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I Da Mora

Posted: Sat Feb 05, 2022 11:06 am
by TheRogue
LA STORIA DEI CAROVANIERI
Nowi da Mora e di Darat Vonn Hrafn diedero alla luce,Venicius Da Mora,figlio di generazioni Eracliane dalla parte di padre mentre dalla parte di madre del popolo nordico,
nacque al Villaggio di Nosper,l'21 Solfeggiante del 232,i Genitori presero questa cosa come un segno divino;
Erano carovanieri che si erano fermati a lungo tempo al Villaggio di Nosper per concludere affari.
Al Villaggio vi era euforia per la recente incoronazione del nuovo sovrano di Hammerheim,Morgan Da Silva;
Quell’evento avrebbe portato al villaggio grande giovamento e ricchezze,per questo la Famiglia Eracliana Da Mora sì fermò lì per fare Affari.
Passarono molti anni in un’atmosfera serena girovagando per tutto il Continente Umano e non solo, Darat si occupava delle faccende domestiche e di tanto in tanto aiutava il marito nell’approvvigionamento di legnami,la sua principale attività erano le Stoffe;
Venicius cresceva, fin da piccolo si interessò al mestiere del padre e dei fratelli del padre, trattando Gioielli e Metalli Preziosi,insomma si facevano i soldi.
Nowi ripeteva sovente questa frase a Venicius : “ È difficile stabilire la linea che separa gli Affari dal furto...ricordatelo figlio mio...”
Venicius trovava nelle parole del padre un ammirazione tale da avere le idee chiare su quello che avrebbe voluto nella sua vita.
"Diventerò ricco padre, non ci saranno Re, Imperatori, Principi o subdoli Nobili che mi diranno cosa fare...con i soldi mi comprerò tutto questo, vedrai.. " il padre annuiva sorridendo.
Passarono alcuni anni, Venicius era diventato abile negli Affari;

LA MEMORIA PERSA
Giunto nella Piazza dell'Oasi aveva chiesto a diverse persone al Bazar che indicarono la Piazza;
"Sei tu la donna che chiamano Malynna? Mi hanno mandato a cercarti"; Malynna passò le ore a raccontargli chi era e il pianto dirotto quando lui era andato via.
Molto di ciò che era, lo doveva a lui.
Non era mai stato un problema per lei cosa si dicesse in giro dell'umano che stava guardando: lui era la sua spada, la sua famiglia, cosa succedesse al di fuori di loro due era poco importante.
Gli raccontò dei figli, della moglie che era scappata, del Padre che gli insegnò tutto , imparando ad usare Lama e Lingua in egual misura, ma soprattutto raccontò della storia dei Carovanieri fino a qualche mese fà nella quale Venicius ebbe un trascorso al Nord come Jarl e del Fatto che i Da Mora e i Von Kessel fossero uniti in un unica Famiglia.
"Tuo Padre sarebbe fiero di te e di quello che hai fatto.. ".


IL CASATO DEI DA MORA
L'Incontrò avvenne nella Tenda come stabilito, la Tenda era un gioiello , decorata con sfarzosità.
"Dunque penso che abbiate capito che oggi è il Grande Giorno..."
Diventerete parte dei Da Mora; Dopo la discussione presero una Lama dorata e fece un leggero taglio sul palmo della mano rivolta verso l'alto e disse ad entrambi.
"Adesso io e te siamo sangue dello stesso sangue..."
Allungò la mano ad accarezzargli brevemente il viso e per un istante l'espressione sul volto di lui parve distendersi.
"Ora quello che è lavoro saranno questioni di Famiglia, di Casato..."
Tutto era compiuto, la Banca della Famiglia Da Mora stava man mano prendendo e seguendo il suo disegno, fatto di Integrità, Potere e Nobiltà.
" Non permetteremo più errori come quelli fatti con Thom. " disse Venicius ai due.
La strada del casato Da Mora era un agile sentiero lastricato in mattoni dorati che portava ad un futuro radioso.
"Integritas Potentia et Nobilitas.. Fratelli... rammentate queste parole "
Dopo le Lunghe discussioni sui problemi critici del Mercato Ardano e dell'Aiuto che la Banca stava dando a diversi Regni che si erano rivolti a loro;
"Pensa tu allo Stemma Famigliare da far incastonare con dei diamanti in Anelli di Mithryl." disse guardando la Sorella.
"Non ti preoccupare Fratello mio.." i tre si alzarono dal tavolo e si salutarono.


