Page 1 of 1

Meglio un orso libero che uno jarl prigioniero [HLX]

Posted: Thu Jun 01, 2023 10:19 pm
by Waljin
Prologo
“Meglio un orso libero che uno jarl prigioniero.”

Me lo diceva sempre mio padre, se devi sacrificare qualcosa per la tua libertà ne vale sempre la pena.

Sono nato nel 225 al Picco dell'Aquila, mio padre Olaf nel 199 era un giovane guerriero tra quelli che aveva partecipato alla battaglia contro gli Ulah Kreen per rompere l'assedio di Edorel e dopo diversi anni passati a Helcaraxe aveva deciso di spostarsi in un luogo più tranquillo insieme a mia madre.

Lui sapeva cosa fosse il sacrificio, sapeva cosa vuol dire vivere in un luogo inospitale.
Scelsce il Picco dell'Aquila quando era poco più di un gruppo di tende. A oltre 50 anni, concepì me. Olaf rimase per diversi anni come capo delle guardie del Picco dell'Aquila, nonchè intimo amico di Gartax il Saggio.
La mia vita è stata piuttosto serena, ho pensato principalmente a aiutare la mia piccola comunità a crescere. Fino a quando non ho conosciuto lei, Sigrid, la taverniera del Picco. Ci eravamo visti spesso, il villaggio era piccolo, ma non avevo mai fatto caso a lei. Una sera feci tardi e rimasi a bere qualcosa, eravamo solo io e lei e iniziò a farmi moltissime domande. Mi innamorai di quelle domande, della sua personalità dura come il ghiaccio da un lato e tenera come la neve fresca dall'altra.

Passammo dei bellissimi anni insieme.

Intanto nel 255 mio padre ormai anziano morì e poco dopo mia madre, ma riuscirono vedere la nascita di mio figlio Bjolf, nato dal mio amore per Sigrid.
Dal 271 inizianrono i tempi duri: prima gli adepti di Kun Gargar misero a soqquadro la Baronia, poi il Barone Claus Von Kessel costruì Hulborg, togliendo di fatto al Picco una buona parte dei commerci di passaggio in baronia e in fine una lunga serie di guerre negli anni a seguire misero in seria difficoltà la comunità del picco.

Pian piano la Baronia si riempì di creature tutt'altro che pacifiche, lasciando i luoghi sicuri a contarsi sulle dita di una mano.

Nel 280, mio figlio Bjolf decise di partire per Helcaraxe, ormai come giovane guerriero, e per diversi anni non ne sapemmo più niente, se non che si era conquistato un posto come Jarl nel clan Valdarsen e che aveva guidato il popolo del nord durante la guerra contro i Deva. Tuttavia, Bjolf non tornava quasi mai al Picco a trovarci e l'esigua comunità del Picco non aveva goduto molto della posizione di spicco guadagnata da mio figlio. Ci sarebbero state da compiere diverse opere per rendere più sicura e vivibile la cittadina e questa assenza di interesse da parte Bjolf mi aveva ferito molto.

Dal 284 Bjolf ha smesso di dare sue notizie, intanto i vari problemi e l'isolamento hanno portato la comunità del Picco ad attraversa una profondissima crisi. Ormai tutti i suoi giovani sono partiti per Hulborg o Helcaraxe, pochi o nessuno è tornato e la comunità è formata quasi principalmente da anziani. Le istanze sui vari problemi della comunità che vengono inviate a Helcaraxe sembrano non ricevere quasi nessuna attenzione.

Nel 286 la mia vita cambia totalmente. Era una sera di autunno come a centinaia ne avevo viste e il sole calava all'orizzonte colorando il cielo della baronia di sfumature arancioni e viola. L'aria frizzante dell'autunno mi accarezzava il volto. Aspettavo il ritorno di mia moglie a casa dalla sua spedizione verso la pianura in cerca di erbe medicinali. Ma ora, ero angosciato, non era mai tornata così tardi.
Decisi così di uscire e chiedere ai vicini se qualcuno la avesse vista, con voce tremante Rogid il calzolaio mi disse di aver visto Sigrid dirigersi verso la pianura molte ore prima, senza tornare. La testa mi scoppiava di domande. Le parole di Rogid mi echeggiavano nella mente come un segnale di pericolo imminente.

Senza esitazione, mi allontanai dal villaggio con un paio di amici armati, dirigendomi verso la vasta pianura. La luna sorgeva alta nel cielo, illuminando il mio cammino attraverso i sentieri selvaggi e tortuosi. Quella luna era quasi una fortuna, altrimenti vedere in quella pianura innevata non sarebbe stato così semplice. La notte era cupa e silenziosa, interrotta solo dal suono del vento tra gli alberi e dal battito accelerato del mio cuore e ogni tanto dall'ombra di qualche troll in lontananza.

