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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By dmpignolo
#54103
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10 Orifoglia 286, Tortuga

Le lunghe conversazioni delle settimane e i mesi precedenti stavano per concretizzarsi; era una questione di minuti. Avevano lavorato duramente per quel progetto, Eckard Mov e Lark McGibbs, senza dimenticare quel bastardo di Tabor, che ha scelto di trapassare prima di vedere realizzato il loro sogno.

Nonostante il trascorso come pirata e come corsaro, affrontando quindi spesso la morte faccia a faccia, sapevano che attorno a quel tavolo, all’interno del governatorato, molto potesse essere deciso del futuro loro, e di tutta l’isola di Tortuga.
Per di più, oltre ai cittadini dell’isola e gente del continente interessata a viverci, ci sarebbe stato anche capitan Malandrino, capitano dei corsari scarlatti; non si potevano commettere passi falsi.

Fortuna che Aislin si trovava nei pressi della piazza quando è arrivato il capitano e hanno potuto scambiare due chiacchiere.
«Speriamo che Aislin ci stia mettendo una buona parola» sussurrò Eckard a Lark, il quale, avendo avuto modo di conoscerla, rispose con un sorriso beffardo.
Per l’occasione i due avevano commissionato alla tortughese Winther di cucirgli gli abiti migliori, con le stoffe più pregiate; in fondo si sa, i tortughesi sono manigoldi, ma anche molto vanitosi.

Iniziarono a radunarsi intorno alla diciottesima ora in piazza, sorvegliata come sempre da quel balordo di Brutus, con i suoi baffoni tinti di rosso, e il suo accento buffo.
«Per Danu Santa, sediamo però allora» disse Malandrino, e, dopo essersi scambiati un cenno di intesa Lark e Eckard, quest’ultimo fece strada incamminandosi all’interno del governatorato, fin su, alla sala riunioni.

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Attorno a quel tavolo erano presenti, oltre al capitan Malandrino, Lark, Eckard e Brutus, anche Thom Drays, Jalissa, Cosmo Lesh, Sabbia, Arthemis, Aislin e Padre Jon e, dopo aver dispensato rum e sigari, il primo a parlare fu il capitano degli scarlatti.
«Mi fa piacere vedere l'isola bella vivace e sono contento che ognuno di voi abbia deciso di stanziarsi fra le calde ed umidicce temperature di Tortuga» guardando i presenti mentre fumava un sigaro. «Spero che la vostra permanenza sia piacevole, tranquilla e soprattutto che possa portarvi ricchezze e serenità. D'altronde, Tortuga è proprio questo, una piccola oasi in mezzo al mare, dove la gente può vivere "libera".»

Iniziò così quella che a tutti gli effetti era la prima riunione dei Cittadini di Tortuga, e Lark ed Eckard si alternarono parlando ai presenti di quelli che erano le proprie idee e i loro progetti.
«Compari o futuri compari, qui si parla di dobloni! E come si fanno i dobloni? Con la furbizia, amici miei. Con la furbizia.» esordì Lark attirando l’attenzione dei presenti. «La libertà è ciò che contraddistingue questi lidi. E ce la godremo.»
«Formeremo un nucleo cittadino, dove chi vuole fare lo spazzino o il guardiano del faro, lo farà. Chi vuole contrabbandare rum e tabacco, lo farà, e così via. Saremo scorretti, ma non servirà arrivare alle armi, o meglio… non sempre» aggiunse Eckard.

Iniziò quindi un discreto vociare tra i presenti, i quali si stavano ponendo diversi dubbi e domande in merito a quanto sentito. «Attenzione che il governatore vigila; niente colpi di mano, o si va giù col collo dritto.» sottolineò Padre Jon, il reverendo. Eckard e Lark sapevano bene che chi governava l’isola era il governatore Morgan e il capitano Malandrino, e non ebbero problemi a rispondere allo scarlatto.
La riunione proseguì tra rum e tabacco, parlando di concetti più complessi come i codici di comportamento, e strutture sociali, e piano piano, dopo aver posto i propri dubbi e ascoltato le risposte, uno alla volta abbandonarono la sala e tornarono alle proprie vite.

Il cittadino di Tortuga, fino a quel momento, era semplicemente un abitante devoto all’isola che firmava col proprio nome (o con una X nel caso di Brutus), il registro cittadino; nulla più che un simbolo. Ed era esattamente questo che Eckard e Lark volevano cambiare. Il cittadino tortughese non sarebbe stato più semplicemente un nome su un registro, ma una figura che rappresentasse la cittadinanza di Tortuga, riconosciuta dal governatore, dal capitano e da tutte le città e villaggi dei continenti. Non si trattava di fondare una ciurma o una compagnia commerciale, bensì di gestire la parte cittadina dell’isola.

Non sarebbe stato facile, non sarebbe stato indolore, ma quel giorno, il 10 Orifoglia 286, a Tortuga, firma dopo firma dei presenti alla riunione sui registri dell'isola, si era appena piantato un seme, quello della libertà dei cittadini di Tortuga.

