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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Aramel87
#54684
Capitolo Uno: I primi passi


<< Sei sicuro di questa scelta?>> Suo padre lo guardò dritto negli occhi con l'espressione seria studiando l'espressione del figlio.
Janos annuì con un unico cenno ricambiando lo sguardo. Il volto era una maschera granitica decisa. Niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
<<Bene, se questo è ciò che vuoi, allora hai la nostra benedizione. Che Yggr possa vegliare su di te ogni momento della tua vita>>. Xavier sorrise in maniera bonaria, e il suo volto si addolcì leggermente. Dentro di se provava orgoglio per la scelta di Janos. Lydia gli gettò le braccia al collo stringendolo in un abbraccio amorevole. <<Niete lacrime in questa casa. Ora sei un uomo. Visto che domani partirai per Helcaraxe, questa sera si festeggia!>> Xavier si alzò e diede una pacca vigorosa.
<<Bravo ragazzo! diverrai un grande guerriero! proprio come tuo nonno e come tuo padre>> il vecchio Thormund addentò il cosciotto di capra che aveva nel piatto e un sorriso spuntò da sotto la barba lunga. Quella sera, quell'ultima sera nella propria casa Janos stava gustando delle ottime pietanze preparate da sua madre. ''L'ultimo pasto in famiglia'' pensò lui a stento trattenendo l'emozione. No non doveva piangere. Anche se aveva deciso di lasciare il tetto della propria famiglia, Janos avvertì dentro di se un turbinio di sentimenti agitarsi dentro di lui: paura ed eccitazione per quello che avrebbe affrontato nei giorni a seguire e malinconia per quello che si sarebbe lasciato alle spalle.
Lydia guardò suo figlio con un sorriso carico d'orgoglio gli occhi lievemente lucidi. Ringraziava giorno dopo giorno Yggr per tutto ciò che gli aveva donato, ed ora vedere quel ragazzo diventare uomo la rendeva felice e fiera del lavoro che lei e Xavier avevano fatto.
Il cibo era abbondante sulla tavola: oltre al cosciotto di capra, c'era anche una forma di formaggio stagionato, pane di qualche giorno e sopratutto birra. << Helcaraxe avrà un altro Belhrom tra le file del proprio esercito>> Xavier alzò il boccale con il liquido ambrato e fece un brindisi << Al regno dei ghiacci, alla famiglia Belhrom, a Yggr! che possa essere sempre benevolo e proteggere la nostra casa!!>> Janos Lydia e Thormund brindarono a loro volta.
La serata passò in allegria, il vecchio Thormund aveva raccontato tante storie quella sera che per un bel pò Janos ne avrebbe avute abbastanza. Era il momento di andare a dormire, il fuoco del camino ormai ridotto a piccole braci morenti stava esalando gli ultimi bagliori arancioni, e il caldo cominciava lentamente a lasciare la casa. Janos sbadigliò e si diresse in camera sua per iniziare a preparare quello che si sarebbe portato dietro il giorno dopo. Una volta in camera sua la scelta era molto più difficile di quanto potesse pensare:
''Chissà che cosa potrebbe servirmi e cosa dovrei lasciare qui...'' i suoi occhi indugiarono sugli abiti nella cassapanca. Lentamente cominciò a spostare i vestiti adagiandoli sul letto ''Questo sicuramente..'' sul fondo della cassapanca il bagliore del vecchio coltello di bronzo attirò il suo sguardo. Quasi automaticamente Janos lo prese in mano e lo rigirò tra le dita guardandolo da ogni angolazione. Era il coltello di suo padre, almeno fino a qualche anno fa quando durante lo Jol Xavier ne aveva fatto dono a lui. Con un dito percorse il mano con la mente che ricordava quei momenti incisi nel suo cuore.