La tensione mi opprimeva, stringendo il petto e rendendo ogni respiro un lamento soffocato. I miei occhi scrutavano l'oscurità circostante, cercando ogni segno della presenza di Sigrid.
Poco dopo, un raggio di luna filtrò tra le nuvole, illuminando una scena che non scorderò mai più. Certe notti la sogno ancora. Certi giorni rivedo ancora quella scena semplicemente chiudendo gli occhi. Lì, distesa sul terreno umido e freddo, giaceva Sigrid, immobile e pallida come la luna stessa. Il suo corpo era segnato da tagli e lividi, testimoni silenziosi di un attacco brutale.

Mi inginocchiai accanto a lei, le mani mi tremavano mentre cercavo un respiro dalla bocca che sapevo di non trovare. Disperazione e rabbia. Stringendo tra le braccia il corpo senza vita della mia compagna, io morii lentamente in quel giaciglio di neve e sangue.

Una parte di me rimase lì e lì rimarrà per sempre, quella fisica e più pesante, invece si alzò con l'aiuto dei miei amici.

Con attenta devozione portai il suo corpo esanime al villaggio, rimanendo a vegliarvi per tutta la notte.

Il giorno seguente, il corpo venne portato con una spedizione a ultimo approdo, con il cuore gravato dal dolore e la mente carica di rabbia, mi preparai a celebrare la cerimonia funebre per la mia amata.

Il giorno della cerimonia, l'ultimo approdo si presentava freddo e ventoso. La drakkar era stata preparata con cura per ospitare il corpo di Sigrid e accompagnarlo nel suo viaggio nel Valhalla. Le genti del picco si erano riunite intorno alla nave, con i volti segnati dalla tristezza e gli occhi colmi di rispetto per me e la mia perdita.

La cerimonia iniziò con un canto funebre, le voci dei presenti si unirono in un lamento commovente che sembrava risuonare ovunque nella valle. Mentre la nave si allontanava dalla riva, gli arcieri accendevano le torce, pronti a colpire la drakkar.

Dopo aver lanciato l'ultima preghiera,diedi cenno di infuocare la drakkar, scrutando le fiamme che divoravano il legno, e rimasi seduto su un pezzo di roccia a guardare tutto quello che di sensato aveva la mia vita sparire dal creato come un soffio su una candela consumata.

Mentre il fuoco abbracciava l'intero veliero, un sacerdote mi si avvicinò lentamente, con un'aria solenne sul volto rugoso. Aveva una folta barba grigia intrecciata e ornata che gli scendeva fino al petto e occhi profondi, che sembravano custodire segreti millenari.
"Devi essere Eyvind," iniziò il sacerdote, la sua voce risuonava come la quiete nella notte, "ho sentito parlare molto bene di te nella comunità. Se vuoi c'è un'altra via che potresti intraprendere per onorare la memoria di Sigrid e trovare un nuovo significato nella tua vita."
Quelle parole mi arrivarono come un secchio di acqua gelida in volto. "Di cosa parli, sacerdote? Qual è questa via di cui parli?"
Il sacerdote mi si avvicinò. "C'è molto di più sull'Yggdrasil che non è stato rivelato per molto tempo, un poter molto antico che ti può aiutare a continuare il tuo viaggio insieme a Sigrid, anche se in modo diverso".

Mi alzai di scatto affrontando il sacerdote con determinazione. "Se quanto dici è vero, insegnami, mostrami questa vita di cui parli. Voglio onorare Sigrid in ogni modo possibile."

Il sacerdote mi sorrise, un sorriso che sembrava portare secoli di conoscenza. Mi fece cenno di seguirlo e con i cavalli ci avviamo verso Hulborg, lasciando che le fiamme della nave funeraria si spegnessero nell'oscurità dell'oceano. Mentre mi allontanavano, sentii una nuova speranza nascere dentro di me.

A oltre sessanta inverni mi avvicinavo a qualcosa di totalmente nuovo, in una fase totalmente destabilizzante della mia vita.

Re: Meglio un orso libero che uno jarl prigioniero [HLX]

Posted: Thu Jun 01, 2023 10:55 pm
by Waljin
Quel sacerdote si chiama Jorkund, e mi ha raccontato molto sul culto di Yggr e mi ha insegnato le preghiere più semplici. Le settimane e mesi sono ormai passate tra le imponenti montagne innevate della Baronia.

Hulborg è un luogo di grande bellezza naturale, circondato da maestose vette montuose coperte di neve che sembrano toccare il cielo, case di legno a due piani che presentano intricati intarsi e decorazioni. I tetti sono spioventi e progettati per sopportare il peso della neve invernale. Lungo le strade, le torce che illuminano la città di notte, creando un'atmosfera calda e accogliente.

