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[-Angelu$-]

Un cristallo avvolto da radici nere, avvinghiato ed intrappolato.
Quella era l'immagine che si presentava nella mente della giovene elfa, un segno che la Regina delle Stelle aveva voluto lasciare affinchè le menti più elevate potessero interpretarlo.
Era quello un segno di un cattivo presagio? O forse l'immaginazione era volata fin oltre il necessario?
Senz'altro quel sogno raccontato da un elda era pregno di significati, significati che assumevano un valore ben più profondo vista la situazione che imperversava nel Doriath da tanto, troppo tempo.

La minaccia moriquendi era stata storicamente sempre presente e di periodo in periodo i seguaci dell'Invidioso uscivano per colpire, agili, metodici, letali, per poi rintanarsi nei loro antro oscuri,
con lo stesso fare di un aracnide doipo aver tessuto la propria tela, in attesa.

Da tempo però la loro presenza si era fatta più evidente, lì dove un tempo era stata edificata la roccaforte di Nolwe, ormai conquistata dagli oscuri, dopo il suo abbandono.
Arroganti e spavaldi erano riusciti a conquistare una grande fetta del Doriath Nord Occidentale, spargendosi a macchia d'olio oltre il bosco e stanziandosi oltre il fiume, forse approfittando dell'occhio meno vigile del Bianco Esercito, ma tutto sarebbe stato soggetto a mutare, in una direzione o nell'altra.

Il tempo scorreva inesorabile certo, ma non era tra il fare degli Elfi Alti lasciarsi ad azioni avventate, bensì era usuale pianificare nei minimi dettagli il contrasto dell'avanzata drow, ancora una volta.
Il tutto si tradusse in un delicato gioco delle parti al limitare del bacino fluviale del Nord.
Con interventi precisi e mirati, gruppi d'elite della celata si erano periodicamente diretti a respingere e limitare l'avanzata degli oscuri, sfoltendo le loro fila.
Sarebbe tutto ciò bastato a rallentarli e mostrare che Valinor è sempre ben attenta ai suoi confini, seppur possa apparire silente?

[-Angelu$-]

La risposta a molti interrogativi forse sarebbe arrivata quanto prima, non mancò molto affinchè la città ricevesse un nuovo ed importante segnale.
L'usuale sottofondo della vita tra le bianche mura e la imperturbabile natura circostante lasciò spazio ad un inusuale silenzio prima che l'eco di una campana riecheggiasse da Sud.
Quello era l'inconfondibile suono di allarme che segnava imminente pericolo nei pressi del villaggio di Ilkarin.

Non vi fu tempo per pensare molto, al richiamo della Guardiana i presenti si prepararono alla battaglia ed a qualsiasi eventualità.

"Seler, avvisa le genti di Earost, presto"

Con cenno veloce Alein trottò in direzione Est, sparendo lungo il sentiero alberato.


Gli altri iniziarono a tracciare la via verso il villaggio da soccorrere, ma ben subito si palesò la minaccia moriquendi ad opera dei loro esperti assassini atti ad intralciare l'avanscoperta Valinrim.
Assalti, agguati, trappole ben disposte, tutto era stato pianificato per rallentare l'avanzata degli Elfi Alti,
che decisero di dirigersi all'avamposto congiunto tra Valinor e Rotiniel.

La situazione fù lampante agli occhi di chi era lì sovraggiunto, i drow avevano dispiegato un notevole numero di forze, tentando forse di espropriare i difensori, ma l'avamposto si dimostrò un valido baluardo contro i mantelli viola che agguerriti sembravano tentare il tutto e per tutto, coadiuvati da aracnidi in ogni dove.
Quando la difesa sembrò cominciar a vacillare ecco che come onde impetuose di cerulei manti, giunsero le genti di Earost pronte a dar il loro supporto.
La freneticità degli attimi sembrò tale che non si riuscì subito a comprendere cosa stesse avvenendo,
quando un boato si sentì provenire dalla vicina Ilkorin.
Una nube dall'aspetto sembrava essersi innalzata insieme ai fumi dell'esplosione,
quello doveva essere parte del piano degli imperfetti.
Sfoltite le file drow e ripristinata momentaneamente la situazione all'avamposto, buona parte del gruppo si diresse verso la fonte di quel fragore, preoccupati per esiti infausti a carico della popolazione.
Cos'altro sarebbe stato in serbo per loro in quella tremenda notte?

[-Angelu$-]

La nube mefitica andava a diradarsi lasciando che gli Elda in arrivo potessero scoprire lo scenario al villaggio di Ilkarin.
La locanda sembrava essere l'epicentro della deflagrazione e gli edifici intorno erano apparentemente intatti.
I manti bianchi e quelli cerulei su fermarono nell'ampia piazza, cercando di studiare la situazione prima di proseguire oltre.
Non era difficile ipotizzare ulteriori trappole disseminate in loco dagli aggressori, perciò tutti sembrarono adoperare una sicura cautela prima di avanzare attraverso le macerie.

Una triste ma fervente litania di innalzò, generata dalle voci dei sacerdoti che invocavano i Valar, appena prima di iniziare a dedicarsi nell'aiuto di tutti i superstiti del villaggio.
Un preciso numero di elfi si diresse dentro la locanda, iniziando a darsi da fare per rimuovere tutti i detriti.
Come da immaginarsi nel rispetto della collettività elfica, fu naturale una totale collaborazione ed alacremente calcinacci, residui di legna bruciata e detriti furono presto rimossi.
Nei giorni seguenti senz'altro le dovute riparazioni si sarebbero susseguite ad opera dei migliori carpentieri del Lestanore, ma per quel momento la priorità fu la messa in sicurezza dei luoghi e dei civili restanti.
Anche una volta ripristinata la condizione dell'edificio era chiaro che un segno sarebbe rimasto, non tanto da qualche asse annerita, tanto dal segnale di quanto Ilkorin fosse in pericolo.

Quella sera stessa, forse mossi dall'ardore della Vendetta, dalla fiamma divampante del Padre, la popolazione elfica mosse i loro passi verso l'enclave cremisi.

"Questa sera daremo una risposta a tutti i Decaduti!"
Una voce dichiarò quelli che erano gli intenti comuni; il numero gruppo formato dagli esponenti dell'Imperituro Regno e della Perla iniziò a respingere i drow che si erano spinti fin troppo oltre, giungendo nei pressi dell'avamposto elfico.

Fragore di lame, sussurri di peculiari intrecci magici,miriadi di frecce scoccate dai legni pregiati si alternarono tra loro lasciando presto spazio al silenzio.
Un tappeto di cadaveri e manti viola, presto adornò il suolo adiacente al fiume del Nord.
L'opera prosegui senza sosta fini alle porte di Nolwe, aprendo un varco tra le fila dei moriquendi e giungendo fino alla piazza centrale del forte.

Dato un imponente segnale, la saggezza elfica si impose, preferendo una ritirata. Era stato fatto abbastanza e non era quello il momento di tentare di espugnare la città sotto controllo dai soggiogati.

Quella fu una notte di tristezza ma anche di coraggio, di fede, di orgoglio.
Valinor era presente ed attenta nel controllo dei suoi domini, insieme ad essa Rotinuel che ancora una volta si era dimostrata tempestiva e consistente nel proteggere il Doriath.
Insieme, l'Alleanza Elfica aveva dato un segnale.