Artiglieria pesante
Posted: Wed Oct 26, 2022 3:34 pm
15 Orifoglia 286
Isole Magister, Mercato
Che tristezza mi fa questa piazza vuota, senza lo strillare dei commercianti per attirare nuovi acquirenti, senza il vociare dei commessi affaccendati, senza l'odore pungente delle spezie sui banchi né il clangore delle lame saggiate da guerrieri prima di sganciare un sacchetto di dobloni sonanti.
Ciò che rimane del mercato sono solo panche vuote e banchi abbandonati.
Ma non sono venuta qui per questo, ho un compito da svolgere, dopodiché farò nuovamente rotta verso Amon.
Guardo la bacheca. Ciò che resta della sua struttura è a terra, rotta. Qualcuno l'ha divelta, o forse sono state solo le intemperie. Poco importa, il messaggio si leggerà lo stesso, anche se affisso sulla nuda roccia.
Le Magister tornano ad Amon. Le Magister rimangono nostre.
~~~
20 Orifoglia 286
Isole Magister, Arena del Mare
Possibile che la mia vita sia un susseguirsi di sangue, battaglie e vendette?
Ho deciso di restituire quest'Arcipelago all'Impero di Amon. Questo vuol dire che le Magister. Sono. Di. Amon.
Questi pirati non vengono da Tortuga, altrimenti il Governatore avrebbe fatto in fretta a ridimensionarli o a farli sloggiare. Sono ben organizzati, armati fino ai denti.
Dicono di non conoscermi, eppure conoscono bene la Ciurma del Teschio. Mentono, ciò che vogliono è solo quest'isola, ma hanno deciso di iniziare la loro conquista deturpando la maestosa arena che io e i miei uomini abbiamo faticosamente costruito.
Non lascerò che si prendano ciò che è stato creato col sudore dei Teschi. Non lascerò che si approprino di un'isola dell'Impero.
La carica è cieca, furibonda, folle. Siamo solo un manipolo di uomini venuti qui per una piccola ronda e siamo stati sopraffatti dal numero dei nemici. Ma tutti questi pirati dov'erano fino a tre mesi fa?
Divento cieca, furibonda, folle. La mia vita è un susseguirsi di sangue, battaglie, vendette.
Sono gli Dei che decidono per me e hanno stabilito che sia così. Inutile tentare una via diversa, prendere il manto cremisi, dedicarmi al commercio, alla difesa del territorio. Il Cieco ha deciso: non avrai pace e vedrai sempre rosso e nero. Rosso come il sangue, nero come la morte.
La volontà degli Dei va sempre assecondata, diceva mia madre. Dobbiamo interrogarci sul loro volere, ma assecondarlo sempre e trovare il modo più giusto ed efficace per raggiungere gli scopi che Essi hanno scelto per noi. Non ostinarti, non opporti al loro disegno: alla meglio sarai infelice, alla peggio morirai.
Chiediti, piuttosto: cos'hanno in mente gli Dei per me?
~~~
21 Orifoglia 286
Amon
Zoppico ancora e mi si è scheggiato un dente. Non provavo una rabbia simile da molto, molto tempo. Non ci ero più abituata.
Tuttavia, ciò che ho imparato non l'ho dimenticato: bisogna sapere essere lucidi anche nell'ira e utilizzarla, maneggiarla come se fosse un'arma.
Sono ad Amon, ma conosco ancora poco di questa città. Una cosa però la so: se viene definita la "Guerriera", un motivo c'è. Ed ecco che la rabbia inizia a trasformarsi, ora che finalmente ho ripreso il controllo di me stessa e mi sono fermata a ragionare.
Cos'è che voglio? Scacciare quei pirati? Restituire le isole Magister ad Amon?
Anche.
In realtà, ciò che voglio davvero è sterminare quei luridi usurpatori nel modo più truculento possibile. Voglio vedere il loro sangue schizzare e impregnare l'Arcipelago, le loro teste volare in alto come aquile e precipitare giù con una violenza tale da conficcarsi nel terreno. Voglio mutilarli, deturpare i loro corpi, tagliar via i loro nasi e farne delle collane.
Questo però non lo dirò mai ad alta voce.
Ciò che c'è da fare adesso è elaborare un piano...
Non so nulla di macchine da guerra, balestre, arieti e catapulte. Tuttavia, sono un bravo carpentiere e qui ad Amon posso imparare in fretta. Mi servirà studiarne la struttura e il corretto funzionamento, trovare qualche manuale... e parlare con Testenio. Aye, il Console saprà indirizzarmi, non c'è nessuno che sappia lavorare il legno come lui.
Se riuscissi a ricreare queste macchine da guerra in versioni più piccole e più leggere... forse sarebbe addirittura possibile montarle su un galeone e portarle con sé per mare.
Sono disposta anche a distruggere l'Arena del Mare sull'Arcipelago Magister, pur di scacciare quei pirati. Quella porzione di isola andrà ricostruita, rimessa a nuovo, certo, ma preferisco distruggerla io piuttosto che lasciarla distruggere a stranieri venuti solo a rubare.
I cannoni da soli hanno un'enorme potenza di fuoco, ma la loro gittata non è certo paragonabile a quella di una catapulta. E poi... oh, sono sicura che un masso lanciato da una catapulta sia in grado eccome di mutilare, decapitare e sterminare!
