Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.
Annika si recò quella sera presso l’Accademia delle Arti in gran fretta. Aveva trascorso tutto il giorno nel suo laboratorio a lavorare su i nuovi intrugli che aveva messo appunto.
Giunta in ritardo, si scusò con il Maestro Manfred e prese parte alla riunione accademica.
Erano presenti anche Erich e Delia, due aspiranti apprendisti come lei.
Maestro Manfred impartì ai tre il compito di scrivere una lettera in cui presentarsi e parlare dei loro interessi. Tutti e tre comunque già avevano pensato a quale ricerca intraprendere per iniziare il loro cammino in Accademia, e Annika espresse il desiderio di studiare e mettersi alla ricerca di luoghi e manufatti sacri al Dio Veggente. Da bambina infatti l’uomo che l’aveva cresciuta, Tjorn, le aveva letto una storia che narrava di un tomo magico scritto dallo stesso Oghmar, il Dar Art. Quella leggenda era l’unico libricino ritrovato nei corpi dei suoi genitori uccisi dai briganti nel Bosco Vecchio e quel racconto aveva colorato le fantasticherie di Annika per tutta l’infanzia e l’aveva spinta a recarsi ad Hammerheim per intraprendere lo stesso percorso accademico dei suoi genitori.
Mettersi quindi alla ricerca di quel tomo magico ora che aveva finalmente iniziato il suo percorso accademico era per lei il coronamento di un sogno. Cosa poteva esserci in fondo di più potente di un manufatto creato dallo stesso Oghmar?
Terminata la riunione Maestro Manfred consegnò ai tre apprendisti la chiave dei cancelli dell’Accademia, e Annika prima di ritirarsi restò qualche minuto a contemplare quella chiave davanti alla statua del Dio Veggente che le avrebbe dato accesso a tutto ciò a cui più teneva, la Conoscenza.
Annika aveva iniziato a pianificare la sua ricerca.
Per prima cosa voleva meglio documentarsi sui Precetti del Grigio così da poter padroneggiare la materia. Decise quindi di chiedere il permesso di visitare la biblioteca della Sacra Chiesa D’Occidente e senza indugio inviò una missiva al Sommo Sacerdote.
Inoltre, un altro luogo dove sicuramente avrebbe ottenuto molte informazioni era il Monastero dell’Alba e scrisse anche una missiva indirizzata al Gran Maestro.
Come ultima cosa rimaneva solo la lettera di presentazione richiesta da Maestro Manfred. Non era facile parlare di se ma, come aveva suggerito il mago, cercò di descriversi in modo più sincero possibile.
Il preludio della sua ricerca aveva preso forma, nutrendo la speranza della scoperta.
Appena entrata nella biblioteca della Sacra Chiesa, Annika intuì subito che si trovava nel luogo giusto.
Tra quegli scaffali si respirava il profumo della sacra conoscenza e in attento silenzio iniziò a cercare insieme a Padre Arick, il sacerdote che aveva risposto alla sua richiesta, i Precetti di Oghmar.
Non fu facile trovarli perché era stata cambiata la disposizione di alcuni scaffali, ma alla fine il grande tomo fu trovato e il sacerdote, con l’aiuto delle sue preghiere al Grigio, ne trascrisse abilmente una copia.
Mentre Padre Arick concludeva la sua opera, qualcosa rapì lo sguardo di Annika: una scritta in inchiostro dorato che riportava il titolo “Sul Dar Art”.
Senza indugio la maga prese il volume e aprì il libro accarezzandone la filigrana.
Chiese subito al sacerdote se poteva fare anche una copia di quello scritto contenuto in due volumi e poi sempre nello stesso scaffale trovo anche due manoscritti sugli artefatti divini.
Aveva trovato quello che cercava, finalmente aveva iniziato a raccogliere del valido materiale per le sue ricerche.
Trascorse tutta la serata a studiare quei tomi.
I Precetti di Oghmar come immaginava contenevano informazioni sulle principali caratteristiche del Grigio, un dio cieco, senza trono ne giorni a lui dedicati, che fa della sua divina esistenza una continua ricerca della conoscenza.
