- Thu Jan 20, 2022 12:12 pm
#48675
Discord: Giska#8226
Era lì che si faceva gli affari suoi, il Popara, riducendo in poltiglia erbette dentro un vecchio mortaio.
Mancava sempre qualcosa alle sue pozioni. Quel di più che le avrebbe rese perfette sotto ogni punto di vista. Ma la memoria del Popara traballava costantemente e tra i suoi appunti non si trovava nulla che potesse aiutarlo.
Mentre era assorto nei suoi pensieri avvertì una presenza inquietante. Un giovane, alto e massiccio, dalla pelle vagamente olivastra, continuava a fissarlo come Radko Petrovic fissava un pezzo di carne prima di divorarlo avidamente. Il Popara, più ossa e arroganza che carne, non si lasciò sfuggire l'occasione:
"Giovanotto, ma li vuoi due schiaffi?"
Il giovane sembrò fare il finto tonto e virò la conversazione sui colori sgargianti degli abiti del Popara che dopo una discussione delirante, fatta di proposte di manrovesci, offerte di erbapipa e abbracci inopportuni terminò con una affermazione lapidaria del giovane: "Ma allora tu sei mio nonno!"
C'erano pochi dubbi: il giovane era davvero tonto.
Ma nel mondo del Popara non si da mai nulla per scontato e quindi meglio verificare.
Mentre il giovane si allontanava baldanzoso, il Popara mise mano ai suoi appunti. Non trovò il nome della donna che il giovane chiamava madre, ma trovò un vecchio foglietto sgualcito di quanto, ancora ventenne, attraversava il continente umano.
"Guarda che roba!" si disse il Popara.
"Che prestanza! Che baldanza! Bei tempi quelli!"
Si soffermò a guardare quel foglio, totalmente perso nei ricordi. Ed ecco che ebbe la sua epifania.
Un sorriso malsano si stampò sul suo volto grinzoso. Prese in mano il mortaio, pesticciò alla bene e meglio delle erbette con il ghigno di chi ha appena vinto alla lotteria della vita.
Poi fissò il composto dentro al mortaio, prese la mira e ci sputò dentro.
Il processo di distillazione che seguì fu perfetto: una pozione talmente concentrata da fare invidia ai migliori alchimisti ardani.
Bisognava testarla!
Popara si avvicinò sogghignando a un tale scelto accuratamente tra la folla con la pozione in bella vista:
"Dì un po'. Vuoi far felice tua moglie stasera?"
Mancava sempre qualcosa alle sue pozioni. Quel di più che le avrebbe rese perfette sotto ogni punto di vista. Ma la memoria del Popara traballava costantemente e tra i suoi appunti non si trovava nulla che potesse aiutarlo.
Mentre era assorto nei suoi pensieri avvertì una presenza inquietante. Un giovane, alto e massiccio, dalla pelle vagamente olivastra, continuava a fissarlo come Radko Petrovic fissava un pezzo di carne prima di divorarlo avidamente. Il Popara, più ossa e arroganza che carne, non si lasciò sfuggire l'occasione:
"Giovanotto, ma li vuoi due schiaffi?"
Il giovane sembrò fare il finto tonto e virò la conversazione sui colori sgargianti degli abiti del Popara che dopo una discussione delirante, fatta di proposte di manrovesci, offerte di erbapipa e abbracci inopportuni terminò con una affermazione lapidaria del giovane: "Ma allora tu sei mio nonno!"
C'erano pochi dubbi: il giovane era davvero tonto.
Ma nel mondo del Popara non si da mai nulla per scontato e quindi meglio verificare.
Mentre il giovane si allontanava baldanzoso, il Popara mise mano ai suoi appunti. Non trovò il nome della donna che il giovane chiamava madre, ma trovò un vecchio foglietto sgualcito di quanto, ancora ventenne, attraversava il continente umano.
"Guarda che roba!" si disse il Popara.
"Che prestanza! Che baldanza! Bei tempi quelli!"
Si soffermò a guardare quel foglio, totalmente perso nei ricordi. Ed ecco che ebbe la sua epifania.
Un sorriso malsano si stampò sul suo volto grinzoso. Prese in mano il mortaio, pesticciò alla bene e meglio delle erbette con il ghigno di chi ha appena vinto alla lotteria della vita.
Poi fissò il composto dentro al mortaio, prese la mira e ci sputò dentro.
Il processo di distillazione che seguì fu perfetto: una pozione talmente concentrata da fare invidia ai migliori alchimisti ardani.
Bisognava testarla!
Popara si avvicinò sogghignando a un tale scelto accuratamente tra la folla con la pozione in bella vista:
"Dì un po'. Vuoi far felice tua moglie stasera?"
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