- Wed Mar 18, 2020 1:40 pm
#12797
Era notte tarda, le folate di vento miste a neve si facevano sentire, Helena percorreva i sentieri all'interno del cuore del Nord, Helcaraxe, stringendo le spalle nella pelliccia che la avvolgeva.
L'eco delle voci dei syskar che brindavano vittoriosi riempivano i sentieri battuti.
Entrò in locanda, nemmeno il tempo di scrollarsi la neve sulle spalle che i suoi syskar non esitarono nel farle trovare un calice ricolmo di birra tra le mani per unirsi ai festeggiamenti.
Finalmente dopo una serata insonne Helena riusciva a trovare qualche minuto di pace,circondata da quegli uomini e donne che riconosceva come fratelli.
Dal momento in cui il manto bruno si posò sulle sue spalle Helena capì di aver ritrovato quella sensazione ormai perduta da tempo, il calore che solo una famiglia poteva donargli.
Quella sera decise di non assistere i propri Syskar durante la battuta di caccia. Cosa insolita per la donna visto che sin dal primo giorno in cui varcò la soglia del Nord, mai rinunciò ad assisterli con la propria salda fede in Crom.
Come era suo solito fare si raccolse in preghiera prima di ogni battaglia, Helena richiedeva il fervore del Padre che potesse egli benedire le braccia e lo spirito degli uomini che lei aveva deciso di seguire e sostenere, ma dentro di se sentiva che il contatto con il Padre vacillava usava sempre la donna come tramite, ma quella notte non rispose alla sua chiamata.
Terminarono i festeggiamenti con un drappello di uomini che non riuscivano a conciliare il sonno si ritrovarno di fronte all'uomo che da qualche giorno era stato accusato di furto verso il regno.
Indossava il kilt della vergogna ed in quanto disonorevole veniva trattato come tale.
Un Syskar, un fratello, come aveva potuto infrangere una promessa, nei confronti del Clan? nei confronti di Helcaraxe?
La cosa fece vacillare la fede della donna, il disprezzo era visibile nel suo volto.
Com'era possibile che un uomo che si batteva fianco a fianco in nome degli dei giusti ebbe il coraggio di tradire i propri fratelli che lo avevano accolto nella propria casa?
Si ritrovarno d'innanzi al sacro runario, nelle porte Est della culla dei Ghiacci per far si che le rune potessero dare una risposta per l'uomo e decidere le sorti del suo destino.
Nemmeno la sua incrollabile fede verso il dio della giustizia, potè lenire l'enorme ferita che Helena portava dentro di se e questo la rendeva ancor di piu inquieta, perche nella sua incrollabile fede riusciva sempre a trovare una risposta, la forza per poter lottare contro ogni ingiustizia.
Ma la risposta fù data, tuonando nel silenzio della neve. Aengus e Danu però furono protagonisti.
Terminato il rituale si ritrovò sola, il Syskar, uno degli anziani che in sè custodiva una delle piu antiche tradizioni del nord
Con tono pacato richiamò l'attenzione della donna:
- Vieni Helena avvicinati al runario, è tradizione che ogni uomo del nord possa ritrovare la propria runa guida. E' così poco tempo che solchi quest'isola, stai comprendendo il significato di vivere al nord, quali sono i valori che porti sulle spalle.
Con una mano sfiorò il manto bruno della donna ed aggiunse.
- Onore, rispetto, fratellanza.
- Voglio leggerti la Runa, la runa guida
- Ehiwaz Esclamò.
- Questa è la runa che usiao spesso duranti i riti rivolti a Danu, per fare in modo che ella culli le drakkar mentre ardono, così che i valorosi possano ascendere al Valhalla, una runa equilibrata, una runa speciale per chi comprende il valore della vita e della morte. Sarà questa la runa che porterai con te, sempre. la voce dell'uomo era calma, intensa, quasi avvolgente.
Helena immersa tra mille pensieri teneva stretta in un pugno la runa ed aggiunse.
- Ella, Danu, ancora.
- La mia rinascita parte da questo giorno. Giorno in cui mi hai concesso la piu intima tradizione del nord. e sono fiera di poterne fare parte.
- Il manto che porto sulle spalle ha da sempre avuto un peso. Ho ritrovato il calore di una famiglia da tempo ormai perduta, persino questo rigido freddo per me, suver, all'idea di essere avvolta dalle braccia dei syskar non mi fa paura.
prendendo un attimo di fiato poi aggiunse.
-la mia fede però vacilla.
Con un gesto quasi paterno il fratello portò una mano sulla spalla della donna aggiungendo.
- Hai di fronte a te ciò di cui hai bisogno, devi solo varcare la soglia.
L'uomo poi iniziò a ridere, ridere di gusto, mentre con un gesto secco richiamava l'attenzione del suo fedele orso bianco inizio ad allontanarsi dalla donna.
- La soglia ti attende Syskar.
Nel buio della radura il fratellò si allontanò, insinuando così nella donna ancora piu domande.
Ella Danu ancora una volta fu la risposta alle sue domande, perchè?
Dov'era il padre in quel solenne momento? Padre a cui aveva dedicato la vita stessa, perchè egli simbolo di giustizia ed equilibrio voleva porre lo spirito della donna nella sua sentenziosa bilancia?
La famiglia o il proprio Dio?
