Ascesa nell'Abisso
Posted: Wed Dec 27, 2023 5:58 pm
by Hypercrash
In un tempo imprecisato, in un antro sconosciuto, alle flebili luci di alcune candele viene conservato un antico libro su di un massiccio leggio quasi come fosse un’ara.
La manifattura di altissimo pregio e la rara consultazione delle pagine hanno permesso una conservazione ottimale nel tempo.
La copertina del libro è finemente lavorata, alternando parti di legno sotterraneo intarsiato e nel centro un rosone metallico in pirite infusa inciso in un glifo dal significato incomprensibile.
Una esuvia di un serpente di piccole dimenesioni di colore nero cinge l’antico tomo.
Quella che un tempo era la coda si congiunge all’interno del capo dopo aver completato il giro intorno al libro.
La testa è stata saldata in un’infusione di pirite colata al centro del rosone, rendendo la muta la cinghia di sigillo.
Nell’angolo in basso a destra si notano in rilievo tre lettere in metallo infuso incastonate nel legno della copertina: VvH.
Una mano delicata sfila la coda della muta dalla bocca, la muta si retrae instantanamente arricciando le spire al centro della copertina e lasciando sì che il tomo si possa sfogliare.
Re: Ascesa nell'Abisso
Posted: Wed Dec 27, 2023 5:59 pm
by Hypercrash
Re: Ascesa nell'Abisso
Posted: Thu Dec 28, 2023 12:54 am
by Hypercrash
Le pagine di grana molto spessa e dalle venature scure sono state vergate con dell’inchiostro nero pece.
La calligrafia è chiara, marcata e leggermente in rilievo, meticolosamente curata in ogni dettaglio.
Voltata la pesante copertina, si apre la prima pagina in cui compare l’occhiello del libro.
Re: Ascesa nell'Abisso
Posted: Thu Dec 28, 2023 2:01 am
by Hypercrash
La mano con delicatezza prese a sfogliare le pagine facendole scorrere con l’indice.
D’un tratto si fermò senza una logica e iniziò la lettura sulla pagina scelta e immediatamente, quasi inequivocabilmente, insieme alle parole iniziò a figurarsi lo scenario.
Lo sguardo era fisso sulle fiamme.
Il mescolarsi perpetuo di ogni vampa si stagliava verso l’oscurità della notte.
Il crepitio risuonava nell’aria inesorabile come il verdetto di quel Processo.
Nessuna emozione.
Possibile rimanere impassibili innanzi a una ritrovata condanna a morte per Eresia? No... Forse il suo spirito era privo di emozioni ma la riflessione si leggeva nei suoi occhi illuminati dal riflesso di quel Rogo.
Lento si alzava il fumo, come se tutto fosse finito, era dunque compituto?
Si guardò intorno, hammin, amoniani, cavalieri dell’alba, genti di ogni genere e... Loknariani... Tutti ad assistere al Giudizio emanato quella notte.
Strano, non sapeva spiegarlo... Ne aveva visti, ne aveva vissuti, avrebbe sparso ogni goccia del suo sangue pur di difendere i molti condannati che negli anni aveva udito.
Mai si era sentito esecutore, mai in questo modo. Doveva provare qualcosa? Doveva sentirsi appagato come fedele?
Forse avrebbe dovuto... Eppure qualcosa risuonava in lui, non sentiva nulla, un vuoto, profondo...
Era giusto il silenzio in quel momento? Un uomo mandato a morire su una pira, un peccatore... Era dunque questo che gli Dei volevano?
Altri prima si erano interrogati come lui? Era il solo in quella folla che guardava meditabondo?
“Oh, Oscuro Signore, la pena inflitta era degna dell’Abisso?”. Questo echeggiava nella sua testa.
Erano anni che ciò che non accadeva, da quando Loknar si era eretta a egida di Vashnaar e di tutto il Suo Culto, da quando ogni esule, ogni reietto vashnaariano, sapeva che a Loknar avrebbe potuto trovare lo scudo della sua fede e avrebbe potuto lottare per essa.
“Che tutti i Sette abbiano Voce...”. Altre parole, parole ideate affinchè Vashnaar fosse accettato sì, ma che in realtà celavano la reale forza motrice di quello che era l’intento di ogni vashnaariano... Annientarli, annientare ogni fedele dei “Giusti”.
E ora, invece, tutti i Sette l’avevano... L’avevano forse? Era ciò che realmente stava accadendo in altro modo da come era stato concepito o si stava solo propinando un epilogo alternativo affinché quel Continente trovasse nuove forze e nuova linfa per perpetrare la sua ipocrisia?
Il Continente era mosso realmente da potere religioso o ancora una volta veniva usato per piegare la volontà di quella stirpe che fino ad un anno prima perseguitava un intero Culto, i Da Silva.
Sicuramente non avrebbe mai pensato che un Rogo venisse eretto con un vashnaariano ad eseguire la pena di un Tribunale di Giudici di ogni Diocesi del Continente.
Eppure la Dottrina era chiara, gli Eterni l’avevano tracciata, l’avevano mostrata, nuovamente, così precisa teologicamente da renderla il Verbo da seguire, inattaccabile, inespugnabile, dannatamente ineluttabile.
Eppure l’Eclisse continuava il suo Cammino.
Eppure... Eppure... Troppi interrogativi... In lui qualcosa non andava.
Si stava forse perdendo? La Montagna, che aveva per tutta la vita lottato in nome di Vashnaar, stava realmente vacillando?
Non era possibile, non era concepibile per quel guerriero. Necessitava di tempo...
“Il Gotterdammerung giungerà a prescindere dai Giudizi.”
La brace riarsa era ormai cenere.
Ritornò con la mente a quella piazza, faceva fatica a mettere a fuoco tra quella folla...
... Dov’era?
Dov’era Loknar? Quella Loknar con cui aveva combattuto, quella Loknar con cui aveva trionfato, quella Loknar che aveva condotto il Culto di Vashnaar ad un rinnovato rispetto e timore. Era solo un ricordo o stava vivendo il giusto e inesorabile evolversi della Genesi?
“Genesi”. Un sussulto, un battito, come a stabilizzarlo da quel turbinio.
Si voltò in silenzio, non era quello il luogo in cui stare, lo sentiva, lentamente si allontanò, solo, forse ne aveva bisogno...
No...
Un’ombra di sfuggita? Cos’era?
Qualcosa di rapido lo aveva affiancato...
Ancora al suo fianco, qualcuno che forse non era mai andato via, annuirono con intesa e attesero tutti i loknariani.