- Wed Mar 30, 2022 3:10 pm
#50998
“Nei mari del sud”
Il vento caldo e la dolce brezza marina ci accarezzavano dolcemente, in quella terra a noi straniera.
Erano passati pochi mesi dall'inizio del nostro viaggio. Tortuga ci offriva una vita spensierata godendoci la quiete locale mentre amicizie passate e nuove si andavano a consolidare, tra incarichi e piacevoli bevute.
Il capitano Kendra ci concesse un fazzoletto di terra e il calore familiare della ciurma, affinché le nostre ferite potessero rimarginarsi il prima possibile. Le genti del luogo, cosi stravaganti nei loro modi, ci davano l'opportunità di ampliare la nostra conoscenza.
I più restii erano quelli in cui scorreva nelle vene il sangue delle nevi, mentre altri, più avvezzi alla curiosità e alla scoperta, si lasciavano pervadere dalle parole che davano un senso a ciò che ci circondava.
Così come le maree anche il clan mutava, prendendo rotte non conosciute ma che secondo antichi testi sembravano cosi vicine alla vecchia casa.
Tremecciani, Qwaylar, Suver ogni popolo dava una spiegazione diversa alla fonte di potere da cui attingevano, tutti erano consapevoli che quel potere era prezioso e andava preservato, ma era da folli non sfruttarlo. Cosi come fecero un tempo i vecchi Kunningr.
I giorni passavano e con essi giungevano nuove avventure. Il più delle volte, cullati dal ventre della grande madre dagli occhi di ghiaccio, la quale benevola benediva i nostri viaggi, visitammo molte terre e domini. Grandi villaggi fatti di legno e pietra, grandi citta fatte da roccia levigata e lavorata da maestri costruttori.
Ogni popolo aveva usi e costumi diversi ma nonostante fossimo lontani da casa, era piacevole che ci riconoscessero come le genti del nord. La nostra fama di Clan ci precedeva e grazie alle nostre capacità belliche, avevamo lasciato in loro un buon ricordo.
Il cammino di un nordico è tortuoso e pieno di insidie, spesso si vive di fama passata senza curarsi di mantenerla nel tempo con l'unica penna che ha disposizione un guerriero....la sua arma!
“la Via del Toro”
Il clan Uruznidir sapeva bene quanto costasse quell'impegno e quanta maestria ci volesse affinché le grida di gloria di un antico popolo fiero non svanissero nei venti del tempo.
La quiete familiare, ambita e bramata da ogni suver, è un dono che per un viking di un clan razziatore viene percepita come un peso. Un qualcosa utile solo a ritrovare le forze per poi partire in nuove avventure.
''Noi guardiamo il mare con la speranza di scorgere un futuro dorato, affinché quando giungerà il giorno, possa io cadere in battaglia con alle mie spalle una storia capace di rendermi immortale e che possa essere cosi forte da spalancare per me le porte del Valhalla!''
Con questo spirito impavido noi viviamo la nostra vita e accumuliamo fama, gloria, conoscenza e ricchezze.
Intanto strane nubi colme di pioggia si addensavano a Nord Ovest. Venti di guerra facevano capolino da isole lontane. Il leone tentava la sua zampata sul nero unicorno e cosi dalle montagne echeggiarono i corni di adunata.
Nuove alleanze furono stipulate e ammaliati dall'occasione di oro e terre la grande ciurma di Tortuga si precipito nella contesa cavalcando le onde della battaglia.
Saldi nella parola data, ogni guerriero del clan messo a disposizione del capitano, affilò la propria lama. L'ora era giunta prima del previsto, ma nessuno si fece trovare impreparato.
Agli skald sarà concesso l'onere e l'onore di continuare questa storia, a me invece...Thorgun! Un tempo Valdarsen, ma ora conosciuto come Maknar degli Uruznidir...sono concesse poche parole che racchiudono il significato di questa nostra marcia:
''COME VALANGA!''
https://www.youtube.com/watch?v=qIuPagY ... wE&index=1
Nel ghiaccio e sangue trovano la loro vocazione.
Le onde cavalcano furiose, con impeto e determinazione!