Continuando la lettura dei Precetti Annika prese appunti anche circa un Sigillo della prima pace tra l’Oscuro e Crom. Pare sia custodito ad Hammerheim e che sia anche legato alla capacità degli arcanisti di controllare il Flux, ma nell’opera non ci sono altre notizie su come e dove questo Sigillo diffonda il suo potere e sicuramente la maga dovrà approfondire tale tema.
Si concesse una breve pausa e poi iniziò la lettura dell’opera “Sul Dar art”.
I libri non erano firmati e li lesse quasi entrambi tutti di un fiato.
Tutto era già conosciuto: la creazione per mano di Oghmar stesso, l’enorme potere magico custodito in esso e l’esistenza di un’ipotetica copia custodita nelle biblioteche dell’Accademia delle Arti.
Quella che però non conosceva era l’interpretazione secondo la quale quando un essere vivente muore, e prima di essere giudicato dagli Dei, è lo stesso Oghmar a leggere e assorbire ogni conoscenza acquisita in vita. In questo modo le nostre gesta scriveranno le infinite pagine del Dar Art e faremo parte di ogni cosa.
Ma rimase ancora più colpita dall’osservazione che la ricerca della conoscenza la possiamo semplicemente:
“trovare pagina per pagina in ogni biblioteca, roccia, pianta,in ogni persona sia essa un anziano saggio, un bambino o un contadino analfabeta da cui comunque c’è sempre tanto da imparare.
Noi stessi e ciò che ci circonda siamo parte del Dar art”.
Secondo l’autore anonimo proprio per questo l’ossessiva ricerca vivente del Dar Art è effimera in quanto la conoscenza è intrisa in ogni cosa.
Tuttavia Annika, nonostante l’interesse suscitato dalla lettura, restò dell’opinione che, come capita in ogni leggenda, anche in questo racconto sul Dar Art esiste una parte di verità e quindi ha deciso di non terminare le sue ricerche, ancor più motivata dalla crescente vicinanza e fede nel Dio Veggente.
A notte ormai fonda iniziò infine a leggere le due opere sugli Artefatti divini. Ormai la maga riusciva a malapena a leggere ma sfogliando il secondo tomo dell’opera scritta da “Il Cacciatore” l’attenzione ricadde su un nome “Libro delle Gemme”.
Un libro dalle capacità magiche che poteva guidare in battaglia un intero esercito con il suo potere.
Nell’opera non si parlava delle origine divine di quell’artefatta e non c’era nessun richiamo ad Oghmar, ma Annika pensò a come le parole potessero infondere così grande potere in un oggetto e decise che avrebbe condotto una ricerca anche su quell’artefatto.
Andò a riposare con la speranza di una risposta da parte del Sacro Verbo e decise di recarsi di sua iniziativa presso il Monastero.
Dopo aver ricevuto la risposta dal Grande Maestro, Annika insieme ad Erich e Delia si misero in cammino verso il Monastero.
Giunti nella sacra fortezza trovarono Lord Eru Silme ad accoglierli.
Dopo essersi presentati, i tre arcanisti esposero al Cancellerie i loro interessi di studio così da potergli permettere una ricerca tra gli innumerevoli tomi della biblioteca.
Ascoltati tutti gli argomenti, il Lord promise ai tre di trovare le opere che trattavano degli argomenti richiesti e presto avrebbe fatto sapere loro quando tornare per consultare i tomi da lui selezionati.
Nel frattempo giunse anche il Grande Maestro e con l’occasione i tre arcanisti donarono i tomi che avevano preparato.
Annika decise di donare il primo tomo del suo trattato a cui aveva iniziato a lavorare: “L’Alchimia: Le Basi, Volume I”. Nella sua testa già progettava una grande opera divulgativa sull’Alchimia, che avrebbe fatto conoscere quell’arte anche non addetti.
Lasciato il Monastero, i tre si misero in cammino verso Amon per fare anche li richiesta di visita alle loro biblioteche.
Furono fortunati, trovarono Varo Luciari, il Bibliotecario della Guerriera, che chiese loro di inviargli una missiva contenente maggiori dettagli sulle loro ricerche così da preparare un successivo incontro tra i tomi della biblioteca amoniana.
