L'occultata chiave
Posted: Sun Nov 28, 2021 1:59 pm
Le luci del ventisettesimo giorno di nembonume si attenuavano nell’anno imperiale 285.
I fuochi nei lampioni attizzati per illuminare la piazza, rendevano ancor più splendida la capitale del Regno delle Westland.
Nella mia quotidiana passeggiata serale, le ombre si dileguarono al sopraggiungere mio alla bacheca, così da permettere l’abituale dedizione alla lettura. Scorrendo fra i vari messaggi, uno in particolare destò la mia attenzione.
Pensai, forse troppo intensamente, al mio dovere di condividere con i colleghi dell’Accademia delle Arti, quand’ecco che percepii un lievito fruscio d’aria, quasi come un impercettibile frullar d'ali. Volgendo il mio sguardo, sapevo già chi avrei notato.
Lui era lì, avvolto in una lieve coltre di fumosa aura grigia, creata sicuramente dalla mia fervida immaginazione. La sua sua figura alta e slanciata rilevava una certa cura nell’aspetto, ammantato di stoffa smeraldo e oro. I capelli lunghi e lisci, suscitavano in me il ricordo di grandi tazze di cioccolata al latte fumante. Giocherellava con i suoi lunghi baffoni, lisciandoli e annuendo. Non riuscirò mai ad affermar con certezza la sua età. Spesso appariva più attempato come ieri sera, poichè mi scrutava con la sua espressione più altera.
“Seguitemi Delia, li ho collezionati …. tutti”.
Invidiavo seriamente questa sua abilità, poiché in pochissime parole egli riuscì ad impartire direttive, non solo a me. Un paio di occhi indagatori, gelidi come due cristalli d’Algera, si erano aggiunti.
Fra le pieghe del libro che ci mostrava e avidamente sfogliavamo v’era celata una chiave che nascondeva una visione, per ora incomprensibile, su ciò che era stato e sul suo divenire.
I fuochi nei lampioni attizzati per illuminare la piazza, rendevano ancor più splendida la capitale del Regno delle Westland.
Nella mia quotidiana passeggiata serale, le ombre si dileguarono al sopraggiungere mio alla bacheca, così da permettere l’abituale dedizione alla lettura. Scorrendo fra i vari messaggi, uno in particolare destò la mia attenzione.
Pensai, forse troppo intensamente, al mio dovere di condividere con i colleghi dell’Accademia delle Arti, quand’ecco che percepii un lievito fruscio d’aria, quasi come un impercettibile frullar d'ali. Volgendo il mio sguardo, sapevo già chi avrei notato.
Lui era lì, avvolto in una lieve coltre di fumosa aura grigia, creata sicuramente dalla mia fervida immaginazione. La sua sua figura alta e slanciata rilevava una certa cura nell’aspetto, ammantato di stoffa smeraldo e oro. I capelli lunghi e lisci, suscitavano in me il ricordo di grandi tazze di cioccolata al latte fumante. Giocherellava con i suoi lunghi baffoni, lisciandoli e annuendo. Non riuscirò mai ad affermar con certezza la sua età. Spesso appariva più attempato come ieri sera, poichè mi scrutava con la sua espressione più altera.
“Seguitemi Delia, li ho collezionati …. tutti”.
Invidiavo seriamente questa sua abilità, poiché in pochissime parole egli riuscì ad impartire direttive, non solo a me. Un paio di occhi indagatori, gelidi come due cristalli d’Algera, si erano aggiunti.
Fra le pieghe del libro che ci mostrava e avidamente sfogliavamo v’era celata una chiave che nascondeva una visione, per ora incomprensibile, su ciò che era stato e sul suo divenire.