- Sun Mar 05, 2023 2:37 pm
#56137
Link gif pacchiana rotto per triggerare Djinn
Ei fu Elenion Faenriel - Leghista di giorno, fedele dell'unico Dio di notte
Ei fu tutto in una riga: Dhraz GemmaNera - Thrund, Dra-zad Sfondamuro - Maestro della Nera
Discord: rosikcool
Era giunto il giorno della resa dei conti.
Gli Djaredin avevano dato diverse possibilità ai propri nemici di redimersi, ma tutto era stato vano.
Presi in giro in un incontro ufficiale, offesi nel profondo in terre elfiche, assaliti da miseri briganti assoldati dagli Amoniani e premiati anche con pezzi di terra in cui vivere.
Nulla di tutto ciò poteva lontanamente impaurire il Regno di Kard.
Come ordinato dall'Archon, gli Djaredin dovevano riunirsi in piazza, pronti a combattere per gli ideali in cui credono e per pretendere il rispetto che fino ad ora non avevano avuto.
Dopo aver dedicato il giusto tempo per pregare la Triade e prese le consuete 13 monete, gli Djaredin erano finalmente giunti in piazza.
Affacciati dalle scale della locanda li aspettavano l'Archon Moiraj Sventraorchi e la Prima Rodolan Tarja Giramondo, pronti per innalzare gli animi per un'ultima volta prima dello scontro.
Le due figure erano imponenti, la cugina Tarja sembrava più arrabbiata del solito; in piazza calò il silenzio.
Il primo a parlare fu l'Archon.
Le parole dell'Archon andavano dritte al cuore degli Djaredin, ispirandoli come nessun'altro sarebbe stato in grado.
Come sempre, Tarja sapeva cosa dire ai suoi cugini per rassicurarli, nel bene o nel male.
Gli Djaredin erano pronti. L'Archon si era armato, e aveva dato ordine ai cugini di dirigersi verso gli alleati di Helcaraxe.
Lì erano già presenti i combattenti di Helcaraxe, una delegazione Hammin ed alcuni mercenari assoldati dallo Jarl.
Organizzate le armate e finalizzate le strategie, lo Jarl guidò tutti i presenti sul campo di battaglia.
Lo scontro sarebbe avvenuto nelle terre del continente umano appartenenti al popolo Hammin, che da lì a poco sarebbero state devastate dalla rabbia dell'Alleanza; gli Amoniani e i briganti al loro seguito potevano aspettarselo, ma mai avrebbero immaginato l'entità di queste parole.
Lo scontro era iniziato. Gli esploratori djaredin e le sentinelle corsero subito tra gli alberi nella foresta, cercando di identificare la posizione del nemico.
Nel mentre, i guerrieri corazzati avanzavano come un blocco unico inarrestabile, per rimandare alle proprie divinità qualsiasi nemico trovato lungo il tragitto.
Dopo uno stallo iniziale, il geniere Togrim aveva avvistato i nemici, barricati con muri magici e con le spalle alla montagna, all'altezza del passo verso la baronia.
Il gruppo dell'alleanza iniziò ad avanzare.
Alla vista dei muri, una pioggia di pozioni dispersive iniziò a cadere sulle teste dei nemici, con la stessa facilità con cui loro in passato avevano dato fiato alla bocca.
L'ingaggio era perfetto; i maghi erano rimasti con un pugno di mosche in mano, i muri erano caduti, i genieri e tutto il gruppo nascosto tra la foresta avanzava senza problemi. Amon fuggiva, ritirandosi maggiormente ad Ovest, verso le terre maledette.
I bardi alleati avevano iniziato a suonare, per incoraggiare i combattenti e stordire i nemici che riuscivano a raggiungere con le loro note.
Per gli amoniani era troppo tardi, la Valanga Djaredin procedeva inarrestabile.
Le prime linee dei due schieramenti avevano iniziato a combattere, supportate dai rispettivi sacerdoti, quando all'improvviso... il ruggito della montagna rovinò lo schieramento amoniano lasciandone una parte sotto le macerie.
Gli amoniani erano visibilmente sconvolti, la loro formazione fino ad allora compatta si stava sgretolando. Fu quello il momento della prima vera carica dell'alleanza. Diverse persone erano cadute, sia alleati che nemici, ma i guerrieri continuavano ad avanzare.
Un'altra esplosione fece tremare la terra, poi un'altra, e un'altra ancora. I boati delle esplosioni continuavano senza sosta, non bisognava lasciare il tempo di reagire al proprio nemico. Ormai nell'aria si sentiva solo odore di morte e polvere nera.
Il piano era stato un successo sotto tutti i punti di vista; gli amoniani non avevano altra scelta che chiudersi in un angolo tra i costoni di montagna, luogo in cui avrebbero esalato l'ultimo respiro.
