Un vecchio ostard malato
Posted: Wed Oct 26, 2022 2:21 pm
Era da qualche tempo che Sabbia non portava a spasso Squama, il vecchio ostard di Elysia, la sua gemella scomparsa da ormai qualche tempo, ma mai si era dimenticata di nutrirlo con il miglior fieno e la migliore uva, acquistata direttamente dal banco dell'ormai defunto signorino Fionn, e di tenere pulite le sue squame nere come la notte.
Quel giorno era speciale per Sabbia e Squama, il signor Eckard aveva acconsentito a vedere la creatura dopo che la giovane mezz'elfa ne aveva decantato le doti di grande corridore, nonché l'indiscutibile fedeltà dimostrata nel corso degli anni. Sabbia teneva molto in considerazione l'opinione del signor Eckard, per il quale nutriva una grande stima, seppur la sua rigida educazione poco le permetteva di esprimere liberamente i suoi sentimenti, che anzi cercava quanto più possibile di reprimere "così come ogni buona mezzosangue deve fare".
Giunta in stalla in compagnia di Eckard, lanciò una delle sue fredde occhiate allo stalliere, orami abituato ad avere a che fare con la mezz'elfa, ma questa volta si rese subito conto che qualcosa non andava. L'uomo era visibilmente agitato e sudava freddo mentre cercava di farfugliare qualcosa "le squame.. perse, le ha perse nella notte...". Sabbia ci fece poco caso, lo salutò come sempre in modo educato e composto, omettendo l'appellativo signore che a Tortuga le era stato vietato di usare, e si diresse al box di Squama, e fu allora che comprese cosa lo stalliere stesse cercando di dirle.
Squama verteva in uno stato pietoso, accasciato a terra, con tutte le squame nere sul pavimento ed un colore totalmente innaturale, di un giallo sabbia che non aveva mai avuto; era debole, non riusciva nemmeno ad alzarsi.
Sabbia si voltò di scatto verso lo stalliere, con un misto di rabbia e disperazione negli occhi, ma l'educazione impartitale ebbe ancora una volta la meglio e, con voce calma come di consueto, si fece spiegare dallo stalliere l'accaduto.
L'uomo iniziò a parlare, agitato, e raccontò tutto a Sabbia ed Eckard: "due giorni fa ha iniziato a stare poco bene e a a perdere qualche squama, ma data l'età credevo fosse una delle sue solite giornate no, ma quando stamattina sono arrivato per dargli l'uva che mi hai appositamente lasciato per lui, l'ho trovato in queste condizioni, credo stia morendo".
Sabbia, dopo essersi scusata con il signor Eckard per non avergli potuto mostrare quanto promesso, ed essersi da lui congedata mantenendo quanto più possibile la sua innaturale compostezza, iniziò subito a consultare quanti più esperti in materia animale nella speranza di poter trovare una cura per Squama, ma tutti giungevano alla medesima conclusione: "è vecchio, sta morendo, non c'è più niente da fare".
Una svolta la diede l'incontro con la signorina Aislin, una donna che fin dal primo momento era stata simpatica a Sabbia, e di cui tendeva a fidarsi, seppur poco la conoscesse. Asilin consigliò a Sabbia di consultare la signorina Maeve, e lei stessa la accompagnò a Tremec, città da cui la mezz'elfa cerca sempre di tenersi più alla larga possibile; ma questa volta non poteva lasciarsi sopraffare dalle sue paure e dal suo passato, ne andava della vita o della morte di Squama, senza contare che non poteva deludere la signorina Aislin declinando la sua gentile offerta.
L'incontro con Maeve non portò in sé a grossi risultati, in quanto il verdetto raggiunto dalla donna fu il medesimo di sempre: "è vecchio, sta morendo, liberalo nel deserto e lascia che la natura faccia il suo corso". A queste parole, però, aggiunge un nome, Leoramos Gexfayer, un esperto a cui avrebbe potuto chiedere consulto.
Incoraggiata da Aislin la mezz'elfa prese contatto con quest'uomo, e grazie al mediare del buon Eckard riuscirono a incontrarsi a Tortuga, assieme ad un drudo chiamato Valdir che lo accompagnava.
La visita a Squama fu approfondita, e varie teorie vennero prese in considerazione: "potrebbe essere una muffa sviluppatasi sul fieno", ipotizzò il signor Ramo (Leoramos ), "e se invece fosse l'uva, o una dieta poco varia?", proseguì Valdir. Per molto tempo seguirono i consulti, e le domande a Sabbia sulle abitudini di Squama, quesiti a cui la mezz'elfa rispose senza esitare, e senza omettere dettaglio, "così come ogni buona mezzosangue deve fare".
Al termine di un lungo confronto, finalmente uno spiraglio di speranza per Squama, dopo tanti che l'avevano dato per finito, tanti che ne avevano proposto l'abbattimento o il rilascio nel deserto, una possibile strada da percorrere, una seconda possibilità. "Bisogna cambiare la dieta, mele e carote d'ora in poi, e fargli fare esercizio ma senza affaticarlo" suggerì Ramo, e Sabbia avrebbe senza esitazione ubbidito a quanto le era stato richiesto. Valdir approvò la diagnosi del collega, ed aggiunse "è inoltre opportuno cercare di dargli una discendenza, perché l'età c'è e Squama non vivrà per sempre".
