La strada di un Fabbro errante..
Posted: Fri Oct 29, 2021 11:14 am
La Perfezione
La notte era fredda e il vento ululava tra le cime di Picco dell’Aquila, come sempre stava plasmando il metallo alla forgia consacrata di fronte alla statua del divino Aengus per poter offrire il frutto dei suoi miglioramenti alla benedizione del dio. Nonostante le basse temperature il sudore gli imperlava il viso, il martello calava con forza mentre i muscoli erano tesi nello sforzo di valorizzare ogni movimento, ogni colpo, ogni pensiero figlio della sua esperienza.
Il peso che avevo nel petto non accennava a diminuire ma ciò lo spronava a non fermarsi e a continuare nella sua opera imperterrito.
La lama.. cominciava a prendere forma..
La neve riprese a cadere, nella valle rieccheggiò il ruggito di una delle creature che popolavano quelle terre selvagge e indomabili, il tempo e il dolore avevano perso ogni significato ma a lui non importava, aveva un unico semplice obbiettivo e non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinarlo.
Con le pinze iniziò a spostare il pezzo rovente sino al barile contenente l’acqua li vicino, con il pugno ruppe la superficie ghiacciata e la immerse nelle acque gelide dove un forte sibilo spaccò il silenzio della notte accompagnato da una grande nuvola di vapore. Ricominciò poi a scaldarlo e reimmergerlo diverse volte fino a quando non ne fù soddisfatto, con gli ultimi accorgimenti uni l’elsa per completare l’arma...
A quel punto un sorriso incredulo gli attraversò il volto mentre involontariamente dalla bocca gli uscivano le parole:
“E’ perfetta”
Rimirava alla luce del fuoco i riflessi che correvano sul filo della lama fino alla guardia, il metallo non presentava imperfezioni o impurità, mentre fendeva l’aria con un paio di colpi percepiva che il bilanciamento era ineceppebile..
Fu li che la dura verità lo investi con tutta la sua forza..
Aveva raggiunto l’apice della sua abilità dopo avervi investito tempo, sudore e sangue ed ora... cosa avrebbe fatto? Il dolore che aveva soffocato per anni sulla vita che aveva perso tornò a sopraffarlo facendogli cedere le gambe mentre la disperazione gli attanagliò la gola facendolo cadere in ginocchio.
Fede.
L’unica cosa che lo aveva sempre sostenuto era la Fede, non poteva non dimostrare la propria gratitudine al Dio della Forgia che aveva benedetto il suo percorso e donato uno scopo da perseguire, non si sarebbe tirato indietro proprio ora che avrebbe dovuto dimostrare la sua fermezza:
sarebbe partito in pellegrinaggio verso tutti i luoghi dedicati al divino fabbro e avrebbe fornito un offerta ad ognuno di essi.
Mentre si rialzava con rinnovata determinazione tornò a guardare la lama che aveva tra le mani senza poter fare a meno di pensare
“Questa spada è davvero perfettta”
La notte era fredda e il vento ululava tra le cime di Picco dell’Aquila, come sempre stava plasmando il metallo alla forgia consacrata di fronte alla statua del divino Aengus per poter offrire il frutto dei suoi miglioramenti alla benedizione del dio. Nonostante le basse temperature il sudore gli imperlava il viso, il martello calava con forza mentre i muscoli erano tesi nello sforzo di valorizzare ogni movimento, ogni colpo, ogni pensiero figlio della sua esperienza.
Il peso che avevo nel petto non accennava a diminuire ma ciò lo spronava a non fermarsi e a continuare nella sua opera imperterrito.
La lama.. cominciava a prendere forma..
La neve riprese a cadere, nella valle rieccheggiò il ruggito di una delle creature che popolavano quelle terre selvagge e indomabili, il tempo e il dolore avevano perso ogni significato ma a lui non importava, aveva un unico semplice obbiettivo e non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinarlo.
Con le pinze iniziò a spostare il pezzo rovente sino al barile contenente l’acqua li vicino, con il pugno ruppe la superficie ghiacciata e la immerse nelle acque gelide dove un forte sibilo spaccò il silenzio della notte accompagnato da una grande nuvola di vapore. Ricominciò poi a scaldarlo e reimmergerlo diverse volte fino a quando non ne fù soddisfatto, con gli ultimi accorgimenti uni l’elsa per completare l’arma...
A quel punto un sorriso incredulo gli attraversò il volto mentre involontariamente dalla bocca gli uscivano le parole:
“E’ perfetta”
Rimirava alla luce del fuoco i riflessi che correvano sul filo della lama fino alla guardia, il metallo non presentava imperfezioni o impurità, mentre fendeva l’aria con un paio di colpi percepiva che il bilanciamento era ineceppebile..
Fu li che la dura verità lo investi con tutta la sua forza..
Aveva raggiunto l’apice della sua abilità dopo avervi investito tempo, sudore e sangue ed ora... cosa avrebbe fatto? Il dolore che aveva soffocato per anni sulla vita che aveva perso tornò a sopraffarlo facendogli cedere le gambe mentre la disperazione gli attanagliò la gola facendolo cadere in ginocchio.
Fede.
L’unica cosa che lo aveva sempre sostenuto era la Fede, non poteva non dimostrare la propria gratitudine al Dio della Forgia che aveva benedetto il suo percorso e donato uno scopo da perseguire, non si sarebbe tirato indietro proprio ora che avrebbe dovuto dimostrare la sua fermezza:
sarebbe partito in pellegrinaggio verso tutti i luoghi dedicati al divino fabbro e avrebbe fornito un offerta ad ognuno di essi.
Mentre si rialzava con rinnovata determinazione tornò a guardare la lama che aveva tra le mani senza poter fare a meno di pensare
“Questa spada è davvero perfettta”