Dalla Morte, nuova Vita
Posted: Thu Dec 30, 2021 10:52 am
Erano passate settimane, i mesi erano giunti a termine. Come anticipato da Haramiel a Rubina, serviva qualcuno in grado di farla passare abbastanza inosservata per adempiere ad una promessa: una donna partoriente.
Il momento era giunto e la stessa Rubina non fece molte domande: conoscendo bene i drudjah sapeva di potersi fidare e che quindi Haramiel aveva validi motivi per non fornire dettagli.
Le due non indossano nulla che faccia capire la loro appartenenza. L’elfa ha cucito per l’occasione semplici vesti da cittadini, manti comuni di stoffe ricercate, ma non tra le più rare e borse vistose. Agli occhi degli altri sembravano due sorelle, commercianti in cerca di affari tra Vessa e Krall.
Durante il viaggio in nave, la Ramjalar dava diverse dritte ad Haramiel per ridurre il portamento elegante ed il suo passo leggero. Ma non bastava, infatti Rubina caricò la borsa dell’Elfa per renderne i movimenti meno leggeri e, per simulare forme più tipiche delle genti comuni, mise diverse imbottiture sotto la veste di Haramiel. Coprirono entrambe il volto con un copricapo tipico dell’Oasi, ma questo serviva più a celare le orecchie calequendi che altro.
L’arrivo a Vessa fu tranquillo, Rubina non chiese nulla in nave, ma una volta messa in sicurezza l’imbarcazione dopo l’approdo, mentre l’elfa sta per toccare la terra, le chiede chi stesse cercando, una domanda a cui segue una risposta molto generica:
Haramiel: “Un’atana, a volte chiedono ai drudjah aiuto durante il parto. Ma non tardiamo Rubina, Vessa è proprio lì ad attenderci.”
Le due si muovono in coppia parlottando nei viottoli di Vessa, discorsi frivoli, di affari. Rubina nota che la drudjah continua a muovere prima lo sguardo e poi il capo a destra e sinistra mentre parla, in ogni angolo, in cerca di qualcuno che è chiaro non sa dove sia.
Rubina: “Cara sorella, rammenta che siamo due commercianti in cerca di affari, se continui a guardare ovunque penseranno che tu stia disperatamente cercando marito fin su Iaia”
“Hai ragione adorata sorella, meglio chiedere se c’è della concorrenza qui attorno. Meglio separarci, chiediamo se la zona è tranquilla e se gli affari vanno bene. Soprattutto se ci sono forestieri: dobbiamo tutelare i nostri interessi”.
Passate diverse ore, le due si ritrovarono, ipotizzando fosse l’ora del crepuscolo: in quel luogo coniato come Ankor Drek, Aguardar regala il suo sguardo.
“Niente di interessante per la nostra ricca famiglia?”
“Nulla”
“Ci dirigeremo verso Krall tra due giorni, forse li avremo più interessi”
“Meglio cercare una stanza per dormire degna del nostro fasto”
Mentre Rubina si allontana, l’Elfa nota un ragazzino attira la sua attenzione. Un codino storto di capelli scuri che ricadono sulle spalle, capelli abbandonati ad una crescita poco curata, sui 5 anni con vestiti sporchi e ringrinziti: era Huter, figlio di Ruggine, intento a guardare cibarie su un banco. Haramiel si avvicina silente ascoltando quel che stava per comprare. Ingredienti per alcuni dei piatti preferiti di Ruggine: pesce prelibato e banana flambé.
Chinandosi, l’elfa, sussurra all’orecchio del piccolo
“I piatti preferiti di tua madre, Huter?”
Il bambino gira lentamente la testa, l’espressione attonita e gli occhi sbarrati fino a quando l’elfa mostra il volto per un istante abbassando gli strati del suo copricapo. Uther la riconosce, la abbraccia cercando di soffocare il pianto.
“Oh, perdonateci, è mio nipote. Non ci vedevamo da tempo. Prego, tieni queste monete per le nostre spese. Aggiungi anche altro pesce prelibato?”
Uther teneva la saccoccia con gli acquisti stretta tra un braccio ed il petto, mentre con la mano libera si teneva alla veste di Haramiel mentre raccontava con l’innocenza di un bambino quanto successo nelle settimane precedenti. Ruggine aveva affittato un edificio a Vessa, per partorire in segreto per quanto possibile, ma qualcosa non andava e stava molto male, secondo Huter era tutta colpa di colui che divenne suo padre, qualcuno che si rifiutava anche di nominare.
A passo veloce, Rubina si unisce di lì a poco alla nuova coppia.
“Pare che non brillino per locande o stanze degne qui. Lui?”