La serata era stata proficua e non restava che aspettare buone nuove dai vari bibliotecari delle terre umane.
Annika poi aveva ricevuto conferma anche dal Custode dei Sussurri Fhyldrien Gaerys e il giorno 25 Orifoglia si sarebbero recati a Rotiniel per visitare la biblioteca della Perla
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24 Orifoglia 285
Annika passeggiava nella piazza della Splendida quando giunse Padre Arick.
Già ormai da diversi giorni il suo animo era inquieto perché sentiva che la sua fede nei Giusti stava seguendo un nuovo sentiero. Così decise di rivolgersi al sacerdote di Oghmar, sicura che in lui avrebbe trovato una guida.
La condusse nelle sale della Sacra Chiesa e li espose le sue riflessioni.
Era cresciuta nei boschi di Nosper insieme a un sacerdote di Althea e la fede nella Dea l’aveva accompagnata fin dall’infanzia ma ormai la sua vita aveva preso un nuovo sentiero, quella della Conoscenza, e sentiva sempre più forte il bisogno di votare la sua fede al Dio Veggente.
Padre Arick parve subito comprendere i bisogni di Annika. Anche lui era originario di Nosper quindi sapeva bene quanto la fede nella Dea fosse radicata in quelle genti, ma comprese e condivise quanto esposto dalla maga.
Chiese alla donna se aveva dei dubbi da colmare circa la fede nel Grigio e Annika espose i suoi dubbi sulla natura dei Sigilli che Oghmar pose dopo la tregua tra Crom e l’Invidioso.
Al sacerdote parve un buon tema di ricerca ma la biblioteca della Sacra Chiesa non conteneva altri tomi sul tema oltre quelli già copiate alla ragazza e quella dell’Accademia era aperta solo agli arcanisti, quindi decisero di consacrare la sua fede nel Grigio svolgendo una ricerca sui Deva, creature antiche e potenti che hanno segnato la storia di Ardania, e una volta teminata la sua ricerca sarebbe dovuta tornare con i risultati acquisiti e valutata.
Dopo l’arrivo del vespro gli apprendisti si incontrarono nella sala di entrata dell’Accademia e presto li raggiunse anche il Maestro Manfred.
Disquisirono qualche istante sul metodo di viaggio e poi decisero di salpare verso Rotiniel.
La città elfica risplendeva con la sua bellezza, i richiami dei delfini li accolsero come canti di giubilo.
I teleri erano alle prese con numerose attività e la città era un tripudio di voci melodiose. Gli accademici così si godettero la bellezza della piazza della Perla in attesa dell’arrivo del Custode dei Sussurri.
E giunse puntuale. I suoi retaggi elfici mettevano ancora più in risalto il suo animo colmo di conoscenza.
Li accolse cordialmente e Maestro Manfred presentò i suoi allievi. I tre apprendisti subito dopo esposero i rispettivi argomenti delle loro ricerche e nel mentre la piazza si popolò di numerosi teleri e studiosi del Sacro Tempio di Earlann e Morrigan.
Tutti così si misero in cammino verso il Sacro Tempio. La sacralità di quei luoghi era ancor più messa in risalto dalla splendida fontana che sorgeva al centro della struttura.
Giunti nella sala della biblioteca il Custode dei Sussurri illustrò agli ospiti la disposizione dei vari scaffali con le rispettive tematiche. La biblioteca era stata organizzata con grande zelo e fu facile per gli apprendisti focalizzare la ricerca tra i giusti scaffali.
La ricerca fu accompagnata dai preziosi consigli dei teleri. Delia fu guidata dalla mano esperta della Matriarca Fanie che le diede numerosi preziosi consigli.
Erich invece trovò una saggio riguardante un rituale di telemanzia svolto proprio da alcuni membri del Sacro Tempio dei gemelli, l’istar Vellion Sonondel e la Custode del Dono Lure Hyalmanar, e questi illustrarono al mago i principi del rituale e ne discussero a lungo insieme.
Intanto Annika, dopo aver aggiornato Fhyldren sullo stato di salute del nagarronte che le aveva affidato e dopo aver mostrato al telero una copia del suo trattato sull’Alchimia in lavorazione, iniziò la sua ricerca.