<<Hai un momento?>> suo padre entrò con discrezione in camera e con delicatezza si chiuse la porta alle spalle <<Tua madre è già a letto.. volevo darti una cosa..>> Janos lo guardò negli occhi, quei stessi occhi che aveva anche lui. Iridi dalle profondità marine. Era incredibile come i due fisicamente si assomigliassero. Janos si rese conto che aveva preso tutto da lui, e che sembrava una versione più giovane del padre. Xavier fece un respiro profondo e adagiò sul letto qualcosa avvolto nel panno << Volevo aspettare domani mattina.. ma non c'è la facevo>> un leggero sorriso apparve sul suo volto. Quante volte Janos lo aveva visto sorridere in vita sua? quello sguardo cosi orgoglioso... Xavier era sempre stato severo con lui, un uomo del nord tutto d'un pezzo. Lo aveva istruito su tutto ciò che conosceva. Era stato maestro prima che padre, ma per Janos questo non cambiava minimamente una virgola dell'affetto che provava per lui. Doveva tutto a suo padre per quello che sapeva e per quello che voleva diventare.
<<Che cos'è?>> Janos si avvicinò incuriosito da quel regalo inaspettato e con una mano scoprì il panno. Era una spada. Una vecchia spada fatta di bronzo, come il coltello che teneva in mano. <<Mi fù donata da tuo nonno quando decisi di lasciare casa per cercare la mia strada ad Helcaraxe. Cosi come lui l'ha donata a me io lo faccio con te. E' la tradizione>>. Janos guardò quella lama in perfette condizioni, si vedeva che suo padre l'aveva tenuta con grande cura. Il ragazzo rimase per un istante in silenzio cercando parole adatte, infine non riuscendo a esprimere ciò che provava con la voce, cinse suo padre in un forte abbraccio. Sentì la sua mano sfiorargli la fronte accarezzandogli i capelli. << Un giorno tornerò>> riuscì infine a sussurrare piano.

Il rumore delle catene che venivano tirate risuonò davanti a lui. Janos guardò le punte metalliche del cancello staccarsi dalla neve fresca e alzarsi lentamente verso l'alto. Il cuore martellava nel petto, sotto gli abiti più caldi che aveva portato con se. Il cielo era di un color ferro grigio mentre entrava finalmente dentro le mura di Helcaraxe. L'odore della legna bruciata si mischiava con il freddo pungente e il salmastro del mare. Janos chiuse gli occhi e rimase un istante fermo in piedi assaporando quell'aroma. L'aroma della sua nuova casa, l'aroma della nuova vita che stava per affrontare. ''Yggr veglia sulla mia famiglia e veglia su di me, affinché possa meritarmi un giorno il valhalla"
By Aramel87
#54742
Capitolo 2: Onore per Yggr

Le fiamme delle torce appese alle pareti giocavano con le ombre, ingrandendole e rimpicciolendole. L'allenamento andava avanti da ore, ma Janos seppur sfinito non aveva intenzione di fermarsi. Con uno sforzo sollevò lo scudo e cercò di ripararsi dietro di esso, mentre si muoveva in maniera circolare. La mano sinistra impugnava la spada di legno e lentamente la faceva roteare. Con lo sguardo cercava un apertura nella difesa di Eikir ma il colpo col bastone arrivò rapidamente, Janos piantò bene i piedi sulle assi del pavimento e riuscì ad intercettare il colpo con lo scudo. Schegge di legno volavano qua e la mentre lui ribatteva il colpo con la spada mirando al ginocchio del suo avversario.
Avevano tutta la palestra per loro, gli unici spettatori silenziosi erano i manichini di paglia allineati in fondo alla sala come soldati inermi. I loro occhi vuoti e privi di vita seguivano il combattimento.
<<Ancora!>> la voce di Janos era stanca, dalle braccia e dalla fronte gocce di sudore cadevano per terra. Nonostante il freddo fuori attanagliasse le pareti della palestra, le torce riuscivano a creare un ambiente temperato. L'odore del sudore aleggiava nell'aria. Il cuore sotto gli abiti pesanti martellava come da molto tempo non accadeva.
