[URU] La via del Rekivas
Posted: Sat Dec 02, 2023 6:03 am
Ero appena tornato da una serata di bagordi ad Hammerheim, avevo alleggerito le tasche di qualche nobile pieno di boria e di oro, avevo fatto finire ad una guardia il suo turno in anticipo e non ne avrebbe fatto un altro: “leggerini, come sempre” pensai...
Afferrai un pugno di neve, candida, la strofinai in volto per togliere il camuffamento.
Una goccia di neve sciolta dal calore del mio viso mi fini sulle labbra, era fredda come solo l’inverno del Nord sa essere, allungai le mani piano verso il fuoco scoppiettante di Uruzbor, il villaggio era silenzioso: “i Syskar staranno dormendo nella grande tenda” immaginai. Feci per alzarmi, ero stanco, ma non riuscii a muovermi dal focolare, era come se qualcuno avesse posato una enorme mano su di me e mi tenesse inchiodato a sedere. Mi buttai di lato rotolando vicino al fuoco e lo vidi… un ombra stava alle mie spalle, sembrava ridere di me allungando il suo enorme braccio nella mia direzione.
Poi fu l’oscurità.
Il fuoco non emanava più ne calore ne luce, la luna si era spenta, le stelle erano sparite. Dieci rune mi apparvero nell’oscurità e volteggiando verso di me si impresero nella mia pelle, urlai e imprecai i Sette per il dolore che mi causarono per ore interminabili, fui quasi sicuro di perdere il senno tanta era la mia sofferenza. Alla fine svenni, in ginocchio davanti al fuoco, ma prima di perdere conoscenza sentii di nuovo l’ombra intonare una litania in antico Futark prima di allontanarsi e svanire nella notte.
La mattina seguente mi trovarono li dove mi ero accasciato, quasi congelato ma vivo, non c’erano segni visibili delle rune sul mio corpo ma potevo ancora sentirle bruciare dentro di me nei punti dove le avevo viste colpirmi. I Syskar mi parlavano cercando di capire cosa mi fosse successo ma le loro voci risuonavano lontane e vaghe alle mie orecchie, provai a dire qualcosa, ma non riconoscevo neanche il suono della mia voce. Inizia a correre in preda alla follia, scappai in baronia verso i ghiacci eterni e le nevi più profonde, corsi a perdifiato, corsi finche le gambe non mi cedettero.
Ero solo in mezzo alla neve, ai troll, ai mostri che popolano la Baronia: “allora è così che finisce il mio viaggio” pensai. Chiusi gli occhi e sognai, questa volta vidi le rune affiorare dalla mia pelle e percorrere il mio corpo fino ai miei occhi, vidi un troll corrermi in contro furente, con calma placida e consapevole alzai il braccio e lo indicai, dissi alcune parole in futark antico ed Algiz, la runa del fuoco si accese, con un boato il troll cadde schiantandosi addosso ad un frassino. “Che magnifico sogno…” . Un Gargoyle che aveva la tana nei paraggi, allarmato dai rumori venne verso di me, lo vedevo in lontananza, “ho sempre odiato quegli esseri…”, i miei occhi si fecero vitrei Ansuz, la runa dell’aria mi pulsò nel petto, il cielo si fece tetro, con un boato ancora più grande del precedente un fulmine squarciò il cielo. “ è proprio un magnifico sogno” .
Calò il sole nuovamente, mi svegliai che era notte.
Mi alzai con molta fatica, Uruzborg non era poi così distante, avevo percorso solo mezza giornata di cammino, mi ressi per non cadere al cadavere del troll, scavalcai l’ala bruciata del Gargoyle, passai oltre ai cadaveri di due poveri Bergtatt e mi incamminai.