Cercò prima nella sessione riguardante i culti umani. Trovo vari tomi di teologia che trattavano di riflessioni sul Grigio molto interessanti ma nulla riguardante nello specifico il Dar Art. Si spostò quindi nello scaffale che conteneva opere sulla magia. Qui trovò molto materiale interessante soprattutto sulla magia elfica e stuzzicò la sua curiosità la narrazione sul Globo della Conoscenza e chiese delucidazione ai teleri.
La Dea Morrigan aveva creato questo Globo per diffondere il Dono, la magia, tra gli elfi e grazie ad esso questi ultimi ancora oggi ne controllano il potere.
Annika trovò diverse affinità con il Dar Art. Pur essendo due pantheon così diversi, anche Oghmar aveva creato quel libro proprio per diffondere tra gli uomini la magia.
Era sempre più convinta che davvero la magia fosse un dono degli dei e la sua fede nel Veggente si stava ulteriormente rafforzando.
Lure e Fhyldren infine consigliarono alla maga di parlare con alcuni sapienti maghi di Ardania che avevano conosciuto la vecchia accademia di magia di Hammerheim, tra i quali Elwing, Aislin e William Holfargd.
Era un ottimo spunto per continuare la sua ricerca. Non aveva ancora valutato l’opzione di raccogliere le testimonianze di chi fu più vicino alla prima Accademia di Magia della Splendida e forse finalmente avrebbe raccolto le informazioni che cercava.
Quando ormai il Giorno aveva lasciato spazio alla Notte, la piacevole visita si concluse con l’invito da parte della Custode del Dono a partecipare al rituale in onore della Dea Morrigan in cui si sarebbe tenuto anche un duello magico.
Quale occasione migliore per assistere a una dimostrazione di magia elfica?
Annika quella sera lasciò la città elfica con l’entusiasmo che solo un apprendista può avere, nutrito dalla Conoscenza e guidato dalla nodosa mano del Girigio
Sulle imponenti mura della Guerriera svettavano le insegne del Leone Rampante.
Gli accademici giunsero nella piazza gremita di volti e clangori, e trascorsero solo pochi chicchi di clessidra prima dell’arrivo di Varo Luciari, il bibliotecario.
L’amoniano li accolse con estrema cordialità e li invitò a seguirli presso la Biblioteca dei Templari. Fecero una piacevole passeggiata tra le vie cittadine e poi giunsero presso la cattedrale.
L’edificio era stato costruito su un’altura dalla quale si poteva ammirare tutta la città.
Restarono qualche istante ad ammirare dall’alto la Guerriera, con la sua topografia che rispecchiava la formazione ordinata e strategica delle truppe amoniane in battaglia.
Varo Luciari aprì le porte della biblioteca. Ad accoglierli trovarono una grande sala dove la tappezzeria cremisi metteva ancora più in risalto i grandi scaffali contenenti decine e decine di tomi.
L’amoniano spiegò come erano stati organizzati gli scaffali e il sistema di catalogazione delle opere. Tutto era stato meticolosamente ordinato e indicizzato e fu facile per gli accademici, grazie anche ai preziosi consigli di Varo, orientarsi nella ricerca.
Annika però, come già si aspettava, non trovò nessun tomo di interesse. I trattati di Teologia sfioravano appena l’argomento del Dar Art e anche nella sessione di Miti e Leggende ne trovò solo una descrizione sommaria.
Messer Varo però diede ottimi spunti di ricerca alla maga.
Pur se trovava molto improbabile l’esistenza su Ardania di una copia del Dar Art, anche per lui se realmente fosse esistita era probabile che prima della caduta di Edorel alcuni membri dell’Accademia di magia di quel periodo l’avessero conservata all’interno di un appropriato contenitore magico capace di proteggerne l’integrità, messo al sicuro prima dell’arrivo catastrofico della Cometa.
Bisognava indagare soprattutto a livello storico, partendo dagli anni in cui gli umani avevano iniziato a padroneggiare la magia fino ad arrivare alla nascita di una vera e propria istituzione, l’Accademia di magia di Hammeheim, e su come gli umani avessero messo in salvo il sapere acquisito dopo la caduta di Edorel.