''Ho lasciato da parte gli allenamenti per troppo troppo tempo... ho preferito dedicarmi al lavoro e ora ne pago le conseguenze. Yggr veglia su di me, dai forza al mio braccio, permettimi di renderti onore e rendermi meritevole del Valhalla un giorno''
La sua mente era sfinita come il proprio corpo, ma dentro di se bruciava ancora una scintilla di resistenza. Voleva andare avanti, doveva farlo. Per se, per suo padre, per sua madre, per i suoi syskar, la sua casa e per Yggr. Facendo leva sulle sue ultime energie fece nuovamente roteare la spada e attesa che il syskar lo colpisse.
Fuori era calato il sole, il bagliore arancione morente stava lasciando posto lentamente alle tenebre, le quali risalivano dalle mura della città e si avvicinavano strisciando sulla neve pallida come serpenti pronti all'attacco.
<<Direi che per oggi può bastare cosi>> Janos abbassò lo scudo, inspirò ed espirò lentamente. Le braccia erano indurite dallo sforzo, ma già i primi pallidi segni dei lividi apparivano sulle nocche e sugli avambracci. Si sentiva indolenzito e stanco come non mai, allo stesso tempo soddisfatto per quelle ore spese ad addestrarsi.
<<Hai combattuto bene. Presto ci eserciteremo di nuovo, Ha Det Bra!>> con poche parole il syskar lasciò andare Janos verso la locanda per ristorarsi. Fuori dalla palestra il freddo lo colpì in viso facendolo rabbrividire. Janos abbassò la testa e si strinse il mantello di pelliccia addosso. I suoi passi percorrevano la strada verso la taverna, dove poter consumare un pasto decente e magari accompagnare il tutto con una birra.
''Signore del Nord, creatore della mia casa, prometto che sarai orgoglioso di ciò che diverrò, veglia sulla nostra terra e rende il mio braccio abbastanza forte per poter seguire il tuo volere''
By Aramel87
#54769
Le prime battaglie - Prima parte

Inginocchiato nella neve davanti al simbolo sacro di Yggr Janos teneva il capo chino e ad occhi chiusi mormorava una preghiera sottovoce. Il buio regnava nelle terre del nord, con la neve che cadeva lenta e dolcemente si posava al suolo.
''Yggr infondi nelle mie braccia la forza necessaria per proteggere la nostra casa. Veglia su la tua gente affinché un giorno il Valhalla diventi la loro dimora''
le labbra si muovevano rapide , con il sussurro della preghiera appena udibile. Janos avvertì il freddo della neve penetrare i gambali dell'armatura, alleviando i lividi che portava su di esse. Gli allenamenti dei giorni passati lo avevano irrobustito , ma sentiva ancora i muscoli rigidi e doloranti. Lentamente respirò ed ispirò aria dai polmoni infine aprì gli occhi e posò lo sguardo sul simbolo sacro.
Sentiva tanta pace in quel momento, amava il silenzio che regnava li intorno. Lentamente come si era inginocchiato cosi si alzò. Il giovane nordico abbassò il campo e ringraziò Yggr un ultima volta per averlo ascoltato. ''Proteggi Mamma e Papà. Un giorno saranno orgogliosi di me'' Janos si voltò e con il mantello che ondeggiava nel aria fredda del nord si incamminò verso la piazza centrale.
Janos si diresse verso il custode, prese l'armatura di ferro qualche arma e infine andò dallo stalliere per recuperare la cavalcatura. Con un gesto della mano accarezzò il fianco del suo cavallo, un destriero giovane e ancora acerbo di battaglie. Spesso lo accompagnava in miniera ma oltre la caverna dove Janos passava ore ad estrarre metalli non aveva ancora visto l'esterno.
<< Ti va di fare due passi amico mio? è da molto che non esco dalle mura, ho bisogno di mettermi alla prova..>> mentre parlava all'animale la mano sul fianco si spostò verso lo zaino e prende della frutta che teneva al suo interno. Il cavallo nitrì felice ed iniziò a mangiare. Con l'altra mano Janos gli accarezzò il muso e sorrise tra se <<Bravo ragazzo, oggi si va a caccia>>. Senza dire altro montò in sella.