Il cuore di Hulborg è rappresentato dalla piazza centrale, dove svetta una statua del Barone Claus von Kessel. Non l'ho mai conosciuto ma quel tale mi sta veramente antipatico.
Nonostante tutto, a Hlborg ha fatto un ottimo lavoro. Quasi lo invidio in confronto al Picco. Qui, gli abitanti locali si riuniscono per vendere i loro prodotti, dalle prelibatezze culinarie nordiche, come il pesce affumicato e il pane di segale appena sfornato, alle creazioni artigianali realizzate a mano, come tessuti pregiati, sculture di legno e gioielli incastonati con gemme luccicanti. Ma anche armi e armature e quant'altro non mancano.

La gente di Hulborg è cordiale e accogliente, fieri delle nostre tradizioni nordiche. I loro volti riflettono la saggezza e la forza acquisite vivendo in armonia con la natura selvaggia che li circonda.

Hulborg è anche famosa per la sua posizione strategica lungo antichi sentieri commerciali. Quei sentieri rubati al Picco dell'Aquila per l'appunto. I commercianti viaggiano da lontano per scambiare merci rare e preziose, come pellicce di lupo, minerali provenienti dalle profondità delle montagne e prelibatezze provenienti dalle terre nordiche remote.

Oltre alla sua animata vita commerciale, Hulborg offre molte attività per i visitatori. Puoi avventurarti nelle montagne circostanti per fare escursioni mozzafiato, sempre ben armato, o semplicemente goderti la pace e la tranquillità di un ambiente naturale incontaminato. Le mie vecchie ginocchia mi permettono pochi giri in montagna e questo soggiorno di studio e preghiera mi ha permesso di ritrovare parte della mia pace interiore.

Qui ho imparato quanto basta per dialogare con Yggr.
Yggr è il custode dei misteri e dei segreti dell'universo. Mi nutro della sua saggezza tramandata attraverso le storie degli antichi.

Nei giorni più bui, quando il gelo avvolge la mia anima e l'oscurità prolunga le sue ombre sul mio petto, mi rivolgo a Yggr per cercare conforto e speranza. Mi aggrappo alla sua promessa di un nuovo ciclo di vita, nonostante i miei molti inverni, la rinascita dalle radici fino ai rami del sacro albero.

Yggr è la mia guida, il mio punto di riferimento in questo mondo impetuoso. Attraverso di lui, trovo significato nella mia vita come nordico. La sua presenza mi avvolge come una calda pelle di lupo, mi incita a perseguire la grandezza e a onorare il mio popolo.

Ho deciso che andrò a Helcaraxe a studiare in modo più approfondito il suo culto che, qui in Baronia, è ancora un flebile eco.

Mi hanno detto che a Helcaraxe le leggende su Yggr e Hejldam sono cantate nei canti dei bardi, riempiono le notti intorno al fuoco, ispirano le genti di Helcaraxe ai veri valori nordici, come coraggio, lealtà e onore.

Salperò domani, è deciso.

Re: Meglio un orso libero che uno jarl prigioniero [HLX]

Posted: Thu Jun 01, 2023 11:24 pm
by Waljin
Ormai sono diversi giorni che sono arrivato ad Helcaraxe, la gente è accogliente e molto giovane. Non ci sono molti con i capelli grigi come i miei. Se per anni mi sono chiesto dove fossero finiti tutti i giovani del Picco dell'Aquila, bhe ora ne ho la certezza, sono qui!

Mentre percorro le strade innevate di Helcaraxe, la mia anima si risveglia. Ogni passo sull'incantato suolo bianco rievoca il richiamo dei miei antenati, le voci di Yggr e il palpito dell'energia spirituale che permea queste strade. La neve e le pietre centenarie celano segreti profondi, mentre le energie antiche danzano intorno a me, svelando le antiche vie di Yggr. Qui, tra queste strade sacre, mi sento un ponte tra il mondo fisico e quello di Yggr, un testimone privilegiato di un tempo in cui il sacro si è finalmente materializzato agli occhi dei nordici.

Ho solo voglia di imparare, anche se questi uomini con cui vivo hanno un ritmo di vita completamente diverso dal mio. Nel tempo in cui loro vanno a caccia e tornano ricchi di pellicce e beni, io sono al massimo riuscito a leggere qualche preghiera e a svuotare la vescica.

Oggi uno di loro, un certo Bruck, brav'uomo, mi ha detto di seguirlo dal custode per regalarmi delle erbe, per seguire il suo passo veloce con le mani piene di stoffe a momenti mi veniva un colpo al cuore.