La notte era ormai calata su Ardania e gli apprendisti si congedarono ringraziando messer Varo e promettendogli che sarebbe stato aggiornato sui loro risultati.
Padre Gavin invocò la benevolenza del Grigio e percorsero la strada del ritorno accompagnati da nuovo sapere.
Annika aveva scritto tutto d’un fiato i tre tomi sull’invasione dei Deva. Ci aveva lavorato per ben 5 giorni anche di notte, ma alla fine le parve un buon lavoro storiografico.
Uscì trafelata dalla sua dimora e al trotto di Bellosguardo raggiunse la bottega del cartografo. Seduta al tavolo c’era una donna dai tratti leggermente elfici intenta a scriver un grosso tomo. Annika era un po’ emaciata e stanca e la donna la soccorse vedendola in quello stato.
La sostenne e si presentarono, il suo nome era Elwing.
Una scintilla si accese negli occhi di Annika, finalmente l’aveva trovata.
La casualità spesso fa intrecciare i fili del destino.
Restarono a parlare per lungo tempo. L’arcanista spiegò che l’attuale Accademia di Hammerheim non era collegata con l’Accademia delle Arti Arcane di Sardacaus e che quindi stava conducendo le sue ricerche su una nuova istituzione slegata dalla precedente. Le spiegò anche che la sua ricerca sul Dar Art doveva scontrarsi con numerose informazioni frammentate e prive di una fonte certa. Molto probabilmente sarebbe ben presto incappata in tomi senza autore e anemici di particolari che lei ricercava.
La indirizzò poi allo studio della narrazioni dei Saggi sugli Antichi, per capire quanto a volte la magia poteva diventare pericolosa nelle mani di stolti o superbi.
E poi di tanto altro ancora. Quando si congedarono ad Annika parve come di aver letto il libro più istruttivo della sua vita, e decise che avrebbe seguito fino in fondo i consigli di Elwing.
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29 Orifoglia 285
Nella grande cattedrale l’unico rumore pareva essere il respiro di Annika.
Aveva con se i tomi sull’Invasione dei Deva e attendeva ormai da diverse clessidre l’arrivo di padre Arick.
Socchiudendo gli occhi pensò a quando da piccola aveva immaginato il volto della madre mai visto. Era
impossibile immaginarlo, ma quel volto appariva con le sfumature del ricordo.
Quando tornò attenta trovò padre Arick che la guardava sorridendo.
Annika consegnò subito al sacerdote la sua ricerca e spiegò che si trattava di un resoconto storiografico sull’Invasione dei Deva. Padre Arick ne rimase molto soddisfatto e ritenne che era sufficiente per dimostrare quanto era determinata a seguire i dettami del Grigio.
La condusse quindi davanti alla statua del Veggente presso l’Accademia e li intonò il suo inno ai Giusti:
“Dea Madre, Madre degli Dei!
Madre degli Uomini!
Ascolta la voce flebile di un figlio di Oghmar,
scolta la voce del figlio del tuo figlio!”
Per prima invocò Althea, colei che per prima era stata venerata e che mai sarebbe stata dimenticata. Ad essa il sacerdote offrì dei chicchi di grano, simbolo di prosperità.
Successivamente padre Arick invocò la benevolenza del Dio Veggente, al fine di accogliere la nuova fedele.
“Oh Grigio sapiente accogli Annika tra le tue benevole braccia, che tu la possa annoverare tra la moltitudine dei tuo figli.
Accetta il suo sacrificio come sigillo della sua fede
Immutabile.
Annika figlia di Oghmar onora la volontà del Dio Veggente nella ricerca della conoscenza e della verità, affinche il tuo limitato sapere accresca il suo,
ed il suo infinito sapere arricchisca il tuo”
Dopo essersi raccolto in profonda preghiera, il sacerdote lego sugli occhi di Annika una benda e gli ordinò di tenerla fino al calar della notte.
Era a tutti gli effetti una seguace di Oghmar, e la sua vita ormai del tutto consacrata alla Conoscenza.
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