I boschi erano silenziosi, gli alberi con i loro rami contorti e secchi ancora avvolti dalle tenebre sembravano tante mani scheletriche pronte a catturarlo. Con le orecchie tese al massimo Janos era pronto a sentire qualsiasi rumore che potesse rappresentare un pericolo. Per un secondo la sua mente lo riportò indietro nel tempo quando assieme a suo padre si recava a caccia di cervi per procurarsi la cena.
Il destriero galoppò lentamente per diverse ore senza mai incrociare alcuna minaccia. Janos si guardava a destra e sinistra a volte anche per terra in cerca di impronte quando lo udì.
Auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
L'ululato improvviso squarciò il silenzio di colpo e il suo compagno di viaggio si bloccò all'istante con le orecchie ben tese. Gli occhi del cavallo cominciarono a spostarsi a destra e sinistra rapidi in cerca del pericolo. Lentamente arretrò per un paio di passi sbuffando nervoso.. Janos appoggiò la mano sul suo fianco e sentì la potenza del suo cuore attraverso il palmo.
<<Va tutto bene, non spaventarti. Sono qui. Nessuno ti farà del male>> le parole sussurrate piano all'orecchio del destriero lo aiutarono a tranquillizzarlo. Piano piano l'animale si acquietò e infine si fermò del tutto in mezzo alla vallata.
Il nordico smontò rapidamente e con pochi gesti si armò. Con il braccio destro teneva lo scudo, mentre la mano sinistra stringeva forte l'elsa della spada. Il vento si alzò nuovamente, Janos si girò su se stesso per avvistare il predatore.
''Eccolo...no..eccoli'' deglutendo appena Janos piegò le gambe e assunse una posizione difensiva con lo scudo posizionato davanti a se. Tre lupi dal pelo scuro uscirono dalla boscaglia ringhiando e mandando lampi sinistri con le zanne snudate. Il suo cavallo arretrò nuovamente, e Janos avanzò di qualche passo.
''Bene.. Yggr veglia su di me. Proteggimi e rendimi forte'' senza aspettare Janos cominciò a picchiare la spada sullo scudo e ad urlare per attirare l'attenzione dei lupi. Nello stesso momento si spostò leggermente di lato per spostarsi dal suo fido animale. I lupi lo seguirono lentamente, cercando di avvicinarsi su due fronti diversi.



<<Forza!!!!>> le urla di Janos si susseguirono provocando i tre animali, ed uno di essi partì all'attacco. Rapido il lupo si gettò con tutto il suo peso sullo scudo mentre gli altri due cercarono di prenderlo sui fianchi. Janos piantò per bene i piedi a terra e resistette al primo assalto. Il colpo fu tremendo, ma incassando le spalle e facendo forza sul braccio con lo scudo rimase in piedi. Gli occhi del guerriero avevano seguito gli altri due nemici, e con i riflessi pronti fece un balzo indietro evitando il loro attacco.
Le schermaglie andarono avanti per un po', e i tre lupi si susseguirono uno dopo l'altro nell'attacco. Cercavano un apertura nella sua difesa, e non appena Janos cercava di colpirli con la spada loro si ritiravano fuori dalla sua portata.
Sotto l'armatura Janos sentiva i muscoli tesi, e il cuore battere a mille. L'eccitazione della battaglia poteva essere un amica o una nemica, in base a come lui la gestiva. Mentre cercava di portare tutti e tre i lupi di fronte, il nordico ricordò uno degli insegnamenti di suo padre ''Usa la testa in battaglia, non lasciarti sopraffare dai sentimenti quando impugni un'arma. Basta un errore e per te potrebbe non esserci un altro giorno. Rifletti sempre, lascia che il nemico ti stanchi e cerca di portarlo dove tu vuoi che vada. Se farai in questo modo e hai il controllo dello scontro allora vedrai che per il tuo avversario non ci sarà scampo''.
