mon Apr 29, 2024 2:26 pm
#60271
I suoi occhi seguivano il profilo del mare stagliarsi fino all'orizzonte. Li seduta sulla sabbia, poco distante dal faro che si stagliava come una sentinella silenziosa alle sue spalle, Grania non distoglieva lo sguardo da quello spettacolo meraviglioso che tanto amava.
L'odore della salsedine arrivò alle sue narici, e il suono delle onde che si infrangevano sulla riva la cullava in un dolce torpore. Si sentiva in pace con se stessa e con il mondo, come se il mare fosse l'unico posto in cui potesse veramente essere se stessa.
Osservava le onde che si rincorrevano l'una dopo l'altra, le schiume che si formavano e si disperdevano con il vento. Il mare le ricordava quanto fosse potente e imponente, ma allo stesso tempo quanto fosse delicato e mutevole.
Chiuse gli occhi per un istante lasciandosi trasportare dal suono del mare, da quel costante e rassicurante rumore che sembrava cullarla come una madre abbraccia il suo bambino. Respirava profondamente, riempiendosi i polmoni dell'aria salmastra, sentendosi viva e in armonia con la natura.
Perse il senso del tempo e quando riaprì gli occhi, il sole stava tramontando all'orizzonte. Le nuvole colorate si tingevano di rosa e oro. Era uno spettacolo mozzafiato, un'immagine che avrebbe voluto conservare per sempre nella sua memoria.
''Sarà meglio rientrare'' pensò tra se sospirando. Con calma si alzò e guardando per un ultima volta il mare si voltò.
<<Finalmente sei rientrata, ancora un po' e sarei venuto a chiamarti>> la voce di suo padre l'accolse con affetto mentre lei varcava la porta di casa.
<<Ho perso la cognizione del tempo..>> rispose con un leggero sorriso sulle labbra. Gli occhi di Grania, quei meravigliosi occhi che tanto ricordavano quelli di sua madre si illuminarono appena guardando Rowan seduto sulla sua solita vecchia sedia tutta sgangherata a rammendare le reti da pesca.
Era una casa modesta. Una semplice palafitta fatta di tronchi e paglia composta da locali. Un piccolo soggiorno dove lei e suo padre si ritrovavano a mangiare e due camere da letto essenziali. Sull'esterno c'era un piccolo porticato dove nei Grania adorava sedersi la sera per osservare le stelle.
<<Diciamo pure che ti sei addormentata un altra volta>> ridacchiò lui continuando a lavorare con attenzione.
Lei arrossì lievemente appena, e dopo un attimo iniziò ad accendere il fuoco nel braciere per preparare la cena.
<<Che si mangia stasera?>> domandò Rowan mentre si girava e rigirava la rete tra le mani osservando con occhio critico che avesse fatto un buon lavoro.
<< Stufato di pesce >> rispose lei cominciando ad affettare le verdure e a tagliare il pesce in tocchetti.
La serata scorreva placida, tra chiacchiere e risate, mentre il profumo del stufato riempiva la casa.
<<Devo dire che Sarah ti sta insegnando molto bene a cucinare>> Rowan affondò un pezzo di pane nel sugo saporito davanti a se e lo portò alla bocca masticando a occhi chiusi <<Si molto molto bene>> annuì approvando quel piatto delizioso.
Grania sorrise per un istante i suoi occhi scintillarono mentre osservava suo padre quasi divorare il piatto.
<<Glielo dirò la prossima volta che la vedrò allora. Per la precisione.. le erbe e gli ortaggi provengono dal suo orto. Dovremmo ricambiare il favore un giorno di questi>>
Rowan si stiracchiò, lo stomaco ormai pieno, il sonno cominciava a farsi sentire <<Sicuro. Domani gli porteremo un po di pesce allora.. che ne dici di fare una passeggiata ora? lascia stare i piatti, ti meriti un po' di libertà>> sbadigliando leggermente si alzò dalla sedia.
Il villaggio dei Pescatori era avvolto dalla sera, poche barche ormeggiate al molo dondolavano pigramente assecondando il movimento delle onde . Le case, con i loro tetti di paglia e le pareti di tronchi di legno sbiancati dal sole brillavano sotto il bagliore di Nut, piena e tonda nel cielo circondata da una miriade di stelle. Qua e la qualche torcia appesa a grossi e robusti pali di legno illuminavano i sentieri che si diradavano in ogni direzione.
Grania amava quel piccolo villaggio di pescatori dai volti segnati dal sole e dalle intemperie, anche se spesso si sentiva una forestiera e un estranea a causa di alcuni suoi coetanei che mal sopportavano il suo sangue misto umano - elfo, una e la tormentavano ogni giorno con cattiveria.