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By dmpignolo
#54687
28 Nembonume 286, Tortuga

Il sole cocente del giorno stava lasciando spazio ad una pioggia sottile ma copiosa, tipica del clima tortughese.

Pochi giorni prima il pastore McGibbs fu colto da un'apparente epifania, e, nel corso di una notte, scrisse un tomo intitolato Bibbia Danuita.
Il giorno seguente giurò di aver visto e comunicato con Danu stessa, sebbene in molti alla locanda testimoniarono che l'uomo fosse ubriaco e seminudo a parlare davanti uno specchio, e che quegli scritti fossero solo frutto di rum e raya; ma si sa, i tortughesi sono scaramantici, quindi meglio non far arrabbiare la dea.

Nel frattempo, Eckard Mov, di ritorno dal continente, riuscì a portare, dopo una serie di trattative più o meno lecite, un antico tomo rilegato da raro cuoio scuro; lì si sarebbe scritta la storia dei Cittadini di Tortuga.

Ad accogliere la folta rappresentanza di cittadini, fu come sempre Brutus, il mercenario, che raggiunse i presenti alla sala riunione dopo essersi assicurato che non ci fossero occhi e orecchie indiscrete.


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"Signori, rifacendoci alle più nobili tradizioni piratesche e corsare, quest'oggi scriveremo il nostro codice, la Carta dei Cittadini", disse ad alta voce e con soddisfazione Eckard ai presenti nella sala riunioni del governatorato.

Dopo un piccolo banchetto di pesce e rum, fu il pastore McGibbs ad armarsi di penna e calamaio, e tra il vociare e il fumare dei presenti, si iniziò a discutere di cosa scrivere.

La prima voce presente su ogni carta, pirata o corsara, era quella che attestava l'autorità, ed in questo caso era chiaro: il governatore.

"Ogni uomo ha un voto negli affari del momento; ha eguale titolo alle provviste fresche, o liquori forti, sequestrati in qualsiasi momento, e può usarli a piacimento", disse uno dei presenti. "A meno che una scarsità non renda necessario, per il bene di tutti, votare un ridimensionamento", aggiunse con pignoleria Eckard.

"Io tutelato voglio essere, e dobloni in quantità voglio!", disse con ancora cibo in bocca Brutus. "Non dimentichiamoci di rimpinzare le casse cittadine però", controbatté Lark. E così, a turno, ognuno disse la sua, ognuno espresse un giudizio, così da redigere ufficialmente, un articolo dopo l'altro, la Carta dei Cittadini di Tortuga.


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By ElPacator
#56443
13 Macinale 287, Tortuga

I mesi sono passati. Le nuvole hanno corso in cielo, le maree hanno spinto acqua salata sulle rive, i gabbiani hanno sorvolato gli scogli appuntiti e dobloni dorati hanno suonato ogni sera nelle tasche dei più furbi.

I Cittadini hanno prosperato, i loro affari hanno portato guadagno ed il loro nome ha cominciato ad essere sentito sempre più spesso in tutta Ardania.

Tutto questo nella torrida e caotica Isola di Tortuga, Capitale della libertà e sovrana di mari e tempeste.

Il 13 Macinale è stata indetta la prima Assemblea Cittadina dei nuovi isolani, che in questi mesi tanto hanno lavorato al benessere della propria isola e delle proprie casse. Si è preso tempo per presentare ai più veterani le nuove leve assetate d’oro: Zenon Valdemar, Charya Riel, Riccio e Elysian.

“In questi ultimi tempi devo dire che il tavolo comincia ad essere affollato..”

Mormorò ridacchiando il Pastore McGibbs, mentre espirava del fumo di sigaro dalle narici e donando a tutti uno dei suoi terribili sorrisi pacchiani pieni di denti d'oro.

Il Mercenario Brutus si lisciò i baffoni rossicci mentre anche al Tesoriere Drays scappò un sorriso lieve, appena accennato. Probabilmente stava pensando a qualche affare che avrebbe dovuto chiudere quella sera.

“Bene!”

Disse a gran voce il Pastore.

“Visto che siamo tutti a questo dannato tavolo, direi di cominciare a dare un paio di rotte da seguire a questi scalmanati che hanno voluto chiamare Tortuga Casa!”

A quel punto cominciò a spiegare tutti come funzionava il Concilio, cosa voleva dire firmare il registro come Cittadino e l'importanza dei Pezzi Grossi sull’isola.

Servivano però prove ai nuovi arrivati, compiti da seguire per vedere se fossero pronti a procurar doblone sonante o fossero solo degli smidollati senza casa.

"Ci penserò io a vedere se questi sono dei Dritti o dei semplici Senza Quartiere.."

Disse il Mercenario Brutus, guardando le nuove leve, una ad una con l'occhio sotto la benda, che stranamente era buono.

Finita la riunione, decisioni vennero prese su come portare avanti il nome dei Cittadini stessi, le festività da inneggiare e tanto altro.

Come al solito poi, non si fece in tempo a chiudere la porta della sala che il Pastore ed il Mercenario, e diciamolo un po’ tutti, non corsero verso la locanda in cerca di alcol e dolci compagnie.



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