- Mon Dec 19, 2022 5:16 pm
#54841
Sembrava un incontro casuale, ma nulla è fortuito per Ella...
Nel suo disegno ogni cosa trova una motivazione.
Era lì, davanti a lui e la sua parte umana cercava le parole per spiegare.
Spiegare cosa?
Che ancora una volta sarebbe successo? Che il suo compito quale drudjah era terminato e che l'attendeva un'evoluzione a loro quasi sconosciuta e che solo a pochi fratelli e sorelle era stato dato l'onere e l'onore di affrontare questa nuova realtà.
Forse un peso, forse un premio, ma di sicuro era predestinazione per l'attitudine verso l'equilibrio dimostrato da primate.
Le uniche parole che riuscì a pronunciare di fronte ad Eredrik furono: " Il Rag-Shar...mi ha mandato il segno".
Quasi furtivamente estrasse la pietra con sfumature blu che recava una parte solcata da un simbolo, molto somigliante a quelli runici del nord, un graffio di un artiglio di potenza sicuramente inaudita.
Il vecchio druido strinse le labbra annuendo in modo quasi impercettibile e una piccola goccia salata scivolò tra le mille rughe che disegnavano il volto.
"Si...Altri fratelli e sorelle me l'hanno mostrata e chissà, se mai avrò tale privilegio".
Sfiorò la spalla di Kelthor e si voltò quasi di scatto.
A testa bassa s'incamminò mormorando: "Go n’eiri` dia leat ...Slan duit" e non volse più lo sguardo indietro.
Erano passati molti giorni da quell'ultimo incontro.
Le innumerevoli questioni che travolgevano Ardania avevano impegnato i pensieri del vecchio, ma non tanto da dimenticare il fratello e il suo commiato.
Andava spesso all'isola che chiamavano Hak-Rra, o semplicemente Hak, soprattutto nei momenti in cui si dedicava alla costruzione di archi in cui eccelleva e necessitava della massima attenzione.
Era poggiato su un lastrone di pietra quando avvertì alle sue spalle una presenza amica, una sensazione di abbraccio.
"Ti sento fratello...Dia duit!"
Scese dal masso e si calò nell'ampio piazzale seguendo il sentiero dorato frettolosamente e lo sguardo non tardò a mettere a fuoco ciò che aspettava da tempo.
Quel scintilliò negli occhi dell'altro era inequivocabile.
C'era affetto, amicizia, rispetto.
Soprattutto rispetto....Un valore troppe volte ignorato.
Era lui... E ciò che i drudiah si tramandavano verbalmente, quasi con pudore e titubanza, anche tra di loro, era palese li davanti...
"Dia duit Kelthor"
Nel suo disegno ogni cosa trova una motivazione.
Era lì, davanti a lui e la sua parte umana cercava le parole per spiegare.
Spiegare cosa?
Che ancora una volta sarebbe successo? Che il suo compito quale drudjah era terminato e che l'attendeva un'evoluzione a loro quasi sconosciuta e che solo a pochi fratelli e sorelle era stato dato l'onere e l'onore di affrontare questa nuova realtà.
Forse un peso, forse un premio, ma di sicuro era predestinazione per l'attitudine verso l'equilibrio dimostrato da primate.
Le uniche parole che riuscì a pronunciare di fronte ad Eredrik furono: " Il Rag-Shar...mi ha mandato il segno".
Quasi furtivamente estrasse la pietra con sfumature blu che recava una parte solcata da un simbolo, molto somigliante a quelli runici del nord, un graffio di un artiglio di potenza sicuramente inaudita.
Il vecchio druido strinse le labbra annuendo in modo quasi impercettibile e una piccola goccia salata scivolò tra le mille rughe che disegnavano il volto.
"Si...Altri fratelli e sorelle me l'hanno mostrata e chissà, se mai avrò tale privilegio".
Sfiorò la spalla di Kelthor e si voltò quasi di scatto.
A testa bassa s'incamminò mormorando: "Go n’eiri` dia leat ...Slan duit" e non volse più lo sguardo indietro.
Erano passati molti giorni da quell'ultimo incontro.
Le innumerevoli questioni che travolgevano Ardania avevano impegnato i pensieri del vecchio, ma non tanto da dimenticare il fratello e il suo commiato.
Andava spesso all'isola che chiamavano Hak-Rra, o semplicemente Hak, soprattutto nei momenti in cui si dedicava alla costruzione di archi in cui eccelleva e necessitava della massima attenzione.
Era poggiato su un lastrone di pietra quando avvertì alle sue spalle una presenza amica, una sensazione di abbraccio.
"Ti sento fratello...Dia duit!"
Scese dal masso e si calò nell'ampio piazzale seguendo il sentiero dorato frettolosamente e lo sguardo non tardò a mettere a fuoco ciò che aspettava da tempo.
Quel scintilliò negli occhi dell'altro era inequivocabile.
C'era affetto, amicizia, rispetto.
Soprattutto rispetto....Un valore troppe volte ignorato.
Era lui... E ciò che i drudiah si tramandavano verbalmente, quasi con pudore e titubanza, anche tra di loro, era palese li davanti...
"Dia duit Kelthor"
Sempre e solo... "Eredrik"