<<Oggi ho parlato con il vecchio Tom... mi ha detto che suo figlio due giorni fa aveva un bell'occhio nero>> Rowan camminava a fianco di sua figlia e osservava il cielo . <<Che cosa pensi possa essere successo al figlio di Tom?>> chiese lei con aria innocente, rompendo il silenzio sereno della notte. Rowan gli lanciò un occhiata con di sfuggita senza dire nulla, di tanto in tanto incrociavano qualche altro paesano intento come loro a fare una passeggiata e si salutavano amichevolmente.. <<Tu che dici?>> infine parlò guardando Grania con un leggero sorrisetto sulle labbra.
Grania osservò davanti a se cercando le parole giuste, inutile girarci intorno tanto suo padre lo sapeva, quindi andò dritta al punto <<Mi ha chiamato sangue sporco>>.
Rowan si sedette su una panchina di legno rivolta verso il mare e contemplò il paesaggio completamente rapito << Hai tenuto il pugno ben chiuso come ti ho insegnato?>>
Grania seduta accanto a lui con i capelli che danzavano nel vento come se fossero delle fiamme vive non riuscì a trattenersi e sorrise <<ovviamente papà, ho fatto come mi hai detto ... Tom era arrabbiato?>> un risolino uscì dalle sue labbra sottili e Rowan si unì a lei.
<<No affatto, mi ha detto che hai fatto bene. E inoltre ha detto che se non la smette di comportarsi come un idiota di riferirlo a lui che gli farà passare la voglia di persona>>
Grania si passò una mano sul volto, gli occhi lacrimavano dalle risate
<<Ringrazierò Tom di persona, ma sono in grado di difendermi da sola>>
Rowan annuì lentamente <<In ogni caso... ricorda che la violenza è l'ultima strada da seguire. Non ti ho insegnato a combattere per far del male, ma solo per difenderti.. questo lo sai vero?>>
Grania alzò lo sguardo verso il cielo e prese ad osservare le stelle con sguardo sognante. Un gatto passò rapido tra le sue gambe strusciandosi sulle sue caviglie, per poi sparire velocemente dietro una siepe <<Si papà lo so... non sono fiera di quello che ho fatto, ma sono certa che ora Jarod ci penserà bene prima di insultarmi nuovamente>>
Senza dire altro Rowan appoggiò una mano sulla spalla di sua figlia e la strinse con delicatezza. Grania portò la mano sopra quella di suo padre e la strinse di rimando <<In ogni caso piccola... bel colpo>> lentamente i due si alzarono dalla panchina e con passo lento cominciarono a far ritorno a casa
L'odore della salsedine arrivò alle sue narici, e il suono delle onde che si infrangevano sulla riva la cullava in un dolce torpore. Si sentiva in pace con se stessa e con il mondo, come se il mare fosse l'unico posto in cui potesse veramente essere se stessa.
Osservava le onde che si rincorrevano l'una dopo l'altra, le schiume che si formavano e si disperdevano con il vento. Il mare le ricordava quanto fosse potente e imponente, ma allo stesso tempo quanto fosse delicato e mutevole.
Chiuse gli occhi per un istante lasciandosi trasportare dal suono del mare, da quel costante e rassicurante rumore che sembrava cullarla come una madre abbraccia il suo bambino. Respirava profondamente, riempiendosi i polmoni dell'aria salmastra, sentendosi viva e in armonia con la natura.
Perse il senso del tempo e quando riaprì gli occhi, il sole stava tramontando all'orizzonte. Le nuvole colorate si tingevano di rosa e oro. Era uno spettacolo mozzafiato, un'immagine che avrebbe voluto conservare per sempre nella sua memoria.
''Sarà meglio rientrare'' pensò tra se sospirando. Con calma si alzò e guardando per un ultima volta il mare si voltò.
<<Finalmente sei rientrata, ancora un po' e sarei venuto a chiamarti>> la voce di suo padre l'accolse con affetto mentre lei varcava la porta di casa.
<<Ho perso la cognizione del tempo..>> rispose con un leggero sorriso sulle labbra. Gli occhi di Grania, quei meravigliosi occhi che tanto ricordavano quelli di sua madre si illuminarono appena guardando Rowan seduto sulla sua solita vecchia sedia tutta sgangherata a rammendare le reti da pesca.
Era una casa modesta. Una semplice palafitta fatta di tronchi e paglia composta da locali. Un piccolo soggiorno dove lei e suo padre si ritrovavano a mangiare e due camere da letto essenziali. Sull'esterno c'era un piccolo porticato dove nei Grania adorava sedersi la sera per osservare le stelle.
<<Diciamo pure che ti sei addormentata un altra volta>> ridacchiò lui continuando a lavorare con attenzione.
Lei arrossì lievemente appena, e dopo un attimo iniziò ad accendere il fuoco nel braciere per preparare la cena.
