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CONFESSIONI

Posted: Sat Sep 16, 2023 3:35 pm
by ZaynRhysMeyers
“Posso sentirmi veramente degno di essere al tuo cospetto?

Nelle notti senza luna, quando il buio acceca la vista, quando la brezza leggera, o insistente, riesce a procurarmi un brivido lungo la schiena, quasi spettrale.
Quando le insidie e le ansie terrene agitano la mente tenendola schiava e l’oscurità tutto intorno pervade anch’essa assieme al mio animo.

Ma ogni volta che sono venuto a cercati, io ti ho trovato.

Posso sentirmi davvero libero?”

***

Quando ero un fanciullo mi chiedevo spesso cosa fosse la libertà, se vi fosse un modo per poterla veramente ottenere.
Ero convinto, data la giovanissima età, che essere realmente libero significasse, ad esempio, non presentarmi ogni giorno alle lezioni dei miei Maestri: mi sentivo più libero a gironzolare tra le ombre, beandomi della loro sicurezza, nella fervente e chiassosa piazza di Edorel, gremita di colori, di strani ma gradevoli profumi e di personaggi assai curiosi di ogni tipo.

Un giorno, il mio Maestro Lindo riuscì a raggiungermi ed a scovarmi.

“Zayne, vergognati! Hai recato disonore e dispiacere al Veggente!”

“Maestro, io sono libero! Non si impara tutto sui vecchi tomi!”

Dopo avermi rifilato un sonoro ceffone sulla guancia destra, sentenziò:

“Sei schiavo di te stesso, della tua pigrizia e della tua supponenza, piccolo ingrato tracotante. Se fossi realmente libero non avresti voluto perdere nemmeno un momento prezioso di istruzione poichè l’unica cosa che ci rende davvero liberi, su Ardania, è conoscere la causa di ogni cosa.
Quando morirai Oghmar leggerà tra le righe della tua mente. È davvero questo che vuoi offrirGli?”

Rosso in volto a causa del ceffone e della vergogna, cercai di trattenere le lacrime che inondarono per qualche attimo i miei occhi.

Il Maestro mi guardò per diverso tempo poi sorrise leggermente, tendendomi la mano. Io la afferrai con prontezza e sollievo ed insieme ci incamminammo per ritornare nell’aula.

“Ricordati, Zayne, che il modo migliore per iniziare a conoscere tutte le cose è cominciare a conoscere se stessi.”

***

Come posso conoscere realmente me stesso se ogni nuovo giorno sono diverso da quello precedente?

Ciò che ascolto, ciò che vedo, ciò che scopro ed imparo non riescono forse a mutarmi ogni giorno, come le gocce d’acqua che scavano con costanza ed assiduità sulla dura roccia?

Come posso conoscere me stesso se siamo improntati ad aver cognizione di noi ed a stabilirci in base al pensiero ed al giudizio altrui?
E’ vero dunque, come dicevano gli anziani dotti di Edorel, che siamo il prodotto di ciò che gli altri ci dicono?

L’unica risposta che ho trovato, nelle maledette notti di dissidio, è sempre e solo una:
Tu, mio Veggente, riesci a sospendere nella mia mente il giudizio su ogni cosa, per farmi Vedere la realtà senza il velo della soggettività affinché io guardi dentro me stesso con sguardo Cieco, per potermi Vedere realmente come tu hai voluto che io fossi.

Grigio, mio Veggente, aiutami a Vedermi sempre così.

Ogni volta che le notti di tormento mi travolgeranno e sarò perso, Tu mi riporterai sempre a casa, tendendomi la mano come fece il mio Maestro tanti anni fa...


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Re: CONFESSIONI

Posted: Fri Feb 09, 2024 7:28 pm
by ZaynRhysMeyers
Corro quanto più veloce le mie gambe mi permettono.
Inciampo due volte, mi rialzo frettolosamente incespicando nel mentre.

“Lava via la colpa,
lava via la colpa,
lava via la colpa…”

Deglutisco a fatica, prendo il traghetto e mi fermo nell’avamposto sotto la giurisdizione della Casa di Elok.
Cammino velocemente verso la passerella di legno, lontano dal chiasso della città.

Le gambe mi cedono e mi ritrovo in ginocchio.
Dinanzi a me il mare.
Incontro in qualche modo il mio riflesso, deformato dalle acque agitate.

“Lava via la colpa,
lava via la colpa,
lava via la colpa…”

Chiudo gli occhi e scivolo lentamente in acqua, lasciandomi cadere giù.

I secondi che passano sembrano minuti.

Poi, finalmente, riaffioro dalle acque, prendendo una grossa boccata d’aria, ritornando dunque sulla terra ferma.

Qualcosa è diverso.

Mi guardo attorno e, inaspettatamente date le circostanze, ripercorro per qualche attimo, col pensiero, le strade che ero solito perlustrare quando mi aggiravo per Edorel da ragazzino...


***


è tutto esattamente come ricordavo: vedo una vecchietta intenta a lavorare del pellame con grande maestria; osservo un gruppo di Arcanisti, più avanti, studiare con interesse uno Spiritello Maligno bello paffuto e visibilmente infastidito; dopo qualche passo mi pare di sentire l’odore del pane appena sfornato, difatti noto un via vai di persone impegnate a comperare viveri di vario genere; mi volto quasi di scatto e mi soffermo su un gruppetto di fanciulli che, a turno, saltano una fune tenuta ai due estremi da due ragazzini un po’ più grandi, che la fanno oscillare velocemente; quest’ultimi sembrano salmodiare qualcosa…

“Scaccia la Morte,
scaccia l’Oscuro,
scaccia quei demoni,
non sei al sicuro!

Scaccia il fantasma,
scaccia il Dolore,
scaccia Colui che
si dice Impostore!

Scaccia il traditore
che il male diffonde
scaccia il Suo culto
che la gente confonde!

Scaccia il Terrore,
scaccia chi fa soffrire,
scaccia il Suo nome:
Vashnaar il Vile!”

Ogni cosa pare com’era a quei tempi, proprio come l’avevo lasciata.

I due bambini più grandi si accorgono della mia presenza ed iniziano a fissarmi, quasi sorridendo, quasi come stessero aspettandomi.
Un brivido inquietante percorre il mio corpo quando incrocio i loro sguardi.
Riprendono a salmodiare a voce più alta e con un ritmo sempre più incalzante:

“Accogli la Morte,
accogli l’Oscuro,
accogli il Primo
ed il suo Imperituro!

Accogli il Sapere,
accogli il Dolore,
Accogli Colui
che è Liberatore!

Accogli l’Eterno
che l’Eclisse contrasta,
accogli la Morte
che alla continuità riporta.

Accogli l’Abisso,
accogli il Terrore,
accogli Vashnaar:
è Lui il tuo Signore!”


***


Apro gli occhi lentamente, con la testa dolorante ed i pensieri confusi.

“Ho davvero bisogno di una dormita”, mormoro tra me e me; mi dirigo poi verso casa, avvolto dalle ombre e misteriosamente più quieto.