Del toro han la sua furia, nel fuoco la loro gloria si plasma.
Avanzano… impetuosi e compatti!
COME VALANGA!
“Nei mari del sud”
Il vento caldo e la dolce brezza marina ci accarezzavano dolcemente, in quella terra a noi straniera.
Erano passati pochi mesi dall'inizio del nostro viaggio. Tortuga ci offriva una vita spensierata godendoci la quiete locale mentre amicizie passate e nuove si andavano a consolidare, tra incarichi e piacevoli bevute.
Il capitano Kendra ci concesse un fazzoletto di terra e il calore familiare della ciurma, affinché le nostre ferite potessero rimarginarsi il prima possibile. Le genti del luogo, cosi stravaganti nei loro modi, ci davano l'opportunità di ampliare la nostra conoscenza.
I più restii erano quelli in cui scorreva nelle vene il sangue delle nevi, mentre altri, più avvezzi alla curiosità e alla scoperta, si lasciavano pervadere dalle parole che davano un senso a ciò che ci circondava.
Così come le maree anche il clan mutava, prendendo rotte non conosciute ma che secondo antichi testi sembravano cosi vicine alla vecchia casa.
Tremecciani, Qwaylar, Suver ogni popolo dava una spiegazione diversa alla fonte di potere da cui attingevano, tutti erano consapevoli che quel potere era prezioso e andava preservato, ma era da folli non sfruttarlo. Cosi come fecero un tempo i vecchi Kunningr.
I giorni passavano e con essi giungevano nuove avventure. Il più delle volte, cullati dal ventre della grande madre dagli occhi di ghiaccio, la quale benevola benediva i nostri viaggi, visitammo molte terre e domini. Grandi villaggi fatti di legno e pietra, grandi citta fatte da roccia levigata e lavorata da maestri costruttori.
Ogni popolo aveva usi e costumi diversi ma nonostante fossimo lontani da casa, era piacevole che ci riconoscessero come le genti del nord. La nostra fama di Clan ci precedeva e grazie alle nostre capacità belliche, avevamo lasciato in loro un buon ricordo.
Il cammino di un nordico è tortuoso e pieno di insidie, spesso si vive di fama passata senza curarsi di mantenerla nel tempo con l'unica penna che ha disposizione un guerriero....la sua arma!
“la Via del Toro”
Il clan Uruznidir sapeva bene quanto costasse quell'impegno e quanta maestria ci volesse affinché le grida di gloria di un antico popolo fiero non svanissero nei venti del tempo.
La quiete familiare, ambita e bramata da ogni suver, è un dono che per un viking di un clan razziatore viene percepita come un peso. Un qualcosa utile solo a ritrovare le forze per poi partire in nuove avventure.
''Noi guardiamo il mare con la speranza di scorgere un futuro dorato, affinché quando giungerà il giorno, possa io cadere in battaglia con alle mie spalle una storia capace di rendermi immortale e che possa essere cosi forte da spalancare per me le porte del Valhalla!''
Con questo spirito impavido noi viviamo la nostra vita e accumuliamo fama, gloria, conoscenza e ricchezze.
Intanto strane nubi colme di pioggia si addensavano a Nord Ovest. Venti di guerra facevano capolino da isole lontane. Il leone tentava la sua zampata sul nero unicorno e cosi dalle montagne echeggiarono i corni di adunata.
Nuove alleanze furono stipulate e ammaliati dall'occasione di oro e terre la grande ciurma di Tortuga si precipito nella contesa cavalcando le onde della battaglia.
Saldi nella parola data, ogni guerriero del clan messo a disposizione del capitano, affilò la propria lama. L'ora era giunta prima del previsto, ma nessuno si fece trovare impreparato.
Agli skald sarà concesso l'onere e l'onore di continuare questa storia, a me invece...Thorgun! Un tempo Valdarsen, ma ora conosciuto come Maknar degli Uruznidir...sono concesse poche parole che racchiudono il significato di questa nostra marcia:
''COME VALANGA!''
https://www.youtube.com/watch?v=qIuPagY ... wE&index=1
THORGUN URUZSON
''due dita e si vola''cit.
''due dita e si vola''cit.