<<Che si mangia stasera?>> domandò Rowan mentre si girava e rigirava la rete tra le mani osservando con occhio critico che avesse fatto un buon lavoro.
<< Stufato di pesce >> rispose lei cominciando ad affettare le verdure e a tagliare il pesce in tocchetti.
La serata scorreva placida, tra chiacchiere e risate, mentre il profumo del stufato riempiva la casa.
<<Devo dire che Sarah ti sta insegnando molto bene a cucinare>> Rowan affondò un pezzo di pane nel sugo saporito davanti a se e lo portò alla bocca masticando a occhi chiusi <<Si molto molto bene>> annuì approvando quel piatto delizioso.
Grania sorrise per un istante i suoi occhi scintillarono mentre osservava suo padre quasi divorare il piatto.
<<Glielo dirò la prossima volta che la vedrò allora. Per la precisione.. le erbe e gli ortaggi provengono dal suo orto. Dovremmo ricambiare il favore un giorno di questi>>
Rowan si stiracchiò, lo stomaco ormai pieno, il sonno cominciava a farsi sentire <<Sicuro. Domani gli porteremo un po di pesce allora.. che ne dici di fare una passeggiata ora? lascia stare i piatti, ti meriti un po' di libertà>> sbadigliando leggermente si alzò dalla sedia.
Il villaggio dei Pescatori era avvolto dalla sera, poche barche ormeggiate al molo dondolavano pigramente assecondando il movimento delle onde . Le case, con i loro tetti di paglia e le pareti di tronchi di legno sbiancati dal sole brillavano sotto il bagliore di Nut, piena e tonda nel cielo circondata da una miriade di stelle. Qua e la qualche torcia appesa a grossi e robusti pali di legno illuminavano i sentieri che si diradavano in ogni direzione.
Grania amava quel piccolo villaggio di pescatori dai volti segnati dal sole e dalle intemperie, anche se spesso si sentiva una forestiera e un estranea a causa di alcuni suoi coetanei che mal sopportavano il suo sangue misto umano - elfo, una e la tormentavano ogni giorno con cattiveria.
<<Oggi ho parlato con il vecchio Tom... mi ha detto che suo figlio due giorni fa aveva un bell'occhio nero>> Rowan camminava a fianco di sua figlia e osservava il cielo . <<Che cosa pensi possa essere successo al figlio di Tom?>> chiese lei con aria innocente, rompendo il silenzio sereno della notte. Rowan gli lanciò un occhiata con di sfuggita senza dire nulla, di tanto in tanto incrociavano qualche altro paesano intento come loro a fare una passeggiata e si salutavano amichevolmente.. <<Tu che dici?>> infine parlò guardando Grania con un leggero sorrisetto sulle labbra.
Grania osservò davanti a se cercando le parole giuste, inutile girarci intorno tanto suo padre lo sapeva, quindi andò dritta al punto <<Mi ha chiamato sangue sporco>>.
Rowan si sedette su una panchina di legno rivolta verso il mare e contemplò il paesaggio completamente rapito << Hai tenuto il pugno ben chiuso come ti ho insegnato?>>
Grania seduta accanto a lui con i capelli che danzavano nel vento come se fossero delle fiamme vive non riuscì a trattenersi e sorrise <<ovviamente papà, ho fatto come mi hai detto ... Tom era arrabbiato?>> un risolino uscì dalle sue labbra sottili e Rowan si unì a lei.
<<No affatto, mi ha detto che hai fatto bene. E inoltre ha detto che se non la smette di comportarsi come un idiota di riferirlo a lui che gli farà passare la voglia di persona>>
Grania si passò una mano sul volto, gli occhi lacrimavano dalle risate
<<Ringrazierò Tom di persona, ma sono in grado di difendermi da sola>>
Rowan annuì lentamente <<In ogni caso... ricorda che la violenza è l'ultima strada da seguire. Non ti ho insegnato a combattere per far del male, ma solo per difenderti.. questo lo sai vero?>>
Grania alzò lo sguardo verso il cielo e prese ad osservare le stelle con sguardo sognante. Un gatto passò rapido tra le sue gambe strusciandosi sulle sue caviglie, per poi sparire velocemente dietro una siepe <<Si papà lo so... non sono fiera di quello che ho fatto, ma sono certa che ora Jarod ci penserà bene prima di insultarmi nuovamente>>
Senza dire altro Rowan appoggiò una mano sulla spalla di sua figlia e la strinse con delicatezza. Grania portò la mano sopra quella di suo padre e la strinse di rimando <<In ogni caso piccola... bel colpo>> lentamente i due si alzarono dalla panchina e con passo lento cominciarono a far ritorno a casa
Grania figlia del mare e in cerca della sua isola di pace