<<E' tutto qui quello che sapete fare? avanti!!! siete in tre!!!>> Janos continuava a provocare i suoi nemici, cercando di farli innervosire per commettere uno sbaglio. Uno dei lupi cedette alla provocazione e si lanciò da solo cercando di infilarsi sotto lo scudo. Rapido come un fulmine Janos lo bloccò al suolo e lo trafisse.
Ora erano rimasti in due.
Senza perdere tempo, Janos sfliò la lama dal corpo del lupo e si rimise in posizione difensiva. Questa volta prese ad avanzare. Lo scudo era rivolto verso un nemico, lasciando scoperto il fianco al secondo.. se avesse abboccato...
E cosi fù.
Il secondo lupo vedendo il fianco privo di difese si lanciò con forza verso di lui, ma il nordico agì velocemente: mosse lo scudo colpendo l'animale sul viso facendolo volare a zampe all'aria e infine con un balzo colpì il ventre dell'animale con la spada.
Ora di lupi ne rimase uno solo.
L'ultimo, il più grosso fece lampeggiare i suoi occhi con sguardo malvagio ed emise un ringhio profondo. L'animale si era ritrovato da solo, privo dei suoi due compagni non aveva molta alternativa se voleva continuare a combattere. Janos respirava ed espirava rapido cercando di mantenere il controllo, ora si sentiva il padrone del campo di battaglia. Quasi a voler sfidare la sorte il giovane nordico lasciò cadere lo scudo nella neve e impugnò la spada con entrambe le mani.
<<Adesso siamo pari. Uno contro uno. Guarda, ho lasciato anche lo scudo. Affrontami>>
Il lupo teneva il pelo dritto mentre abbassò il capo e snudò nuovamente le zanne. Rapido cercò una finta verso destra e poi a sinistra cercando di disorientarlo. Janos non si fece incantare e continuò a seguirlo con lo sguardo. Ora aveva smesso di nevicare, il cielo si stava lentamente tingendo dei colori dell'alba e i primi raggi del sole cominciarono a sfiorare la neve bianca e rossa per il sangue versato.
Infine il lupo tentò un ultimo assalto. Con uno scatto dalle zampe posteriori si gettò sopra di lui e lo investì in pieno. I due caddero al suolo rotolando diverse volte. L'animale tentò di azzannarlo in pieno volto, ma Janos riuscì a tenerlo a distanza e ad infliggere il colpo fatale sotto il ventre molle. Il lupo stramazzò sopra di lui privo di vita e con gli occhi spenti.
Janos con lo sguardo rivolto al cielo e l'animale sopra di lui sentiva le mani tremare per lo sforzo. Aveva colpito giusto in tempo, un istante dopo e il lupo si sarebbe portato via metà della sua faccia. Con un movimento dei fianchi fece scivolare dal suo petto il nemico facendolo stramazzare al suolo. Janos aveva il respiro affannoso, quell'attacco gli aveva svuotato i polmoni ma era vivo.
Con fatica il nordico tolse la spada dal corpo del nemico e osservò la lama intrisa del sangue. Alcune gocce caddero al suolo mentre cercava di riprendere fiato.
''Il mio battesimo del sangue'' pensò tra se osservando il proprio riflesso sulla lama. Una risata gli uscì labbra. Si sentiva vivo. Aveva combattuto per la prima volta seriamente ed era uscito vincitore. Passarono diversi minuti e riuscì a calmarsi, sentiva dentro di se una strana energia.. come elettrizzato per quello scontro. ''Sangue chiama sangue'' pensò nuovamente. Infine scosse il capo tra se schiarendosi le idee ''ricorda gli insegnamenti di tuo padre Janos''.
La risata sulle labbra sparì e tornò nuovamente serio. Con un fischio delle dita chiamò il suo amico il quale si era tenuto alla larga dalla battaglia. A passo lento il cavallo si avvicinò e non appena l'odore del sangue giunse alle sue narici nitrì infastidito.