Una cosa è sicura, se non riesco a stare al loro passo tra non molto ti verrò a trovare, mia amata Sigrid.
Di certo non sarà semplice spiegare alle porte del Valhalla che non sono morto combattendo ma distanchezza cercando di non perdere il passo prima della battaglia, ma confido che tu, Sigrid, in tal caso ci metterai una buona parola.

Ad ogni modo ho trovato il mio piccolo posto in città. Sopra la sala dove si allenano i ragazzi del posto, la palestra, le scale di pietra portano alla cima di un torrione. Mentre mi trovo sul torrione la vista che si apre di fronte a me è di una bellezza indescrivibile, il luogo ideale dove pregare. La torre si innalza maestosa, offrendomi un panorama mozzafiato della vicina isola di Grandeinverno. Sotto di me si estende una distesa di case nordiche, che si perdono tra le colline coperte di neve. Le costruzioni, realizzate con robuste travi di legno scuro, si ergono fieramente cullati dai primi segni di brezza estiva.

Le case di Grandeinverno sono disposte in un intricato labirinto di strade tortuose e sinuose, che si snodano tra gli edifici, creando un'atmosfera di intimità e calore. Le strade sono costeggiate da lanterne che emanano una luce fioca, mentre i fumi delle stufe a legna si alzano dai camini, aggiungendo un'aura di accoglienza e conforto all'intera isola.

Ma è al tramonto che Grandeinverno raggiunge la sua massima bellezza. Quando il sole si avvicina all'orizzonte, il cielo si trasforma in una tavolozza di colori ardenti. L'azzurro del giorno lascia spazio a sfumature di rosso, arancione e viola che si riflettono sulle pareti di legno delle case, creando un'atmosfera incantata.. Il sole, come un grande globo infuocato, si avvicina sempre di più al mare, lanciando sprazzi di luce che si riflettono sull'acqua cristallina. Come non si può credere in Yggr di fronte a tutta questa bellezza?

Avresti amato questi tramonti meravigliosi, mia cara Sigrid. Ti avrebbe riempito il cuore vedere Grandeinverno al tramonto. Anche al Picco avevamo i nostri posti ma qui, è diverso.

Anche se non sei più con me, sento ancora la tua presenza in questo luogo incantato. Il vento che sibila tra le mura di pietra mi porta la tua dolcezza, e il canto degli uccelli marini mi ricorda la tua voce melodiosa. In ogni tramonto che si dipinge sull'orizzonte, vedo la tua bellezza riflessa, e so che in qualche modo, tu sei qui con me, accanto al mio cuore. Forse capisco cosa voleva dire quel giorno il mio mentore dicendo che avrei trovato il modo di accompagnarmi di nuovo a te grazie a Yggr.

Ora vado, la guardia di ronda mi fissa da un po', credo pensi che stia progettando di buttarmi giù dal torrione.

Re: Meglio un orso libero che uno jarl prigioniero [HLX]

Posted: Sun Jun 04, 2023 6:03 pm
by Waljin
Questa notte ti ho sognata. Mi guidavi in mezzo al bosco innevato della baronia ma non riuscivo a raggiungerti e, arrivati alla pendice di una montagna, sparivi, e io restavo lì a guardarmi intorno con una forte sensazione di amarezza ad accompagnarmi.
Ho passato la mattinata fissando il vuoto e cercando di capire cosa significasse.

Un ragazzo oggi mi ha chiesto se sono riuscito a superare la tua assenza. Io ho sorriso e ho cambiato discorso, come gli spiegavo che non è assenza la tua?

L'assenza si può sopportare, la perdita invece… è la perdita che fa male, non ha senso la perdita.
L'assenza è un'emozione senza corpo, io non la conosco, mentre la perdita la conosco molto bene.
E' come avere qualche cosa in mano di bello e poi ad un certo punto... sparisce così, all'improvviso.

Come chi nasce povero e chi lo diventa.
Il ricco può perdere il potere e tutti i soldi, mentre chi è povero dalla nascita no.
Il povero prova l'assenza di ricchezza e potere, mentre il ricco la perdita.
E la perdita è molto peggio!

Comunque parlando con la gente ho trovato informazioni su nostro figlio, pare che prima di sparire si fosse unito a un gruppo, o un clan, non ho ancora ben capito. Il loro nome è Uruzson.
Qui a Helcaraxe ne ho sentito parlare male, pare ci sia molto attrito tra Helcaraxe e questo clan.
Personalmente, poco mi importa, se hanno informazioni su dove sia nostro figlio, voglio approfondire.
Image

Proverò a contattarli per missiva, se non andrà bene li cercherò di persona. Pare girino dalle parti di Amon.

Image