Helena si strinse nella sua spessa pelliccia e nel silenzio della neve si ritirò in locanda, con lo spirito ancora di più irrequieto.
L'eco delle voci dei syskar che brindavano vittoriosi riempivano i sentieri battuti.
Entrò in locanda, nemmeno il tempo di scrollarsi la neve sulle spalle che i suoi syskar non esitarono nel farle trovare un calice ricolmo di birra tra le mani per unirsi ai festeggiamenti.
Finalmente dopo una serata insonne Helena riusciva a trovare qualche minuto di pace,circondata da quegli uomini e donne che riconosceva come fratelli.
Dal momento in cui il manto bruno si posò sulle sue spalle Helena capì di aver ritrovato quella sensazione ormai perduta da tempo, il calore che solo una famiglia poteva donargli.
Quella sera decise di non assistere i propri Syskar durante la battuta di caccia. Cosa insolita per la donna visto che sin dal primo giorno in cui varcò la soglia del Nord, mai rinunciò ad assisterli con la propria salda fede in Crom.
Come era suo solito fare si raccolse in preghiera prima di ogni battaglia, Helena richiedeva il fervore del Padre che potesse egli benedire le braccia e lo spirito degli uomini che lei aveva deciso di seguire e sostenere, ma dentro di se sentiva che il contatto con il Padre vacillava usava sempre la donna come tramite, ma quella notte non rispose alla sua chiamata.
Terminarono i festeggiamenti con un drappello di uomini che non riuscivano a conciliare il sonno si ritrovarno di fronte all'uomo che da qualche giorno era stato accusato di furto verso il regno.
Indossava il kilt della vergogna ed in quanto disonorevole veniva trattato come tale.
Un Syskar, un fratello, come aveva potuto infrangere una promessa, nei confronti del Clan? nei confronti di Helcaraxe?
La cosa fece vacillare la fede della donna, il disprezzo era visibile nel suo volto.
Com'era possibile che un uomo che si batteva fianco a fianco in nome degli dei giusti ebbe il coraggio di tradire i propri fratelli che lo avevano accolto nella propria casa?
Si ritrovarno d'innanzi al sacro runario, nelle porte Est della culla dei Ghiacci per far si che le rune potessero dare una risposta per l'uomo e decidere le sorti del suo destino.
Nemmeno la sua incrollabile fede verso il dio della giustizia, potè lenire l'enorme ferita che Helena portava dentro di se e questo la rendeva ancor di piu inquieta, perche nella sua incrollabile fede riusciva sempre a trovare una risposta, la forza per poter lottare contro ogni ingiustizia.
Ma la risposta fù data, tuonando nel silenzio della neve. Aengus e Danu però furono protagonisti.
Terminato il rituale si ritrovò sola, il Syskar, uno degli anziani che in sè custodiva una delle piu antiche tradizioni del nord
Con tono pacato richiamò l'attenzione della donna:
- Vieni Helena avvicinati al runario, è tradizione che ogni uomo del nord possa ritrovare la propria runa guida. E' così poco tempo che solchi quest'isola, stai comprendendo il significato di vivere al nord, quali sono i valori che porti sulle spalle.
Con una mano sfiorò il manto bruno della donna ed aggiunse.
- Onore, rispetto, fratellanza.
- Voglio leggerti la Runa, la runa guida
- Ehiwaz Esclamò.
- Questa è la runa che usiao spesso duranti i riti rivolti a Danu, per fare in modo che ella culli le drakkar mentre ardono, così che i valorosi possano ascendere al Valhalla, una runa equilibrata, una runa speciale per chi comprende il valore della vita e della morte. Sarà questa la runa che porterai con te, sempre. la voce dell'uomo era calma, intensa, quasi avvolgente.
Helena immersa tra mille pensieri teneva stretta in un pugno la runa ed aggiunse.
- Ella, Danu, ancora.
- La mia rinascita parte da questo giorno. Giorno in cui mi hai concesso la piu intima tradizione del nord. e sono fiera di poterne fare parte.
- Il manto che porto sulle spalle ha da sempre avuto un peso. Ho ritrovato il calore di una famiglia da tempo ormai perduta, persino questo rigido freddo per me, suver, all'idea di essere avvolta dalle braccia dei syskar non mi fa paura.
prendendo un attimo di fiato poi aggiunse.
-la mia fede però vacilla.
Con un gesto quasi paterno il fratello portò una mano sulla spalla della donna aggiungendo.
- Hai di fronte a te ciò di cui hai bisogno, devi solo varcare la soglia.
L'uomo poi iniziò a ridere, ridere di gusto, mentre con un gesto secco richiamava l'attenzione del suo fedele orso bianco inizio ad allontanarsi dalla donna.
- La soglia ti attende Syskar.
Nel buio della radura il fratellò si allontanò, insinuando così nella donna ancora piu domande.
Ella Danu ancora una volta fu la risposta alle sue domande, perchè?
Dov'era il padre in quel solenne momento? Padre a cui aveva dedicato la vita stessa, perchè egli simbolo di giustizia ed equilibrio voleva porre lo spirito della donna nella sua sentenziosa bilancia?
La famiglia o il proprio Dio?
Helena si strinse nella sua spessa pelliccia e nel silenzio della neve si ritirò in locanda, con lo spirito ancora di più irrequieto.
Helena Wulfhall, Mozzafiato
La Mozza dei Corsari Scarlatti
La Mozza dei Corsari Scarlatti