<<Lo so amico mio. L'odore del sangue non ti piace... ma al nord se vuoi sopravvivere devi farci l'abitudine>> senza altre parole Janos cominciò a scuoiare gli animali ricavando pelli e carne ''Sicuramente serviranno a qualcuno in città. Non bisogna sprecare niente''.
Dopo aver ultimato il lavoro, e aver sistemato tutto l'occorrente nelle bisacce del cavallo, Janos montò in sella e decise di far ritorno a Helcaraxe.
''Yggr grazie di avermi protetto'' mormorò tra se.
By Aramel87
#54839
Le creature della terra 2° Parte

La drakkar scivolava sull'acqua agilmente spinta dal vento che gonfiava le vele. I suoi occhi osservarono le onde sbattere contro la fiancata spruzzando schiuma in aria, era da molto tempo che non andava per mare, e oggi lo aveva fatto per un motivo molto importante. Era la prima volta che prendeva parte ad una spedizione con i suoi syskar. Tutto era cominciato quel pomeriggio, con lui che rientrava dalla miniera accompagnato dal mulo fedele che con aria stanca trasportava metalli appena recuperati. Il giovane nordico aveva intravisto in piazza un piccolo gruppo di syskar che parlavano di partire da qualche parte, lentamente si era avvicinato curioso e non appena uno di essi gli aveva chiesto se voleva unirsi alla spedizione, aveva prontamente risposto di si.
Sistemati i lingotti si era preparato per la caccia indossando l'unica armatura che possedeva. Aveva il cuore a mille, sentiva sotto la cotta di maglia i muscoli flettersi pronti a scattare.
''Renderò onore a Yggr assieme ai miei syskar. Non esiste onore più grande'' pensò tra se attendendo che tutti fossero pronti a partire. In men che non si dica si erano ritrovati sull'imbarcazione e il vento aveva iniziato a soffiare. ''Un buon segno, Yggr è dalla nostra'' aveva pensato osservando le nuvole bianche correre sopra di loro.
La drakkar si accostò dolcemente lungo la costa dell'isola, ed uno a uno gli uomini e le donne del nord scesero a terra. Janos osservava quel posto, era la prima volta che si allontanava tanto dalle terre innevate del nord, e ora si trovava in un posto completamente diverso. L'erba verde e rigogliosa copriva tutta la zona e il clima era mite e caldo cosi diverso da casa sua. Le raccomandazioni di chi guidava la spedizione furono brevi ma precise:
<<Bene, avanziamo in formazione. Janos visto che non hai ancora molta esperienza rimani in seconda linea e sarai di supporto in caso di necessità>>
Lui aveva annuito, l'elmo gli stringeva appena la testa e riduceva il suo campo visivo, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine. Lentamente sollevò il braccio destro, il quale portava uno scudo rotondo, nella mancina invece impugnava una spada corta.
Il gruppo cominciò ad avviarsi tra gli alberi in direzione sud, poco dopo arrivarono davanti a dei gradini che portavano all'interno di una grotta. ''Chissà cosa ci attende laggiù'' Janos osservò i gradini scendere tra le tenebre e dopo aver atteso il suo turno prese anche lui la strada come i suoi syskar. Il primo impatto fu la totale oscurità , pochi istanti dopo un ruggito risuonò nell'aria. Janos sollevò lo scudo e prese posizione, davanti a se i suoi compagni si erano già lanciati contro il nemico.
''Un drago'' osservava meravigliato mentre la creatura ruggiva e sputava fuoco. Si trattava di una bestia enorme dalle squame color verde. Era la prima volta che vedeva un'essere simile. Per lui erano sempre stati i protagonisti di storie e leggende raccontate da suo padre, mentre ora era in carne e ossa davanti a lui. La bestia si difendeva, le zanne e gli artigli cercavano di agguantare chiunque avesse a tiro, senza però riuscirci. Lo scontro andò avanti per diversi minuti fino a quando il drago crollò esamine al suolo, gli occhi vitrei e spenti.