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Re: I Da Mora

Posted: Sat Feb 05, 2022 6:48 pm
by Malynna Lethduwe
Quando era entrata nella tenda era chiaro che qualcosa di grosso era in preparazione data l'espressione con cui Venicius la aveva guardata.
"Sorella, adoperati affinchè questo luogo sia specchio dell'evento che sta per accadere"
Aveva decorato la sala con il massimo dello sfarzo possibile. Aveva guardato i due uomini pensando distrattamente che in quella camera c'era la stessa ricchezza di un piccolo regno.

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L'aria si era fatta densa per il fumo della raya che avevano consumato, quando Ven si era alzato col coltello in mano gli aveva teso la mano senza alcuna paura: del resto con quella lama era dannatamente bravo.

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La Mezzelfa girò la testa verso l'uomo che giaceva al suo lato sul tappeto dove era crollato sfiancato dai lunghi festeggiamenti privati che erano seguiti alla serata. Allungò la mano quasi automaticamente a cercare la sua e sentì tra le dita il metallo del grosso anello che entrambe indossavano: recava incisa una ruota in legno oscuro i cui raggi erano tre pugnali in oro.
Radici, tradizione e futuro.
Lo guardò per un istante dormire... Ne era passato di tempo da quella notte in cui aveva tentato di ucciderla sulle coste di Vecchia Edorel: lui Jarl e lei Hammin, la donna del Primo Consigliere. Sembrava trascorsa una vita e di sicuro c'erano creature su Ardania che nella loro intera esistenza non avrebbero mai vissuto quello che loro avevano passato insieme in un tempo relativamente breve. Ricordava ogni istante dalla sera in cui la aveva ritrovata a Tremec dopo che aveva lasciato la Capitale:
"Coprimi d'oro, Venicius, non ho paura di sporcarmi le mani"
E lui lo aveva fatto.
Ricordava tutto: le risate, i lividi quando la allenava, il giorno in cui era entrata nella Banca, i successi e i fallimenti, il sangue che avevano condiviso, le bevute per ogni contratto vantaggioso.
Ricordava bene lo stomaco attanagliato dal dolore pochi giorni prima quando aveva alzato quei suoi occhi scuri su di lei sulla Piazza dell'Oasi e le aveva chiesto "Sei tu la donna che chiamano Malynna? Sei tu mia sorella? Mi hanno mandato a cercarti", le ore passate a raccontargli chi era e il pianto dirotto quando lui era andato via.
Molto di ciò che era, lo doveva a lui.
Non era mai stato un problema per lei cosa si dicesse in giro dell'umano che stava guardando: lui era la sua spada, la sua famiglia, cosa succedesse al di fuori di loro due era poco importante.

"adesso io e te siamo sangue dello stesso sangue..."

Allungò la mano ad accarezzargli brevemente il viso e per un istante l'espressione sul volto di lui parve distendersi.
"Ven, Ven... Un giorno strapperò dalle mani della Signora i tuoi ricordi dagli Abissi in cui li custodisce. Quel giorno rinnoverò le promesse che ti ho fatto e ti mostrerò la carta su cui sono state ratificate e ciò che è accaduto stasera avrà una nuova luce."

Ora tutto era compiuto, non era più solo un lavoro: ora era famiglia. Noi proteggiamo ciò che ci appartiene: sbagli come quelli fatti con Thom non sarebbero più accaduti, una mossa abile e al contempo scaltra. La strada del casato Da Mora era un agile sentiero lastricato in mattoni dorati che portava ad un futuro radioso.

"Integritas Potentia et Nobilitas"

Stringendosi nel mantello per ripararsi dal freddo che la notte del deserto portava con se, appoggiò la testa sulla spalla dell'uomo e si accoccolò al suo fianco deponendo un bacio leggero sulla sua fronte.
"Habibi och"
Amato fratello.