- Sun Feb 02, 2020 6:00 pm
#8892
3000 c.i.
Avevo 10 anni la prima volta che lo vidi, la mia piccola Harahis viveva in tende fatte di stracci prima di riuscire a darmi in moglie a vostro padre.
Ma ero felice: con mia madre, i miei due fratelli, e mio padre, vivevamo principalmente di caccia.
La mia piccola pecora, che mungevo ogni mattina, si chiamava Ulla, e lo sciacallo che viveva con noi Beo.
Viaggiavamo nomadi nel Sahra, seguendo le direzioni che i venti ci imponevano.
Mio Padre, fin da bambino, aveva studiato da suo padre e suo zio tutti i venti del Sahra e così, nonostante fosse un uomo di umili origini,
proteggeva la sua famiglia dalle più violente tempeste di sabbia.
Sapete, piccoli miei, non avevamo nemmeno uno schiavo, così quando dovevamo spostarci da una regione all’altra del Sahra eravamo noi bambini a lavorare per smontare tutto e caricare gli unici due lama di nostro padre.
Un giorno Yamud, mio fratello maggiore, svegliatosi all’alba, vide molto lontano una fitta nube di sabbia, muoversi verso di noi.
Non dovevamo spostarci da quella regione prima di due cicli di nut, nessuno di noi era preparato. Terrorizzato ci svegliò tutti di soprassalto, più la tempesta si avvicinava e più sentivo il cuore scoppiarmi in petto.
L’immensa nube correva verso di noi ad una velocità mai vista, turbini di sabbia dorata vorticavano sferzando con violenza tutto ciò che incontrava.
Fummo travolti, ma non morimmo quel giorno, non so nemmeno dirvi perchè.
Eppure, in quel momento che credevo l’ultimo della mia esistenza, riuscii a farmi forza per osservare la vastità di ciò che ci stava travolgendo.
In quell’eterno istante li vidi...un gruppo di scintillanti saette, poi ancor più vicine mi sembrarono fatte esse stesse di sabbia, ma quando mi superarono li vidi bene:
Un gruppo di destrieri color dell’oro.
3000 c.i.
Seduti attorno ad un focolare, una giovane ragazza di appena vent’anni racconta ad un gruppo di bambini una storia,
tutti la fissano con occhi sognanti, alcuni a bocca aperta e con il mento appoggiato alle mani.
I suoi occhi sono bianchi, ciechi, ed il suo volto è segnato da una impercettibile tela di cicatrici quasi invisibili da lontano.
Avevo 10 anni la prima volta che lo vidi, la mia piccola Harahis viveva in tende fatte di stracci prima di riuscire a darmi in moglie a vostro padre.
Ma ero felice: con mia madre, i miei due fratelli, e mio padre, vivevamo principalmente di caccia.
La mia piccola pecora, che mungevo ogni mattina, si chiamava Ulla, e lo sciacallo che viveva con noi Beo.
Viaggiavamo nomadi nel Sahra, seguendo le direzioni che i venti ci imponevano.
Mio Padre, fin da bambino, aveva studiato da suo padre e suo zio tutti i venti del Sahra e così, nonostante fosse un uomo di umili origini,
proteggeva la sua famiglia dalle più violente tempeste di sabbia.
Sapete, piccoli miei, non avevamo nemmeno uno schiavo, così quando dovevamo spostarci da una regione all’altra del Sahra eravamo noi bambini a lavorare per smontare tutto e caricare gli unici due lama di nostro padre.
Un giorno Yamud, mio fratello maggiore, svegliatosi all’alba, vide molto lontano una fitta nube di sabbia, muoversi verso di noi.
Non dovevamo spostarci da quella regione prima di due cicli di nut, nessuno di noi era preparato. Terrorizzato ci svegliò tutti di soprassalto, più la tempesta si avvicinava e più sentivo il cuore scoppiarmi in petto.
L’immensa nube correva verso di noi ad una velocità mai vista, turbini di sabbia dorata vorticavano sferzando con violenza tutto ciò che incontrava.
Fummo travolti, ma non morimmo quel giorno, non so nemmeno dirvi perchè.
Eppure, in quel momento che credevo l’ultimo della mia esistenza, riuscii a farmi forza per osservare la vastità di ciò che ci stava travolgendo.
In quell’eterno istante li vidi...un gruppo di scintillanti saette, poi ancor più vicine mi sembrarono fatte esse stesse di sabbia, ma quando mi superarono li vidi bene:
Un gruppo di destrieri color dell’oro.
Corre e corre ancora
Il vento sulle dune
corre, fluttua
Selvaggio
Indomabile
Fiero
Io l’ho visto!
Il Dono del volo senz’ali!