Per un secondo Janos rimase immobile a guardarlo, nel cuore passò un velo di tristezza. Non aveva mai visto niente di cosi bello... e letale allo stesso tempo. Lentamente respirò a fondo scacciando quella malinconia ''Yggr ti rendiamo onore con le nostre azioni, proteggici adesso e sempre''. Il gruppo riprese il cammino. Altri gradini, altre tenebre, altri nemici davanti.
Questa volta si trattava di una grotta enorme dove ci si poteva muovere in maniera più agile e rapida. Mentre avanzavano, diversi esseri fatti di piante e arbusti si gettarono su di loro da ogni direzione. Janos cominciò a combattere contro alcune liane che si erano attorcigliate intorno alla caviglia cercando di bloccarlo. Grida di battaglia e colpi di armi risuonarono nell'ambiente come un tuono. I nemici caddero rapidi e immediatamente vennero rimpiazzati da altri esseri fatti di fango dalla forma umanoide.
<<Avanzare!! avanzare!!>> le grida si susseguirono una dopo l'altra, con i nemici che affondavano per terra. Il nord era inarrestabile, niente e nessuno era in grado di resistere al loro attacco. Janos avanzava sempre lasciando un po' di spazio alla prima linea, gli occhi che si spostavano rapidi sui lati per cercare eventuali nemici.
Le creature diventavano sempre più battagliere. Sentendosi maggiormente sicuro il giovane nordico affiancò la prima linea affrontando esseri decisamente più resistenti. Il nord avanzava, le piante e gli esseri di fango arretravano e finivano annientati uno dopo l'altro.
<<Bene, ottimo lavoro syskar>>
I nemici nella grotta erano finiti, ciò che rimaneva di loro giaceva al suolo ormai privo di vita. Janos si guardò intorno per accertarsi che i nemici erano stati tutti sconfitti mentre sentiva le braccia cominciare a pesare. La fatica della battaglia prese lentamente spazio nel suo corpo.
<<Ancora un ultimo sforzo>>
Mentre ascoltava le voci intorno a se, vide alcuni compagni avvicinarsi a un fungo e mangiarne un pezzo per poi avviarsi verso un'altra grotta. Janos li imitò e sempre restando alle spalle entrò nell'ennesimo antro domandandosi questa volta che cosa li avrebbe attaccati. Si trattava di creature insolite in grado di paralizzare il nemico con il solo sguardo, Janos e i suoi compagni combatterono duramente contro quei esseri non risparmiandosi nemmeno un istante. Lame, colpi d'ascia e freccie raggiunsero i corpi di queste creature, e una dopo l'altra crollarono al suolo privi di vita.
Mentre combatteva Janos avvertiva i suoi sensi aumentati. I riflessi erano pronti scattanti, la fatica che aveva avvertito poco fa un lontano ricordo. Le braccia si muovevano rapide e veloci con lo scudo pronto a parare qualsiasi colpo, mentre la spada feriva e lasciava squarci sul corpo del suo avversario. Quando anche quei esseri furono sconfitti il gruppo si fermò un istante. Avevano saccheggiato abbastanza: oro sangue, ogni cosa era stata recuperata come bottino.
<<Bene, è il momento di rientrare>>
La battaglia era conclusa, i nemici erano stati annientati. Uno ad uno il gruppo tornò indietro ripercorrendo la strada dalla quale erano venuti. Si stavano lasciando alle spalle una vera e propria strage. Janos liberò il braccio dallo scudo e lo legò sulla schiena mentre usciva nuovamente alla luce del sole. I raggi si infilarono tra le fessure dell'elmo accecandolo appena mentre con una mano cercava di ripararsi. Aveva combattuto con i suoi syskar, sentiva il corpo che gridava di stanchezza ma era completamente soddisfatto di come era andata.
Mentre risaliva sulla drakkar in direzione di Helcaraxe, il giovane nordico guardò l'isola farsi sempre più piccola man mano che si allontanavano. Dentro la sua mente l'immagine del drago verde steso al suolo privo di vita tornò a galla. Janos scosse il capo bruscamente ricacciando indietro quell'immagine.
''Yggr proteggi il nord e la tua gente per oggi e sempre''.

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