- Sat Sep 16, 2023 3:35 pm
#57970
“Posso sentirmi veramente degno di essere al tuo cospetto?
Nelle notti senza luna, quando il buio acceca la vista, quando la brezza leggera, o insistente, riesce a procurarmi un brivido lungo la schiena, quasi spettrale.
Quando le insidie e le ansie terrene agitano la mente tenendola schiava e l’oscurità tutto intorno pervade anch’essa assieme al mio animo.
Ma ogni volta che sono venuto a cercati, io ti ho trovato.
Posso sentirmi davvero libero?”
***
Quando ero un fanciullo mi chiedevo spesso cosa fosse la libertà, se vi fosse un modo per poterla veramente ottenere.
Ero convinto, data la giovanissima età, che essere realmente libero significasse, ad esempio, non presentarmi ogni giorno alle lezioni dei miei Maestri: mi sentivo più libero a gironzolare tra le ombre, beandomi della loro sicurezza, nella fervente e chiassosa piazza di Edorel, gremita di colori, di strani ma gradevoli profumi e di personaggi assai curiosi di ogni tipo.
Un giorno, il mio Maestro Lindo riuscì a raggiungermi ed a scovarmi.
“Zayne, vergognati! Hai recato disonore e dispiacere al Veggente!”
“Maestro, io sono libero! Non si impara tutto sui vecchi tomi!”
Dopo avermi rifilato un sonoro ceffone sulla guancia destra, sentenziò:
“Sei schiavo di te stesso, della tua pigrizia e della tua supponenza, piccolo ingrato tracotante. Se fossi realmente libero non avresti voluto perdere nemmeno un momento prezioso di istruzione poichè l’unica cosa che ci rende davvero liberi, su Ardania, è conoscere la causa di ogni cosa.
Quando morirai Oghmar leggerà tra le righe della tua mente. È davvero questo che vuoi offrirGli?”
Rosso in volto a causa del ceffone e della vergogna, cercai di trattenere le lacrime che inondarono per qualche attimo i miei occhi.
Il Maestro mi guardò per diverso tempo poi sorrise leggermente, tendendomi la mano. Io la afferrai con prontezza e sollievo ed insieme ci incamminammo per ritornare nell’aula.
“Ricordati, Zayne, che il modo migliore per iniziare a conoscere tutte le cose è cominciare a conoscere se stessi.”
***
Come posso conoscere realmente me stesso se ogni nuovo giorno sono diverso da quello precedente?
Ciò che ascolto, ciò che vedo, ciò che scopro ed imparo non riescono forse a mutarmi ogni giorno, come le gocce d’acqua che scavano con costanza ed assiduità sulla dura roccia?
Come posso conoscere me stesso se siamo improntati ad aver cognizione di noi ed a stabilirci in base al pensiero ed al giudizio altrui?
E’ vero dunque, come dicevano gli anziani dotti di Edorel, che siamo il prodotto di ciò che gli altri ci dicono?
L’unica risposta che ho trovato, nelle maledette notti di dissidio, è sempre e solo una:
Tu, mio Veggente, riesci a sospendere nella mia mente il giudizio su ogni cosa, per farmi Vedere la realtà senza il velo della soggettività affinché io guardi dentro me stesso con sguardo Cieco, per potermi Vedere realmente come tu hai voluto che io fossi.
Grigio, mio Veggente, aiutami a Vedermi sempre così.
Ogni volta che le notti di tormento mi travolgeranno e sarò perso, Tu mi riporterai sempre a casa, tendendomi la mano come fece il mio Maestro tanti anni fa...
Nelle notti senza luna, quando il buio acceca la vista, quando la brezza leggera, o insistente, riesce a procurarmi un brivido lungo la schiena, quasi spettrale.
Quando le insidie e le ansie terrene agitano la mente tenendola schiava e l’oscurità tutto intorno pervade anch’essa assieme al mio animo.
Ma ogni volta che sono venuto a cercati, io ti ho trovato.
Posso sentirmi davvero libero?”
***
Quando ero un fanciullo mi chiedevo spesso cosa fosse la libertà, se vi fosse un modo per poterla veramente ottenere.
Ero convinto, data la giovanissima età, che essere realmente libero significasse, ad esempio, non presentarmi ogni giorno alle lezioni dei miei Maestri: mi sentivo più libero a gironzolare tra le ombre, beandomi della loro sicurezza, nella fervente e chiassosa piazza di Edorel, gremita di colori, di strani ma gradevoli profumi e di personaggi assai curiosi di ogni tipo.
Un giorno, il mio Maestro Lindo riuscì a raggiungermi ed a scovarmi.
“Zayne, vergognati! Hai recato disonore e dispiacere al Veggente!”
“Maestro, io sono libero! Non si impara tutto sui vecchi tomi!”
Dopo avermi rifilato un sonoro ceffone sulla guancia destra, sentenziò:
“Sei schiavo di te stesso, della tua pigrizia e della tua supponenza, piccolo ingrato tracotante. Se fossi realmente libero non avresti voluto perdere nemmeno un momento prezioso di istruzione poichè l’unica cosa che ci rende davvero liberi, su Ardania, è conoscere la causa di ogni cosa.
Quando morirai Oghmar leggerà tra le righe della tua mente. È davvero questo che vuoi offrirGli?”
Rosso in volto a causa del ceffone e della vergogna, cercai di trattenere le lacrime che inondarono per qualche attimo i miei occhi.
Il Maestro mi guardò per diverso tempo poi sorrise leggermente, tendendomi la mano. Io la afferrai con prontezza e sollievo ed insieme ci incamminammo per ritornare nell’aula.
“Ricordati, Zayne, che il modo migliore per iniziare a conoscere tutte le cose è cominciare a conoscere se stessi.”
***
Come posso conoscere realmente me stesso se ogni nuovo giorno sono diverso da quello precedente?
Ciò che ascolto, ciò che vedo, ciò che scopro ed imparo non riescono forse a mutarmi ogni giorno, come le gocce d’acqua che scavano con costanza ed assiduità sulla dura roccia?
Come posso conoscere me stesso se siamo improntati ad aver cognizione di noi ed a stabilirci in base al pensiero ed al giudizio altrui?
E’ vero dunque, come dicevano gli anziani dotti di Edorel, che siamo il prodotto di ciò che gli altri ci dicono?
L’unica risposta che ho trovato, nelle maledette notti di dissidio, è sempre e solo una:
Tu, mio Veggente, riesci a sospendere nella mia mente il giudizio su ogni cosa, per farmi Vedere la realtà senza il velo della soggettività affinché io guardi dentro me stesso con sguardo Cieco, per potermi Vedere realmente come tu hai voluto che io fossi.
Grigio, mio Veggente, aiutami a Vedermi sempre così.
Ogni volta che le notti di tormento mi travolgeranno e sarò perso, Tu mi riporterai sempre a casa, tendendomi la mano come fece il mio Maestro tanti anni fa...
- Zayne Rays Zaliath -
Guardia di Loknar
Zelante epigono del dio Veggente
Ombra di Edorel
"Felix qui potuit rerum cognoscere causas!"
Guardia di Loknar
Zelante epigono del dio Veggente
Ombra di Edorel
"Felix qui potuit rerum cognoscere causas!"