“Il figlio di nostra cugina, pare che i suoi affari vadano così bene che ha affittato un edificio. Lui ci mostrerà la strada”
Il momento era giunto e la stessa Rubina non fece molte domande: conoscendo bene i drudjah sapeva di potersi fidare e che quindi Haramiel aveva validi motivi per non fornire dettagli.
Le due non indossano nulla che faccia capire la loro appartenenza. L’elfa ha cucito per l’occasione semplici vesti da cittadini, manti comuni di stoffe ricercate, ma non tra le più rare e borse vistose. Agli occhi degli altri sembravano due sorelle, commercianti in cerca di affari tra Vessa e Krall.
Durante il viaggio in nave, la Ramjalar dava diverse dritte ad Haramiel per ridurre il portamento elegante ed il suo passo leggero. Ma non bastava, infatti Rubina caricò la borsa dell’Elfa per renderne i movimenti meno leggeri e, per simulare forme più tipiche delle genti comuni, mise diverse imbottiture sotto la veste di Haramiel. Coprirono entrambe il volto con un copricapo tipico dell’Oasi, ma questo serviva più a celare le orecchie calequendi che altro.
L’arrivo a Vessa fu tranquillo, Rubina non chiese nulla in nave, ma una volta messa in sicurezza l’imbarcazione dopo l’approdo, mentre l’elfa sta per toccare la terra, le chiede chi stesse cercando, una domanda a cui segue una risposta molto generica:
Haramiel: “Un’atana, a volte chiedono ai drudjah aiuto durante il parto. Ma non tardiamo Rubina, Vessa è proprio lì ad attenderci.”
Le due si muovono in coppia parlottando nei viottoli di Vessa, discorsi frivoli, di affari. Rubina nota che la drudjah continua a muovere prima lo sguardo e poi il capo a destra e sinistra mentre parla, in ogni angolo, in cerca di qualcuno che è chiaro non sa dove sia.
Rubina: “Cara sorella, rammenta che siamo due commercianti in cerca di affari, se continui a guardare ovunque penseranno che tu stia disperatamente cercando marito fin su Iaia”
“Hai ragione adorata sorella, meglio chiedere se c’è della concorrenza qui attorno. Meglio separarci, chiediamo se la zona è tranquilla e se gli affari vanno bene. Soprattutto se ci sono forestieri: dobbiamo tutelare i nostri interessi”.
Passate diverse ore, le due si ritrovarono, ipotizzando fosse l’ora del crepuscolo: in quel luogo coniato come Ankor Drek, Aguardar regala il suo sguardo.
“Niente di interessante per la nostra ricca famiglia?”
“Nulla”
“Ci dirigeremo verso Krall tra due giorni, forse li avremo più interessi”
“Meglio cercare una stanza per dormire degna del nostro fasto”
Mentre Rubina si allontana, l’Elfa nota un ragazzino attira la sua attenzione. Un codino storto di capelli scuri che ricadono sulle spalle, capelli abbandonati ad una crescita poco curata, sui 5 anni con vestiti sporchi e ringrinziti: era Huter, figlio di Ruggine, intento a guardare cibarie su un banco. Haramiel si avvicina silente ascoltando quel che stava per comprare. Ingredienti per alcuni dei piatti preferiti di Ruggine: pesce prelibato e banana flambé.
Chinandosi, l’elfa, sussurra all’orecchio del piccolo
“I piatti preferiti di tua madre, Huter?”
Il bambino gira lentamente la testa, l’espressione attonita e gli occhi sbarrati fino a quando l’elfa mostra il volto per un istante abbassando gli strati del suo copricapo. Uther la riconosce, la abbraccia cercando di soffocare il pianto.
“Oh, perdonateci, è mio nipote. Non ci vedevamo da tempo. Prego, tieni queste monete per le nostre spese. Aggiungi anche altro pesce prelibato?”
Uther teneva la saccoccia con gli acquisti stretta tra un braccio ed il petto, mentre con la mano libera si teneva alla veste di Haramiel mentre raccontava con l’innocenza di un bambino quanto successo nelle settimane precedenti. Ruggine aveva affittato un edificio a Vessa, per partorire in segreto per quanto possibile, ma qualcosa non andava e stava molto male, secondo Huter era tutta colpa di colui che divenne suo padre, qualcuno che si rifiutava anche di nominare.
A passo veloce, Rubina si unisce di lì a poco alla nuova coppia.
“Pare che non brillino per locande o stanze degne qui. Lui?”
“Il figlio di nostra cugina, pare che i suoi affari vadano così bene che ha affittato un edificio. Lui ci mostrerà la strada”