La carica proseguiva, le prime linee continuavano a tirare pozioni dispersive sui nemici, i genieri avevano iniziato a posizionare i loro Annichilitori realizzati per debellare la magia dal campo di battaglia.
I più coraggiosi tra i nemici rimasero a combattere fino alla fine, i vigliacchi scapparono all'istante dirigendosi verso le terre di Amon.
Lo scontro era finito, l'alleanza esultava.
I membri della ormai non più Ciurma del Teschio, nemici degli Djaredin il cui rancore era ben impresso nel Dammaz Kron, erano morti con onore.
Gli Uruzson, come si aspettavano in molti, appena visto un spiraglio erano fuggiti con la coda tra le gambe, non senza depredare i cadaveri trovati lungo la via. Apparentemente la paura era così forte da lasciar dietro alcuni membri del loro gruppo, che non riuscirono a scappare abbastanza in fretta. Lì giaceva ciò che rimaneva di Dulbur, tra i corpi degli alleati con cui era rimasto a combattere.
Il passo era stato conquistato. Recuperati i caduti e riorganizzato l'esercito, gli alleati erano rientrati ad Helcaraxe per i festeggiamenti.
Gli Djaredin erano tornati alla Gemma.
Lì li aspettavano le cugine Tarja Giramnondo e Tilda Pastasfoglia, ancora in preghiera, in attesa di notizie sull'esito dello scontro.
Comunicata la vittoria, tutti i presenti in piazza iniziarono ad esultare.
Approfittando della generale euforia, l'Archon propose l'Haka ai cugini, e così fu fatto:
Con le parole sono tutti bravi, ma ancora una volta il popolo Djaredin era riuscito a ricordare ai propri nemici con chi hanno a che fare.
Soli siam saldi come le rocce, uniti inamovibili come la Montagna!
Gli Djaredin avevano dato diverse possibilità ai propri nemici di redimersi, ma tutto era stato vano.
Presi in giro in un incontro ufficiale, offesi nel profondo in terre elfiche, assaliti da miseri briganti assoldati dagli Amoniani e premiati anche con pezzi di terra in cui vivere.
Nulla di tutto ciò poteva lontanamente impaurire il Regno di Kard.
Come ordinato dall'Archon, gli Djaredin dovevano riunirsi in piazza, pronti a combattere per gli ideali in cui credono e per pretendere il rispetto che fino ad ora non avevano avuto.
Dopo aver dedicato il giusto tempo per pregare la Triade e prese le consuete 13 monete, gli Djaredin erano finalmente giunti in piazza.
Affacciati dalle scale della locanda li aspettavano l'Archon Moiraj Sventraorchi e la Prima Rodolan Tarja Giramondo, pronti per innalzare gli animi per un'ultima volta prima dello scontro.
Le due figure erano imponenti, la cugina Tarja sembrava più arrabbiata del solito; in piazza calò il silenzio.
Il primo a parlare fu l'Archon.
Oggi gli Djaredin scendono in battaglia al fianco degli alleati nordici contro gli umgaz di amon.
Questi umgaz non hanno detto niente quando quei lunghi senza onore sono entrati a far parte del loro impero con incarichi ufficiali.
La feccia! Assassini!
Noi non crediamo si siano adeguati all'impero.
Noi crediamo che esso sia stato corrotto.
E oggi... nel nome dello Djare, nel nome della Triade, FAREMO SCORRERE IL LORO SANGUE!
BHARUK KHAZAD
KHAZAD AIMENU!"
Le parole dell'Archon andavano dritte al cuore degli Djaredin, ispirandoli come nessun'altro sarebbe stato in grado.
Mi auguro che siate andati tutti a pregare la Triade e a fare laute offerte.
Io questa sera mi alternerò tra un tempio e l'altro.
Pregherò Korg, che vi dia la forza in battaglia.
Pregherò Berzale, affinchè vi dia l'intelligenza e la capacità di farvela usare al meglio.
Pregherò Dera, nel caso giungesse la vostra fine siate orgogliosi di morire in battaglia per una giusta causa e Dera vi accompagnerà fino al grande esercito di Korg.
Portate con voi le 13 monete necessarie.
Che la benedizione della Triade scenda su di voi.
BHARUK KHAZAD
KHAZAD AIMENU!"
Come sempre, Tarja sapeva cosa dire ai suoi cugini per rassicurarli, nel bene o nel male.
Gli Djaredin erano pronti. L'Archon si era armato, e aveva dato ordine ai cugini di dirigersi verso gli alleati di Helcaraxe.
Lì erano già presenti i combattenti di Helcaraxe, una delegazione Hammin ed alcuni mercenari assoldati dallo Jarl.
Organizzate le armate e finalizzate le strategie, lo Jarl guidò tutti i presenti sul campo di battaglia.