Isole Magister, Mercato
Che tristezza mi fa questa piazza vuota, senza lo strillare dei commercianti per attirare nuovi acquirenti, senza il vociare dei commessi affaccendati, senza l'odore pungente delle spezie sui banchi né il clangore delle lame saggiate da guerrieri prima di sganciare un sacchetto di dobloni sonanti.
Ciò che rimane del mercato sono solo panche vuote e banchi abbandonati.
Ma non sono venuta qui per questo, ho un compito da svolgere, dopodiché farò nuovamente rotta verso Amon.
Guardo la bacheca. Ciò che resta della sua struttura è a terra, rotta. Qualcuno l'ha divelta, o forse sono state solo le intemperie. Poco importa, il messaggio si leggerà lo stesso, anche se affisso sulla nuda roccia.
Le Magister tornano ad Amon. Le Magister rimangono nostre.
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20 Orifoglia 286
Isole Magister, Arena del Mare
Possibile che la mia vita sia un susseguirsi di sangue, battaglie e vendette?
Ho deciso di restituire quest'Arcipelago all'Impero di Amon. Questo vuol dire che le Magister. Sono. Di. Amon.
Questi pirati non vengono da Tortuga, altrimenti il Governatore avrebbe fatto in fretta a ridimensionarli o a farli sloggiare. Sono ben organizzati, armati fino ai denti.
Dicono di non conoscermi, eppure conoscono bene la Ciurma del Teschio. Mentono, ciò che vogliono è solo quest'isola, ma hanno deciso di iniziare la loro conquista deturpando la maestosa arena che io e i miei uomini abbiamo faticosamente costruito.
Non lascerò che si prendano ciò che è stato creato col sudore dei Teschi. Non lascerò che si approprino di un'isola dell'Impero.
La carica è cieca, furibonda, folle. Siamo solo un manipolo di uomini venuti qui per una piccola ronda e siamo stati sopraffatti dal numero dei nemici. Ma tutti questi pirati dov'erano fino a tre mesi fa?
Divento cieca, furibonda, folle. La mia vita è un susseguirsi di sangue, battaglie, vendette.
Sono gli Dei che decidono per me e hanno stabilito che sia così. Inutile tentare una via diversa, prendere il manto cremisi, dedicarmi al commercio, alla difesa del territorio. Il Cieco ha deciso: non avrai pace e vedrai sempre rosso e nero. Rosso come il sangue, nero come la morte.
La volontà degli Dei va sempre assecondata, diceva mia madre. Dobbiamo interrogarci sul loro volere, ma assecondarlo sempre e trovare il modo più giusto ed efficace per raggiungere gli scopi che Essi hanno scelto per noi. Non ostinarti, non opporti al loro disegno: alla meglio sarai infelice, alla peggio morirai.
Chiediti, piuttosto: cos'hanno in mente gli Dei per me?
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21 Orifoglia 286
Amon
Zoppico ancora e mi si è scheggiato un dente. Non provavo una rabbia simile da molto, molto tempo. Non ci ero più abituata.
Tuttavia, ciò che ho imparato non l'ho dimenticato: bisogna sapere essere lucidi anche nell'ira e utilizzarla, maneggiarla come se fosse un'arma.
Sono ad Amon, ma conosco ancora poco di questa città. Una cosa però la so: se viene definita la "Guerriera", un motivo c'è. Ed ecco che la rabbia inizia a trasformarsi, ora che finalmente ho ripreso il controllo di me stessa e mi sono fermata a ragionare.
Cos'è che voglio? Scacciare quei pirati? Restituire le isole Magister ad Amon?
Anche.
In realtà, ciò che voglio davvero è sterminare quei luridi usurpatori nel modo più truculento possibile. Voglio vedere il loro sangue schizzare e impregnare l'Arcipelago, le loro teste volare in alto come aquile e precipitare giù con una violenza tale da conficcarsi nel terreno. Voglio mutilarli, deturpare i loro corpi, tagliar via i loro nasi e farne delle collane.
Questo però non lo dirò mai ad alta voce.
Ciò che c'è da fare adesso è elaborare un piano...
Non so nulla di macchine da guerra, balestre, arieti e catapulte. Tuttavia, sono un bravo carpentiere e qui ad Amon posso imparare in fretta. Mi servirà studiarne la struttura e il corretto funzionamento, trovare qualche manuale... e parlare con Testenio. Aye, il Console saprà indirizzarmi, non c'è nessuno che sappia lavorare il legno come lui.
Se riuscissi a ricreare queste macchine da guerra in versioni più piccole e più leggere... forse sarebbe addirittura possibile montarle su un galeone e portarle con sé per mare.
Sono disposta anche a distruggere l'Arena del Mare sull'Arcipelago Magister, pur di scacciare quei pirati. Quella porzione di isola andrà ricostruita, rimessa a nuovo, certo, ma preferisco distruggerla io piuttosto che lasciarla distruggere a stranieri venuti solo a rubare.
I cannoni da soli hanno un'enorme potenza di fuoco, ma la loro gittata non è certo paragonabile a quella di una catapulta. E poi... oh, sono sicura che un masso lanciato da una catapulta sia in grado eccome di mutilare, decapitare e sterminare!