L'accordo era dunque stato preso, una nuova dieta, e la ricerca di un recinto con dei nidi per permettere a Squama di accoppiarsi, e di poter così sopravvivere, almeno in parte, nella sua prole,
Quel giorno era speciale per Sabbia e Squama, il signor Eckard aveva acconsentito a vedere la creatura dopo che la giovane mezz'elfa ne aveva decantato le doti di grande corridore, nonché l'indiscutibile fedeltà dimostrata nel corso degli anni. Sabbia teneva molto in considerazione l'opinione del signor Eckard, per il quale nutriva una grande stima, seppur la sua rigida educazione poco le permetteva di esprimere liberamente i suoi sentimenti, che anzi cercava quanto più possibile di reprimere "così come ogni buona mezzosangue deve fare".
Giunta in stalla in compagnia di Eckard, lanciò una delle sue fredde occhiate allo stalliere, orami abituato ad avere a che fare con la mezz'elfa, ma questa volta si rese subito conto che qualcosa non andava. L'uomo era visibilmente agitato e sudava freddo mentre cercava di farfugliare qualcosa "le squame.. perse, le ha perse nella notte...". Sabbia ci fece poco caso, lo salutò come sempre in modo educato e composto, omettendo l'appellativo signore che a Tortuga le era stato vietato di usare, e si diresse al box di Squama, e fu allora che comprese cosa lo stalliere stesse cercando di dirle.
Squama verteva in uno stato pietoso, accasciato a terra, con tutte le squame nere sul pavimento ed un colore totalmente innaturale, di un giallo sabbia che non aveva mai avuto; era debole, non riusciva nemmeno ad alzarsi.
Sabbia si voltò di scatto verso lo stalliere, con un misto di rabbia e disperazione negli occhi, ma l'educazione impartitale ebbe ancora una volta la meglio e, con voce calma come di consueto, si fece spiegare dallo stalliere l'accaduto.
L'uomo iniziò a parlare, agitato, e raccontò tutto a Sabbia ed Eckard: "due giorni fa ha iniziato a stare poco bene e a a perdere qualche squama, ma data l'età credevo fosse una delle sue solite giornate no, ma quando stamattina sono arrivato per dargli l'uva che mi hai appositamente lasciato per lui, l'ho trovato in queste condizioni, credo stia morendo".
Sabbia, dopo essersi scusata con il signor Eckard per non avergli potuto mostrare quanto promesso, ed essersi da lui congedata mantenendo quanto più possibile la sua innaturale compostezza, iniziò subito a consultare quanti più esperti in materia animale nella speranza di poter trovare una cura per Squama, ma tutti giungevano alla medesima conclusione: "è vecchio, sta morendo, non c'è più niente da fare".
Una svolta la diede l'incontro con la signorina Aislin, una donna che fin dal primo momento era stata simpatica a Sabbia, e di cui tendeva a fidarsi, seppur poco la conoscesse. Asilin consigliò a Sabbia di consultare la signorina Maeve, e lei stessa la accompagnò a Tremec, città da cui la mezz'elfa cerca sempre di tenersi più alla larga possibile; ma questa volta non poteva lasciarsi sopraffare dalle sue paure e dal suo passato, ne andava della vita o della morte di Squama, senza contare che non poteva deludere la signorina Aislin declinando la sua gentile offerta.
L'incontro con Maeve non portò in sé a grossi risultati, in quanto il verdetto raggiunto dalla donna fu il medesimo di sempre: "è vecchio, sta morendo, liberalo nel deserto e lascia che la natura faccia il suo corso". A queste parole, però, aggiunge un nome, Leoramos Gexfayer, un esperto a cui avrebbe potuto chiedere consulto.
Incoraggiata da Aislin la mezz'elfa prese contatto con quest'uomo, e grazie al mediare del buon Eckard riuscirono a incontrarsi a Tortuga, assieme ad un drudo chiamato Valdir che lo accompagnava.
La visita a Squama fu approfondita, e varie teorie vennero prese in considerazione: "potrebbe essere una muffa sviluppatasi sul fieno", ipotizzò il signor Ramo (Leoramos ), "e se invece fosse l'uva, o una dieta poco varia?", proseguì Valdir. Per molto tempo seguirono i consulti, e le domande a Sabbia sulle abitudini di Squama, quesiti a cui la mezz'elfa rispose senza esitare, e senza omettere dettaglio, "così come ogni buona mezzosangue deve fare".
Al termine di un lungo confronto, finalmente uno spiraglio di speranza per Squama, dopo tanti che l'avevano dato per finito, tanti che ne avevano proposto l'abbattimento o il rilascio nel deserto, una possibile strada da percorrere, una seconda possibilità. "Bisogna cambiare la dieta, mele e carote d'ora in poi, e fargli fare esercizio ma senza affaticarlo" suggerì Ramo, e Sabbia avrebbe senza esitazione ubbidito a quanto le era stato richiesto. Valdir approvò la diagnosi del collega, ed aggiunse "è inoltre opportuno cercare di dargli una discendenza, perché l'età c'è e Squama non vivrà per sempre".
L'accordo era dunque stato preso, una nuova dieta, e la ricerca di un recinto con dei nidi per permettere a Squama di accoppiarsi, e di poter così sopravvivere, almeno in parte, nella sua prole,