Lo scontro sarebbe avvenuto nelle terre del continente umano appartenenti al popolo Hammin, che da lì a poco sarebbero state devastate dalla rabbia dell'Alleanza; gli Amoniani e i briganti al loro seguito potevano aspettarselo, ma mai avrebbero immaginato l'entità di queste parole.
Lo scontro era iniziato. Gli esploratori djaredin e le sentinelle corsero subito tra gli alberi nella foresta, cercando di identificare la posizione del nemico.
Nel mentre, i guerrieri corazzati avanzavano come un blocco unico inarrestabile, per rimandare alle proprie divinità qualsiasi nemico trovato lungo il tragitto.
Dopo uno stallo iniziale, il geniere Togrim aveva avvistato i nemici, barricati con muri magici e con le spalle alla montagna, all'altezza del passo verso la baronia.
Il gruppo dell'alleanza iniziò ad avanzare.
Alla vista dei muri, una pioggia di pozioni dispersive iniziò a cadere sulle teste dei nemici, con la stessa facilità con cui loro in passato avevano dato fiato alla bocca.
L'ingaggio era perfetto; i maghi erano rimasti con un pugno di mosche in mano, i muri erano caduti, i genieri e tutto il gruppo nascosto tra la foresta avanzava senza problemi. Amon fuggiva, ritirandosi maggiormente ad Ovest, verso le terre maledette.
I bardi alleati avevano iniziato a suonare, per incoraggiare i combattenti e stordire i nemici che riuscivano a raggiungere con le loro note.
Per gli amoniani era troppo tardi, la Valanga Djaredin procedeva inarrestabile.
Le prime linee dei due schieramenti avevano iniziato a combattere, supportate dai rispettivi sacerdoti, quando all'improvviso... il ruggito della montagna rovinò lo schieramento amoniano lasciandone una parte sotto le macerie.
Gli amoniani erano visibilmente sconvolti, la loro formazione fino ad allora compatta si stava sgretolando. Fu quello il momento della prima vera carica dell'alleanza. Diverse persone erano cadute, sia alleati che nemici, ma i guerrieri continuavano ad avanzare.
Un'altra esplosione fece tremare la terra, poi un'altra, e un'altra ancora. I boati delle esplosioni continuavano senza sosta, non bisognava lasciare il tempo di reagire al proprio nemico. Ormai nell'aria si sentiva solo odore di morte e polvere nera.
Il piano era stato un successo sotto tutti i punti di vista; gli amoniani non avevano altra scelta che chiudersi in un angolo tra i costoni di montagna, luogo in cui avrebbero esalato l'ultimo respiro.
La carica proseguiva, le prime linee continuavano a tirare pozioni dispersive sui nemici, i genieri avevano iniziato a posizionare i loro Annichilitori realizzati per debellare la magia dal campo di battaglia.
I più coraggiosi tra i nemici rimasero a combattere fino alla fine, i vigliacchi scapparono all'istante dirigendosi verso le terre di Amon.
Lo scontro era finito, l'alleanza esultava.
I membri della ormai non più Ciurma del Teschio, nemici degli Djaredin il cui rancore era ben impresso nel Dammaz Kron, erano morti con onore.
Gli Uruzson, come si aspettavano in molti, appena visto un spiraglio erano fuggiti con la coda tra le gambe, non senza depredare i cadaveri trovati lungo la via. Apparentemente la paura era così forte da lasciar dietro alcuni membri del loro gruppo, che non riuscirono a scappare abbastanza in fretta. Lì giaceva ciò che rimaneva di Dulbur, tra i corpi degli alleati con cui era rimasto a combattere.
Il passo era stato conquistato. Recuperati i caduti e riorganizzato l'esercito, gli alleati erano rientrati ad Helcaraxe per i festeggiamenti.
Gli Djaredin erano tornati alla Gemma.
Lì li aspettavano le cugine Tarja Giramnondo e Tilda Pastasfoglia, ancora in preghiera, in attesa di notizie sull'esito dello scontro.
Comunicata la vittoria, tutti i presenti in piazza iniziarono ad esultare.
Approfittando della generale euforia, l'Archon propose l'Haka ai cugini, e così fu fatto:
Con le parole sono tutti bravi, ma ancora una volta il popolo Djaredin era riuscito a ricordare ai propri nemici con chi hanno a che fare.
Soli siam saldi come le rocce, uniti inamovibili come la Montagna!
Link gif pacchiana rotto per triggerare Djinn
Ei fu Elenion Faenriel - Leghista di giorno, fedele dell'unico Dio di notte
Ei fu tutto in una riga: Dhraz GemmaNera - Thrund, Dra-zad Sfondamuro - Maestro della Nera
Discord: rosikcool